DI PAOLA PISI
Uruknet
Ieri tutti i media del mondo hanno pubblicato una notizia clamorosa, che sembrava indicare che la lungamente profetizzata guerra contro l’Iran questa volta si faceva davvero. C’erano già i bombardieri
israeliani pronti nei cieli iracheni. Era vero? Naturalmente no.
Cos’era successo? Sul sito iraniano Press TV era comparso che un network iracheno, Nahrainnet news, aveva reso noto di aver appreso da “fonti ben informate” vicine al Ministero della Difesa
dell’Iraq, che caccia israeliani da un mese sorvolavano il paese,
partendo dalle basi americane nei pressi di Nassirya e di Haditha, il tutto per
preparare un bombardamento congiunto USA-Israele (con una serie di dettagli che è inutile menzionare). Fin qui, tutto vero: non che aerei israeliani andassero a spasso per i cieli iracheni, naturalmente,
ma che Nahrainnet l’avesse scritto. Ho controllato il sito, e
l’articolo c’era davvero. Certo, Press TV si guardava bene dal dire che
cos’è Nahrainnet: si tratta un prestigioso sito di di proprietà dei seguaci di Moqtada al-Sadr, notoriamente una fonte informativa di prim’ordine,
non c’è che dire. Accanto alla storia degli aerei israeliani, su
Nahrainnet vi erano alcuni articoli che magnificano la potenza invincibile dei missili iraniani (sì,
quelli taroccati al pc), un po’ di propaganda filo-persiana e
anti-saudita, insomma quello che ci si può aspettare su un sito sadrista.
Tanto per far capire la qualità dell’informazione dei fedeli di Moqtada, oggi Nahrainnet
riporta che gli
israeliani hanno confermato lo scoop sui caccia sionisti in Iraq, citando un
imprecisato “Israeli news”, e se questo par poco in un altro articolo
sostiene di
aver appreso da “fonti nel ministero della sanità del Kuwai”
che sta iniziando la distribuzione di medicinali contro le radiazioni, per
limitare l’impatto del bombardamento degli impianti nucleari da parte degli
aerei di cui sopra.
A rendere ancora più inverosimile la notizia non
era solo la non eccelsa credibilità di Nahrainnet, ma anche e soprattutto la
pretesa da parte dei sadristi di aver ricevuto – loro e soltanto loro –
confidenze su una materia di tale gravità da parte della cerchia del ministero
della difesa. E già, perché in tutto l’Iraq nessun altro si era accorto dei
voli dei caccia bombardieri sionisti, e “le fonti” ministeriali
si sarebbero confidate solo
con i seguaci di Moqtada. Il che è francamente improbabile, visto che
quello che i media occidentali per anni hanno presentato come l'”uomo più
potente dell’Iraq” è da qualche tempo caduto pesantemente in
disgrazia, e i suoi accoliti sono stati decimati da una campagna di
arresti ai quali non sembrano ormai in grado di reagire se non con
vibranti proteste, mentre il líder máximo se ne sta buono buono presso la casa
madre persiana, a Qum (ormai da più di un anno), dove pare l’abbiano raggiunto
alcuni capi del Mahdi army sfuggiti alla cattura. Figuriamoci se era possibile
che in questo momento così infausto per Moqtada e amici qualcuno della
cerchia del Ministero della Difesa si fosse andato a
sciacquare la bocca con i malcapitati sadristi, e su un argomento simile. Aggiungo,
che probabilmente in Iraq della clamorosa rivelazione di Nahrainnet
non se ne sarà accorto quasi nessuno (il sito ha un traffic rank su Alexa pari a
quello di un blog non popolarissimo: 444.556) e in ogni caso nessuno gli avrà
dato il minimo peso, vista la qualità delle fonte e delle sue presunte
rivelazioni. Perché i sadristi abbiano pubblicato l’improbabile storiella non
è dato sapere, e le risposte possono essere varie: per screditare ulteriormente
il governo Maliki, che Sadr aveva fatto eleggere e ora – dopo che i suoi
squadroni della morte avevano finito il loro sporco compito di ripulitura etnica
– lo ripagava con tale moneta, perché gli iraniani gli avevano ordinato
“pubblicatelo voi, e noi lo citiamo, perché perfino Press TV si vergogna a
pubblicare di suo cazzate simili”, perché avevano avuto un impeto
di creatività… Nessuno può saperlo e non ha una soverchia importanza.
