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La Redazione

 

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ALLE RADICI DELLA STRATEGIA DELLA TENSIONE:

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A cura di God
Il 7 Novembre 2007
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INTRECCI PERICOLOSI E PERVERSI E PROMISCUITA’ POLITICHE (PARTE I)

DI H.S.
www.cloroalclero.com – www.comedonchisciotte.org

A completamento
dello scritto sulle manipolazioni dei movimenti si tratterà ora la
tematica della cosiddetta “strategia della tensione” da un altro
punto di vista e nel dettaglio mostrando come , in realtà , non
manchino orami elementi per addivenire a interpretazioni corpose di
una realtà certo sfuggente e complessa ma non indecifrabile.

Partiamo dal
Maggio Francese , il movimento giovanile sfociato in una vera e propria
guerriglia urbana e detonatore della pur breve stagione del Sessantotto.
Non c’è dubbio che il movimento del Sessantotto francese avesse ,
innanzitutto , attaccato il Presidente De Gaulle e ciò che rappresentava.
Ma quali erano i capisaldi dell’azione del generale De Gaulle in politica
internazionale ? Aveva trattato con l’FNL algerino la concessione
dell’indipendenza algerina , aveva attaccato l’egemonia angloamericana
nell’Europa occidentale denunciando il processo di unificazione europea
come una palese violazione della sovranità nazionale in favore di quell’egemonia
e ritirato la Francia del sistema militare integrato della NATO , aveva
avviato una politica dichiaratamente filoaraba e criticato l’aggressione
israeliana durante la guerra dei Sei Giorni , aveva mostrato aperture
nei confronti dell’URSS. Insomma la politica di uno statista nazionalista
sicuramente coraggiosa in tempi di duri confronti fra Ovest ed Est e
di tensioni e conflitti mediorientali. Non deve stupire che egli fosse
stato uno dei capi di Stato maggiormente bersagliati di attentati a
cui , peraltro , riuscì a scampare miracolosamente. La maggior parte
di queste azioni erano condotte dall’OAS , un’organizzazione terroristica
di estrema destra , colonialista , formata da coloni francesi in Algeria
e militari che avevano giurato di far pagare a De Gaulle il tradimento
, essendo essi contrari a qualsiasi ipotesi di indipendenza algerina.
La guerra terroristica condotta dall’OAS aveva rischiato di degenerare
in un conflitto civile nello stesso suolo francese. E’ documentato
in maniera certa che la CIA supportò l’OAS e , quindi , anche i tentativi
di sbarazzarsi di De Gaulle. Nel 1968 la strategia era mutata : si doveva
, in qualche modo , condizionare la politica del generale riconducendola
sul percorso obbligato di fedeltà atlantica e di un rapporto migliore
con Israele. L’affacciarsi di questa nuova gauche francese offriva
un’ottima opportunità. La violenza , la guerriglia avrebbero spaventato
la borghesia urbana del paese costringendo il generale a cambiare linea.
Così , nel Maggio Francese , si incontrarono agenti della CIA e di
altri paesi NATO , membri dell’OAS e “gauchisti” filoamericani
e filoisraeliani che , in anni successivi , si attesteranno su posizioni
molto simili a quelle dei neoconservatori americani.

Apparentemente
De Gaulle e i gaullisti avranno ragione dei giovani del Maggio Francese
, ma la politica nazionalista del generale verrà “moderata”. Dopo
aver mobilitato la piazza della “maggioranza silenziosa” , il presidente
De Gaulle concederà l’amnistia ai membri dell’OAS. Sicuramente
molti di costoro , su cui pendeva la condanna a morte e si erano rifugiati
all’estero , tornarono in patria e allora vien da chiedersi che cosa
fecero questi professionisti del terrorismo ? E perché , nello stesso
tempo , la stagione della “nuova gauche” si chiuse in maniera tanto
repentina ? Ma tutto ciò ha qualcosa a che vedere con quanto successe
in Italia soprattutto e in altri paesi d’Europa ? Perché , mentre
negli altri paesi del blocco NATO imperversava il cosiddetto “euroterrorismo”
di coloriture “marxiste leniniste” (RAF , BR , Cellules Communistes
Combattentes , ma anche frazioni dell’IRA e dell’ETA) , la
Francia sarà quasi un oasi di pace ?

Andiamo più
indietro nel tempo… Nel 1952 la CIA varò il cosiddetto piano DEMAGNETIZE
, ovvero smagnetizzare i maggiori partiti comunisti dei paesi occidentali
, quello francese e quello italiano attraverso operazioni di ogni genere
, paramilitari , psicologiche , politiche , propagandistiche , ecc…
Si tratta della classica operazione da contestualizzare in clima di
“guerra fredda” : per gli americani , i partiti comunisti , i partiti
di sinistra ritenuti fedeli a Mosca , sono da ridimensionare ed isolare
se non da eliminare completamente. Ne derivano due conseguenze : innanzitutto
l’utilizzo di clausole segrete del patto NATO per limitare la sovranità
dei paesi contraenti allo scopo di creare le condizioni per le operazioni
– ovviamente coperte o ”sporche” – degli agenti americani in territorio
straniero. La conoscenza del contenuto di tali clausole è ancor oggi
ignota ma , tuttavia , possiamo , a grandi linee , dedurne il contenuto.
In secondo luogo la struttura della rete paramilitare della NATO denominata

STAY BEHIND – a cui la sezione italiana GLADIO appartiene – finanziata
da americani ed inglesi e addestrata grazie ad istruttori dei corpi
speciali (marines e Berretti Verdi americani e SAS inglesi) , muta perché
non è più finalizzata a creare la resistenza nei confronti di un’invasione
dei paesi del Patto di Varsavia , ma anche per condurre operazioni contro
i partiti comunisti dei vari paesi del blocco NATO e contro coloro che
sono ritenuti i loro alleati. Negli anni successivi si preciserà meglio
il senso del piano DEMAGNETIZE.

Si fa strada
, insomma , l’idea della “guerra rivoluzionaria” , della “guerra
non ortodossa” , della “guerra a bassa intensità”. Sono proprio
gli uomini dell’OAS ad elaborare questi concetti. Alla base di tutto
c’è la preoccupazione per i processi di decolonizzazione che hanno
portato all’indipendenza di molti paesi d’Asia ed Africa dal dominio
coloniale delle potenze europee. E’ , forse , proprio la Francia a
subire i maggiori contraccolpi , specie in Vietnam e , appunto , in
Algeria ove l’FNL condusse una guerra di liberazione con l’uso della
guerriglia e del terrorismo. Infatti l’OAS mutuò dall’esperienza
dei nemici dell’FNL e i suoi uomini diventarono dei “maestri”
e dei veri professionisti del terrorismo d’alto livello. Si è perfino
ipotizzato che elementi dell’OAS fossero coinvolti nella morte del
Presidente dell’ENI Mattei e nell’assassinio del Presidente USA
JF Kennedy. Cavallaro , già coinvolto nell’inchiesta padovana sulla
Rosa dei Venti , probabilmente un “ramo” della GLADIO , anni dopo
, nell’ambito delle indagini sulla strage di piazza Fontana , rivelò
al maggiore dei carabinieri Giraduo che nell’ambito NATO erano state
condotte esercitazioni da addestratori provenienti dall’OAS. Cavallaro
era noto perché aveva cominciato a disvelare la struttura paramilitare
atlantica GLADIO con molti anni di anticipo e che gli uomini di questa
rete si servivano , come copertura , di formazioni di estrema sinistra
e di estrema destra per diffondere il caos e la violenza nel quadro
della “destabilizzazione ai fini della stabilizzazione”. E’ curioso
come la Rosa dei Venti , operante nel Veneto , avesse la stessa denominazione
della GLADIO francese. Si tratta , forse , della stessa rete ? E vi
erano coinvolti uomini dell’OAS ? In ogni caso la rosa dei venti è
anche il simbolo del patto atlantico.

