BIO-TERRORISMO, ESASPERATO

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DI MILTON LEITENBERG
(Los Angeles Times)

A partire dal 2002, gli Stati Uniti hanno speso perlomeno 33 miliardi di dollari per combattere la minaccia del bio-terrorismo. Il problema è che il rischio dell’uso di armi biologiche da parte dei terroristi è deliberatamente esagerato. Non solo, ma il governo degli Stati Uniti ha usato la maggior parte dei soldi per prepararsi all’emergenza sbagliata.

Una pandemia d’influenza come quella che il mondo ha conosciuto nel 1918-19 potrebbe uccidere milioni di persone. L’unico attacco biologico letale che gli Stati Uniti hanno conosciuto – le lettere all’antrace – uccise cinque persone. Nonostante ciò il bilancio annuale per combattere il bio-terrorismo è stanziato a più di 7 miliardi di dollari, mentre il Congresso ha appena approvato un pacchetto d’emergenza di 3.8 miliardi di dollari per prepararsi a combattere un’epidemia influenzale.L’esagerazione del bio-terrorismo iniziò più di dieci anni, fa dopo che il gruppo giapponese Aum Shinrikyo rilasciò del gas nervino, il sarin, sulle linee della metropolitana di Tokyo nel 1995. L’esasperazione della paura diventò più acuta dall’11 settembre e dalle lettere all’antrace mandate al Congresso e ai media nell’autunno del 2001. Adesso un numero sconosciuto di istituti, programmi e pubblicazioni con l’interesse di propagandare il bio-terrorismo è cresciuto, finanziato dal governo e da altre istituzioni.

L’anno scorso, ad esempio, il capo della maggioranza del Senato, Bill Frist, descrisse il bio-terrorismo come “la più grande minaccia all’esistenza conosciuta oggi dal mondo”. Ma come poteva giustificare questa frase? Il bio-terrorismo è forse una minaccia maggiore di fattori come il cambiamento climatico globale, i livelli di povertà nel mondo, le guerre, i conflitti, la proliferazione delle armi nucleari, il deterioramento della qualità degli oceani, la deforestazione, la desertificazione, lo sfruttamento delle falde acquifere o del bilancio tra crescita demografica e produzione di cibo? Potrebbe forse uccidere più persone che le letali ma meno propagandate piaghe quali AIDS, tubercolosi, malaria, morbillo e colera, che uccidono più di 11 milioni di persone ogni anno?

Allora, perché tanto allarmismo e com’è che il bio-terrorismo fa spendere così tanti soldi agli Stati Uniti? Ci sono due probabili fonti di minaccia bio-terroristica: la prima da nazioni che sviluppano armi chimiche, la seconda da gruppi di terroristi che potrebbero comprarle, rubarle o confezionarle.

La prima minaccia è in declino; i servizi segreti americani stimano che il numero di nazioni che sviluppano armi biologiche negli ultimi 15 anni è sceso da 13 a 9, giacché Sud Africa, Libia, Iraq e Cuba non sono più contate, ma non esiste alcuna prova tangibile che le più ostili fra le nove nazioni rimanenti – Siria e Iran – stiano allargando i loro programmi.

E, nonostante la paura che un Paese ostile possa aiutare i terroristi ad impossessarsi di armi biologiche, nessuno lo ha mai fatto, neanche fra le nazioni che hanno addestrato terroristi.

Ed è difficile stabilire quanto alto sia il rischio che i terroristi possano usare armi biologiche, specialmente perché coloro che hanno mandato le famose lettere all’antrace non sono mai stati identificati. Se i terroristi che perpetrarono tale crimine non avevano accesso ad assistenza, materiali o conoscenze derivanti dal programma di biodifesa degli Stati Uniti ma avessero sviluppato essi stessi, indipendentemente, queste bio-armi, allora ciò cambierebbe il nostro punto di vista riguardo a cosa può arrivare un gruppo terrorista. Ad ogni modo, la storia di tentativi con armi biologiche da parte di terroristi ha finora indicato che uccidere grandi quantitativi di persone non è così facile come ci si vorrebbe far credere.

I seguaci di Bhagwan Shree Rajneesh ebbero successo nella coltura e distribuzione di salmonella in Oregon nel 1984, facendo ammalare 751 persone. Aum Shinrikyo fallì nel tentativo di ottenere, produrre e disperdere nell’ambiente antrace e tossine di botulino tra il 1990 e il 1994. Al Qaeda provò a sviluppare armi biologiche dal 1997 fino all’invasione dell’Afghanistan da parte degli USA nel 2001, ma documenti ritrovati dalle forze americane di occupazione a Kandahar indicano che il gruppo non riuscì mai ad ottenere i necessari agenti patogeni.

Ad una conferenza svoltasi a Tokyo questa settimana, alcuni esperti in bio-terrorismo hanno chiesto di promuovere nuovi programmi per controbattere la possibilità che gruppi terroristici riuscissero a produrre geneticamente i necessari agenti patogeni. Eppure tre scienziati tra i più accreditati in questo campo hanno detto che non è verosimile che ora come ora esistano gruppi di terroristi in grado di riuscirci.

Il vero problema è che da una decina d’anni a questa parte nei media si parla apertamente di quali siano gli ingredienti per produrre armi biologiche e questo ha fatto sì che adesso potenziali terroristi abbiano perlomeno un’idea rudimentale sul come fare. Finora nessun gruppo di terroristi ha avuto nella propria sfera persone in grado di sfruttare tali informazioni, ma potrebbero averle in futuro.

Non c’è giustificazione strategica o militare per attribuire a gruppi terroristici capacità che non possiedono, eppure nessuna analisi di rischio è stata fatta prima di stanziare la cifra di 33 miliardi di dollari. In privato alcuni scienziati e uomini politici ammettono che la minaccia di attacchi terroristici con armi biologiche è esagerata, ma sostengono che spendere sulla prevenzione e risposta al bio-terrorismo non sarebbe adeguato se non ci fosse effettivamente una minaccia. Ma il continuo martellare sul bio-terrorismo non è un bene, anzi, è forse il fattore principale nel suscitare interesse per le armi biologiche da parte di gruppi terroristici. Il vice di Bin Laden, il dottore egiziano Ayman Zawahiri, scrisse, come si è letto su un floppy disk sequestrato: “Ci siamo accorti delle armi biologiche soltanto quando il nostro nemico ha attirato la nostra attenzione su di esse, ripetendo continuamente che possono essere fabbricate con materiali facili da recuperare”. Stiamo creando il nostro peggior incubo.

Milton Leitenberg, dottore in ricerca dell’Università del Maryland, è autore del libro “Assessing the Biological Weapons and Bioterrorism Threat”, che può essere scaricato dal sito della U.S. Army War College: www.strategicstudiesinstitute.army.mil/pubs.

Data: 17 Febbraio 2006

Fonte: http://www.latimes.com/

Link: http://www.latimes.com/news/printedition/opinion/la-oe-leitenberg17feb17,1,459115.
story?ctrack=1&cset=true

Traduzione dall’inglese a cura di GIANNI ELLENA per www.comedonchisciotte.org

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