Oltretutto il sito sadrista specificava che “le fonti del ministero della
difesa” avrebbero saputo degli aerei israeliani da alcuni ufficiali in
pensione nella provincia di Al-Anbar, che li avevano visti con i propri occhi: e
questi come avevano fatto a capire che erano israeliani? Avevano sopra una bella
stella di Davide, magari luminosa?
Naturalmente,
quando ho letto la notizia su Press TV ho immaginato che due minuti dopo decine
di siti alternativi l’avrebbero postata come verità assoluta, andando oltre
perfino quanto scriveva il sito iraniano, che quantomeno poneva la
eventuale presenza degli aerei israeliani in Iraq in forma dubitativa. Su
questo, è chiaro, ci ho preso, non è che ci volesse Madame Soleil:
la fede di molti media alternativi su tutto quanto viene scodellato
dall’informazione iraniana, in particolare dall’adorata Press TV, è cieca assoluta e inossidabile – e certo non poteva essere stata incrinata neppure dall’incidentuccio
del giorno precedenti dei missili fatti col photoshop -, e in ogni caso
pubblicano qualsiasi cosa possa apparire come clamorosa, specie se mostra che
finalmente arrivano queste guerre persiane vaticinate instancabilmente da un lustro. Così
alla fine la notizia l’ho pubblicata anch’io
aggiungendo nel titolo e in nota che Nahrainnet era un sito sadrista, con un link
attivo, in modo che si capisse quale poteva essere la credibilità di tale gemma informativa.
E pensavo che la cosa finisse qui: solitamente questo tipo di notizie si
dimenticano in poche ore, quando arriva un’altra rivelazione ancora più
assurda. Immagino del resto che anche Press TV non si ponesse altro scopo che
fare un po’ di propaganda presso i propri seguaci nei media alternativi.
Invece, poche ore dopo la storia degli aerei israeliani era
dappertutto, su tutti i siti del mondo, perché era stata ripresa in tutta
serietà dal Jerusalem Post, il quale, bontà sua, aveva aggiunto che
non poteva confermarla. Da lì ovviamente è rimbalzata su tutti gli organi di
stampa dell’universo. Il Jerusalem Post, per di più, a differenza di Press TV,
non riportava il nome del sito iracheno che aveva pubblicato la “notizia”,
rendendo impossibile qualsiasi verifica sulla credibilità e serietà del
network in questione. Si limitava a scrivere che fonti del ministero dal
Ministero della Difesa iracheno avevano comunicato a un network locale la
presenza di caccia israeliani in Iraq, per preparare il bombardamento
all’Iran, e che il report era stato pubblicato anche da media iraniani (su
quest’ultimo punto il sito israeliano era quanto meno impreciso: Press TV aveva
semplicemente dato notizia che Nahrainnet aveva riportato
tale notizia, senza affermare che fosse vera – si era cioè comportato
esattamente come lo stesso Jerusalem Post, anzi molto meglio, visto
che a differenza di quest’ultimo, aveva riferito il nome del “network iracheno”, permettendo a chiunque volesse farlo di appurare che si trattava di un oscuro
e screditato sitino sadrista). Subito, dopo un attimo di sbalordimento
incredulo, ho pensato: “anche i sionisti non sono più quelli di una volta, se
credono a queste stupidaggini”… E’ chiaro che però la questione
non era così
semplice: figuriamoci se il Jerusalem Post si fida alla cieca di quello che pubblica Press
TV e non provvede a verificare che cos’è Nahrainnet: Google c’è anche –
e soprattutto – In Israele, e ci vogliono non più di due minuti. Dopo di
che, i signori sionisti si potevano fare una bella risata e scrivere qualcosa
d’altro (pare che invece internet e i motori di ricerca siano sconosciuti alla
televisione nazionale italiana: il sito della RAI riporta: “Nahrainnet.net,
la cui credibilita’ non e’ valutabile, …”: cocchi miei della RAI, lo andate a
vedere e poi la credibilità la giudicate da soli – se ci riesco io dovreste riuscirci anche voi, con quel che paghiamo di canone). Aggiungo che se ci
fosse stata una minima possibilità che davvero caccia israeliani si stessero
preparando in Iraq a bombardare gli impianti nucleari persiani mai, neanche
sotto tortura, il Jerusalem Post l’avrebbe pubblicato. Figuriamoci, è in corso una missione
segretissima, di cui si sarebbe accorto solo un sito legato a Moqtada al-Sadr
– che a giudicare dal traffic rank di alexa non riceve più di 300 o 400 visite al
giorno -, e il Jerusalem post lo fa sapere a tutto il mondo.