Tornando ,
più nello specifico , alle teorizzazioni dell’OAS , potremmo concludere
che tre erano i suoi capisaldi :

1) La decolonizzazione
dei paesi del Terzo Mondo sarebbe stata la prova di un grande complotto
comunista mondiale. Una concezione paranoica che ben si sposava con
quelle perfettamente compatibili di settori consistenti della politica
e dell’economia americana. Non c’è solo l’antisovietismo e l’anticomunismo
, ma la mera difesa di interessi economici e di potere come avevano
già dimostrato gli interventi della CIA contro il governo di Mossadeq
in Iran – in collaborazione con l’MI 6 inglese – e contro quello
di Arbenz in Guatemala. Questi non erano due comunisti o amici dei sovietici
, ma vennero puniti per aver intralciato gli interessi di multinazionali
e compagnie petrolifere americane.

2) Per fronteggiare
tale pericolo occorreva chiamare a raccolta tutte le forze anticomuniste.
In tal senso l’antifascismo veniva definito “anacronistico” di
fronte alla minaccia comunista di fronte alla quale si doveva puntare
anche ad un’alleanza con la destra più estrema. E’ giusto ricordare
, infatti , che l’OAS non era una mera organizzazione neofascista
, ma colonialista e nazionalista che raccoglieva reduci della Resistenza
francese di tendenza conservatrice e collaborazionisti del regime filonazista
di Vichy.

3) Bisognava
rispondere al terrorismo comunista con un terrorismo uguale se non di
maggiore intensità. Gli uomini dell’OAS erano esperti della più
varie tecniche terroristiche ( gambizzazioni , attentati selettivi o
indiscriminati , ecc…). Sia le formazioni terroristiche di estrema
destra , sia quelle di estrema sinistra nell’Italia degli anni Settanta
sembrano attingere a piene mani alle lezioni dell’OAS.

Quando venne
proclamata l’indipendenza algerina (1962) molti elementi dell’OAS
si rifugiarono in Portogallo a Lisbona e , dietro la protezione del
regime clericofascista salazarista , fondarono una falsa agenzia stampa
, l’Aginter Press , copertura dell’”internazionale nera” del
terrorismo.

Sicuramente
in collegamento con i regimi fascisti europei , l’Aginter Press era
quasi sicuramente lo strumento della CIA per l’operazione CHAOS finalizzata
all’infiltrazione a scopo di provocazione nei gruppi della Nuova Sinistra
e , in specie , quelli più connotati ideologicamente come quelli “maoisti”
, trockisti , anarchici , ecc… per radicalizzarsi e portarli sul terreno
della violenza. L’operazione CHAOS è stata attiva , sembra dal 1967
al 1975 , sia negli USA che in paesi europei del blocco NATO come la
Gran Bretagna , la Francia , la Repubblica Federale tedesca , la Spagna
e , naturalmente , l’Italia. Nel giro di poco tempo gli hippie e i
“capelloni” si trasformeranno in pericolosi sovversivi. E’ documentato
che , ad esempio , alla convention hippie a Chicago dell’agosto 1968
che degenerò nella guerriglia e nella violenza , una buona percentuale
di partecipanti fosse costituita da infiltrati delle agenzie federali.

Direttore dell’operazione
CHAOS fu una figura significativa , il leggendario James Jesus Angleton
, già agente dell’OSS durante il conflitto mondiale. Figura estremamente
spregiudicata e anticomunista viscerale , girò fra l’Italia , la
Gran Bretagna ed Israele. Durante la guerra si servì di collaboratori
italoamericani chiaramente mafiosi e , successivamente , contribuì
alla liberazione del principe Borghese , già comandante della flottiglia
X Mas sotto il regime repubblichino. I primi embrioni della rete GLADIO
in Italia furono costituiti proprio da uomini della X Mas e da partigiani
provenienti dalle formazioni “bianche” (Osoppo , Martini Mauri ,
Franchi , ecc…). Egli contribuì alla formazione di un clandestinismo
neofascista da contrapporre ai comunisti ed aiutò gli israeliani a
creare il MOSSAD. Anche i rapporti con gli inglesi furono piuttosto
saldi… Si è fatto il suo nome , a livello , certo , di mandanti ,
per la strage di Portella della Ginestra e per l’assassinio del Presidente
Kennedy. E’alquanto improbabile che non avesse avuto contatti on il
principe Borghese in prossimità del famoso tentativo di golpe poi abortito
per motivi ancora non chiariti e all’epoca (dicembre 1970) , Angleton
era ancora il direttore dell’operazione CHAOS attiva anche in Italia.
Fra gli uomini da lui reclutati non si può non citare il questore Federico
Umberto D’Amato , dominus occulto dell’Ufficio Affari Riservati
del Viminale , sicuramente coinvolto in operazioni da “strategia della
tensione” grazie alla sua abilità di infiltrare sia i gruppi di estrema
destra che quelli di estrema sinistra. Per sua stessa ammissione , D’Amato
era un uomo della CIA in Italia , il che vorrebbe anche dire che il
servizio segreto del Ministero degli Interni italiano era controllato
dall’alleato americano.

Poco , in effetti
, si sa dell’operazione CHAOS , ma è presumibile che la CIA si servì
della collaborazione dei servizi segreti dei paesi del patto NATO e
, appunto dell’Aginter Press , molto attiva all’epoca. L’ipotesi
che la falsa agenzia stampa dell’OAS fosse il centro di collegamento
fra la rete atlantica STAY BEHIND e l’estrema destra europea non sembra
così peregrina. Un appunto del SID , all’indomani della strage di
piazza Fontana e degli attentati a Milano e Roma del 12 dicembre 1969
indicò nell’Aginter Press come responsabile di quegli atti terroristici
, ma venne etichettata come “anarchica” (curioso per una struttura
insediata nella capitale di un regime fascista). I collegamenti fra
l’Aginter Press e organizzazioni italiane neofasciste quali Ordine
Nuovo ed Avanguardia Nazionale sono certi. Quando il regime salazarista
cadde a seguito della “rivoluzione dei garofani” (1974) l’Aginter
Press venne smantellata e venne sequestrata una folta documentazione.
Fra questa un documento italiano denominato “La nostra azione politica”
attribuibile probabilmente ad Ordine Nuovo e risalente alla fine degli
anni Sessanta. In esso si dichiara l’obiettivo dell’estrema destra
italiana di impadronirsi del potere screditando le istituzioni democratiche
per la loro incapacità di affrontare il clima di sovversione , caos
e disordine ; caos , da alimentare , peraltro , attraverso infiltrati
che avrebbero agito con la copertura nell’estrema sinistra.

