ADESSO, CHI E' PAZZO? IL WASHINGTON POST RIVELA GLI ORRORI…

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blank… DEL CONTROLLO MENTALE GOVERNATIVO

A CURA DI: WONKETTE – THE D.C. GOSSIP

Ricordate
la nostra corrispondente
speciale Nadine

e le sue bizzarre affermazioni di abusi sessuali su robot da parte
dei legali porno-satanici di Dick
Cheney
che combattono per l’eredità di Sandra Day
O’Connor? Un’altra preoccupante notizia è comparsa per e-mail
questo fine settimana, proprio quando il Washington Post ha
pubblicato una lunga, pazza storia sulle migliaia di persone convinte
di essere delle vittime del controllo
Mentale

del governo.

Come provato da noti scandali come Abu Ghraib, Iran-Contra e
Watergate, l’incompetenza non è un ostacolo per il Male. Ecco
perché ci siamo riservati i giudizi sulle bizzarre storie di
Nadine. Chi diavolo può saperlo? Quel cervo morto è
ancora sul prato di Cheney?

Ma il contorto
servizio del Post

va oltre, dicendo che nonostante alcune di queste Vittime possano
semplicemente essere pazze, il Pentagono
e la CIA
hanno sviluppato ogni sorta di mostruosa macchina per la
tortura-a-distanza-del-cervello
ed hanno una lunga storia di sperimentazioni di questi vili
marchingegni su cittadini ignari e soldati. Leggete la sorprendente
prova del giornale conservatore, dopo lo stacco.

  • Nel 1965, la Casa Bianca
    commissionò al Pentagono il “Progetto Pandora”, a
    causa di misteriosi attacchi di microonde sull’ambasciata USA a
    Mosca.

  • Tale progetto — assieme al
    suo omologo, il Progetto Bizarre — comportò
    “l’esposizione di scimmie a radiazioni; l’esposizione di
    marinai ignari a radiazioni di microonde; e la conduzione di un
    mucchio di altri inusuali esperimenti”.

  • Una ricerca dell’Air Force
    research a metà degli anni ’90 si focalizzava su armi di
    controllo mentale che potevano trasmettere parole nei cervelli della
    gente.

  • Reale citazione da uno studio
    dell’US Air Force: “Il segnale può essere un ‘messaggio
    da Dio’ capace di avvertire il nemico della distruzione
    imminente, o di incoraggiarlo ad arrendersi”.

  • Nel 2002, l’Air Force Research
    Laboratory brevettò la propria tecnologia per inviare parole
    ai cervelli della gente.

  • “Dennis Bushnell,
    ricercatore capo del Langley Research Center della NASA, classificò
    gli attacchi a microonde contro il cervello umano come parte delle
    future tecniche di guerra in una presentazione del 2001 al National
    Defense Industrial Association circa gli Affari Strategici
    Futuri
    “.

  • Bushnell sostiene che
    l'”eccezionalmente delicato” lavoro non sarà
    riportato in studi desecretati.

  • Il “Raggio del Dolore”
    del Pentagono è di pubblico dominio dal 2001 e probabilmente
    è già stato usato sulla gente in Iraq
    … e a Los Angeles.

  • “Durante la Guerra Fredda,
    il governo ha condotto esperimenti sulle radiazioni su un gran
    numero di vittime ignare, usandole essenzialmente come cavie umane”.

  • Lo specialista in “armi
    esotiche” del Pentagono, Col. John Alexander, ha detto al Post
    [Washington Post, ndt] che Washington ha bisogno di armi di
    controllo delle menti, e che grazie all’11/9 ciò viene
    nuovamente consentito!

  • Dennis Kucinich ha presentato una
    proposta di legge per bandire le “armi psicotroniche”
    nel 2001, ma i neocon la hanno ridicolizzata e lui ha eliminato la
    definizione dalla legge.

  • Secondo uno studio del MIT, “I cappelli di lamiera
    possono effettivamente amplificare i segnali in radio
    frequenza”.

