John Helmer
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In Ucraina, con l’avvicinarsi del picco estivo del consumo di elettricità, l’elenco degli obiettivi della guerra elettrica portata avanti dallo Stato Maggiore russo è sempre più ridotto. Questo perché quasi tutte le centrali elettriche ucraine sono state danneggiate. Ciò che rimane da distruggere sono le linee di collegamento e le reti di distribuzione dell’energia elettrica che viene importata in Ucraina dalla Polonia e da altri Paesi dell’Unione Europea. Le torri della telefonia cellulare e le scorte di gasolio che alimentano i gruppi elettrogeni di riserva saranno i prossimi obiettivi.
“Non è possibile tenere in piedi la rete cellulare ucraina più di quanto non lo sia la rete elettrica”, commenta un attento osservatore militare. “Lo Stato Maggiore [russo] ha stabilito che il flusso di rifugiati ucraini verso ovest è inversamente proporzionale al flusso di dati ed elettroni sulle onde radio e sugli elettrodotti ucraini. Possiamo aspettarci che questa relazione peggiori ancora molto prima della fine dell’estate”. Le previsioni riguardanti la situazione più a ovest stanno appena cominciando a diventare evidenti”.
La guerra elettrica sta ora accelerando verso il confine polacco più velocemente dell’avanzata dell’esercito russo lungo il fronte a est del fiume Dnieper.
Nella lunghissima storia della guerra d’assedio, non si era mai verificato il caso che la popolazione civile del nemico fuggisse dalla sicurezza offerta dai suoi castelli e dalle sue città, almeno finché le fortificazioni e l’esercito non avessero dovuto scegliere tra la resa e la distruzione.
Qui potete leggere il dossier sulla guerra elettrica, a partire dall’ottobre 2022.
La diffusione geografica, la potenza esplosiva e i danni prodotti dagli attacchi russi si stanno intensificando. Il 1° giugno, i blogger militari russi, che continuano ad essere la fonte quotidiana semi-ufficiale di notizie sul campo di battaglia, avevano riferito che erano state attaccate le strutture energetiche in cinque regioni dell’Ucraina: a est a Zaporozhye e Dniepropetrovsk, a ovest nelle regioni di Kirovograd e Ivano-Frankovsk. Due centrali termiche erano state gravemente danneggiate a seguito di una salva, secondo gli ucraini, di 53 missili e 47 droni.
Il giorno successivo, il 2 giugno, le fonti russe, citando i bollettini diretti ai consumatori delle società elettriche ucraine, avevano riferito che a Kiev e nelle regioni circostanti erano in vigore blackout di emergenza e limitazioni orarie nella fornitura di energia elettrica. Il 5 giugno, la situazione a Kiev era peggiorata, secondo DTEK, l’azienda privata principale, e Ukrenergo, l’operatore statale delle linee di trasmissione ad alta tensione del Paese.
Il 6 e 7 giugno, il Washington Post – il cui motto editoriale è “La democrazia muore nell’oscurità” – aveva riportato la conferma da parte di dirigenti e funzionari statali ucraini che almeno l’86% della capacità di produzione di energia elettrica del Paese era stata distrutta. “Siamo catastroficamente a corto di elettricità per le nostre esigenze”, secondo Sergei Kovalenko, amministratore delegato del distributore privato di elettricità ucraino YASNO, ….. “Le interruzioni di corrente hanno diviso Kiev in chi ne ha e chi non ne ha, e persino i residenti di alcuni quartieri privilegiati e di alto livello si sono improvvisamente ritrovati nella seconda categoria”. “DTEK ha perso circa l’86% della sua capacità di generazione”, ha dichiarato l’amministratore delegato di DTEK Maxim Timchenko. “A peggiorare la situazione è il fatto che molte delle strutture elettriche sono state prese di mira ripetutamente – un ciclo di distruzione, recupero, distruzione”. “La prossima settimana andrà meglio”, ha dichiarato Mariia Tsaturian, portavoce di Ukrenergo. “La settimana successiva potrebbe essere peggiore”. “Le interruzioni programmate continueranno – l’unica domanda è quanto saranno gravi”, ha detto l’amministratore delegato di Ukrenergo Volodymyr Kudrytskyi. “Stiamo parlando di un’enorme perdita di generazione elettrica”, ha dichiarato Yury Kubrushko, fondatore di Imepower, una società ucraina di consulenza energetica. “Faccio fatica a capire da dove l’Ucraina potrà reperire una nuova capacità aggiuntiva, anche solo per questo inverno”.