Oltre all’infiltrazione
, a soffiare sul fuoco del terrorismo e del disordine creati ad arte
nei paesi del blocco atlantico , l’Aginter Press forniva mercenari
da impiegare nelle guerre africane , specie in Angola e in Congo. L’impostazione
colonialista è sempre presente. Inoltre si poneva come struttura per
le “operazioni sporche” al servizio dei regimi fascisti dell’area
mediterranea (oltre al Portogallo , la Spagna franchista) e per influenzare
in senso filoisraeliano l’estrema destra europea ancora fortemente
antisemita ed antisionista. Pare che sull’Aginter Press sia stata
calata la cappa del segreto NATO a dimostrazione che il gruppo OAS poteva
essere stato organicamente inserito nella rete atlantica STAY BEHIND.

Credo che per
comprendere la natura dell’”internazionale nera” non si possa
non accennare al suo fondatore e “capo” : Yves Guillou alias Yves
Guerin Serac.

Integralista
cattolico e ufficiale dell’esercito francese , partecipò nelle file
della Resistenza a fianco degli americani e si guadagnò la Bronze Star
, un’onorificenza riservata a ben pochi combattenti. Successivamente
combatté nella guerra di Corea a fianco degli americani (1950) , nella
guerra di Indocina (1954) contro il movimento comunista e nazionalista
del Vietmihn , nella guerra di Suez (1956) contro l’Egitto di Nasser
al fianco di inglesi ed israeliani ed infine in quella d’Algeria durante
la quale , ribellandosi alla politica di trattativa perseguita dalla
capitale , si unì all’OAS e poi fondò , appunto , l’Aginter Press
a Lisbona. Vero veterano di guerra , Serac era una figura emblematica
di quei tempi : colonialista , nostalgico della vecchia Europa , anticomunista
, filoatlantico , filoamericano , filoinglese e filoisraeliano. Un dato
interessante era la sua ammirazione per gli israeliani ed il giudizio
riservato ad Israele come baluardo della lotta per la “Civiltà Occidentale”
e contro il bolscevismo. E’ forse grazie a questa figura che possiamo
capire l’essenza di quella “strategia della tensione” che imperversò
in Italia e in gran parte dell’Europa del blocco atlantico ? Questo
teorico – ma anche notevolmente “pratico” – della “guerra
non ortodossa” fece perdere le sue tracce dopo lo smantellamento dell’Aginter
Press. Probabilmente offrì i suoi servigi di professionista del terrorismo
e della guerriglia come mercenario , oppure…

Sulla base
delle teorizzazioni “antiguerriglia” e “antiterrorismo” dell’OAS
vennero organizzate conferenze e convegni sul tema della guerra “non
ortodossa” e “politica” sia fra gli ambienti governativi e militari
anticomunisti americani che in quelli dell’Europa occidentale. Anche
in Italia queste tematiche vennero sviluppate e , quando si svolse il
famoso convegno sulla “guerra rivoluzionaria” dell’Istituto Pollio
, diretta emanazione dello Stato Maggiore dell’Esercito italiano e
del SIFAR , l’allora servizio segreto militare , all’Hotel Parco
dei Principi di Roma tra il 3 e il 5 maggio del 1965 , generalmente
preso come punto di partenza della “strategia della tensione” in
Italia , le teorie dell’organizzazione dei colonialisti francesi erano
state ampiamente sviscerate anche nel nostro paese. Al consesso erano
presenti , militari , collaboratori dei servizi segreti , esperti di
questioni militari , giornalisti , ex ministri e politici anticomunisti
e militanti della destra radicale e neofascista. Furono proprio due
personaggi in rapporti con l’Aginter Press a fare le affermazioni
più interessanti. Pino Rauti affermò come la peggiore delle disgrazie
fosse una vittoria per via elettorale e democratica dei comunisti e
che il radicalismo di gran parte della base del PCI , non controllabile
da parte dei vertici , poteva essere opportunamente sfruttato. L’altro
personaggio Guido Giannettini fece la seguente constatazione : “Se
gli anticomunisti avessero maggiore sensibilità politica , approfitterebbero
per sfruttare in senso anticomunista la naturale tendenza alla ribellione
delle nuove generazioni culturali contro il conformismo della dottrina
ufficiale.”

Il convegno
pose le basi per la costituzione dei cosiddetti Nuclei di Difesa dello
Stato , cellule “antiterroriste” che , secondo il neofascista Vinciguerra
, non era altro che una branca di estrema destra della GLADIO. Le relazioni
di Rauti e Giannettini dimostrano , senza ombra di dubbio , che gli
strateghi della “strategia della tensione” avevano ben presenti
le opportunità per strumentalizzare determinate forze piegandole agli
scopi dell’anticomunismo. All’interno del PCI , infatti , è sempre
esistita , almeno fino ai primi anni Settanta , una fazione che si rifaceva
a Pietro Secchia e ad una concezione della Resistenza contro il nazifascismo
come ad una guerra di classe incompiuta. Tale linea , che , in parte
, confluì nelle BR , creava problemi al “legalitarismo” dei vertici
del PCI sin dai tempi di Togliatti. E’ vero poi che , nel corso degli
anni Sessanta , a partire dagli USA , si svilupparono movimenti studenteschi
e giovanili che incarnavano una protesta generazionale , contestavano
e si ribellavano all’autoritarismo dei rapporti sociali (nella famiglia
, nella scuola , ecc…) e criticavano duramente , probabilmente rifacendosi
ai concetti espressi dalla Scuola di Francoforte e dal filosofo Marcuse
, la società consumista ed edonista , pur essendo essi stessi , paradossalmente
, un effetto dell’evoluzione della nuova società neocapitalista e
postmoderna. L’iniziale mancanza di qualsiasi fondamento ideologico
e una certa confusione poteva lasciare spazio a qualsiasi tipo di manovra.
In generale la nuova generazione protestataria si dividerà fra l’egemonia
“marxista leninista” e”maoista” e un certo anarchismo individualista.
Le parole di Giannettini rivelavano come ci si fosse quantomeno posti
la questione di orientare in un senso determinato il ribellismo giovanile.

E’interessante
, invece , scoprire che erano Rauti e Giannettini , entrambi giornalisti
, neofascisti e in contatto con l’Aginter Press. Il primo , combattente
per la Repubblica di Salò , aveva fondato il Movimento Politico Ordine
Nuovo nel 1956 , da una scissione dal partito delle destra italiana
, l’MSI. Oltre all’ideologia neonazista , Ordine Nuovo mostrerà
il suo volto di vera e propria organizzazione paramilitare. La cellula
veneta , controllata con ogni probabilità dal servizio segreto militare
americano (DIA) , era coinvolta nella strage di piazza Fontana e negli
attentati del 12 dicembre 1969 e lo stesso Rauti venne indagato e poi
prosciolto. Successivamente tornò all’MSI e , per un certo periodo
, agli inizi degli anni Novanta , ne divenne segretario.

