Cina e OMS compagni di merende per il prossimo NWO

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DI ROSANNA SPADINI

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Il direttore generale dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus ha spesso lodato la Cina per aver saputo contenere e controllare il Covid19.

Però l’OMS è ora perseguitata da un tweet del 14 gennaio, che  sosteneva le dichiarazioni dei funzionari della sanità cinese, e cioè che non vi era alcuna possibilità di trasmissione del nuovo Coronavirus da uomo a uomo.

Il tweet incriminato è arrivato meno di due mesi prima che l’OMS dichiarasse  Covid-19 una pandemia globale.

“Le indagini preliminari condotte dalle autorità cinesi non hanno trovato prove chiare della trasmissione da uomo a uomo del nuovo #coronavirus (2019-nCoV) identificato in #Wuhan , #Cina “.

Così il contagio continuò a diffondersi su tutto il globo terracqueo, mentre i giornalisti americani venivano espulsi dal Paese.

Il giornalista di Axios Jonathan Swan ha attirato l’attenzione sulla storia di Quin sui social media e ha continuato a criticare il governo cinese per aver praticato uno sporco insabbiamento, trascurando volutamente di fornire obiettive informazioni salvavita.

“Terribile. Abbiamo disperatamente bisogno di ricevere rapporti veritieri dalla Cina”, ha twittato. “La pandemia ha avuto origine a Wuhan e inizialmente è stata coperta dalle autorità cinesi. Uno studio dell’Università di Southampton ha scoperto che ci sarebbe stata una RIDUZIONE del 95% nei casi e una diffusione minore se Pechino fosse intervenuta 3 settimane prima”, aveva detto Jonathan Swan il 18 marzo.

“Il mondo è direttamente influenzato dal governo cinese”, ha aggiunto. “L’intimidazione dei medici che suonavano l’allarme, la censura sulle informazioni online riguardo la salute pubblica e ora l’espulsione dei giornalisti che stanno lavorando per rivelare ciò che è accaduto nei primi giorni cruciali di questa pandemia “.

In un tweet del 20 marzo Tedros Adhanom Ghebreyesus applaudiva Pechino per come aveva gestito la pandemia globale “Per la prima volta ieri, la #Cina non ha riportato casi di #Covid19. Questo è un risultato straordinario, che ci dà tutta la certezza che il #coronavirus potrà essere vinto”.

L’11 marzo, l’OMS ha finalmente dichiarato il coronavirus una pandemia globale. Mentre alcuni hanno elogiato la mossa, altri come Bradley Thayer, professore di scienze politiche presso l’Università del Texas, San Antonio e Lianchao Han, vicepresidente di Citizen Power Initiatives per la Cina, si sono chiesti perché l’OMS e il suo direttore generale abbiano atteso così a lungo quando i funzionari sanitari di vari governi li avevano avvertiti in anticipo delle devastanti cifre sui morti per contagio.

Thayer e Han hanno accusato Tedros di “aver chiuso entrambi gli occhi su ciò che era accaduto a Wuhan e nel resto della Cina” e di aver aiutato il presidente Xi Jinping a coprire la “gravità dell’epidemia di Covid-19”, dopo averlo incontrato a gennaio.

In tutta questa tragica vicenda Tedros ha sempre difeso la Cina, quando al contrario avrebbe dovuto concentrarsi sugli sforzi globali contro la pandemia, invece stava politicizzando la crisi e aiutando Xi Jinping a sottrarsi alla sua responsabilità per una serie di illeciti nell’affrontare l’epidemia. Tedros ha voluto utilizzare la piattaforma dell’OMS per “difendere la grave violazione dei diritti umani da parte del governo cinese”.

Gli scagnozzi di Xi Jinping hanno tacitato le persone che cercavano di raccontare la realtà, spesso sono stati arrestati, alcuni sono scomparsi senza lasciare traccia.

Mentre la Cina ha consapevolmente ingannato il mondo, Tedros ha continuato ad elogiare pubblicamente il Paese per la sua “trasparenza”. Perché lo ha fatto? Probabilmente perché la ricchezza della Cina ha portato enormi vantaggi non solo per l’OMS ma anche per l’Etiopia, il Paese di origine di Tedros.

Negli ultimi quattro anni la Cina ha costruito un nuovo stadio sportivo nel cuore della capitale etiope, una struttura che  avrà una capacità di 62.000 persone, situata nel pieno centro commerciale di Addis Abeba.

“La Cina sta costruendo questa città da zero”, ha detto Welibuw, un rivenditore di prodotti alimentari locali nella zona intorno allo stadio. “Senza la Cina, non succederebbe molto da queste parti.”