Dunque il Jerusalem Post era perfettamente conscio di
pubblicare un ridicolo falso ma ha voluto far credere che la storia degli
aerei israeliani pronti a bombardare l’Iran potesse essere vera: ed è riuscito
perfettamente nell’intento. Ovviamente, il Ministero della Difesa iracheno, una
volta che la rivelazione sui caccia israeliani era scivolata dal sitino sadrista
alle prime pagine di tutto il mondo, si è precipitato a smentire nel modo più
netto, seguito a ruota dal portavoce militare israeliano. Ovviamente, non è
servito a niente, prima di tutto, perché anche se fosse stata vera non
avrebbero mai confermato, in secondo luogo perché la storia dei bombardieri
sionisti pronti a colpire l’Iran era proprio quello che molti volevano leggere,
per vedere finalmente realizzati cinque anni di false profezie sulla guerra
contro l’Iran (sto cominciando a pensare che alcuni dei signori che per un
lustro hanno battuto il tamburo di guerra urlando “domani gli USA
inceneriscono la Persia e poi scoppia la il terzo conflitto mondiale”, se
la guerra non si farà – e per fortuna secondo me non si farà – saranno delusissimi).
Ora la domanda è: per quale motivo il Jerusalem Post l’ha
fatto? Perché Press TV abbia diffuso la storia dei cacciabombardieri
israeliani si spiega con facilità: l’Iran sa perfettamente che l’immenso
prestigio di cui gode presso le sinistre (e le estreme destre) occidentali e
parte del popolo arabo deriva al 90% dalla psy-op della guerra prossima ventura,
e dunque la propaganda iraniana deve da un lato tenere costantemente alta la
tensione (per questo motivo, e anche per motivi interni e per
altre ragioni che sarebbe inutile discutere qui), dall’altro contemporaneamente
dire che invece la guerra non ci sarà, benché Bush e i sionisti la vorrebbero
a tutti i costi, perché bloccati dalla forza invincibile della Persia, che – ci assicura Ahamninejad –
è la prima superpotenza del mondo, e
delle sue armi malamente photoshoppate. Nulla di strano dunque che Press TV
voglia far credere che gli aerei sionisti in Iraq ci fossero davvero, e poi
magari siano scappati via con la coda fra le ali terrorizzati dalle foto
taroccate dei missili iraniani “già puntati” su obiettivi
predeterminati. Ma il Jerusalem Post – e gli altri siti organi di
stampa israeliani che hanno pubblicato tale scemenza, e con il massimo risalto
(la notizia degli aerei in Iraq pronti a sganciare bombe sugli impianti iraniani
è stata per ore il titolo di apertura di YNet News)? Loro, perché lo hanno fatto?
