DI ROSANNA SPADINI
comedonchisciotte.org
Due alberi di Natale a Parma, uno per i ricchi ed uno per i poveri. Uno, quello dei ricchi, alto 15 metri, decorato con fiocchi di neve e stelle luminose, inaugurato nella piazza centrale della città, con tutti i crismi della sontuosa cerimonia prenatalizia: Sindaco e assessori, quelli che dicevano di “volare alto” e che in poco tempo si sono accontentati delle luminarie e della stella cometa, in prima linea e Coro di voci bianche della Corale Verdi.
L’altro, quello dei poveri, un pino di cartone addobbato con balocchi portati da casa dai bambini del quartiere, verrà acceso ogni sera e spento al mattino da un gruppo di volontari, all’angolo tra viale Vittoria e via Gulli, per illuminare le notti del quartiere, invaso da pusher in bicicletta e degrado sociale ormai insostenibile.
Da una parte i turisti e dall’altra i vagabondi, ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri, che aumentano anno dopo anno, per le (non) politiche di immigrazione e di austerity inaugurate dal governo italiano, prostrato ai voleri di Bruxelles circa il contenimento della spesa pubblica.
Naturalmente Parma si adegua, e partecipa alla demolizione del ceto medio cittadino, già in atto nel Paese da alcuni anni. Chiusura di negozi ed aziende, perdita di posti di lavoro, precarietà strutturale imposta dal Jobs Act, sono i mali del nostro tempo, di fronte ai quali la politica si mostra disarmata e incapace di reagire.
Secondo lo Studio Ghirardini, nel 2014 a Parma e provincia (ultimi dati disponibili e certamente oggi di gran lunga superati), le famiglie e le persone in condizione di povertà relativa si attestavano intorno alle 8 mila unità per le famiglie e alle 27 mila unità per le persone, con una corrispondente incidenza di 11 mila poveri nel Comune di Parma.
Ma i due alberi di Natale corrispondono perfettamente all’aumento esponenziale dello squilibrio tra super ricchi e un numero crescente di persone sempre più disagiate. Mentre in mezzo vivacchia una politica spesso assente e ambigua e un volontariato, laico e cattolico, impossibilitato ad accorciare le disuguaglianze, perché privo di mezzi e strumenti sufficienti.
La vergognosa disparità tra i due alberi segna il solco profondo che esiste tra la vita reale della città e la sua classe politica di riferimento, che in grave ritardo sulle evidenti esigenze sociali, si appresta a proporre una modulistica per avanzare richieste di un fantomatico «Reddito d’inclusione», che non si sa né come né quando partirà effettivamente.
Però non drammatizziamo eccessivamente, perché siamo in clima natalizio, e la speranza di un intervento miracolistico potrebbe sempre verificarsi. Quindi consoliamoci al pensiero che per l’ultimo dell’anno potremo allietarci al suono della straordinaria musica Pop di quel bravo ragazzo di Fedez, un “comunista col rolex” che firma solo album e canzoni già acquistati.
Scelta oculata da parte di un’amministrazione che ha tolto sussidi ai disabili, svenduto quote significative di proprietà pubbliche, alzato le tasse ai massimi livelli regionali, e privatizzato tutto quanto fosse possibile.
Del resto ai lacchè della partitocrazia sta bene relegare le tante povertà nel bantustan cittadino, poveri e disabili sono pregati di starsene nei loro ghetti privati, senza disturbare il manovratore. E una serata allestita da band musicali locali sarebbe apparsa troppo minimalista per chi si è adeguato fin da subito al trend fantasmagorico della casta.
Si è deciso per piazza Garibaldi, solo per un pubblico selezionato, alla modica cifra di 250mila € … comunque poco importa, sarà utile invece rimeditare il titolo dell’evento.
Altro che «panem ed circenses», forse sarebbe meglio ribattezzarlo «dramma della stupidità».
Rosanna Spadini
Fonte: www.comedonchisciotte.org
25.12.2017