Il progetto di costruzione di circa 160 milioni di dollari è uno dei tanti mega-progetti di alto impatto architettonico e infrastrutturale sostenuti da Pechino – dalle dighe idroelettriche ai grattacieli – che hanno contribuito a rendere l’Etiopia il più grande partner commerciale della Cina.

Nel corso dell’ultimo decennio, l’Etiopia infatti è diventata sempre più dipendente dagli investimenti cinesi. La Export-Import Bank of China ha stanziato 2,9 miliardi di dollari del progetto ferroviario da 3,4 miliardi di dollari che collega l’Etiopia a Gibuti, fornendo al Paese senza sbocco sul mare l’accesso ai porti.

La linea ferroviaria lunga ben 756 chilometri è entrata in servizio regolare nel febbraio 2018, e rafforza notevolmente i legami tra i due Paesi. Trasporta passeggeri, ma fornisce anche un servizio merci fino al Mar Rosso.

Il progetto è stato realizzato da due società cinesi, laChina Rail Engineering Corporation (Crec) e la China Civil Engineering Construction Corporation (Ccecc). Il primo contractor ha realizzato il tratto di 320 km da Sebeta a Mieso, mentre il secondo i restanti 436 km da Mieso al porto di Gibuti. Investimento totale di 4 miliardi di dollari.

Certamente anche la Cina ci guadagna, perché la realizzazione a basso costo di questa infrastruttura in Africa, fa parte della strategia di Pechino per lo sfruttamento delle risorse energetiche e minerarie di tanti Paesi africani. Basti sapere che lo sfruttamento della più grande riserva di sale al mondo, il lago Assal a Gibuti, è stato dato ai cinesi.

Il completamento di questa infrastruttura, che segna una nuova pietra miliare nella cooperazione Cina-Africa, è in linea quindi con l’iniziativa One Belt-One Road, lanciata nel 2013 da Pechino. volta a migliorare la connettività ferroviaria, stradale e marittima, per rafforzare e sviluppare rotte commerciali su scala globale. Un progetto gigantesco che porterà tra l’altro alla creazione di una linea trans-africana da Gibuti a est fino al Golfo di Guinea, sulla costa occidentale dell’Africa, attraverso il Sud Sudan e la Repubblica Centrafricana.

I fondi cinesi sono stati fondamentali anche per costruire la prima autostrada a sei corsie dell’Etiopia – un progetto da 800 milioni di dollari – il sistema metropolitano e diversi grattacieli che punteggiano lo skyline di Addis Abeba.

Se la Cina si ritirasse dall’Etiopia, l’economia del paese africano crollerebbe, ecco perché Tedros ha cercato di evitarlo con ogni mezzo, anche al costo di sacrificare qualche migliaio di vite umane. Però il conflitto di interessi mette sotto accusa lui e le sue scellerate omissioni come capo dell’OMS.

Tedros Adhanom Ghebreyesus è un conflitto d’interessi vivente, non è un medico interessato a salvare la vita degli abitanti del pianeta, ma un politico interessato a fare affari, per sé e per la sua patria etiope.

Nel tentativo poi di giustificarsi da numerose accuse di razzismo, sessismo e corruzione profonda in seno all’OMS, che erano state rese pubbliche attraverso una serie di e-mail anonime inviate a The Associated Press, l’anno scorso Tedros ha ordinato un’indagine interna.

Le e-mail sostenevano che il personale aveva abusato del denaro destinato a combattere le epidemie di Ebola nell’Africa occidentale iniziate nel 2013, nonché un focolaio nella Repubblica democratica del Congo, inoltre che vi era stata una sistematica discriminazione nei confronti del personale africano.  Gli informatori anonimi hanno anche affermato che i processi di assunzione per il personale erano ingiusti e rischiavano di danneggiare la reputazione dell’organizzazione.

In conclusione stiamo assistendo alla manipolazione orchestrata della realtà, che vuol impedire di comprendere come un virus che poteva restare dentro la grande muraglia cinese, si è diffuso su tutto il globo terracqueo, dato che la trasparenza tipica del PCC ha impedito la chiusura dei voli a tempo opportuno, permettendo a milioni di persone di girovagare su rotte internazionali… naturalmente con la copertura del compagno di merende Tedros Adhanom, che prende i miliardi della Cina per rimpinzare i forzieri del Pil etiope, punta di diamante della Belt and Road Initiative in Africa.

Intanto quelli che denunciavano la catastrofe della sanità cinese e le migliaia di morti (altroché soli 3200!!) sono letteralmente spariti.

 

Rosanna Spadini

07.05.2020

 

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