La figura di
Giannettini è probabilmente più interessante , infatti egli non era
solo un giornalista di destra esperto di questioni militari , ma anche
l’agente Zeta del SID in contatto con il gruppo neofascista veneto
di Freda e Ventura che , come è stato scritto nella sentenza definitiva
del processo sulla strage di piazza Fontana , erano fra i colpevoli
dell’attentato ma non processabili – essendo stati , in epoca antecedente
, assolti – stabilendo , almeno , un punto fermo sulla pista “nera
della strage. I due furono , inoltre , condannati per una serie di gravi
attentati che si erano verificati in Alta Italia nel 1969. Non è stato
mai chiarita la natura dei contatti fra l’agente Zeta e i due neofascisti.
Non credo possano esservi molti dubbi che Giannettini fosse uno stratega
e un teorico della cosiddetta “strategia della tensione”. Viaggiava
molto fra la Francia e la Germania federale e , sicuramente nella veste
di “studioso” della “guerra non ortodossa” , si era incontrato
con esponenti dell’Aginter Press. E’ da segnalare che Rauti e Giannettini
collaborarono nella stesura di un pamphlet intitolato “Le mani rosse
sulle forze armate” , un attacco contro il generale De Lorenzo , Capo
di Stato Maggiore dell’Arma dei carabinieri commissionato dal generale
Aloia , capo di Stato Maggiore dell’Esercito. De Lorenzo aveva approntato
nel 1964 un piano golpista denominato Piano Solo , perché avrebbe richiesto
il solo utilizzo dell’Arma dei carabinieri che poi venne utilizzato
per sbloccare , dietro ricatto , la crisi di governo. E’ possibile
che gli ambienti a cui facevano riferimento i due “giornalisti”
non avessero perdonato al generale De Lorenzo di non essere andato fino
in fondo. Secondo lo stesso De Lorenzo i suoi guai iniziarono perché
non voleva partecipare alle operazioni della “strategia della tensione”
e , in effetti , il generale Aloia era fra i patrocinatori del convegno
dell’Istituto Pollio di cui abbiamo trattato. Su Giannettini torneremo…

Nel frattempo
nell’aprile 1967 la Grecia assistette ad un autentico golpe militare
con il supporto della CIA. Il colpo di stato dei colonnelli greci venne
preceduto da attentati di formazioni estremiste di sinistra e di destra
, le quali , successivamente , vennero messe fuori legge. La tesi più
attendibile ritiene che il golpe fosse stato un esperimento voluto da
settori americani e della NATO per saggiare le reazioni circa la costituzione
di un nuovo regime militare e fascista nell’Europa del patto NATO.
In effetti l’esperimento dei colonnelli fallì e nel giro di pochi
anni il regime venne “bruciato”.

Negli anni
Sessanta il “blocco comunista” internazionale era tutt’altro che
compatto : se , durante la guerra del Vietnam , i vietcong di Ho Chi
Mihn ricevettero il supporto di consulenti militari sovietici e cinesi
non si può dire che , per il resto , le relazioni fra URSS e la Cina
di Mao fossero cordiali. Fra le due potenze si stava svolgendo un’autentica
competizione internazionale che , in taluni scacchieri , sfociava in
conflitti. La divisione e la mancanza di compattezza erano conosciute
dagli strateghi occidentali della tensione : nell’ambito dell’operazione
CHAOS si suggeriva agli agenti infiltrati nella Nuova Sinistra studentesca
di sviluppare una sinistra maoista in opposizione a quella filosovietica.
L’idea , dunque , è molto semplice : creare una massa di manovra
da contrapporre al comunismo sovietico. In quello stesso periodo Mao
invitava gli studenti cinesi a “bombardare il quartiere generale”
ovvero i suoi avversari all’interno del Partito Comunista cinese ;
era l’inizio della cosiddetta Rivoluzione Culturale che farà di Mao
Tze Tung , un’icona delle sinistre giovanili di tutto il mondo. Non
stupisce , quindi , che nella seconda metà degli anni Sessanta proliferassero
gruppi e gruppuscoli filocinesi e maoisti. Se la CIA non stava con le
mani in mano anche l’Aginter Press e gli ex OAS erano molto impegnati
in questo senso.

Alla metà
degli anni Sessanta , a Bucarest in Romania , venne organizzato un incontro
fra Jean Thiriat , leader del movimento Giovane Europa , e il numero
due del comunismo cinese , Chou En Lai. All’epoca la Romania retta
da Ceausescu era il regime del Patto di Varsavia più autonomo da Mosca
e in ottimi rapporti con la Cina Popolare. Anni dopo si scoprirà che
il fratello di Ceausescu dirigeva una sorta di diplomazia parallela
con gli americani e gli inglesi. Altro dato interessante : Giovane Europa
era un’organizzazione di estrema destra che si batteva , o dichiarava
di battersi , per l’Europa come terza forza fra USA e URSS , memore
forse dei trascorsi dell’Europa unita sotto il Terzo Reich. A tale
proposito Thiriat auspicava un’alleanza fra l’estrema destra e l’estrema
sinistra e l’incontro con l’alto esponente cinese si inquadrava
nel tentativo di collaborazione con i gruppi del comunismo maoista.
Questa alleanza fra “europeisti” nostalgici dell’imperialismo
e del colonialismo e terzomondisti filocinesi era parecchio strana ,
anche se , apparentemente finalizzata a costruire una forza fra i blocchi
delle due superpotenze. Secondo il giudice Palermo , il movimento di
Thiriat aveva rapporti con uomini dell’OAS e come sappiamo , costoro
erano anche importanti alleati della CIA. Emergono sempre più numerosi
elementi che parlano di un inganno perpetrato non solo nei confronti
di giovani e ragazzi dell’estrema sinistra , ma anche dell’estrema
destra. Sono tutti gli equivoci che , semplicisticamente , si è denominato
“nazimaoismo”.

Molto attivo
fu proprio il numero due dell’Aginter Press , Robert Leroy , un ex
Waffen SS , che contattò l’Ambasciata della Cina Popolare a Berna
, in Svizzera , unica rappresentanza cinese in tutta Europa e , nello
stesso tempo avviò rapporti con i gruppi filocinesi svizzeri. Secondo
il senatore Flamigni , un altro inquietante personaggio , già vicino
agli ambienti del partito (maoista) marxista leninista d’Italia ,
viaggiò a Berna per incontrare esponenti dei gruppi maoisti svizzeri
di Berna ; tale Corrado Simioni , su cui ci soffermeremo… In rapporti
con Leroy era il segretario del Partito Comunista filocinese svizzero
; Gerard Buillard , un informatore del servizio segreto italiano , il
SID. Non risulta difficile comprendere come tutto ciò avesse molto
a che vedere con la “strategia della tensione”. Nell’ottobre del
1967 i due , Leroy e Buillard parteciparono ad un incontro a Torino
nel corso del quale venne costituito un fantomatico e sedicente “Fronte
rivoluzionario clandestino marxista leninista”. Occorre poi ricordare
che , nel corso degli anni Settanta , la Svizzera divenne un crocevia
sia del riciclaggio di sequestri e rapine , sia dei traffici d’armi
ed esplosivi che rifornivano estremisti di ogni colore e delinquenti
comuni nel nostro paese.

A chiosa di
assai probabili rapporti segreti e inconfessabili , nel 1971 Nixon ,
Presidente USA incontrò Mao a Pechino a sancire definitivamente la
collaborazione in funzione antisovietica.