Non ho citato a caso le foto taroccate dei missili iraniani,
perché la storia dei war games iraniani photoshoppati presenta alcuni
interessanti paralleli con quella degli inesistenti caccia israeliani in volo
sull’Iraq. Cosa è successo, lo sanno tutti. L’Iran ha testato – o ha detto di aver testato -, fra
roboanti proclami, missili potentissimi, in grado di annientare non solo Israele ma anche 32 basi USA in Medio Oriente, assicurando di avere il nemico sotto tiro e il dito “sempre sul grilletto”. Nel frattempo, ha diffuso come prova delle sue nuove invincibili armi una bella foto molto maldestramente alterata al computer.
Ma c’è di più (e questo è meno noto): le altre foto degli esercizi missilistici iraniani dei giorni scorsi diffuse dalle agenzie locali (e cioè dal governo) risalgono ad almeno due anni fa. Eccole:
Presunta fotografia dei recenti test missilistici pubblicata
dall’iraniano IRIB News
Fotografia pubblicata due anni fa. Una
anche superficiale comparazione mostra che si tratta del medesimo evento.
Fotografia
che IRIB News afferma riferirsi al recente test missilistico
Fotografia
pubblicata dall’iraniano FARS news 2 anni fa
Presunta fotografia dei recenti test missilistici sulla prima
pagina dell’ultraconservatore giornale iraniano
Kayhan,10 luglio, 2008
Fotografia
pubblicata dall’iraniano MEHR News nel novembre 2006
E ce ne sono altre, ma sarebbe superfluo proseguire. Credo che queste
bastino. Non è dato di sapere se l’immagine taroccata sia almeno
davvero recente, o se non si tratti anche in questo caso di una vecchia
fotografia, per sovrammercato truccata, visto che i missili sono perfettamente
identici. In parole povere, non sappiamo se davvero l’Iran abbia fatto qualche test, o almeno qualche lancio, missilistico, o abbia semplicemente detto di averlo
fatto. Certo, la prova dei test non l’abbiamo vista. Se però noi non
sappiamo se l’Iran abbia davvero fatto i war games così strombazzati, l’intelligence
americana e israeliana lo sa: e anche se fossero falsi, non ce lo direbbero di
sicuro. Non voglio aprire il capitolo del nucleare iraniano, e sarebbe
semplificante dire: “Ma se hanno dei missili obsoleti e non sanno
neanche usare come Dio comanda il photoshop, cosa vuoi che siano capaci di
fare un’atomica!”. Però il pensiero viene. E infatti alcuni stanno
seriamente mettendo in discussione non solo la volontà – mai dimostrata
da nessuno-, ma anche la capacità da parte dell’Iran di produrre armamenti
atomici. Per di più le fonti sul numero delle centrifughe nucleari iraniane in
attività sono le medesime che ci hanno elargito la foto truccata dei missili, e
qualche sospetto sul fatto che sia un po’ esagerato anche in quello è inevitabile.
Invece, l’Occidente e Israele fingono di credere che il potenziale bellico dei
mullah sia davvero quasi illimitato.
Anche che la foto dei 4 missili fosse truccata – e male
– è stato scoperto dai blogger (l’uso del photoshop da parte dei
pasdaran era stato davvero troppo grossolano, e non era possibile che passasse
inosservato), e solo in un secondo momento la notizia è apparsa sui media
ufficiali, gli stessi che l’avevano sbattuta in prima pagina come prova che la
Persia ci minaccia tutti quanti. Soprattutto nessun organo di stampa di rilievo ha pubblicato che le
altre foto del presunto test missilistico diffuse dall’Iran erano vecchie di due
anni. Il che è molto peggio: perché l’aggiustamento digitale di un’immagine mostrava semplicemente che gli iraniani non avevano voluto far vedere che
uno dei missili non era partito dalla base di lancio, mentre la diffusione di
immagini vecchie poteva portare a mettere in dubbio l’intero test missilistico.
Così come è stato un notissimo blog a scoprire che i missili nelle foto
(compresa la famosa immagine taroccata), erano
sempre i vecchi Shahab-3, con una gittata di 1.200 Km, e non un
fantomatico missile con una gittata di 2.000, come millantato dall’Iran. Dato
che non era la prima né la seconda e neppure la terza volta che il governo
iraniano esagerava un tantinello le proprie capacità belliche, qualche dubbio
poteva sorgere, e un’occhiata alle foto avrebbe mostrato che tutto il test era
solo una malriuscita operazione propagandistica.
