DI GHALI HASSAN
Aprite un qualunque quotidiano occidentale e sarete colpiti dall’abbondante uso della parola “diplomazia”. E’ la seconda parola più usata dopo “democrazia”. Comunque, attente analisi dimostrano che la versione statunitense della diplomazia è diventata la cortina fumogena preferita delle guerre d’aggressione statunitensi. L’Iraq e l’Iran sono i casi migliori.
In relazione all’Iran, l’amministrazione Bush dichiara di star usando la “diplomazia” per convincere l’Iran ad abbandonare il proprio diritto alla tecnologia nucleare. Il Presidente Bush dice di frequente che “stiamo lavorando con i nostri alleati europei” per usare la diplomazia in modo da evitare un impasse nucleare con l’Iran. La segretaria di stato Usa, Condoleezza Rice, ha detto che sarà trovata una “soluzione diplomatica” alla crisi nucleare iraniana. La realtà è opposta. Accusando l’Iran di voler fabbricare armi nucleari, gli Stati Uniti e i loro vassalli europei stanno usando la cosiddetta “diplomazia” per costringere quante nazioni possibile a deferire l’Iran al Consiglio di Sicurezza dell’ONU e spianare la strada per sanzioni e più probabilmente per una guerra d’aggressione contro l’Iran.La versione statunitense della diplomazia è accompagnata da una brutale campagna di propaganda per demonizzare il presidente iraniano Mahmoud Ahmedinejad e dipingerlo in modo molto sfavorevole. I media mainstream occidentali, guidati dal New York Times, la BBC e il Middle East Media Research Institute (MEMRI) di Washington hanno fabbricato delle accuse contro il presidente Ahmedinejad. In base a quanto affermano, il Presidente Ahmedinejad avrebbe negato che l’olocausto ebraico abbia avuto luogo e avrebbe minacciato di “cancellare Israele dalla mappa”. In verità, nessuno dei discorsi del Presidente Ahmedinejad (in Farsi) contiene nulla anche solo vicino a quanto è stato amplificato.
Comunque, senza alcuna prova, i leader occidentali, guidati da Bush e Blair, i giornalisti occidentali e le elite intellettuali hanno prontamente sfruttato la menzogna, usandola senza ritegno per giustificare i loro attacchi al Presidente Iraniano. Il cliché di “anti-semitismo” ha fornito il perfetto strumento di intimidazione non solo al governo israeliano ma anche a quelli che seguono le sue orme. (Vedi Fikentscher & Neumann ). Il President Ahmedinejad è ora minacciato di morte dal terrorismo di stato sponsorizzato da Israele. La minaccia contro un capo di stato eletto democraticamente è passata senza alcuna condanna nelle capitali occidentali.
Inoltre, il Presidente Ahmedinejad è stato eletto democraticamente e non può essere considerato come un “tiranno” imposto dall’Occidente o un “dittatore”. L’Iran ebbe una democrazia dal 1951 al 1953, prima che gli Stati Uniti misero in atto un colpo di stato contro il Primo Ministro Muhammad Mossadeq e imposero la brutale dittatura dallo Shah all’Iran. Infatti, la versione statunitense della “democrazia” è una dittatura coloniale mascherata da elezioni fraudolente.
L’Iran ha compiuto molti sforzi diplomatici per venire incontro a varie questioni. Mentre accusavano l’Iran di aspirare alla produzione di armi nucleari, gli Stati Uniti hanno chiuso gli occhi verso la violenza di Israele contro il popolo palestinese, le minacce israeliane alla regione e l’enorme arsenale israeliano di armi nucleari. Altri paesi come l’Australia, il Brasile e il Giappone, hanno tutti avanzati programmi nucleari pronti a produrre armi nucleari in breve tempo. Ma sembra che gli Stati Uniti siano diventati ossessionati con lo sviluppo nucleare musulmano, e preferiscano tenere le nazioni musulmane sotto il loro tallone imperialista.
La questione nucleare iraniana è nulla più e nulla meno che un pretesto usato dagli Stati Uniti contro l’Iran. L’attuale crisi, ideata negli Stati Uniti, ricorda il pretesto fabbricato delle armi di distruzione di massa che gli Stati Uniti usarono per istigare una guerra d’aggressione contro l’Iraq. L’Iran è firmatario del Trattato di Non-Proliferazione (TNP) e ha il diritto di acquisire la tecnologia nucleare per usi pacifici. Infatti, il TNP incoraggia altre nazioni ad assistere l’Iran nella sua ricerca della tecnologia nucleare. Comunque, questo non ferma gli Stati Uniti dall’accusare l’Iran di “aspirare” al possesso di armi di distruzione di massa e dall’interferire nelle questioni interne dell’Iran; intanto, gli Stati Uniti rifiutano la diplomazia e continuano a suonare i tamburi di guerra. La presunta minaccia costituita dall’Iran è una falsità. Un attacco all’Iran sarebbe un atto di aggressione improvocato in violazione delle leggi internazionali.
