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La Redazione

 

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COS'HANNO IMPARATO SULLA CANNABIS I DOTTORI CALIFORNIANI?

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A cura di God
Il 30 Ottobre 2006
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blankFRED GARDNER intervista JEFFREY HERGENRATHER
Counterpunch

Sono passati 10 anni da quando i californiani votarono la Proposta 215, che legalizzava la coltivazione e l’uso della cannabis (conosciuta anche come marijuana, o canapa) con l’approvazione di un medico e per uso terapeutico. Con la proposta 215 non fu creato un albo di consumatori perché gli autori non si fidavano del governo, per cui non tennero liste con nominativi di chi ne faceva uso. Negli ultimi dieci d’anni, quindi, in California ebbe luogo questo grande esperimento, ma a nessuna agenzia statale furono inoltrati nominativi né di dottori che approvavano l’uso della cannabis, né di pazienti che con questa si curavano.

Per rendermi conto dei risultati senza potermi basare su dati ufficiali, ho perciò effettuato uno studio personale sui dottori appartenenti alla Society of Cannabis Clinicians. La SCC fu fondata dal Dott. Tod Mikuriya nel 2000 per far sì che medici che curavano i loro pazienti con la marijuana potessero condividere i dati a scopo di ricerca (e, purtroppo, reagire alle minacce delle autorità federali e statali). Più di 20 dottori parteciparono alle riunioni trimestrali della SCC, il cui attuale presidente è il dottor Philip A. Denney. Alcune risposte non sono ancora arrivate, ma sembra che gli specialisti abbiano approvato l’uso della marijuana per più di 140.000 pazienti. “Approvato” è il termine adatto, non “raccomandato”, dato che più del 95 per cento dei pazienti già la usava come medicinale prima ancora di consultare gli specialisti.

Le lettere di autorizzazione dei dottori all’uso della canapa riguarda circa il 40% dei pazienti. Queste furono lasciate presso un’agenzia che emise speciali carte d’identità, per conto delle farmacie specializzate nella fornitura della canapa, con cui i pazienti potessero rifornirsi senza sempre dover presentare la lettera del medico. Facendo un rapido calcolo posso stimare che i californiani che hanno legalmente usato o fornito la canapa a scopo terapeutico sotto la Proposta 215 sono circa 350.000.

La ricerca completa sarà pubblicata nell’edizione autunnale di O’Shaughnessy’s, una rivista specializzata che ho prodotto per la SCC. Quanto segue fa parte dell’intervista al dottor Jeffrey Hergenrather, che dal 1999, a Sebastopoli, si occupa dell’uso terapeutico della marijuana.

Quanti sono i pazienti per cui ha approvato l’uso della marijuana nel mese di ottobre 2006?

1.430.

In che percentuale erano i pazienti che già si medicavano con la marijuana prima di consultarsi con lei?

Il 99%.

Quali sono i problemi di salute che presentano? Mi indichi i cinque principali e la percentuale approssimativa (il totale può eccedere il 100%).

Dolore cronico (62%), depressione o altre turbe mentali (30%), problemi intestinali (12%), dipendenza nociva (10%), emicranie (9%) sono i problemi più comuni.

Quali risultati presentano i pazienti e quanto ha funzionato la marijuana nel trattamento dei loro sintomi?

Lo specialista che cura con la cannabis si rende presto conto di due fatti eclatanti. La varietà dei sintomi trattati con successo da questa sostanza è molto ampia; e i pazienti traggono un beneficio dall’uso della canapa che non possono ottenere con qualsiasi altro farmaco.

Le testimonianze che sento ogni giorno da gente con gravi problemi di salute sono al tempo stesso illuminanti e commoventi. Gente affetta da cancro o con l’AIDS mi dice che la marijuana ha salvato loro la vita, ridando loro l’appetito, la facoltà di non vomitare le medicine prese, e la tranquillità mentale. Nessun’altra droga agisce come la canapa nel ridurre o eliminare il dolore senza avere effetti collaterali significativi. Evidentemente lavora su parti del cervello che interessano la memoria a breve termine e centri di dolore, lasciando che i pazienti smettano di soffermarsi sul male che provano. La canapa aiuta nel rilassamento dei muscoli e ha un’azione antinfiammatoria. Con l’uso terapeutico della marijuana, lo stato di pazienti affetti da artrite reumatoide si ristabilizza, con meno picchi e di intensità minore.

Allo stesso modo altre malattie reumatiche diminuiscono di intensità. Per gli spastici non esiste un trattamento più efficace o veloce della marjuana, sempre senza effetti avversi.

I pazienti affetti da emicranie possono ridurre o addirittura omettere l’assunzione di farmaci tradizionali perché i loro mal di capo diventano meno frequenti e meno severi.