Qui c’è qualcosa che il Post ha lasciato fuori da un
altrimenti attraente X-File: il Congresso è intervenuto
duramente sugli esperimenti di tortura fisica e mentale solo dopo il
Watergate e la caduta di Nixon.

La Commissione
Rockefeller
del

1975

voluta dall’Amministrazione Ford e la Church
Committee del Senato

dello stesso anno svelarono dozzine di programmi illegali
dell’intelligence: assumendo agenti CIA in tutte le maggiori sale
stampa in America e in Europa, somministrando segretamente acido al
personale militare USA in una casa di appuntamenti a San Francisco,
assassinando leader mondiali, ecc.

Uno dei peggiori abusi rivelati è stato il “suicidio”
di Frank
Olson nel 1953.

Olson era uno dei migliori scienziati dell’Esercito per quanto
riguarda le armi biologiche e il controllo della mente. Per ragioni
tuttora misteriose, Olson è stato segretamente drogato con
allucinogeni dai suoi collaboratori fino a che non uscì di
testa. Un altro agente lo portò con sé per vedere uno
psichiatra della CIA a Manhattan, ma sembra che Olson si sia buttato
dalla sua altissima stanza d’albergo la notte precedente.

Due membri anziani dell’Amministrazione Ford hanno cospirato per
omettere la storia dal rapporto Rockefeller e si sono rifiutati di
scusarsi con i familiari di Olson. Questi due uomini erano Donald
Rumsfeld e Dick Cheney!

Wonkette
Fonte: http://wonkette.com/
Link
22.01.2007

GIOCHI MENTALI

DI SHARON WEINBERG
Washington Post

Fresca da Internet: una comunità di persone crede che il governo
stia inviando voci nelle loro menti. Potrebbero essere pazzi, ma il
Pentagono ha sviluppato un’arma che può fare proprio questo.

Se Harlan Girard è pazzo, allora non sta recitando. Si trova proprio dove aveva detto, sotto il
monumento ai caduti della II guerra mondiale della stazione ferroviaria
di Philadelphia — la statua torreggiante di un angelo alato che abbraccia
un combattente caduto, come portandolo in paradiso. Girard indossa dei
pantaloni cachi stirati, delle scarpe di pelle dall’aspetto costoso
e una ruvida camicia blu abbottonata fino al collo. Sembra un uomo d’affari
del luogo vestito per un venerdì informale – un uomo d’affari del
luogo con un senso dell’umorismo rudemente nero, che è diventato evidente
quando ha detto di cercarlo sotto “l’angelo che sodomizza un soldato
morto”. A 70 anni, appare robusto e in salute – neanche minimamente
trasandato o strambo. Inoltre porta con se una borsa.

L’auto-descrizione di Girard è prosaica, fino a quando non spiega cosa c’è nella borsa:
documenti che secondo lui proverebbero che il governo sta tentando di
controllare la sua mente. Porta quella borsa nera e logora ovunque egli
vada. “Ogni volta che esco, sono pronto a tornare a casa e accorgermi
che tutto è stato rubato” dice.

Borsa a parte, Girard sembra
intelligente e coerente. A un tavolo di fronte al Dunkin’ Donuts dentro
la stazione, Girard apre la borsa e tira fuori una spessa pila di documenti,
attentamente etichettati e ordinati con note adesive gialle recanti
una chiara scritta instampatello. I documenti sono un mix dall’aspetto
autentico di notizie di cronaca, di articoli selezionati da riviste
militari e anche di alcuni documenti declassificati sulla sicurezza
nazionale che sembrano mostrare che il governo USA ha provato a sviluppare
delle armi che mandano voci nelle teste della gente.

“È innegabile che la
tecnologia esiste”, dice Girard, “ma se vai dalla polizia
e dici ‘Sento delle voci’, quelli ti rinchiudono per una perizia
psichiatrica”.

