DI MIGUEL MARTINEZ
kelebeklerblog.com
Sul The Automatic Earth, una miniera di originali riflessioni sulla crisi che stiamo vivendo, trovo questa tabella:
Prendetevi un paio di minuti a guardare, riga per riga, la tabella. C’è da restarci di stucco.
Come sapete, non sono un economista e non saprei tradurre esattamente Cumulative gross labor income (e poi scriverei labour perché quando traduco, uso la grafia britannica).[1]
Non so quale rapporto ci sia tra questo termine e la maniera in cui percepisco il mio benessere personale. Che non riguarda semplicemente il conto in banca.
Ci sono centomila altre piccole cose che cambiano e si sommano tra di loro. Un microesempio: la scuola dell’infanzia, dove tolgono le maestre comunali e ci mettono delle disgraziate di una cooperativa a settecento euro al mese che non vedono l’ora di andare da un’altra parte, però poi ci dicono che è un progresso. Le maestre non le tolgono, licenziandole, aspettano semplicemente che vadano in pensione e poi non ne assumono di nuove, per cui questo fatto non incide nemmeno sulle statistiche dell’occupazione.
Ma nella tabella, traduco benissimo la parola growth, “crescita”.
Ora, la tabella inizia ai tempi della grande crisi del 2007-2008. Da cui si dovrebbe essere usciti. Crescendo felicemente tutto il tempo, solo che davanti a quasi ogni crescita c’è un segno meno.
Come se io a ogni compleanno dicessi, sono ringiovanito di -1 anno!
L’altra cosa che un profano nota subito è che gli unici in assoluto che crescono sono i tedeschi.
Da cui si capiscono due cose.
Innanzitutto il motivo per cui tutti i giovani maschi avventurosi che vogliono farcela nel mondo, desiderano andare in Germania (alla faccia della Germania stessa che li vorrebbe spedire almeno in parte in Calabria o in Ungheria o in Portogallo).
Secondo, il motivo per cui tanti sospettano che l’Unione Europea sia un’enorme macchina per spolpare soldi da un continente intero e mandarli in Germania.
Non so se in realtà le cose stiano così, e sospetto anche che molti antieuropeisti la facciano semplice: non penso che basti dire addio all’Unione Europea, per uscire dal vicolo cieco in cui ci siamo infilati.
Però se questa tabella è minimamente significativa, vuol dire che siamo arrivati davvero al punto di svolta della storia umana.
Miguel Martinez
Fonte: http://kelebeklerblog.com
Link: http://kelebeklerblog.com/2017/01/20/buon-meno-un-anno-a-tutti/
20.01.2017
Nota:
[1] Ho scritto al curatore del blog per chiedere la fonte della tabella, che dovrebbe essere l’OCSE. Ma su questo chiedo lumi agli economisti e agli eurocrati del blog.