In Italia la
prima operazione ispirata dalle direttrici dell’operazione CHAOS della
CIA risale alla metà degli anni Sessanta , quando l’Ufficio Affari
Riservati , guidato in maniera occulta dall’uomo della CIA D’Amato
, si servì dell’organizzazione di estrema destra Avanguardia Nazionale
contattata con la mediazione del giornalista di destra Tedesco del “Borghese”
, per affiggere “manifesti cinesi” – questo era il nome dell’operazione
– in modo creare fratture fra comunisti filosovietici e quelli filocinesi.
Avanguardia Nazionale , diretta da Stefano Delle Chiaie su cui peseranno
i sospetti di essere solo un agente dell’ufficio Affari Riservati
, si specializzerà nelle infiltrazioni e nei camuffamenti di “estrema
sinistra”.

Fra i personaggi
riconducibili all’estrema destra coinvolti nella strage di piazza
Fontana e nelle bombe del 12 dicembre 1969 , parecchi intrattenevano
rapporti con esponenti dell’estrema sinistra “maoista” o anarchica.
Pensiamo a Mario Merlino : cattolico , neofascista collaboratore di
Delle Chiaie si “convertì” , infine , all’”anarchismo” ,
prendendo a modello il movimento francese 22 Marzo di Cohn Bendit. Pare
che lui stesso avesse partecipato agli scontri del Maggio parigino e
ben conosciamo la natura di quella guerriglia urbana. A Roma fondò
uno strano gruppo anarchico piuttosto variegato , 22 Marzo , appunto
perché ispirato dall’omonimo francese. Accanto agli anarchici autentici
erano presenti informatori della polizia e , appunto , gente dal passato
neofascista come Merlino. Fra i veri anarchici , un certo Pietro Valpreda
, indicato , inizialmente come il “mostro” della strage di piazza
Fontana per incolpare gli anarchici e la sinistra extraparlamentare.
Si è sospettato che fu Merlino a fare una soffiata alla polizia della
squadra politica di Milano per indirizzare gli inquirenti su Valpreda.

Dei citati
Ventura e Freda , il primo fu molto attivo : aprì una libreria a Padova
ove si vendevano testi del Che e manuali della guerriglia latinoamericana
ed entrò in società con l’ex comandante partigiano Sartori , ora
leader di una delle frazioni del Partito marxista leninista d’Italia.
Un locale della libreria venne subaffittato a un esponente di Potere
Operaio , Vesce. Per quanto riguarda l’avvocato Freda , anche se aderiva
alle idee di Thiriat circa un’alleanza fra estrema destra ed estrema
sinistra per la “disintegrazione del sistema” , fu molto meno fortunato
nei tentativi di infiltrazione. Si prodigò , invece , nel reclutamento
all’interno delle caserme per i Nuclei di Difesa dello Stato. Secondo
il pentito Digilio , già militante di Ordine Nuovo e uomo del servizio
segreto militare USA , Freda e Ventura erano collegati , appunto , con
Ordine Nuovo , la più pericolosa organizzazione stragista della destra
radicale e implicati , quindi , nella stage di piazza Fontana. La loro
intraprendenza era certo invidiabile fra gruppi paramilitari atlantisti
, neonazisti e maoisti.

Un centro importante
di questa commistione fu senza dubbio Ferrara ove era stata fondata
l’associazione Italia – Cina dal nipote di Balbo , Orsi in contatto
sia con gruppi maoisti che con i neofascisti coinvolti con la strage
di piazza Fontana come Ventura e Loredan. Un’altra associazione attiva
a Ferrara , molto probabilmente in rapporti con Italia – Cina , era
l’associazione Italia – Libia , il canale fra Gheddafi , il “Mao
islamico” , e la destra radicale italiana. Non è escluso che , attraverso
quel canale , la Libia appoggiasse il terrorismo di estrema destra come
quello di estrema sinistra e di altre organizzazioni autonomiste. D’altronde
sembra che il colonnello Gheddafi avesse avuto contatti con i rappresentanti
italiani dell’Aginter Press.

Non c’è
dubbio che , se molti giovani traslocarono in buona fede e convintamente
dall’estrema destra all’estrema sinistra , la conversione al “terzomondismo”
e al “maoismo” di altri rientrava assolutamente nel quadro di operazioni
di infiltrazione e provocazione.

Il Sessantototto
spirò il suo vento anche in Italia. Inizialmente il Movimento Studentesco
non era egemonizzato dalla Nuova Sinistra più o meno trockista , “comunista
– libertaria” , e anarcoide vicina alle posizioni del movimento
di Cohn Bendit , ma recava in seno anche componenti cattoliche , “nazimaoiste”
e pacciardiane. A Roma si scatenò la cosiddetta “battaglia di Valle
Giulia” in cui studenti di estrema sinistra ed estrema destra reagirono
contro la polizia e proprio gli studenti di estrema destra si mostrarono
più duri e violenti negli scontri. Per ciò che riguarda i pacciardiani
, il nome deriva dall’ex Ministro della Difesa repubblicano Randolfo
Pacciardi. Già combattente antifascista nella guerra civile spagnola
, partigiano repubblicano e fortemente antimonarchico , si convertì
all’anticomunismo più viscerale dopo la guerra grazie ai rapporti
con gli americani nutriti dalla sua “affiliazione” massonica. Come
Ministro della Difesa coltivò un vero e proprio rapporto di amicizia
con l’Ambasciatrice americana in Italia Claire Booth Luce , moglie
di un potente tycoon d’oltreoceano. Fu espulso dal Partito Repubblicano
per i rapporti che aveva cominciato ad intrattenere con alcuni reduci
della Repubblica di Salò (Accame , Pisanò , ecc…). Con questi ultimi
fondò il movimento Nuova Repubblica su posizioni presidenzialiste ,
“gaulliste” , aderenti alla posizione dell’Europa come “terza
forza” fra USA e URSS – ma noi sappiamo che Pacciardi era un uomo
di fiducia di certi ambienti americani -. Apparentemente il gruppo ,
che era riuscito ad inserirsi fra gli studenti , si presentava come
una destra di tipo nuovo. Fra gli “studenti” che aderirono al movimento
pacciardiano c’era un certo Enzo Maria Dantini , pacciardiano e al
contempo “nazimaoista” militante nel gruppo studentesco Lotta di
Popolo ( il loro slogan era “Hitler e Mao uniti nella lotta”) fondato
da ex militanti di Avanguardia Nazionale di cui , probabilmente , era
una propaggine. Dantini era , tra le altre cosa , un esperto di esplosivi
e il suo nome compare in una lista di “arruolabili” nella GLADIO.
Secondo una mai identificata fonte del SID Dantini , il pacciardiano
, “nazimaoista” e “gladiatore” Dantini , strinse un patto con
gruppi studenteschi trockisti e filocinesi per attaccare le sezioni
del PCI. Se ciò risultasse vero sarebbe dimostrato , una volta di più
, l’equivoco delle “promiscuità politiche” fra pacciardiani ,
“nazimaoisti” , trockisti , maoisti con l’inserimento di “gladiatori”
atlantici a fini di provocazione.

