FONTE: ROSSLAND (BLOG)
Peccato che quell’immagine abbia provocato in me tutt’altra suggestione.
In ogni caso, capisco che la santificazione nazionale del Buon Selvaggio, quello da salvare da guerre e fame, richieda ormai a ogni comitato feste e sagre locale di far entrare nei pacchetti di promozione turistica la questione migranti: bisognerà pur trovar loro una qualche collocazione sociale che sostenga la favoletta dell’integrazione, no?
Non che mi sia così chiaro come stiano insieme i “borghi” da riscoprire con il “patrimonio naturalistico e demo-etno-antropologico”.
Diciamo che mi da l’idea di un voler includere tutto lo scibile umano nel titolo pur di trovare una qualche ragione pregevole per giustificare la presenza (ovviamente “attiva”) di nigeriani (?) o senegalesi (?), in quell’itinerario fra i borghi catanzaresi.
Il punto è che la prima cosa cui mi ha fatto pensare l’immagine sopra non è tanto ai borghi, quanto a una promozione di vacanze esotiche per signore attempate e in fregola. Avete presente?Quelle vacanze per sole signore che, da ormai parecchi anni, le vedono partire per paesi sole e mare per tornare come rivitalizzate da una segreta passione.
Le vacanze infatti sono su isole o paesi esotici dove si sanno essere disponibili amanti neri occasionali.
I quali, regalano l’illusione di un romanzo d’amore in formato mordi&fuggi (ma prima di fuggire, paga), che contempla l’approccio sgamato e saputo da parte di giovani mandrilli locali.
Questi, addestratissim gigolò e astuti quel che basta, interpretano alla perfezione il ruolo dell’innamorato (le signore non fanno mai “turismo sessuale”, vivono solo brevi intense storie d’amore, si sa) allo scopo di ottenerne in cambio soldi (anche se di soldi non si parla mai, basta metterglieli in tasca o lasciarglieli sul comodino), regali (possibilmente rivendibili) e (perché no?) la pur remota possibilità di raggiungere “l’amata” a sue spese.
E con questa, magari, un lussuoso permesso di soggiorno in quel ricco occidente che la signora gli rappresenta.
Insomma, a ragionar di amanti esotici e pronti all’uso, vien facile capire come finisca (quasi) sempre che a sostenere col cuore in mano il migrante che scappa dalle guerre e dalla fame, poi trovi puntualmente delle signore arzille e benestanti che la mettono sugli scambi culturali e sull’inclusione sociale, ma solo quel che basta a giustificarsi quel recondito desiderio di servetto negro da tenere in salotto, che fa tanto antica nobiltà.
Non volendolo, perché sicuramente sono stati mal consigliati nell’uso di quella immagine, ringrazio tuttavia gli organizzatori dell’evento culturale calabrese per avermi ricordato come, spesso, dietro le più nobili intenzioni si nasconda quel virus bifido che da una parte puzza di bieco paternalismo, dall’altra di sottostante desiderio di schiavismo.
Fosse anche “d’amore”.
Insomma, accogliamoli purché non ci sporchino i tappeti e sappiano portare in tavola con grazia i flut con lo champagne.
Se poi ci scappa pure un friccico extra, perché no? Se paghi, puoi avere qualunque cosa.
In fondo loro poi amano così tanto i poveri, i derelitti e i neri: per questo fanno tanto volontariato e stanno sempre per canoniche: è lì che se ne trovano in abbondanza.
Ma mica son razziste, le signore perbene, anzi: lo fanno per il bene altrui, per far sentire poveri e pidocchiosi un po’ “amati”.
Illudendosi naturalmente di esserne riamate.
Ed è lì, di solito, che le prendono sui denti…