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La Redazione

 

CASA, DOLCE CASA: LA NATO OCCUPA CHICAGO

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A cura di God
Il 28 Maggio 2012
180 Views
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Asia Times

Adesso l’inno suona bene o male così:

Avanti, bimba,
Non vorresti tornare
Indietro allo stesso vecchio posto
Casa, dolce casa: Chicago, il cerchio d’acciaio

Robert Johnson deve star sputando fuoco nella sua tomba blues, dato che la NATO, per il suo 25esimo summit, sta occupando Chicago come se fosse Kabul, con gli Americani trattati alla stregua di cerchi concentrici di Talebani. Il Dipartimento di Sicurezza Nazionale ha nominato il summit un “Evento Nazionale di Sicurezza Speciale”: in pratica, significa che i Servizi Segreti hanno preso possesso della città.E’ l’ora dei blocchi – con tanto di barriere in cemento stile Iraq, battaglioni che vestono in tenute anti-sommossa d’avanguardia, “squadre di estrazione” per scoprire e acciuffare manifestanti selezionati in un ambiente di “conflitto a bassa intensità”, e una guest star orwelliana, il LRAD (long-range acoustic device), un cannone sonoro per “assicurare che un consistente messaggio raggiunga ampie folle”, secondo il Dipartimento della Polizia di Chicago.

Sembra un clownesco remake dell’immortale The Blues Brothers di John Landis. Quindi, quale sarebbe la parte recitata dal Presidente Usa Barack Obama, il Padrino dei Droni? Aretha Franklin che canta Think? O il Padrino del soul James Brown che dirige un coro di gospel a “veder la luce”? Obama, dopo tutto, è egli stesso nel mentre di una Missione Divina – essendo il Master of Ceremonies della militarizzazione di Chicago, uno specchio della militarizzazione del Pianeta a firma NATO.

Quanto alle masse di Americani che si rifiutano di essere occupate, o che sono propense a trasformare Occupy Chicago in Occupy NATO, il loro piano suona più come un Albert King:

Nato sotto una cattiva stella
Sono stato giù da quando iniziai a gattonare
Se non fosse per la cattiva sorte
Non avrei sorte alcuna

Sposati alla mala

Il summit di Chicago della NATO è essenzialmente una celebrazione del “Concetto Strategico” (1) adottato al summit di Lisbona nel novembre 2010 – che è forse una versione più appetibile della dottrina del Pentagono, la “supremazia a tutto spettro”.

Di cruciale importanza, lo scorso mese, alla fiera del Pentagono e della NATO a Norfolk (Virginia), il segretario di Stato Usa Hillary Clinton (2) ha enfatizzato che il summit di Chicago avrebbe “riconosciuto i contributi finanziari e politici dei nostri partner su tutto il range di sforzi per difendere i nostri comuni valori nei Balcani, in Afghanistan, Medio Oriente e Nord Africa”.

Ci si potrebbe chiedere che tipo di “valori comuni” siano contemplati in una battaglia fasulla contro una spettrale “al-Qaeda” in Afghanistan – che ha significato di fatto 11 interminabili anni di calci in culo alla NATO da parte di orde di furiosi nazionalisti Pashtun con Kalashnikov e lancia-razzi.

E che tipo di “valori comuni” sarebbero stati confezionati nel bombardamento “umanitario” della Libia ad opera della combo NATO/AFRICOM – quando il prodotto finale, una Libia sotto controllo dei ribelli NATO, si rivela essere un paradiso miliziano, ossia un inferno di razzismo ed integralismo islamico, che ora viene esportato ai paesi vicini come il Mali.

Per non menzionare che la NATO si rifiuta categoricamente di riconoscere l’uccisione di una moltitudine di civili in Libia, come parte della sua missione R2P (Responsibility to Protect) per conto dei… civili stessi.

Eppure, quando è l’ora dei “partner” della NATO, è tutto dolce come una torta di ciliegie.

Diventare un “partner” della NATO, specialmente per i paesi più piccoli, non è del tutto dissimile dall’essere costretti ad un matrimonio con la malavita.

Anche se, in questo caso, vengono applicate tecniche di estorsione ancora più sofisticate. Perché non entrate nella nostra (nom du jour) coalizione della libertà? Perché non contribuite con un po’ di truppe? Perché non comprate qualche meraviglia di arma da noi? Altrimenti…

Avete mai amato un drone?