Invece i presunti war games iraniani hanno tenuto il
mondo in allarme, fatto alzare enormemente di nuovo il prezzo del petrolio,
provocato nuovi tracolli borsistico-finanziari, fatto urlare che la guerra ormai
si apprestava, quando al massimo l’Iran ha lanciato qualche missile
vecchio e obsoleto, senza fare dunque alcun vero test in senso proprio, tuonando poi che
avevano testato armi in grado di far tremare l’intero universo. Condoleeza Rice si è
precipitata a giurare che gli
USA difenderanno l’implume pulcino israeliano dalle minacce dei terribili
missili persiani, come se con le sue 300 bombe atomiche lo stato sionista non
fosse eventualmente in grado di difendersi da sé dal photoshop persiano,
per di più usato così rozzamante. Addirittura si sta dicendo, in tutta
serietà, che ormai per l’Europa è imprescindibile dotarsi dello scudo
missilistico per difendersi dall’orco persiano, che altrimenti ci scaglierebbe
addosso un po’ di vecchie foto taroccate.
E’ vero che poi gli USA e Israele hanno detto che seguiranno
la via diplomatica per far desistere l’Iran (da che cosa? dall’usare il photoshop?
in ogni caso l’Iran ha il pieno diritto di fare esercizi militari sul suo
territorio, veri o falsi che siano, e di dotarsi, se ci riesce, di tutti i
missili a lunga e lunghissima gittata che vuole), e l’Iran ha dichiarato che i
missili sono solo ad uso difensivo (come se qualcuno avesse mai avuto davvero
dubbi a proposito) e dunque annienteranno USA, Israele e magari qualcun’altro
solo se qualcuno oserà colpire la superpotenza persiana, e hanno di nuovo fatto
intendere che forse potrebbero eventualmente essere aperti a una qualche
trattativa, non si capisce bene su che cosa. Ma entrambe le parti sanno
perfettamente che il pubblico recepisce solo gli ettolitri di benzina gettati
sul fuoco, e non le bicchierate d’acqua successive.
La storia dei caccia israeliani che sorvolano l’Iraq in
attesa di scagliarsi sulla Persia è dunque per molti versi analoga a quelli dei
terribili missili che richiederebbero scudi spaziali per essere bloccati (i Russi hanno perfettamente ragione: i missili iraniani dimostrano proprio che lo scudo è completamente inutile): due fandonie, o
meglio una fandonia e mezzo, alle quali USA e Israele hanno fatto finta di
credere, pur disponendo in entrambi i casi degli strumenti per poterle
smascherare in pochi minuti.