Nel corso della storia dell’imperialismo statunitense, gli Usa hanno sempre concentrato la propria propaganda di guerra su un individuo nella nazione bersaglio. Per esempio i presidenti Fidel Castro, Saddam Hussein e Hugo Chavez sono gli odiati per eccellenza. Sono demonizzati il più possibile in modo che il popolo statunitense si senta obbligato a sostenere la guerra contro la nazione bersaglio. Gli Stati Uniti creano un’illusione per cui la popolazione nativa stia soffrendo e sia indifesa, e che abbia bisogno del “nostro” aiuto. Come scrive l’autore statunitense Stephen Kinzer; “Gli Statunitensi amano avere un demone, una certa persona che sia il simbolo di tutto il male e la tirannia nel regime che vogliono attaccare”. Per esempio, Saddam è diventato sinonimo di male e ha fornito la giustificazione per commettere un male maggiore contro il popolo iracheno. L’amministrazione statunitense, scrive Kinzer, “gioca sulla compassione degli Stati Uniti per ottenere il sostegno agli interventi” e commette crimini di guerrs contro il popolo iracheno.
Nel 1991, gli Stati Uniti rifiutarono ogni proposta di pace per risolvere la crisi Iraq- Kuwait. Rifiutarono tutte le proposte avanzate da Yugoslavia, Unione Sovietica, Arabia Saudita, Algeria, Francia, Giordania e Iraq. Al contrario, usarono la diplomazia della coercizione per comprare quelli che avrebbe votato per la guerra e punirono quelle nazioni che insistevano sulla diplomazia. Alla fine, il Kuwait era solo un pretesto per omicidi di massa premeditati e gravi crimini di guerra contro il popolo iracheno. La guerra fu seguita da 13 anni di sanzioni criminali, che uccisero senza motivo più di 1.6 milioni di civili iracheni, un terzo dei quali erano bambini sotto l’età di cinque anni.
Per oltre 13 anni, gli Stati Uniti hanno rifiutato tutte le soluzioni diplomatiche per terminare la loro guerra al popolo iracheno. Infastidite dalla severità delle sanzioni, Francia e Russia introdussero una risoluzione pacifica per terminare le sanzioni in cambio di una cooperazione continuativa dell’Iraq riguardo le armi di distruzione di massa, ma gli Stati Uniti posero il veto alla risoluzione. Nel marzo 2003, e dopo il rifiuto diretto di tutte le soluzioni diplomatiche, gli Stati Uniti hanno illegalmente invaso l’Iraq sulla basa di un pretesto – inesistente – le armi di distruzione di massa. A partire da allora, le forze Usa e i mercenari hanno indiscriminatamente ucciso – a sangue freddo – centinaia di migliaia di innocenti uomini, donne e bambini iracheni. In aggiunta alla deliberata e progettata distruzione dell’Iraq come stato funzionante, gli Stati Uniti stanno trasformando l’Iraq in uno stato puramente settario ed incoraggiando l’erosione dell’identità nazionale irachena che è prevalsa nel corso della storia dell’Iraq.
Inoltre, gli Stati Uniti continuano ad occupare l’Iraq contro la volontà della maggioranza del popolo iracheno. Gli Stati Uniti continuano anche ad imporre una cultura del vincitore (loro stessi) al popolo iracheno. In aggiunta, stanno negando agli Iracheni i loro diritti democratici imponendo (con la forza) un regime fantoccio o di facciata – che consiste in una raccolta di criminali piccoli e grandi – inteso a servire gli interessi delle aziende statunitensi.
Al pari della versione Usa della “democrazia”, la versione Usa della “diplomazia” è diventata la cortina fumogena favorita per la politica estera statunitense. Non possono esserci dubbi che la democrazia sia l’alibi per i poteri repressivi dello stato. E’ usata per servire gli interessi aziendali statunitensi. La versione Usa della “democrazia” in Iraq è atta a fomentare la guerra e gli spargimenti di sangue. L’Iran deve essere incoraggiato a rifiutare i diktat statunitensi e a perseguire il proprio sviluppo per il beneficio del popolo iraniano.
Mentre gli Stati Uniti e i loro vassalli europei pretendo di risolvere la crisi nucleare iraniana mediante la “diplomazia”, si stanno incamminando su un sentiero che conduce solo ad una guerra di aggressione contro l’Iran. La resistenza all’imperialismo statunitense mediante la lotta pacifica è l’unico modo per fermare l’aggressione degli Stati Uniti e la violenza.
Ghali Hassan
Fonte: http://www.globalresearch.ca
http://www.globalresearch.ca/index.php?context=viewArticle&code=HAS20060427&articleId=2340
27.04.2006
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di CARLO MARTINI