DI CHARLIE SKELTON
La maggior parte dei presenti ha evitato a tutti i costi i giornalisti, ma il CEO di Ryanair dice che la riunione è stata “molto utile”
Michael O’Leary è uscito dalla sua limousine, mi ha visto dirigermi verso di lui con la mia macchina fotografica, ed è scappato. Gli sono corso dietro.
Sembrava stanco. L’amministratore delegato di Ryanair è tornato a casa da Washington dopo il suo terzo Bilderberg, tre giorni estenuanti di discussioni geopolitiche, passate tentando anche di non cenare affianco a George Osborne.
L’ho circondato vicino ad una bisteccheria all’aeroporto e, sfiancato, ha accettato di rispondere ad un paio di domande. Una cosa rara per i bilderberger, che di solito non proferiscono parola con la stampa.
I partecipanti beccati dalla stampa sono per la maggior parte ancora bloccati in un paradigma pre-Internet, sperano di nascondere i loro volti dietro le copie del Financial Times o addirittura, come nel caso di un partecipante di quest’anno, piegandosi a metà per evitare l’identificazione.
A giudicare dai capelli e dal fisico, credo che quest’ultimo sia Ana Botín, capo del Banco Santander. Il presidente di una delle banche più grandi d’Europa, come lei – o una con capelli simili – che si rifugia in un minibus a fianco dell’ex segretario del tesoro americano Larry Summers: una cosa penosa.
All’aeroporto, il ministro delle finanze canadesi, Bill Morneau, non ha graziato i giornalisti nemmeno con un “no comment”. Aveva appena trascorso un lungo weekend a parlare d’affari e politica col presidente della più grande banca del Canada.
Perlomeno O’Leary ha accettato di parlare. Gli ho chiesto dell’argomento più importante dell’agenda di quest’anno: “L’amministrazione di Trump: come sta andando”. Qual è stato il verdetto del Bilderberg?
O’Leary ci ha pensato su un attimo. “Direi… ragionevole. Ha fatto delle cose, ma deve farne altre”.
Il decisionismo di Trump non è il massimo della vita per i bilderberger, ma può migliorare.
Wilbur Ross, segretario commerciale del presidente, deve aver fatto da intermediario. D’altronde è un miliardario della private equity, ex fiduciario di Brookings ed ex banchiere di investimenti Rothschild: perfetto per il Bilderberg.
Ho chiesto ad O’Leary se avesse trovato utile la conferenza. “Assolutamente, è sempre molto utile”.
Bisogna chiedersi cosa significhi “molto utile” per uno spietato dirigente di una società che fattura più di $1.5 miliardi l’anno, un lobbista che ha privatamente fatto petizioni per politici per conto di Airlines 4 Europe, uno che ha detto che gli ambientalisti (“frignoni bugiardi”) andrebbero abbattuti, nonchè proprietario di un cavallo chiamato “Capo del Mondo”.
Per i CEO di Ryanair, Bayer, AXA, Fiat Chrysler, Airbus, Lazard e Google, “utile” non è un termine vago. Significa “finanziariamente valido”. Qualcosa che valga abbastanza da trovare tempo nelle loro agende, che faccia fare loro un lungo viaggio, rischiando di dover fare conversazione con George Osborne davanti ad un cocktail.
Se volete sapere perché O’Leary si è aggregato, basta scorgere gli invitati. Il Bilderberg è collegato ai più alti livelli di finanza ed intelligence. C’erano due ex capi della CIA: Gen. David Petraeus e John Brennan, entrambi che ora lavorano nel settore privato. C’era l’attuale consulente per la sicurezza nazionale americana, HR McMaster, ed un ex direttore dell’MI6, Sir John Sawers, ora nel board della BP.
Al suo livello più profondo, il gruppo è dominato dalla finanza sovranazionale e dal grande business. Il presidente della conferenza è un direttore della HSBC, il tesoriere appena nominato è il capo della Deutsche Bank e l’organo amministrativo è gestito da un consulente senior di Goldman Sachs.
La relazione tra Bilderberg e Goldman è profonda. La conferenza di quest’anno aveva alti profili della banca; i rendimenti annuali degli Amici Americani di Bilderberg, un gruppo esente da tasse, mostrano che è registrato a nome di un membro del consiglio Goldman Sachs, James A. Johnson. La sua organizzazione sorella, l’Associazione Bilderberg, con sede nel Regno Unito, è fortemente finanziata da GS e registrata all’indirizzo business di Simon Robertson, già amministratore delegato della sede di Londra di Goldman Sachs International.
L’attuale presidente di quest’ultima, José Manuel Barroso, siede al comitato direttivo di Bilderberg, accanto al presidente del consiglio consultivo internazionale della banca, Robert Zoellick. In altre parole, se Goldman Sachs è il “calamaro vampiro”, come l’ha descritto Matt Taibbi di Rolling Stone, Bilderberg ne è il cervello: il suo compito è capire dove va il mondo ed assicurarsi che tutto cambi per non cambiare.
Uno degli storici invitati è stato Stephen Kotkin di Princeton, che ha recentemente scritto che “i leader russi devono compiere passi significativi per integrare il proprio paese nell’attuale ordine mondiale”. Questa affermazione si accorda perfettamente con un articolo dell’agenda della conferenza, “la Russia nell’ordine internazionale”, ma ha anche suggerito un barlume di ottimismo non condiviso da alcune delle brigate anti-Putin al Bilderberg, come Radosław Sikorski di Harvard.
Alcuni hanno interesse ad avere un ordine internazionale fragile: il CEO di Airbus, un membro del cda della Boeing, il presidente del gruppo Saab. Vendono armi, per cui un po’ di attrito sul fronte orientale fa loro piacere.
Sulla Cina, il Bilderberg ha un atteggiamento sempre più positivo. L’ambasciatore cinese negli Stati Uniti ha partecipato quest’anno, anche se contemporaneamente il segretario della difesa americano, James Mattis, ha lanciato un avvertimento a Pechino circa il Mar Cinese Meridionale.
Alcuni potrebbero pensare che questa presenza sia una violazione del Logan Act, che vieta a cittadini statunitensi di negoziare in modo indipendente con governi stranieri non alleati degli Stati Uniti.
Ma non importa: la conferenza di quest’anno è stata un grande successo. C’è stato un solo arresto: Maria, una 62enne svizzera in occhiali da sole a forma di cuore.
Era giunta in Virginia con amici, cercando di guarire il Bilderberg con vibrazioni positive. Ma dopo una faticosa sessione di lavoro sui propri dischi vibrazionali, ha oltrepassato la linea di sicurezza nel tentativo di usare un gabinetto portatile. Si è trovata ammanettata ed accusata di violazione di proprietà privata.
Charlie Skelton
Fonte: www.theguardian.com
Link: https://www.theguardian.com/world/2017/jun/05/bilderberg-conference-ryanair-trump
5.06.2017
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di HMG