Tornando a
Pacciardi , negli anni successivi , si avvicinò all’ex Ambasciatore
italiano in Birmania Edgardo Sogno che aveva mostrato posizioni molto
simili alle sue. Per , a suo dire , tagliare le ali alle ali estreme
di sinistra e di destra , aveva richiamato i vecchi compagni d’arme
, per la maggior parte partigiani “bianchi” anticomunisti e antifascisti
per attuare un colpo di stato presidenzialista. Di lui ci occuperemo
più avanti…

In parte le
infiltrazioni a scopo di provocazione verranno alla luce con il libro
denuncia “La strage di Stato” sulle responsabilità della strage
di piazza Fontana scritta da militanti della sinistra extraparlamentare
su imbeccata e informazioni provenienti o dal KGB sovietico o da qualche
altro servizio segreto che non condivideva la strategia del terrore
di settori americani e della NATO. In conseguenza di ciò i movimenti
giovanili evolveranno fino alla egemonia del “marxismo leninismo”
della sinistra extraparlamentare come risultante paradossale di due
processi in contraddizione fra loro : l’attualità dell’antifascismo
militante e della Resistenza e le manipolazioni di cui abbiamo già
trattato. Ma facciamo un piccolo passo avanti con il tempo…

Nel giugno
del 1974 Giulio Andreotti , fresco di nomina a Ministro della Difesa
, fece una sensazionale rivelazione per i tempi : il giornalista neofascista
Guido Giannettini , indagato perché in contatto con il gruppo neofascista
di Freda e Ventura coinvolto nella strage di piazza Fontana., sarebbe
stato l’agente Zeta del SID. La rivelazione era probabilmente mirata
ad arginare gli effetti dell’inchiesta padovana sulla Rosa dei Venti
e le dichiarazioni del “gladiatore rosaventista” Cavallaro circa
il coinvolgimento di una struttura atlantica nella manipolazione
dei gruppi terroristi ed estremisti di destra e sinistra per gestire
la tensione in Italia , dichiarazioni che se avessero avuto conferme
avrebbero trascinato nell’inchiesta i vertici NATO e quelli militari
americani. Peraltro Giannettini , come abbiamo visto , non era un personaggio
di piccolo calibro , ma un autentico teorico e stratega dei colpi di
stato e della tensione. Già nel 1961 era stato chiamato ad Annapolis
, negli USA , per tenere presso la scuola di marines una conferenza
su “Tecniche e possibilità di un colpo di stato in Europa” alla
presenza di ufficiali del Pentagono e della CIA. Un paio di mesi dopo
Giannettini fece ritorno dall’Argentina in Italia portando con sé
la sua documentazione. Nella veste di agente Zeta del SID , infatti
, Giannettini , ben informato sugli ambienti interni ed internazionali
che orchestravano la “strategia della tensione” , riferiva al capo
dell’Ufficio D generale Maletti , descritto , a sua volta , come fedelissimo
di Andreotti e avversario del direttore del Servizio generale Miceli.
E’ possibile che vi fosse un rapporto fra la rivelazione di Andreotti
e il ritorno di Giannettini in Italia ? Pare proprio di sì. Giannettini
ammetterà di essere stato in contatto con Freda e Ventura e i rapporti
che il loro gruppo neonazista teneva con i marxisti leninisti , cioè
i maoisti e che questi intrecci , tramite infiltrazione , erano una
prassi fra l’estrema destra. In un documento da lui stesso redatto
, Giannettini divideva la storia del terrorismo in Italia e , alla terza
fase (1973 – 1974) , indicava l’azione contemporanea di gruppi di
estrema destra e di estrema sinistra , come le BR , per provocare il
caos e la guerra civile “non escludendo” (parole sue) che la manipolazione
fosse da ricondurre ad un’unica centrale terroristica… In realtà
è presumibile che Giannettini fosse ben a conoscenza della suddetta
centrale , inoltre , con la copertura di giornalista , poteva ricavare
molte informazioni dagli uomini dell’Aginter Press con cui aveva fitti
contatti. Fra le altre cose indicava , per quanto riguardava la “strategia
della tensione” , responsabilità dei servizi americani , inglesi
, tedeschi (Germania Federale) e israeliani , senza fare menzione ,
curiosamente , di quelli francesi. Fatto che può far pensare che Giannettini
, che aveva , per un certo periodo , riparato a Parigi , avesse contatti
francesi importanti – ed , in effetti , gli uomini dell’Aginter
Press e gli ex OAS erano francesi-. Ecco cosa si legge nel memorandum
Giannettini :

– Estate 1967
, sui retroscena degli interventi della CIA per le aperture a sinistra
in Europa (…) ;

– 1968 , sulle
centrali americana e britannica della internazionale della contestazione
(…) ;

– Inizio 1969
, sui movimenti della sinistra extraparlamentare in Italia e sui suoi
collegamenti internazionali (…) ;

– 1973 , su
alcune operazioni segrete inglesi sulla politica italiana (…) ;

– 1973 , su
una centrale clandestina di estrema sinistra operante sul vertice dell’Esercito
italiano , in contatto con i servizi speciali di Brandt (…) ;

– 1973 sull’internazionale
della contestazione europea (Eures) , sui collegamenti e sue attività.

Si tratta si
indicazioni illuminanti : il 1967 è l’anno del colpo di stato militare
in Grecia con la collaborazione della CIA , inoltre si addita a centrali
americane e britanniche che hanno condizionato gli sviluppi della contestazione
giovanile del 1968 e ciò fa pensare a quanto è successo con il Maggio
francese che aveva adottato come bersaglio il generale De Gaulle, all’epoca
contrario all’egemonia americana ed inglese sulla NATO. Come già
visto , grande attenzione è riservata all’Italia e piuttosto interessante
è il riferimento agli inglesi poiché uno degli uomini “di punta”
in Italia dei britannici , fin dalla Seconda Guerra Mondiale , era l’Ambasciatore
Sogno , di cui parleremo più avanti…

Come accennato
la quasi coincidenza fra l’intervista di Andreotti , Ministro della
Difesa da cui dipendeva , ai tempi , il SID , servizio segreto militare
ed il ritorno di Giannettini con carte al seguito , è piuttosto singolare
e non si può non pensare che ci fosse un’orchestrazione da parte
del Ministro. In effetti in seguito Giannettini troverà lavoro presso
l’editore andreottiano Ciarrapico. Avendo a mente il personaggio è
facile dedurre che volesse opportunisticamente approfittare della situazione…
L’inchiesta padovana sulla Rosa dei Venti avrebbe , forse , potuto
compromettere seriamente la NATO , per cui era necessario porre rimedio
alla situazione. Da un lato Andreotti , con la sua rivelazione , poteva
distogliere l’attenzione da quanto stava avvenendo a Padova e trovare
il modo di temporeggiare per trovare la situazione. Non è un mistero
che le inchieste sui golpe all’italiana (Borghese , Rosa dei Venti
, Sogno) vennero sottratti al giudice naturale ed avocati a Roma , in
attesa del definitivo insabbiamento da parte del giudice Vitalone ,
notoriamente andreottiano… In questo modo il Ministro della Difesa
poteva anche insabbiare le prove di un eventuale suo coinvolgimento
, ad esempio , nell’inchiesta sul golpe Borghese. Dall’altro era
l’occasione di ridimensionare o “eliminare” i suoi avversari come
il generale Miceli , uomo notoriamente di destra e che verrà eletto
nelle file dell’MSI. D’altronde liquidare i neofascisti non è difficile
in questo periodo ; uno dopo l’altro cadono i regimi militari o fascisti
in Europa (Portogallo , Grecia e Spagna). I vecchi alleati internazionali
ritengono ormai scomoda la loro presenza e Andreotti lo sa. La stessa
rivelazione sul neofascista Giannettini è illuminante e Maletti , il
capo dell’Ufficio D del SID con la collaborazione del fido capitano
Labruna , si darà da fare per trovare “le prove” del complotto
fascista sul golpe Borghese (dal quale , infatti , i nomi di Gelli ,
Andreotti ed altri massoni , rimarrà fuori). Poi la liquidazione di
nuovi e vecchi fascisti era auspicata allora , non solo da importanti
ambienti interni ed internazionali , ma era anche gradita alla sinistra
italiana , nella fattispecie PCI e PSI , forze politiche che da parecchi
anni temevano un colpo di mano “alla greca”. Ciò farà guadagnare
punti ad Andreotti che , da governi di centrodestra con i liberali ,
si avvicinerà prima ai socialisti e poi agli stessi comunisti. Ma l’astuzia
andreottiana non si ferma qui : a conoscenza di gravi segreti , fece
pervenire “messaggi” ai suoi interlocutori internazionali per rafforzare
la propria posizione. Vediamo come…