E non si dica che tutto questo non succederebbe se il governo iraniano non
facesse queste pagliacciate. Questo è scontato, ma l’Iran queste pagliacciate
le fa giusto perché sa che invece di ridergli in faccia i governi
occidentali fingono di credere alla veridicità degli show di potenza
bellica e alle preziose perle informative elargite dai media persiani (e
ora anche sadristi). Se USA e Israele facessero una bella risata, dicendo
“pataccari piantatela”, lo smercio di patacche smetterebbe
domani. E poi, come ho già detto, l’Iran fa i propri interessi, e a
suo modo li fa anche bene: scopo del governo di Teheran non è certo quello di
eliminare lo stato sionista o di annientare gli USA, ma di estendere
ulteriormente la propria influenza ed egemonia in medio oriente. E alzare lo
scontro verbale con gli USA e Israele fino al calor bianco è esattamente
quanto serve alla bisogna. L’Iran non è governato da un branco di cretini, e
dunque gli ayatollah sanno benissimo che non potrebbero mai seriamente
impensierire l’Occidente o Israele. Sanno anche, però, che mostrando di sfidare
(a chiacchiere) i sionisti e gli americani, sempre di più estenderanno la
propria influenza dove davvero gli interessa, e cioè nell’opinione pubblica dei
paesi arabi. L’Iran sta costruendosi, egregiamente, l’immagine dell’unico paese
medio-orientale che contrasta impavido e vittorioso l’imperialismo sionista
(salvo, in concreto, aiutarlo, come ha fatto, nelle guerre contro l’Afghanistan
e l’Iraq: ma i fatti sono stati da tempo cancellati dal diluvio verbale, da ambo
le parti). Per fare questo, devono convincere il loro pubblico che gli USA e
Israele vorrebbero attaccarli, hanno già pianificato la guerra, ma poi di fatto
non osano perché si rendono che se lo facessero verrebbero annientati dalle
terribili armi persiane fatte con il photoshop. Dato che il governo
iraniano è perfettamente conscio che per fortuna non li bombarderà
nessuno, quanto meno non nel breve-medio periodo, il gioco può essere
portato avanti all’infinito. E bisogna dire che i mullah
iraniani stanno riuscendo perfettamente nell’intento: ormai l’opinione
pubblica, l’informazione e la politica araba sono divisa in due fronti: o
con gli l’occidente o con l’Iran, e non solo stanno scomparendo
completamente la sinistra e il nazionalismo arabo, ma lo stesso senso di
identità arabo sta venendo meno (anche grazie ai numerosi movimenti politici islamici).
Dunque perché USA, Israele e i governi occidentali fingono di prestare fede
a notizie che potrebbero essere smascherate in pochi minuti? Per quanto riguarda
i falsi test missilistici sicuramente c’entra anche lo scudo spaziale,
che, ci dicono gli USA, è indispensabile per difendere l’Europa dal
minaccioso photoshop persiano. Ma dato che questa situazione non è episodica
bensì strutturale, lo scudo spaziale non può essere l’unica
giustificazione. Né tantomeno giustificherebbe il risalto dato dal
Jerusalem post – e a seguire dal resto del mondo – alla risibile patacca sui
caccia bombardieri israeliani in volo per i cieli iracheni. Dunque c’è
altro. Certo la spiegazione definitiva non ce l’ho (e per di più probabilmente
vi è un complesso di ragioni, a volte anche diverse da caso a
caso), ma è evidente che anche Israele e USA sembrano avere tutta
l’intenzione – e dunque l’interesse – a mantenere altissima la tensione verbale
con l’Iran e far credere che probabilmente la guerra arriverà (nonostante le smentite ufficiali cui, come è noto, non presta fede nessuno), facendo sì che l’affaire iraniano sia costantemente sulle prime pagine
dei giornali. E questo nonostante le disastrose ricadute sull’economia, grazie
all’aumento dei prezzi petroliferi. Premettendo che escludo nella maniera più
categorica un psy-op congiunta Iran/USA-Israele (ognuna delle due parti agisce
per i fatti suoi, e la tensione è reale, anche se non sfocerà in una guerra),
mi pare che però che almeno in parte le motivazioni di Israele e USA da
una parte e Iran dall’altra si incontrino. Non perché ci sia un’alleanza
occulta, ma perché c’è, al di là dei tuonanti proclami, c’è un avversario
comune, e cioè il mondo arabo. La divisione del mondo arabo in due fronti – uno
filo-USA e l’altro filo-Iran – con conseguente cancellazione finale non solo del
panarabismo ma anche di una qualsiasi identità politica araba, specie se di
sinistra e progressista, è interesse comune iraniano e sionista, seppur per
motivi diversi. L’unico vero reale avversario del sionismo è sempre stato
infatti il panarabismo, non il regime dei mullah: ed è il panarabismo che
Israele ha costantemente considerato come il nemico per eccellenza da eliminare.
E infatti, a Nasser e a Saddam la guerra l’hanno fatta davvero.
Paola Pisi
Fonte: http://www.uruknet.info/
Link: http://www.uruknet.info/?p=s8166
13.07.2008