Circa la metà di pazienti con gravi problemi di turbe mentali trova il trattamento con la marijuana adeguato anche da solo, mentre altri riducono l’assunzione di farmaci connessi. Secondo me non esiste miglior terapia che quella della canapa per quanto riguarda il trattamento dell’ansia, dei traumi cerebrali e dei traumi dovuti a post-commozione cerebrale, ADD e ADHD (Attention Deficit Disorder e Attention Deficit Hyperactivity Disorder), cioè problemi, infantili e non, legati alla mancanza di attenzione/affetto ed alla iperattività, oltre che per problemi dovuti a comportamenti compulsivi ed ossessivi, e per problemi legati allo stress. Alcuni pazienti affetti da malattie gastro-intestinali come la Malattia di Crohn e pazienti con coliti ulceranti si stabilizzano, di solito stanno meglio e aumentano di peso, mentre la maggior parte può smettere di prendere steroidi ed altri potenti farmaci immunomodulatori.

La vita di persone che prima dipendeva da alcol, oppiacei, anfetamine ed altre droghe assuefacenti è cambiata per il meglio quando sostituirono queste sostanze con la canapa. Pazienti con problemi renali all’ultimo stadio, in dialisi o trapiantate di reni manifestano più serenità e più benessere, e nel mio studio ho riscontrato che anche i problemi di rigetto sono diminuiti.

I diabetici raccontano di livelli degli zuccheri minori e più facili da tenere sotto controllo, cosa ancora da studiare e valutare.

Tipicamente anche il sonno migliora, diventando più profondo e senza problemi di sopore o effetti avversi al risveglio.

Molti pazienti affetti da sclerosi multipla asseriscono che la loro condizione non è peggiorata per anni mentre assumevano cannabis regolarmente. Sclerosi multipla ed altre malattie neurodegenerative, se trattate con la marijuana, beneficiano della riduzione del dolore e di spasmi muscolari, di aumento dell’appetito, di miglioramento dell’umore e di meno problemi di incontinenza. Molti pazienti affetti da epilessia sono trattati con la canapa con o addirittura senza l’uso di farmaci per il controllo delle convulsioni.

Tutti i pazienti con malattie della pelle come psoriasi, lupus, dermatiti erpetiformi ed eczematose riscontrano sollievo e diminuzione del prurito quando usano la canapa regolarmente. Malattie delle vie respiratorie come l’asma, l’apnea durante il sonno, BPCO, ovvero la Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva e la sinusite cronica meritano una citazione a parte, perché io incoraggio l’uso di vapori di canapa o forme ingerite piuttosto che il fumo, ovviamente per ridurre l’irritazione delle vie respiratorie.

Infine, i pazienti obesi o lievemente obesi tendono a perdere peso e a riacquistare autostima. Io ritengo che l’uso della cannabis associato alla psicoterapia funzioni molto bene nello sviluppo del cambiamento comportamentale.

Ha compilato dati demografici o stime per quanto riguarda età, sesso, razza e condizione economica dei suoi pazienti?

Allora, sesso: 62% maschi, 38% femmine. L’età varia tra i 14 e gli 86 anni. L’età media dei maschi è di 45,9 anni con una fascia intermedia di 46 anni. L’età media delle donne è di 47,4 anni con una fascia intermedia di 48 anni. I grafici di distribuzione di sesso ed età sono simili, con l’eccezione che c’è un salto per quanto riguarda i pazienti maschi paragonata alle femmine, che io attribuisco al fatto che i maschi giovani hanno più infortuni sul lavoro, nello sport, hanno più incidenti stradali o problemi dovuti al servizio militare, incluse ferite e stress post-traumatici. La stragrande maggioranza di pazienti di cui mi occupo sono bianchi, o di discendenza indo-europea con l’1% soltanto di afro-americani, il 2% di americani nativi, l’1% delle isole del Pacifico e il 2% di asiatici.

Ha osservato o avuto resoconti di effetti avversi della canapa? Se così ce lo spieghi.

Se c’è una parte negativa all’uso della canapa? Beh, il senso di ebbrezza raramente supera l’ora e tende ad essere meno tollerato dai neofiti rispetto a coloro che già ne fanno uso. In alcuni casi la cannabis induce secchezza delle fauci, arrossamento degli occhi, portamento insicuro, leggero scoordinamento e perdita di memoria a breve termine, tutti sintomi transitori. I resoconti dicono che questi effetti sono insignificanti rispetto a quelli causati dall’uso di farmaci tradizionali.

L’uso della cannabis sta pian piano diventando accettato socialmente, ancorché per molti rimanga inopportuno se non completamente errato assumerla durante il lavoro. Per le persone che svolgono attività con più mansioni come ad esempio piloti, conducenti, vetturini, operatori telefonici, e molti altri professionisti trovano che l’effetto inebriante della canapa sia inappropriato sul posto di lavoro, quindi preferiscono farne uso dopo.

Cosa ha imparato riguardo ai vari tipi di cannabis e ai dosaggi?

La canapa è una pianta complessa, difficilmente classificabile, con un vasto potere farmacologico. I diversi ceppi contengono differenti misture di cannabinoidi e terpeni che danno loro qualità distinte. Alcuni tipi invigoriscono, altri rendono sonnolenti. Molti pazienti, quando trovano il ceppo adatto provano ad ottenerlo con regolarità. Ad ogni modo, a meno che non lo coltivino loro stessi, devono di anno in anno affidarsi a coltivatori e distributori per ottenere quel particolare tipo di canapa che fa al caso loro.