La cosa che manca dalla sua
borsa – l’assenza della quale rende difficile provare che egli non
sia pazzo – è anche un solo documento che rafforzerebbe la non
plausibile nozione che il governo stia attualmente dirigendo la tecnologia
di controllo mentale su un vasto gruppo di cittadini americani.
L’unica prova diretta di ciò, ammette Girard, risiede nelle presunte
vittime come lui.

E di queste ce ne sono molte.

Sono le 21.01 quando la prima persona parla durante la teleconferenza del sabato.

Senza neanche essere certa
che qualcun altro sia già sulla linea, la chiamante lancia la prima
domanda: “Hai gang stalking o V2K?” chiede a nessuno in particolare.

C’è una pausa breve e imbarazzata.

“V2K, molto brutto. 24 su 24, 7 giorni su 7”,
risponde un uomo.

“Gang stalking”,
dice un’altra donna.

“Oh, si, unisciti al club,”
replica un altro ancora.

I membri di questo “club”
confessionale non sono le solite vittime. Qui non si tratta di un gruppo
per alcolisti, tossicodipendenti o sopravvissuti ad abusi di infanzia;
le persone che si collegano sono sedicenti vittime di
controllo mentale — persone che credono di essere state scelte da un
programma segreto del governo che li tiene d’occhio continuamente, usando
la tecnologia per sondare e controllare le loro menti.

Essi si riferiscono
frequentemente a se stessi come TI, che è un’abbreviazione di Targeted
Individual [Individuo Puntato, ndt], e parlano di V2K– l’abbreviazione
militare ufficiale sta per “voice to skull” [“voce al cranio”,
ndt] e denota le armi che inviano voci o suoni dentro la testa. Nel loro
lessico esoterico, “gang stalking” si riferisce alla convinzione
che loro vengano seguiti e importunati: da vicini, estranei o colleghi
che agiscono per conto del governo.

Si scambiano altri “ciao”,
interrotti dai bip che segnalano arrivi tardivi: Bill da Columbus, Barbara
da Philadelphia, Jim dalla California e una dozzina di altri o giù
di lì.

Derrick Robinson, il moderatore
della teleconferenza, richiama all’ordine.

“Sono le 9 e cinque”,
dice Robinson, con l’intonazione dolcemente ragionevole di un conduttore
della radio di tarda notte. “Forse dovremmo andare avanti e iniziare”.

L’idea di un gruppo di persone convinte di essere bersagliate da armi che possono invadere le loro
menti è diventata una burla culturale, riassunta dall’immagine di lunatici
solitari che indossano cappelli di stagnola per deviare degli invisibili
raggi mentali. “Il cappello di stagnola”, riporta Wikipedia,
è diventato “un popolare stereotipo e termine di derisione; la
frase serve da modo di dire per paranoia ed è associata ai teorici
della cospirazione”.

blank

Nel 2005, un gruppo di studenti
del MIT ha condotto uno studio formale utilizzando fogli di alluminio
e segnali radio. La loro sorprendente scoperta: i cappelli di stagnola
possono effettivamente amplificare i segnali in radio frequenza. Certamente
gli studenti consideravano il loro studio una burla.

Ma durante la teleconferenza
del sabato, l’argomento del foglio di alluminio è mortalmente serio.
Lo studio del MIT ha ravvivato il dibattito; mentre alcuni TI hanno
realizzato che si tratta di uno scherzo a loro spese, altri hanno interpretato
le scoperte come una spiegazione del perché la stagnola non sembri
fermare le voci. Altri ancora garantiscono per il materiale.

“La stagnola aiuta drasticamente”,
riporta una partecipante alla teleconferenza, che racconta di avvolgerla
attorno a tutto il corpo, sotto i vestiti.

“Dove metti la stagnola?”
chiede un uomo.

“Ovunque, dappertutto”,
replica lei. “la metto anche in un cappello”.

