lantidiplomatico.it
di Alessandro Visalli
Lo sgarbo che non era uno sgarbo.
Oltre ad essere una riunione per stabilire per quanti euro la Turchia deve riaprire i suoi lagher per immigrati, in modo da non farceli arrivare, la contessa Von der Leyen non era neppure la sola ad essere sul divano distanziato (siamo in covid, se qualcuno ricorda), ma c’era anche un maschietto di fronte (il ministro degli esteri Mevlut Cavusoglu)
I nostri media e la parte di sinistra libertaria e dirittocentrica della nostra opinione pubblica sono talmente pronti a saltare sopra ogni apparente polemica pur di affermare che siamo pieni di vittime da salvare (meglio salvare le contesse che i lavoratori vittimizzati) da scegliere le foto che lo confermano.
Tra l’altro, come ricorda Paolo Desogus, la polemica è utilmente servita a nascondere che paghiamo sei miliardi di euro alla Turchia per schermarci il fronte tedesco dell’immigrazione. I campi di concentramento in Libia sono il male, quelli in Turchia, evidentemente, sono ottimi. Altro esempio della doppiezza della politica estera europea (?).
Ah, dimenticavo, politica portata avanti da donne (se la cosa avesse un qualche significato, che non ha).
___________________________________
Ad ulteriore conferma di quanto scritto da Visalli, pubblichiamo la dichiarazione di Carlo Marsili, ex ambasciatore italiano in Turchia dagli inizi del 2004 alla fine del 2010. Dichiarazione ripresa dall’ADNKRONOS
Le accuse di sessismo mosse “in alcuni ambienti” contro il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, sono “sciocchezze. Il sesso non c’entra , le visite di donne ai vertici in Turchia sono all’ordine del giorno , basti pensare alla cancelliera Merkel .”Lo afferma all’Adnkronos Carlo Marsili, ex ambasciatore italiano in Turchia dagli inizi del 2004 alla fine del 2010, commentando il caso che si è aperto con il video, girato ieri a Ankara, che mostra il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ed il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, sedere uno accanto all’altro su sedie dorate, mentre la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, rimane in piedi in attesa di trovare posto.
“In sette anni in Turchia ho dovuto preparare parecchie visite di Stato ed ufficiali tra cui quelle degli allora presidenti della Repubblica Ciampi e Napolitano. Quando si prepara una visita ci sono due parti che decidono minuto per minuto che succede: uno è il protocollo locale, in questo caso turco, l’altro è l’ambasciata della delegazione ospite”, sottolinea Marsili, che si dice “sorpreso da quello che è successo” a Ankara , perché “non capisco che intesa ci fosse tra l’ambasciata Ue e il protocollo turco” che, precisa, “non agisce da solo”.
I turchi, prosegue l’ex ambasciatore italiano, in questi casi “vogliono sapere chi è il capo delegazione per una questione di protocollo”. Se Michel e von der Leyen erano sullo stesso livello , allora bastava farlo presente ed esigere parità di trattamento . Ho avuto anch’io lo stesso problema una volta quando vennero in visita i due presidenti delle commissioni Esteri di Camera e Senato”, ricorda Marsili, precisando che sarebbe stato giusto far sedere i due leader Ue uno alla destra e un’altra alla sinistra di Erdogan. “Non capisco come mai non ci sia stata un’intesa preventiva, si decide in due e se l’ambasciata non è d’accordo basta dire che la visita non si fa e normalmente la controparte si adegua “conclude.
Pubblicato il 08.04.2021