Victor Davis Hanson – The Epoch Times – 24 marzo 2022
Il presidente Joe Biden crede che la guerra in Ucraina segnerà l’inizio di un “nuovo ordine mondiale“. Nel mezzo della pandemia globale Covid, Klaus Schwab e le élite globali hanno anche annunciato un “grande reset”.
Di conseguenza, le nazioni del mondo dovrebbero cedere la loro sovranità a un organismo internazionale di esperti che ci illuminerebbero su tasse, diversità e politiche verdi.
Quando l’ex presidente Donald Trump è stato eletto nel 2016, i giornalisti più autorevoli annunciarono che le informazioni di parte avrebbero dovuto sostituire il vecchio approccio, presumibilmente disinteressato, alle notizie.
Qui c’è un tema comune.
In tempi normali i progressisti si preoccupano di non avere il sostegno pubblico per le loro politiche. Solo nelle crisi sentono che la sinistra politica e i media possono unirsi al fine di utilizzare tempi apocalittici per far passare approcci ai problemi esteri e interni solitamente impopolari.
Lo abbiamo visto l’anno scorso: la fuga dall’Afghanistan, il ricorso alla teoria critica delle razze, il tentativo di porre fine all’ostruzionismo, di aumentare il numero dei giudici, di eliminare il Collegio Elettorale e di nazionalizzare le leggi sul voto.
Queste “nuove ordinanze” e “reset” comportano sempre un apparato governativo molto più imponente e burocrazie più potenti e non elette. Le élite presumono che i loro cambiamenti radicali nell’uso dell’energia, nell’informazione dei media, nel voto, nella sovranità e nelle quote razziali ed etniche non si applicheranno mai del tutto a loro stessi, gli architetti di tali cambiamenti imposti dall’alto.
Così noi gente comune dobbiamo abbandonare i combustibili fossili, mentre chi deve usare i jet aziendali no. I muri non segneranno i nostri confini, ma proteggeranno le case di Nancy Pelosi, Mark Zuckerberg e Bill Gates.
Il portatile perso da Hunter Biden sarà dichiarato, per fiat, una non notizia. Per contro, la storia della falsa “collusione” della Alfa Bank sarà una notizia da prima pagina nazionale per settimane.
Gli stili di vita della classe media saranno limitati, mentre ci viene insegnato a lottare per la sostenibilità e a passare alla vita in appartamento e al trasporto di massa. Ma gli Obama manterranno ancora le loro tre ville, e i futuristi della Silicon Valley insisteranno sulle esenzioni per i loro yacht.
In verità, stiamo per assistere a un reset radicale dell’attuale reset. Sarà una trasformazione diversa da quella che le élite si aspettano e che dovrebbero temere molto.
Il mondo e gli Stati Uniti sono furiosi per l’iperinflazione che potrebbe presto superare il 10% all’anno. Saremo fortunati se finirà solo in recessione o stagflazione, piuttosto che in una depressione globale.
Il pasticcio è stato creato dallo stesso apparato che ha accettato la “teoria monetaria moderna”. Quella stupida idea universitaria affermava che il benessere sarebbe seguito ad una vasta espansione dell’offerta di denaro, mantenendo i tassi d’interesse a livelli di fatto zero, gestendo enormi deficit annuali, accumulando un debito nazionale insostenibile, e incentivando i lavoratori a rimanere a casa.
I costi del gas naturale e del petrolio stanno raggiungendo livelli insostenibili, al punto che la classe media non sarà più in grado di viaggiare, riscaldarsi in inverno o rinfrescarsi in estate.
Sia in Europa che negli Stati Uniti i governi di sinistra hanno deliberatamente frenato le trivellazioni e gli oleodotti non russi. Hanno chiuso le centrali nucleari e sovvenzionato costosi e inefficienti progetti solari ed eolici. Si sono ritrovati non con un’utopia, ma con carenze di carburante, prezzi elevati e dipendenza energetica dai regimi più repressivi del mondo.
La rivoluzione “woke” in Occidente avrebbe dovuto insegnarci che il mondo occidentale dominato dal “maschio bianco” è tossico. Le sue origini, l’ascesa e l’attuale benessere e ricchezza erano presumibilmente dovuti solo allo sfruttamento sistematico, al razzismo e al sessismo.
Le élite hanno introdotto la cultura della cancellazione, il doxxing (*), la deplorazione e l’ostracismo sociale per svergognare questi presunti sfruttatori e distruggere le loro vite e carriere.
Pochi si sono chiesti come un Occidente presumibilmente nefasto di circa 2.500 anni sia diventato la destinazione numero uno di milioni di migranti globali non occidentali e abbia offerto il maggior grado di prosperità globale e libertà per i suoi cittadini.
Dunque sta arrivando una resa dei conti, in reazione alle “nuove ordinanze” sostenute da Biden e dal gruppo di Davos.
Nelle elezioni [di mezzo termine] di novembre 2022, è probabile che vedremo uno storico “No!” all’agenda della sinistra ortodossa che ha portato ad un’inflazione insostenibile, energia insostenibile, guerra e umiliazione all’estero, criminalità in aumento, ostilità razziale, così come una sfida arrogante da parte di coloro che hanno deliberatamente attuato queste politiche disastrose.
Ciò che la sostituirà sarà il ritorno a quello che fino a poco tempo fa aveva funzionato.
Torneranno frontiere chiuse e sicure con solo immigrazione legale e misurata. Gli americani chiederanno controlli severi da parte della polizia e sentenze deterrenti, e un ritorno all’integrazione e al primato del carattere individuale piuttosto che alle fissazioni separatiste sul “colore della nostra pelle”.
Il pubblico continuerà a non ascoltare i media “mainstream” partigiani e mediocri. Vedremo una maggiore produzione di petrolio e gas naturale per passare lentamente a una più ampia varietà di energia, una forte difesa nazionale e politiche estere deterrenti.
I profeti del nuovo ordine mondiale hanno seminato il vento e presto raccoglieranno la tempesta di un popolo arrabbiato e stremato dall’incompetenza, dall’arroganza e dall’ignoranza dell’élite.
(*) Nota del Traduttore: pratica di cercare e diffondere pubblicamente online informazioni personali e private (come p.es. nome e cognome, indirizzo, numero di telefono ecc.) o altri dati sensibili riguardanti una persona, di solito con intento malevolo.
Victor Davis Hanson è un commentatore conservatore, classicista e storico militare. È professore emerito di materie classiche alla California State University, senior fellow in materie classiche e storia militare alla Stanford University, fellow dell’Hillsdale College e distinguished fellow del Center for American Greatness. Hanson ha scritto 16 libri, tra cui “The Western Way of War”, “Fields Without Dreams” e “The Case for Trump”.
Scelto e tradotto da Cinthia Nardelli e Arrigo de Angeli per ComeDonChisciotte
Le opinioni espresse in questo articolo sono le opinioni dell’autore e non riflettono necessariamente le opinioni di ComeDonChisciotte.