Un TI in un forum online sul
controllo mentale raccomanda un sito web chiamato “Block EMF”
[“Blocca i campi elettromagnetici”, ndt] (come nelle frequenze elettromagnetiche),
che pubblicizza una linea completa di indumenti, compresi dei boxer
foderati in alluminio descritti come un “indumento intimo assolutamente
comodo che potete indossare sopra i vostri normali boxer per schermarvi
dai campi delle linee elettriche e dei computer, e dalle radiazioni
a microonde, radar e televisive”. Allo stesso modo, un cappello di
stagnola camuffato come un normale cappello da baseball è “furbo
e impercettibile”.

Dopo tutto lo scoramento, i ranghi
delle vittime – o della gente che crede di esserlo – stanno alzando
la voce. Durante la serata ci sono circa 40 click di gente che si unisce
alla chiamata, e molti di più partecipano al forum online, che conta
143 membri. Un articolo lì pubblicato che menzionava l’interesse di
un giornalista ha ricevuto più di 200 e-mail di risposte.

Fino a poco tempo fa, le persone
che credevano che il governo sparasse voci nelle loro teste avrebbero aggiunto
l’isolamento sociale all’elenco delle loro disgrazie, ma adesso molti
hanno scoperto centinaia, forse migliaia di altre persone esattamente
come loro sparse per il mondo. Siti web dedicati alla persecuzione elettronica
e al gang stalking sono comparsi improvvisamente in India, Cina, Giappone,
Corea del Sud, Regno Unito, Russia e altrove. Le vittime hanno cominciato
a organizzare incontri di supporto nelle città maggiori, compresa Washington.
Gli argomenti preferiti agli incontri comprendono lezioni su come costruire
schermi (i proverbiali cappelli di stagnola), corsi di formazione per
media e PR, e possibili strategie legali per mettere al bando il controllo
mentale.

L’ostacolo più grosso per
i TI è convincere la gente a prendere seriamente i loro argomenti.
Una proposta avanzata nel 2001 dal deputato Dennis Kucinich (Democratico, Ohio)
per bandire le “armi psicotroniche” (un altro termine comunemente
usato per indicare la tecnologia del controllo mentale) è stata entusiasticamente
accolta dai TI come un grande passo avanti. Ma il progetto di legge
è stato ampiamente deriso da blogger e opinionisti e rapidamente accantonato.

Doug Gordon, il portavoce di
Kucinich, non avrebbe detto altro sul controllo mentale se non che la
proposta era parte di una più vasta legislazione volta a bandire le
armi nello spazio. La proposta venne in seguito reintrodotta, ma senza
il controllo mentale. “Non era l’obiettivo della legislazione, per
questo è stata ridotta e riscritta”, è tutto ciò che Gordon avrebbe
detto.

Incapaci di ottenere grande
aiuto dai loro rappresentanti, i TI hanno dato inizio alle proprie campagne
di pubbliche relazioni. Così, la scorsa primavera, le teleconferenze
del sabato si sono concentrate sull’organizzazione di una manifestazione
a Washington. Un tentativo di manifestazione nel 2005 attrasse poche
dozzine di persone e infine fu cancellata per maltempo; i TI erano determinati
a riprovarci. Le conversazioni vertevano sull’ideare T-shirt, impostare
degli appuntamenti congressuali, raccogliere fondi, creare un
nuovo sito web e formalizzare uno slogan. Dopo avere dibattuto sull’opportunità
di focalizzarsi sul gang stalking o sul controllo mentale, il gruppo
è giunto a un compromesso con uno slogan che li abbracciava entrambi:
“Libertà Dalla Sorveglianza Privata e Dalla Persecuzione Elettronica”.

Il moderatore della conferenza,
Robinson, il quale dice che il suo gang stalking ebbe inizio quando egli
lavorava alla National Security Agency negli anni ’80, offre una sua stima
sulle prospettive del gruppo:fForse questa manifestazione non attirerà
molto la stampa, ma è comunque un primo passo. “Lo vedo come un movimento”,
dice, “Raccogliamo continuamente gente”.

