Attacchi americani uccidono 100 combattenti russi in Siria

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La notte scorsa la notizia bomba era che almeno due mercenari russi in Siria erano stati uccisi dalle forze della coalizione a guida USA. Questa mattina Bloomberg ha pubblicato un’esclusiva, secondo la quale invece il numero dei cadaveri è ben maggiore di quanto non fosse stato divulgato: le forze americane avrebbero ucciso ‘dozzine’ di mercenari russi in Siria la scorsa settimana, “in quello che potrebbe essere il più grande scontro tra cittadini dei due paesi dai tempi della Guerra Fredda”

Secondo fonti anonime statunitensi e russe, “più di 200 mercenari, per lo più russi che combattono per conto di Assad, sono morti in un attacco fallito contro una base ed una raffineria, detenute da americani e relative forze alleate nella regione di Deir el-Zor, ricca di petrolio”. I funzionari USA hanno detto che le vittime sono 100 circa, con feriti dai 200 ai 300.

Qualche precisazione: l’operazione russa non è stata ufficialmente autorizzata e l’assalto “potrebbe esser stato un’operazione isolata, a sottolineare la complessità di un conflitto che è iniziato come una repressione interna e che si è poi trasformato in una guerra per procura che coinvolge estremisti islamici, curdi apolidi e poteri regionali quali Iran, Turchia ed ora Israele”.

In una bizzarra elusione di responsabilità, l’esercito russo non solo non ha richiesto agli americani una spiegazione per le morti, ma ha detto di non aver avuto nulla a che fare con l’attacco, e l’esercito americano ha dato per buona questa dichiarazione. Il segretario alla Difesa Jim Mattis ha definito l’intera faccenda “sconcertante”, ma non ha fornito ulteriori dettagli.

    “Gli ufficiali della coalizione sono stati in regolare comunicazione con le controparti russe prima, durante e dopo lo sventato ed ingiustificato attacco”, ha dichiarato il colonnello statunitense Thomas F. Veale, un portavoce militare. “I funzionari russi hanno assicurato le controparti che non avrebbero attaccato le forze della coalizione che erano nelle vicinanze”.

La micidiale battaglia è iniziata a circa 8 chilometri ad est della linea di de-escalation del fiume Eufrate, la sera del 7 febbraio, quando gli avversari hanno sparato dei colpi e sono avanzati come un “battaglione, supportato da artiglieria, carri armati, sistemi di lancio-razzi multiplo e mortai”, ha detto Veale. Nessuna vittima è stata riportata dal lato della coalizione, e “i veicoli ed il personale nemico che si sono voltati e diretti a ovest non sono stati presi di mira”.

Poco dopo l’attacco,  al-Masdar ha riferito che gli “ISIS hunters”, pro-governo, hanno rilasciato una dichiarazione ufficiale domenica, condannando i raid aerei della Coalizione USA, che hanno ucciso diversi membri delle Forze armate siriane il 7 febbraio.

I “cacciatori dell’ISIS” hanno specificamente condannato sia la coalizione statunitense che le forze curde attualmente in controllo della maggior parte della campagna nord-orientale di Deir el-Zor. Non c’è stato, tuttavia, alcun accenno al fatto che molti dei combattenti uccisi fossero mercenari russi.

Il governo di Damasco ha definito l’azione americana un'”aggressione barbarica” ​​ed un “crimine di guerra”.

Ciò che più preoccupa Putin, tuttavia, è il bilancio delle vittime: è già superiore di circa cinque volte alle perdite ufficiali russe da quando è entrato in guerra nel 2015, e sarebbe ancora in aumento, a quanto dice un comandante mercenario. Ha detto per telefono, dietro condizione di anonimato, che decine dei propri uomini feriti sono ancora in cura negli ospedali militari di San Pietroburgo e Mosca.

  Molti dei russi uccisi o feriti erano veterani del conflitto in Ucraina, dice Alexander Ionov, capo di un’organizzazione finanziata dal Cremlino che promuove i legami con i separatisti che hanno combattuto al fianco delle forze pro-Assad in Siria. Non è chiaro chi stesse pagando i soldati di fortuna, se fosse stata direttamente la Russia, i suoi alleati in guerra, Siria ed Iran, o una terza parte.

Bloomberg ha anche identificato la squadra di mercenari coinvolta nell’attacco. Secondo quanto riportato dai media locali, Wagner – un’organizzazione oscura spesso indicata come la risposta russa a Blackwater, la compagnia militare statunitense ora chiamata Academi – sarebbe stata assunta da Assad o dai suoi alleati per proteggere le strutture energetiche siriane in cambio di concessioni petrolifere.

    C’è una raffineria a Deir el-Zor, che un tempo finanziava le operazioni dello Stato Islamico, che ora è “cruciale” per i piani di Assad di finanziare la ricostruzione del paese una volta raggiunto un accordo di pace – dice Yury Barmin, analista di Medio Oriente al Consiglio degli Affari Internazionali di Mosca.

Nella sua dichiarazione sull’attacco, è sembrato che il ministero della Difesa russo si sia riferito alla raffineria, quando ha accusato gli Stati Uniti di usare la loro “presenza illegale” in Siria come scusa per “impossessarsi di risorse economiche”, invece di combattere i terroristi.

Vladimir Frolov, ex diplomatico e legislatore russo ora analista politico indipendente a Mosca, ha detto che lo scontro ha segnato il primo scambio armato tra le due potenze dai tempi della guerra del Vietnam.

“È un grande scandalo ed è motivo di nascita di un’acuta crisi internazionale”, ha detto Frolov. “La Russia però farà finta che nulla sia accaduto”.

In effetti, e come abbiamo notato la scorsa notte, se e quando le morti saranno ufficialmente confermate, la potrebbe trasformarsi in uno scandalo politico per Putin, con il pubblico che si chiederà perché il governo abbia tenuto nascoste delle morti militari. Grigory Yavlinsky, un veterano politico liberale che è candidato alle elezioni presidenziali il mese prossimo, ha già invitato Putin a rivelare quanti russi siano stati uccisi in Siria ed in quali circostanze.

“Se effettivamente c’è stata una perdita di vite su larga scala di cittadini russi, i funzionari competenti, incluso il comandante in capo delle nostre forze armate (Putin), sono obbligati a dirlo al paese e a decidere chi è responsabile di questo”, ha detto Yavlinsky in una dichiarazione rilasciata dal suo partito Yabloko.

Certo, se davvero i combattenti russi sono stati uccisi mentre combattevano in circostanze occulte – nello stesso modo in cui “consiglieri militari” statunitensi uccisi sono tenuti segreti – questa è l’ultima cosa che Mosca vorrebbe pubblicizzare. A meno che, ovviamente, il calcolo politico non cambi, e Putin decidesse che è l’ora di un’escalation militare in piena regola, nel qual caso le morti saranno usate come giustificazione dietro ogni conflitto armato.

 

Fonte: www.zerohedge.com

Link: https://www.zerohedge.com/news/2018-02-13/us-strikes-kill-100-russian-soldiers-syria

13.02.2018

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di HMG

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