Nella citata
intervista sul Mondo nella quale ebbe modo di svelare l’identità
del neofascista Giannettini come agente Zeta del SID , Andreotti affermò
testualmente : “Sono tuttora convinto che una centrale fondamentale
, che dirige l’attività dei sequestri politici per finanziare i piani
d’eversione e che coordina lo sviluppo terroristico su scala anche
europea , si trova a Parigi. Probabilmente sotto la sigla di un organismo
rivoluzionario”.
La rivelazione di Andreotti fa il paio con quelle
di Giannettini , di ritorno in Italia e fa giustamente pensare ad una
sorta di “coordinamento”… Secondo il giornalista e spia Giannettini
, dall’inizio del 1973 era attiva a Parigi una centrale terroristica
di estrema sinistra – nome in codice Think Tank (serbatoio di cervelli)
, denominazione che evoca quegli “istituti culturali” americani
che elaborano progetti e strategie per l’egemonia USA – , sotto il
controllo del MOSSAD , il servizio segreto israeliano . In proposito
scrisse Giannettini :

La terza
fase dell’ondata rivoluzionaria condotta attraverso i gruppi della
sinistra extraparlamentare si svolgeva nel corso del triennio 1971
– 73. Nel corso di questa fase i gruppi trotzkisti della IV Internazionale
, già prevalenti nella sinistra extraparlamentare
assumevano all’interno di essa una funzione egemonica. Ciò avveniva
parallelamente alla cessazione dell’appoggio dei servizi tedeschi
occidentali al movimento rivoluzionario e all’assunzione del controllo
di quest’ultimo da parte del MOSSAD.

In un articolo
scritto successivamente – tre anni dopo per la precisione – di cui
mi sono occupato in uno scritto , il giornalista piduista Pecorelli
confermerà sostanzialmente quanto scritto da Giannettini e accennato
da Andreotti con qualche differenza… A differenza di Giannettini ,
Pecorelli si riferirà più esplicitamente a elementi filoamericani
e non solo a israeliani del MOSSAD e indicherà , forse maliziosamente
, come fosse Bruxelles , in realtà , la vera sede del T.T. e non Parigi.
Pecorelli intendeva tracciare un quadro più ampio ? Come è noto Bruxelles
è la sede del Quartier Generale della NATO , l’Alleanza Atlantica…
Secondo il giornalista piduista queste informazioni erano il frutto
dei servizi segreti francesi , lo SDECE , e possiamo ragionevolmente
affermare che costoro costituivano anche la fonte di Giannettini. Non
dobbiamo però dimenticarci che Giannettini conosceva ed era in contatto
con gli uomini dell’Aginter Press e dell’OAS. C’è infatti da
chiedersi se molti ex OAS , dopo l’amnistia di De Gaulle , non tornarono
in Francia e , magari , coltivarono rapporti con il T.T. Il tutto riporta
al Maggio parigino , al Sessantotto francese , quando si radicalizzò
lo scontro e si scatenò la guerriglia urbana come risultato dell’incontro
di elementi della CIA , dell’OAS , estremisti di destra , delinquenti
comuni e “gauchistes”. Giannettini stesso aveva informazioni di
“centrali della contestazione” americane e britanniche e , con buone
possibilità , anche il T.T. controllato dal MOSSAD avevano la stessa
matrice. Insomma il controllo della contestazione giovanile previsto
ed attuato dall’operazione CHAOS e operato congiuntamente dai servizi
americani , inglesi , israeliani e della NATO in generale. I “maestri
di terrorismo” dell’OAS erano probabilmente i capi operativi…
Quando in Portogallo , nel 1974 , il regime salazarista fu scalzato
dalla cosiddetta “rivoluzione dei garofani” , venne smantellata
l’Aginter Press , ma i suoi uomini , in gran parte ex OAS ,
riuscirono a fuggire all’estero. Lo stesso Yves Guerin Serac fuggì
e non fu più rintracciato ; l’ipotesi più verosimile è che egli
avesse trovato “asilo” in Sudamerica , ove offrì i suoi servigi
ai locali caudillos come il nostro Delle Chiaie. Non è escluso che
altri tornarono in Francia e forse ebbero modo di frequentate una strana
scuola di lingue , l’Hyperion , fondata da “lottarmatisti” italiani
e personaggi della gauche francese. Naturalmente su questo non ci sono
prove , ma potrebbe essere un’ipotesi su cui investigare. Non dovrebbero
esserci , invece , molti dubbi sul fatto che l’organismo di cui parlavano
Andreotti , Giannettini e Pecorelli coincidesse con la scuola di lingue
parigina o che , forse , quest’ultima ne fosse un’emanazione. Un
dato molto molto interessante e illuminante è costituito dal fatto
che , per tutti gli anni Settanta e per gli anni in cui il T.T. e l’Hyperion
erano attivi , la Francia fu risparmiata dall’ondata dell’euroterrorismo
e del terrorismo mediorientale. Erano , infatti , questi gli anni dei
tedeschi della RAF , degli italiani delle BR , dell’ETA , dell’IRA
, ecc… , mentre la Francia attraversò un decennio tranquillo a differenza
del precedente in cui la guerra d’Algeria e i suoi strascichi avevano
rischiato di sprofondare il paese nella guerra civile. Non è illogico
pensare che personaggi francesi si siano fatti carico , per conto di
autorità “sopranazionali” e degli alleati , di ospitare gente in
odore di terrorismo , in cambio della “tranquillità”. In effetti
, solo dopo la chiusura della scuola di lingue parigina Hyperion , nel
1979 , si formerà la formazione terroristica francese Action Directe
, che aveva la particolarità di fare proseliti fra i militanti dei
movimenti pacifisti e contro il nucleare. E’ il periodo della nuova
ondata dell’”euroterrorismo” della RAF , delle BR , dell’Action
Directe , delle Cellules Communistes Combattentes , impegnata in attentati
dimostrativi contro impianti della NATO , ma forse utilizzata per screditare
i nuovi movimenti pacifisti e contro il nucleare. In Belgio , fra il
1982 e il 1985 , si inaugurerà una “piccola stagione” della “strategia
della tensione” fra gli attentati “antiNATO” delle Cellules Communistes
Combattentes , un coacervo di elementi di estrema sinistra e anche di
estrema destra e le sanguinose rapine della banda del Brabante Vallone
costituita probabilmente da una fazione di gendarmi di estrema destra.