Harlan Girard dice che i suoi problemi iniziarono nel 1983, quando faceva il consulente immobiliare
a Los Angeles. All’inizio la persecuzione era impercettibile: Un giorno
una donna si fermò bruscamente con la macchina, gli fece no con il
dito e schizzò via; vide gente che passava sotto la sua finestra di
notte; notò che alcuni dei suoi vicini sembravano osservarlo; di notte
sentiva qualcuno muoversi nell’intercapedine sotto il pavimento del
suo appartamento.

Girard chiese consiglio alla
compagna di allora, una psicologa professionista che lui preferisce
non identificare. Lei gli disse “Nessuno diventa psicotico a 40 anni
inoltrati”. Disse che lui non sembrava manifestare altri sintomi di
un comportamento psicotico – vestiva bene, pagava le sue bollette
— e, oltre alle sue affermazioni sulla sorveglianza, che suonavano
paranoiche, si comportava normalmente. “Gli psicotici sono socialmente
isolati”, la ricorda dire.

Dopo pochi mesi, dice Girard,
la persecuzione si fermò bruscamente. Ma la tregua non durò. Nel 1984,
abbastanza appropriatamente, le cose divennero seriamente strane. Aveva
lasciato la carriera immobiliare per tornare a studiare alla University
of Pennsylvania, dove studiava per un master in architettura del paesaggio.
Coltivava il sogno di progettare parchi e spazi pubblici. Quindi, dice,
cominciò a sentire delle voci. Girard poteva distinguere diverse voci
maschili, che si completarono con un’immagine mentale di come le voci
venivano generate: da uno studio di registrazione, con “quattro merde
sedute attorno ad un tavolo da gioco a bere birra”, dice.

Le voci erano stupide ma anche
stranamente gentili, rivolgendosi a lui come a “Signor Girard”.

Lo provocavano. Gli chiedevano
se pensasse di essere normale; gli suggerivano che stava impazzendo.
Insultavano i suoi compagni di corso: Quando una studentessa sovrappeso
comparve in impermeabile bianco per una gita in campagna, dissero “Hey,
Mr. Girard, non sembra un frigorifero?”.

Sei mesi dopo avere iniziato,
le voci avevano un altro quesito per lui: “Signor Girard, Signor Girard.
perché non è ancora morto?”. Inizialmente, ricorda, le voci parlavano
appena due o tre volte al giorno, ma ciò aumentò fino a diventare
una cacofonia quasi costante, spesso accompagnata da un forte dolore
su tutto il corpo — che Girard adesso attribuisce alle armi ad
energia direzionata che possono sparare raggi invisibili.

Le voci gli suggerirono anche
come capire cosa gli stesse succedendo. Disse che gli proposero di andare
al dipartimento di ingegneria elettrica per “dire loro che stai scrivendo
una storia di fantascienza e che non vuoi scrivere nulla di inconsistente
con la realtà fisica. Quindi digli esattamente cosa è successo”.

Girard andò e ottenne alcune
rudimentali spiegazioni di come la tecnologia potesse spiegare alcune
delle cose che descriveva.

“Infine dissi ‘Guardate,
devo venire al punto, ho bisogno di risposte. Tutto questo mi sta succedendo
davvero, non è una storia di fantascienza’. Risero”.

Ha avuto lo stesso parere dagli
amici, dice. “Mi consideravano pazzo, che è un’esperienza umiliante”.

Quando interrogato sul perché
egli non abbia consultato un medico per le voci e il dolore, dice “Non
oso cominciare a parlarne alla gente a causa della potenziale stigmatizzazione
riguardo a tutto ciò. Non voglio essere trattato diversamente. Ero
lì a Philadelphia. Stava succedendo qualcosa, non conosco medici…
so che qualcuno mi sta facendo qualcosa”.

Laurearsi è stata una lotta,
dice, ma era determinato ed ha perseverato. Nel 1988, lo stesso anno
in cui si laureò, suo padre morì, lasciando a Girard un’eredità abbastanza
grande da permettergli di non lavorare.