La NATO stessa dichiara che a Chicago (3) discuterà tre argomenti principali:

– Il suo “impegno in Afghanistan”. Traduzione: occupiamolo per sempre, almeno con tre basi principali (Bagram, Shindand e Kandahar), ma troviamo un modo per spacciarlo in modo carino. E poi dobbiamo far sì che tutti quelli “-stan” in Asia Centrale ci diano più basi.

– Le “capacità” di “difendere la sua popolazione e il suo territorio” – come nel difendere il Nord America e l’Europa bombardando e/o occupando parti dell’Asia Centrale o dell’Africa. Questo viene venduto come “sfide del 21esimo secolo”.

– Il “network di partner attorno al globo” della NATO.

Il labirinto di partnership della NATO si rivela una delle più riuscite distribuzioni di scatole piene di cioccolatini nella storia.

Include: Partnership for Peace; Mediterranean Dialogue; Istanbul Cooperation Initiative; Kosovo Force; Operation Ocean Shield (attorno al Corno d’Africa); Operation Unified Protector (in Libia); Operation Active Endeavor (attorno al Mediterraneo); Troop Contributing Countries in Afghanistan, che presenta nazioni dell’Asia e del Pacifico come Malaysia, Mongolia, Singapore, Corea del Sud e Tonga; nonché la mostruosa Partnership Cooperation Menu (con oltre 1.600 tra portate principali e contorni).

C’è anche il Russian-NATO Council (RNC): una relazione tanto instabile quanto è umanamente concepibile, prevalentemente per via dell’ossessione statunitense per la difesa missilistica.

Il segretario generale della NATO, l’untuoso Dane Anders Fogh Rasmussen, ha già sottolineato che a Chicago la NATO annuncerà la “capacità operativa iniziale” per il sistema di intercettazione missilistica Usa-NATO in Europa. Traduzione: una fenomenale iniziativa d’affari per Boeing, Lockheed Martin e Raytheon.

La NATO lo spaccia come un “sistema di difesa” per l’Europa contro i missili balistici inter-continentali dell’Iran o della Corea del Nord. E’ una farsa totale. Questo “sistema di difesa” è destinato a venir integrato tra le strutture di attacco primario del Pentagono. L’intelligence russa sa esattamente chi dovrà essere il vero obbiettivo.

Non sorprende che la Russia non voglia partecipare alla Fiera. Né la Cina. Né l’Iran. Il Pakistan – per una quantità ancora secretata di scintillanti carote di metallo – è tornato all’ultimo minuto. Nulla di questo trattiene la NATO. C’è una spinta interna a forgiare un qualche tipo di partnership con il gruppo BRICS delle potenze emergenti (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa) – tutto nel nome della “sicurezza a livello globale”. I BRICS non sono interessati.

Eppure, l’Iraq “liberato” sarà inevitabilmente annesso alla Istanbul Cooperation Initiative. La Libia “liberata” sarà inserita nel Mediterranean Dialogue. Lo stesso accadrà alla Siria (ammesso che una Missione Divina porterà ad un regime change). Il “malvagio” Iran, d’altro canto, sarà sempre escluso. A meno che una Missione Divina produca un regime change.

Il NATO-linguaggio definisce questa partnership gratuita come la necessità di “migliorare l’inter-operabilità”, parte del più ampio piano per costruire “uno hub di relazioni attorno al mondo”. E’ il Lisbon 2010 Strategic Concept messo in pratica, il poliziotto globale NATO che si espande – letteralmente – fino a raggiungere le stelle.

Così, Chicago è solo un test di gara – sebbene ad uno stadio avanzato se comparato con Sadr City a Baghdad oppure Gaza – di quello che la RAND Corporation soleva chiamare MOUT (Military Operations in Urban Terrain). La NATO, dopo tutto, ha visto il futuro e si sta immergendo anima e corpo nella “guerra dei droni”. Se non potete batterli nel Pashtunistan, perlomeno potete confinarli nella patria del blues.

Mi son svegliato stamane,
E ho trovato la mia bimba dronizzata

Note

1. US a kid in a NATO candy store, Asia Times Online, November 25, 2010.
2. Remarks to the World Affairs Council 2012 NATO Conference US State Department, April 3, 2012.
3. NATO’s 25th summit meeting, NATO website.

Pepe Escobar
Fonte: http://www.atimes.com/atimes/South_Asia/NE19Df02.html
19.05.2012

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di CARLO MARTINI

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