Tornando all’Hyperion
, si caratterizzò sia come centro di coordinamento dell’”euroterrorismo”
, sia come struttura di supporto e protezione per la latitanza di terroristi
e militanti di estrema sinistra. Naturalmente poteva costituire un ottimo
centro di osservazione e di controllo per i servizi segreti americani
, israeliani e della NATO. Sempre Maletti , fedele ad Andreotti e informato
da Giannettini , in qualità di capo dell’Ufficio D del SID , ebbe
modo di trattare l’argomento BR e Hyperion in un’intervista al periodico
Tempo. Questo giornale era molto ben informato su fatti di una certa
gravità e , per forse questo motivo , ebbe breve vita. Ad esempio
, nel 1976 , sulla scorta delle rivelazioni di un anonimo ufficiale
del SID , venne pubblicato un autentico scoop circa l’esistenza di
una base a Capo Marrargiu , in Sardegna , una struttura militare in
cui venivano addestrati all’uso di armi ed esplosivi “estremisti
di destra” , estremisti di sinistra” e feddayn. Come si seppe molti
anni dopo , quella base era una struttura riservata all’addestramento
degli uomini della GLADIO , la sezione italiana della STAY BEHIND. Anche
Maletti si rivelò una preziosa fonte di informazioni come dimostrano
alcuni passi dell’intervista. Prendiamone due…

D : Quand’è
che lei si è occupato per l’ultima volta della Brigate Rosse ?

R : Nell’estate
del 1975 , tra luglio e settembre , mi pare , prima di lasciare il comando
del “D”.

D : Dunque
, poco dopo l’uccisione di Margherita Cagol. Allora , l’organizzazione
era ormai scompaginata…

R : Sì
, ma avemmo sentore di un tentativo di riorganizzazione e di rilancio
sotto altre forme…

D: Quali
forme ?

R :
Sotto forma di un gruppo ancora più segreto e clandestino , e costituito
da persone insospettabili anche per censo e cultura , e
con programmi più cruenti…

D : Più
cruenti come ?

R : Fino
a quel momento i brigatisti non avevano ancora sparato , se non costretti
, e per difendersi e per sottrarsi alla cattura. Questa nuova organizzazione
partiva con il proposito esplicito di sparare , anche se non ancora
di uccidere. Addestravano o assoldavano tiratori per sparare alle gambe…

D : Era
sempre gente, diciamo così , di sinistra ?

R : Arruolavano
terroristi da tutte le parti , e i mandanti restavano nell’ombra ,
ma non direi che si potessero definire
“di sinistra”. Nel complesso era gente piuttosto diversa , anche
per estrazione sociale e culturale , dalle primitive Brigate Rosse.

D : E che
avete fatto ?

R : Informammo
il Viminale. Noi raccoglievamo informazioni , spettava poi all’Antiterrorismo
agire.

Teniamo conto
che un ufficiale dei servizi segreti non si “sbottona in toto” ,
per cui già quello che viene rivelato è di estrema importanza. Innanzitutto
, senza timore di smentita , Maletti e l’Ufficio D erano ben informati
sull’attività “sovversiva” delle BR tanto che , già nel 1975
, potevano preannunciare la svolta e il rilancio dell’organizzazione
terroristica. Perfino Pecorelli giornalista ben addentro ai servizi
segreti italiani , in un articolo scritto agli inizi del 1976 , aveva
previsto la nuova ondata terroristica dopo l’arresto di Curcio…
La svolta coincide , da un lato all’intensificazione dell’attività
dell’Hyperion , dall’altro con la nuova direzione di Moretti. Sia
i fondatori della scuola di lingue parigina che il Moretti facevano
parte di una formazione terroristica denominata Superclan che era nata
da una scissione dalle primitive BR. Il capo del Superclan , Simioni
, voleva sviluppare un terrorismo sofisticato che colpisse obiettivi
della NATO e , per questo era giudicato un avventurista. Alla fine degli
anni Sessanta sembra che entrò in contatto con quegli ambienti “maoisti”
e filocinesi di Berna che avevano anche rapporti con uomini dell’Aginter
Press , l’”internazionale nera”. E’ significativo che Maletti
non reputasse gli uomini che stavano riorganizzando le BR , e quindi
, anche quelli riconducibili all’Hyperion e al T.T. , “di sinistra”…
Moretti , il “capo” delle BR , viaggiava spesso in Francia , a Parigi
, certo per incontrare gli “ex compagni” del Superclan… Altri
dettagli sono altrettanto importanti : la tecnica delle “gambizzazioni”
era stata largamente utilizzata dall’OAS prima che dalle BR , inoltre
Maletti adombra il sospetto che i nuovi brigatisti utilizzassero mercenari
e professionisti del terrorismo , gente più sofisticata di quella conosciuta.
Andiamo avanti e prendiamo un altro passo dell’intervista…

D : Tempo
fa un ufficiale del SID mi descrisse le Brigate Rosse come
una scatola a tre fondi : sopra , bene in vista ,
i giovanotti fanatici , i teorizzatori della
“guerra armata per il comunismo”
; sotto , nel primo scomparto segreto , agenti collegati con i servizi
segreti dell’Est , soprattutto i cecoslovacchi , (…) ; e sotto a
tutti , nell’ultimo scomparto segretissimo ,
gli infiltrati del Ministero degli Interni e dei servizi segreti dell’Ovest…
Oggi , per l’ultima organizzazione che ha assunto l’etichetta di
Brigate Rosse , lei convaliderebbe ancora questa descrizione ?

R : Schematicamente
direi di sì… Con alcuni correttivi…

D : Quali
?

R :
Mi pare che i giovanotti fanatici , come li chiama lei , sono tutti
in galera… e direi che per le stesse
ragioni sono fuori gioco quelli che facevano la spola fra l’Italia
e Praga (…)

D : Non
resta dunque che il terzo gruppo… possiamo dire che le cosiddette
Brigate Rosse di oggi sono in mano al Viminale , ai servizi segreti
della Germania Federale e alla CIA ?

R :
Questo lo dice lei. Io sono da tempo fuori dal SID per saperlo…

Dal tono dell’intervista
sembra che Maletti si fosse reso conto di essersi “sbottonato” oltre
il dovuto per cui , con l’ultima risposta , corresse parzialmente
il tiro… Qualche tempo dopo ebbe guai giudiziari per la vicenda Mi

Fo Biali , sui traffici petroliferi e di armi con la Libia. Comunque
il senso è chiaro : i brigatisti “puri” sono in carcere mentre
coloro che tengono i rapporti con i servizi segreti dell’Est , specie
la Cecoslovacchia , sono “fuori gioco”. Il riferimento all’editore
Feltrinelli , morto nell’”incidente sul lavoro” del traliccio
, è evidente. Non rimane che l’”eterodirezione” dei servizi NATO
e , considerato che Maletti veniva informato da Giannettini , la sua
attuazione tramite l’Hyperion , emanazione del T.T.

Sulla base
degli elementi raccolti si può ipotizzare una connection Bruxelles
(la sede della NATO) – Lisbona (Aginter Press ; l’”internazionale
nera”) – Parigi (T.T. ; Hyperion ; IV internazionale) – Berna
(i gruppi “maoisti”) ?

Ora vediamo
nel dettaglio l’Hyperion e l’evoluzione delle BR…

(CONTINUA)

H.S.
www.cloroalclero.com – www.comedonchiciotte.org
30.10.2007

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