Così, invece di diventare
un architetto del paesaggio, Girard cominciò un’indagine a tempo pieno
su quello che gli stava succedendo, viaggiando spesso per Washington
alla ricerca di documenti del governo relativi al controllo mentale.
Mise un annuncio su una rivista in cerca di altre vittime. Solo poca
gente rispose. Ma nel corso degli anni, man mano che incontrava sempre
più gente come lui, cominciò a convincersi di essere parte di ciò
che chiama un “campo di concentramento elettronico”.

Anche quello che andava trovando
durante le sue ricerche rafforzò le sue convinzioni: Girard scoprì
che negli anni ’50 la CIA aveva drogato vittime ignare con LSD come parte
di un deplorevole esperimento di controllo mentale chiamato MK-ULTRA.
Si imbatté in riferimenti al fatto che la CIA cercava di influenzare
la mente con i campi elettromagnetici. Quindi, in un libro di ricerca
accademico, trovò dei riferimenti al lavoro che alcuni ricercatori
militari del Walter Reed Army Institute of Research avevano svolto negli
anni ’70 con le microonde modulate per trasmettere parole che un soggetto
avrebbe udito nella sua testa. Altrove trovò riferimenti a tentativi
di usare l’energia elettromagnetica, le onde sonore o i raggi di microonde
per provocare un dolore fisico non letale. Per ogni sintomo che ha patito
crede di avere individuato dei riferimenti a un’arma che potrebbe averlo
causato.

Quanto c’è di attendibile
nelle ricerche che Girard cita?

Le preoccupazioni circa le
microonde ed il controllo mentale risalgono agli anni ’60, quando il
governo USA scoprì che la propria ambasciata a Mosca veniva bombardata
da radiazioni elettromagnetiche a bassa intensità. Nel 1965, secondo
alcuni documenti declassificati del Dipartimento della Difesa, il Pentagono,
sotto diretta richiesta della Casa Bianca, lanciò il Progetto Pandora,
una ricerca top-secret per esplorare gli effetti comportamentali e biologici
delle microonde a bassa intensità. Per circa quattro anni il Pentagono
condusse delle ricerche segrete: cuocere scimmie; esporre marinai ignari
alle radiazioni di microonde; e condurre un mucchio di altri esperimenti
inusuali (un sotto-progetto del Progetto Pandora era stato chiamato
Progetto Bizarre). I risultati erano assortiti, e il programma fu segnato
da disaccordi e polemiche scientifiche. Il “segnale di Mosca”,
come venne chiamato, fu infine attribuito ad intercettazione elettronica,
non a controllo mentale, e Pandora terminò nel 1970. E con esso, la
ricerca militare sui cosiddetti effetti non termici delle microonde
sembrò estinguersi, perlomeno nel dominio del non classificato.

Ma ci sono tracce che la ricerca
continui: un articolo accademico scritto per l’Air Force a metà degli
anni ’90 menziona l’idea di un’arma che potrebbe utilizzare le onde sonore
per mandare parole nella testa di una persona. “Il segnale potrebbe
essere un ‘messaggio da Dio’ che può avvisare il nemico della catastrofe
imminente, oppure può incoraggiare il nemico ad arrendersi”, concludeva
l’autore.

Nel 2002, l’Air Force Research
Laboratory brevettò appunto una tale tecnologia: utilizzare le microonde
per mandare parole nella testa di qualcuno. Questo lavoro viene frequentemente
citato nei siti web sul controllo mentale. Rich Garcia, un portavoce
del comitato direttivo per l’energia del laboratorio di ricerca, si
è rifiutato di discutere di questo brevetto o di attuali o correlate
ricerche nel campo, citando la politica del laboratorio di non parlare
delle proprie attività sulle microonde.

In risposta a una richiesta
tramite il Freedom of Information
Act
ricevuta per questo articolo, l’Air
Force ha rilasciato dei documenti non classificati che circondano quel
brevetto del 2002 – articoli che evidenziano come il brevetto fosse
basato sulla sperimentazione umana durante l’ottobre 1994 nel laboratorio
dell’Air Force, dove alcuni scienziati furono capaci di trasmettere
frasi nelle teste di soggetti umani, seppur di marginale comprensibilità.
Sembra che le ricerche siano proseguite almeno fino al 2002. Dove tale
lavoro sia arrivato da allora non è chiaro – il laboratorio di ricerca,
citando la segretezza, si è rifiutato di discutere di ciò o di rilasciare
altro materiale.