Per pubblicizzare la sua disperazione e cercare di ottenere altri fondi stranieri e per la sostituzione delle attrezzature, DTEK ha ripubblicato la storia del Washington Post.
Boris Rozhin, caporedattore del blog militare Colonel Cassad di Mosca, ha riferito che, nell’est del Paese, la centrale elettrica di Krivoy Rog è ancora in funzione, nonostante i numerosi attacchi subiti. Ha scritto che “sono necessari ulteriori attacchi”.
Un video del 7 giugno, girato in una delle vie dello shopping di Odessa, mostra una serie di gruppi elettrogeni di emergenza che forniscono elettricità a quasi tutti gli esercizi commerciali.
“Questo non è in alcun modo sostenibile”, commenta un ingegnere militare della NATO. “Si noti come ogni negozio abbia il proprio gruppo elettrogeno. I generatori nel video non sono stati progettati per il ciclo di lavoro a cui vengono sottoposti. Si usureranno presto. Anche i militari, compreso il personale dispiegato della NATO, usano i gruppi elettrogeni. [A questi commercianti] l’idea di mettere in comune le risorse, dividendo il carico tra i gruppi elettrogeni, riducendo così l’usura dell’intera rete e collettivizzando i costi di carburante e manutenzione, non sembra essere venuta in mente. Di certo, non mancheranno folgorazioni, avvelenamenti da monossido di carbonio e incendi. Possiamo scommettere che le manifestazioni di patologia sociale a cui stiamo assistendo erano state attentamente calcolate dallo Stato Maggiore [russo]. La loro prossima mossa sarà ora quella di impedire i rifornimenti di carburante, olio motore e pezzi di ricambio. ”
Giornalisti sia russi che ucraini confermano l’impatto delle perdite di energia sul funzionamento dei sistemi idrici e fognari nella maggior parte delle città ucraine. Secondo Oleg Popenko, esperto ucraino di energia per i servizi comunali, “l’Armageddon è già arrivato. Solo che non lo sentiamo ancora”. Ma i residenti di Poltava, per esempio, lo sentono, perché, dal 5 maggio di quest’anno, i 120.000 abitanti della città ricevono l’acqua e usano le fognature solo per poche ore al giorno. Potete immaginare cos’era successo a Zhitomir quando il collettore fognario centrale non aveva funzionato per una settimana, ma ora a Poltava è passato un mese. Questo è il problema dei servizi idrici nel 70% delle città ucraine. I servizi idrici sono probabilmente più importanti del resto delle infrastrutture cittadine. Il riscaldamento e l’elettricità in qualche modo possono essere sostituiti e si può sempre andare da qualche altra parte. Ma, se in una città il sistema fognario si rompe, la città non è più sostenibile in linea di principio”.
L’ingegnere militare della NATO ha stilato la sua lista di previsioni sugli obiettivi russi dei prossimi giorni. “Dobbiamo aspettarci che venga colpita la rete commerciale di stoccaggio e distribuzione del carburante. Si tratta di obiettivi militari legittimi, poiché l’esercito ucraino fa affidamento su di essi per sostenere il proprio sforzo bellico. Anche le ferrovie dovrebbero essere colpite. Non c’è una buona ragione militare per permettere che continuino a funzionare. Considerando l’assenso dei Paesi della NATO a colpire obiettivi in territorio russo, non vedo la logica da parte di Mosca di lasciare indenne la rete ferroviaria che collega Lvov e Kiev a Rzeszów [Polonia]”.
“L’elenco degli obiettivi dovrebbe includere le centrali e le sottostazioni di confine che collegano l’Ucraina alle linee europee ad alta tensione. Distruggendole e prendendo di mira le stazioni che trasmettono energia da fonti nucleari, il lavoro sarà terminato. Dopo di che non ci sarà più alcun bilanciamento del carico. Il collasso della logistica ucraina, per non parlare della società, seguirà subito dopo. Se verranno distrutte le sottostazioni che collegano le centrali nucleari alla rete, per gli ucraini sara la fine”.
NOTA: Immagine di copertina, a sinistra: avviso di blackout il 4 giugno da DTEK; a destra: una signora porta a spasso il cane nel centro di Kiev, 6 giugno.
John Helmer
Fonte: johnhelmer.net
Link: https://johnhelmer.net/buzzer-beater-russian-general-staff-aims-at-ending-the-ukraine-by-electric-war/#more-89975
09.06.2024
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org