DI ANTONIO DE MARTINI
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Devo dire che ha ragione Giorgio Passardi (vedi post più sotto) a pensare che in Iran ci sia anche chi ha emesso un sospiro di sollievo alla notizia dell’assassinio di Suleimani.
L’opposizione laica lo avrebbe certamente preferito ai preti, anche ( o meglio proprio) se non si trattava di un militare a 18 carati.
Aveva però costeggiato i militari doc, condiviso i metodi di ricerca operativa tipici degli Stati Maggiori, visto il mondo e studiato usi e costumi sia dei vicini arabi che degli anglosassoni .
Aveva l’età giusta per entrare in politica e la notorietà per affrontare con successo una elezione in un paese con forte percentuale di analfabetismo.
A suo confronto Rouhani sarebbe apparso come un pretonzolo e Ahmadinejad come un giovinastro litigioso è inaffidabile.
Il candidato ideale per il regime change auspicato, a parole, da tutti.
In realtà l’idea di vederlo al potere e dover normalizzare i rapporti deve essere sembrata intollerabile a Israele, agli USA e ai mullah.
Ecco una base di intesa solida per mantenere lo statu quo.
Un pactum sceleris. In inglese un win-win.
Antonio De Martini
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4.01,2020
Siccome non ci credo che a Trump gli fanno lanciare missili a piacimento, tenderei a sospettare che l’uccisione del generale iraniano sia un favore che le “intelligence” occidentali hanno fatto all’attuale dirigenza iraniana.
Il generale, che oggi viene presentato come un novello “Rommel” che ha sconfitto l’ISIS (cioè uno stato privo di industria, aviazione e tecnologia situato in un territorio desertico e pianeggiante..😊😉) era in lizza per vincere le prossime elezioni iraniane.
La sua popolarità superava di gran lunga quella di ogni altro candidato.
Un pericolo per il business che i finti nemici (le elites di USA, Arabia, Israele, Iran e Russia) stanno conducendo.
Cioè tenere alto, artificialmente, il prezzo del petrolio.
In questo caso consiglierei agli amici di andarci piano a postare bandiere iraniane e immagini del generale come un novello cheguevara.
Quanto a Trump, occorre dire che al momento, la sua presidenza non ha fatto che qualche decina di morti, tutti fra combattenti in divisa, cioè gente che mette in conto il rischio.
Non dimentichiamoci che Obama e Killary sono responsabili di 1 milione di morti e 8 milioni di profughi, fra cui donne e bambini.
GiorgioPassardi
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4.01.2020