Il razzismo è una aberrazione della mente umana. Metafisicamente, il suo fuorviamento sta nel negare l’unità della razza umana. Nel negarla, per di più, in nome di un gretto biologismo materialistico privo di pensiero. Contro il razzismo, valgano le parole dello Hegel: pensare di far dipendere le qualità dello spirito dalla mera esteriorità del colore della pelle sarebbe come dire che “lo spirito è un osso”.

Ora, contrariamente alla retorica egemonica in questi giorni, non v’è nessuna emergenza razzismo, per fortuna. Solo sporadici casi di imbecilli, degni di essere puniti come la legge prevede. La verità è che le sinistre mondialiste fucsia e traditrici di Marx usano l’antirazzismo in assenza di razzismo per evitare oculatamente l’anticapitalismo in presenza di capitalismo. Si legittimano in tal guisa, nella loro conclamata assenza di legittimità. Una sinistra al servigio del capitale e dell’imperialismo atlantista non avrebbe ragione di esistere. E per continuare a esistere si inventa allora le emergenze del fascismo e del razzismo, fingendo che la contraddizione capitalistica nemmeno più esista.

Da una parte, abbiamo oggi stolti che dicono che v’è il ritorno del razzismo e che è in atto una feroce aggressione contro chi ha la pelle nera. Dall’altra parte, vi sono poi stolti che dicono che è in atto un’aggressione dei neri contro i bianchi e che ogni migrante in quanto tale è un delinquente. Non vi accorgete che tutto ciò è il capolavoro del potere? Il quale (a) ci divide in basso tra bianchi e neri, per evitare che il conflitto si verticalizzi e salga verso l’alto e (b) dirotta l’attenzione dalla reale contraddizione economica e dallo sfruttamento mondialista all’irreale contraddizione razzista, inventata ad hoc come arma di distrazione di massa? Occorre essere uniti in basso contro l’alto: occorre respingere le false dicotomie amiche del potere tecnocapitalistico (gay vs etero, bianchi vs neri, islamici va cristiani, fascisti vs comunisti, ecc). Occorre essere coesi in basso. La lotta è tra Servo nazionale-popolare e Signore global-elitario.