AL-ISLAH: UN ALTRO CRIMINE…

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blank… COMMESSO A CONOSCENZA E SUPPORTO DEGLI OCCUPANTI E DEL GOVERNO IRACHENO

DI SABAH ALI
BRussels Tribunal

A seguito, Un appello per rilasciare la giornalista Kulshan al Bayaty (Salah al Mukhtar; Al Moharer)

Domenica 20 agosto 2006, alle 7 di mattina, 500 miliziani pesantemente armati, presentandosi con le uniformi delle guardie nazionali e della polizia irachena, oltreché usando i loro veicoli, hanno attaccato il villaggio di Al-Islah. Il villagio ha 5000 abitanti di entrambe le comunità, sunniti e sciiti, ed è situato sull’autostrada Baghdad-Baquba, ad est, verso la provincia di Diyala.

I miliziani si sono fermati davanti al villaggio di Al-Islah ed hanno iniziato a sparare sui civili, continuando dalle sette di mattina all’una del pomeriggio; uccidendo decine di persone, secondo Alsharqiya, una TV satellitare irachena, bruciando la moschea Rashidi dopo averne rubato il mobilio, ed obbligando le famiglie sunnite a lasciare il villaggio immediatamente. I soldati statunitensi sono arrivati in seguito per fermare gli spari. L’unica cosa che hanno fatto è stato arrestare 10 guardie della moschea, confiscare le armi che le famiglie del quartiere usavano per difendersi, andandosene in seguito alle cinque del pomeriggio.Un’ora dopo, alle sei, alcune personalità del villaggio sono andate al più vicino ufficio del movimento di Sadr, a Boob Al-Sham, un’area vicina ad Al- Islah, per incontrare il responsabile di quell’ufficio, il cui nome è Sayed Alaa’. Egli ha detto alla delegazione della comunità che aveva due condizioni per fermare l’attacco: 1) che le milizie di Sadr potessero passare con sicurezza per andare nell’area di Fahhama (vicino al villaggio) e che si considerasse l’area da Boob Al-Sham al fiume Tigri come (esclusivamente) sciita; 2) che tutte le famiglie sunnite fossero evacuate.

Naturalmente la delegazione della comunità ha rifiutato le sue condizioni.

Le milizie di Sadr hanno ripreso l’attacco il giorno dopo e hanno bruciato le case delle famiglie sunnite a Boob Al-Sham, obbligando 120 famiglie a lasciare l’area.

Nonostante tutti gli sforzi che ha fatto la comunità per contattare le forze occupanti e i funzionari iracheni, tra cui Shirwan Al-Wa’ily, il ministro della sicurezza nazionale, e molte altre forze politiche, nessuno ha dato al tema l’attenzione che meritava. Tutto quello che fatto il governo, dopo che le uccisioni e l’evacuazione erano completate, è stato mandare delle truppe che dicevano sarebbero rimaste nell’area solo per 10 giorni, poi gli abitanti avrebbero dovuto vedersela da soli.

L’implicita complicità è molto chiara: le truppe iracheno-statunitensi stanno incoraggiando e aiutando le milizie settarie a portare avanti la loro agenda. I crimini di Islah sono solamente uno di molti altri genocidi. Il peggio è che il governo sta parlando di riconciliazione!!! Fino ad ora, nessun commento o reazione delle autorità statunitensi o irachene su questo “incidente”.

Sabah Ali
Fonte: http://www.brusselstribunal.org/
Link: http://www.brusselstribunal.org/ArticlesIraq3.htm#Al-Islah
27.08.2006


UN APPELLO PER RILASCIARE LA GIORNALISTA KULSHAN AL BAYATY!

DI SALAH AL MUKHTAR
Al Moharer

Elementi nella polizia del ministero degli interni, che appartiene al governo fantoccio nominato dagli Stati Uniti in Iraq, hanno arrestato la ben nota giornalista Kulshan al Bayaty conducendola ad una destinazione ignota.

Ci appelliamo alle persone del mondo che amano la libertà, quelle per cui la libertà di parola ha importanza, alle organizzazioni per i diritti umani e ad altre istituzioni del Mondo affinché agiscano con urgenza per il rilascio della giornalista Kulshan e per garantire la sua sicurezza e la sua vita e per prevenire che sia liquidata nel modo in cui il ministero degli interni ha assassinato i media e la martire della patria Atwar Bahjat.

Oggi vi viene chiesto di agire immediatamente e di fare del vostro meglio per difendere la libertà degli uomini e delle donne che amano la libertà e quel simbolo della libertà di parola che è Kulshan Al Bayaty.

E’ noto che Kulshan al Bayaty, la giornalista che ha contribuito a molte riviste tra cui “Al Hayat” di Londra, non aveva commesso altro crimine se non chiedere all’Occupazione di avere fine e di restituire la sovranità, la libertà e la dignità al popolo dell’Iraq. Stiamo combattendo contro il tempo! E’ assolutamente urgente fare qualunque cosa possibile per salvaguardare la vita di Kulshan, questo è il motivo per cui vi viene chiesto di alzare la vostra voce e che tutti le parti preoccupate per i diritti umani esigano immediatamente il rilascio di Kulshan.

Lunga vita alla libertà di parola che rifiuta la tirannia globale statunitense! Gloria a quelli che resistono e si ergono sul fronte del martirio tra i giornalisti, gli scrittori, le persone che amano la libertà e i guardiani della dignità umana! Lunga vita all’Iraq libero, arabo ed unito!

Salah al Mukhtar
Fonte: http://www.al-moharer.net
Link: http://www.al-moharer.net/mohhtm/nidaa-salah248e.htm
12.09.2006

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