Dato che in California ne è proibita la coltivazione, ai coltivatori sono stati negati gli strumenti necessari per testare i cannabinoidi contenuti nelle loro piante. Questo ha impedito lo sviluppo di ceppi che avrebbero potuto trattare i diversi tipi di malanni. Tuttavia i pazienti stanno educandosi all’uso della canapa come medicinale e come meglio usarla.

Nel corso degli anni passati specializzandomi nella terapia con l’uso della canapa, i benefici sulla salute dei pazienti trattati con la marijuana che ho riscontrato sono stati sostenuti e spiegati dagli ottimi risultati rilevati anche negli altri centri specializzati nel mondo.

Vaya con Dios

La settimana scorsa il grande Freddy Fender è morto di cancro ai polmoni all’età di 69 anni. Nel suo necrologio si legge: “la sua carriera fu interrotta [nel 1960] quando lui e il bassista del suo gruppo furono imprigionati per quasi tre anni a Los Angeles, per possesso di marijuana”. Freddy Fender nacque col nome di Baldemar Huerta, ma prese il cognome Fender in onore della sua chitarra elettrica quando firmò il contratto con l’Imperial Records nel 1959. Scelse “Freddy” perché suonava bene con Fender. Io non smetto mai di ascoltare il suo 33 giri “Best of Freddy Fender”.

Guardate come gli Stati Uniti trattano i loro artisti, il proprio tesoro nazionale! Il fondatore dell’Austin Blues Club, Clifford Antone, morì il maggio scorso. Secondo il suo necrologio pubblicato dal New York Times, fu incarcerato in due occasioni, “una nel 1980 per possesso di marijuana e un’altra dal 2000 al 2002 per lo spaccio di circa 4 kg di marijuana e riciclaggio di denaro. Il Sig. Antone era conosciuto per la sua generosità verso i musicisti. Organizzò una serie di eventi per le vittime dell’uragano Katrina e di recente aiutò nell’allestimento di un alloggio e per le cure del 92enne pianista Pinetop Perkins”.

Paul Armentano di NORML [organizzazione per legalizzare la marijuana sia per uso terapeutico che ricreativo, vedi http://www.norml.org/ ndt] ha analizzato un nuovo dossier del Dipartimento di Giustizia Usa riguardante il 2004 e ne ha derivato che i contribuenti americani sono arrivati a spendere più di un miliardo di dollari all’anno per mandare in prigione chi fa uso di marijuana. Armentano stima che 33.655 prigionieri a livello statle e 10.785 prigionieri federali sono rinchiusi con accuse legate alla marijuana. Il dossier non riportava dati per prigionieri regionali.

A migliaia dietro le sbarre

non vedono le stelle

brillare sulla Terra dei Liberi

Sarebbero a casa

se potessero coltivarsela

Oppure ottenerla dalla farmacia locale

Si può contattare Fred Gardner a: [email protected]

Fred Gardner intervista Jeffrey Hergenrather
Fonte: http://www.counterpunch.org/
Link: http://www.counterpunch.org/gardner10232006.html
23.10.2006

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di GIANNI ELLENA

Nota del traduttore:

Scrivo ciò che è ovvio, ma lo faccio perché si deve fare, chissà che non sia sfuggito a qualcuno…

E’ ormai assodato che la cannabis sativa è una pianta medicinale dalle molteplici qualità terapeutiche. A suo sfavore si può dire che è anche una droga “leggera” che, se presa in dosi limitate, procura un senso di ebbrezza. Dico a suo sfavore perché è proprio su questo tasto che i vari governi in giro per il mondo premono per tenerla al bando… Sai dove andrebbe a finire il consumo di alcol? Si limiterebbe di molto perché per avere l’effetto di uno spinello in media si consumano dalle 2 alle 4 birre… per cui gli introiti procurati dalla vendita di bevande alcoliche crollerebbero drammaticamente, a mio avviso, e quindi mettendo fuori legge la marijuana (che sarebbe difficile da monopolizzare perché ognuno se la potrebbe coltivare nel proprio giardino) raggiungono il loro scopo, quello di poter continuare tranquillamente a produrre, pubblicizzare e vendere (impunemente, considerando gli effetti dell’alcol) nell’ipocrisia più totale, una tra le peggiori droghe al mondo.

Lo stesso si può dire per la canapa ad uso terapeutico. Ora, se ognuno si curasse con questa, che come abbiamo letto nell’articolo può sostituire molti farmaci tradizionali, dove andrebbero a finire i favolosi introiti delle case farmaceutiche? E’ facile arrivare alla conclusione che se la canapa è ancora fuori legge nonostante le sue eccellenti qualità è soprattutto perché le lobby delle case farmaceutiche fanno pressione sui vari governi per tenerla fuori legge, di modo che i poveri cristi come noi quando ci ammaliamo dobbiamo per forza prendere le loro costosissime droghe sintetiche zeppe di effetti collaterali. E’ il classico esempio di “prendere due piccioni con una fava”.
— Gianni Ellena

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