La posizione ufficiale dell’aviazione
Usa è che non ci sono effetti non termici delle microonde. Eppure Dennis
Bushnell, ricercatore capo presso il Langley Research Center della NASA,
ha etichettato gli attacchi alle microonde contro il cervello umano
come parte della guerra del futuro in una presentazione del 2001 alla
National Defense Industrial Association circa le “Future Questioni
Strategiche”.

“Quel lavoro è troppo delicato”
e inadatto ad essere riportato in qualunque documento non classificato,
dice.

Nel frattempo, l’utilizzo a
scopi militari di armi che impiegano le radiazioni elettromagnetiche
per generare dolore è ben noto, così come alcune limitazioni di queste
armi. Nel 2001, il Pentagono declassificò un elemento di questa ricerca:
l’Active Denial System, un’arma che utilizza le radiazioni elettromagnetiche
per riscaldare la pelle e creare un’intensa sensazione di bruciore.
Quindi sì, c’è una tecnologia progettata per sparare invisibili raggi
dolorosi sugli umani, ma l’arma non sembra avere sufficiente gittata
per giustificare molti dei sintomi dei TI. Nonostante l’esatto raggio
d’azione sia segreto, Doug Beason, un esperto di armi ad energia diretta,
lo pone a circa 700 metri, e il raggio non può penetrare un certo numero
di materiali, come l’alluminio. Considerando le dimensioni dell’arma
(che ricorda il disco di un satellite) in grandezza reale, e le sue
limitazioni operazionali, la capacità del governo o di chiunque altro
di sparare raggi verso migliaia di persone – su strade cittadine,
nelle loro case e mentre viaggiano in macchina e in aereo — è più
che improbabile.

Ma, data la storia della ricerca
clandestina in America, è ragionevole assumere che se i vertici della
difesa potessero sviluppare controllo mentale o armi a raggi a lunga
distanza, lo farebbero certamente. E, una volta sviluppati, la possibilità
che essi vengano testati su civili innocenti non potrebbe essere categoricamente
esclusa.

Girard, da parte sua, crede
che queste armi siano state non solo sviluppate, ma anche testate su
di lui più di 20 anni fa.

Cosa ci guadagnerebbe il governo
torturandolo? Di nuovo, Girard ha trovato quella che potrebbe essere
una spiegazione, o quantomeno un precedente: Durante la guerra fredda,
il governo condusse esperimenti con le radiazioni su una grande quantità
di vittime ignare, usandole essenzialmente come cavie. Girard arrivò
a credere di essere anche lui un esperimento che cammina.

Non è che Girard pensi che
la sua selezione sia stata totalmente casuale: Egli crede di essere
stato preso di mira a causa di uno sprezzante commento fatto ad un fundraiser repubblicano su George H.W. Bush nei
primi anni 80. In seguito, dice Girard, le voci hanno confermato il
suo sospetto.

“Una notte stavo andando
a letto; la solita ciarla andava avanti”, dice. “Il flusso costante
di stupidaggini. Stavo proprio per andare a letto e una voce ha detto:
‘Signor Girard, sa chi c’era nel nostro studio insieme a noi? Era George
Bush, vice presidente degli Stati Uniti'”.

La storia di Girard, per quanto strana, riflette ciò che i TI sparsi per il mondo riportano: un incontro
casuale con un funzionario o con un’agenzia governativa, seguita da
sorveglianza e gang stalking. Quindi, in diversi casi, voci, e dolori
simili a shock elettrici. Alcuni nella comunità hanno deciso di documentare
il maggior numero di casi possibile. Un TI californiano ha condotto
circa 50 interviste, restringendo i sintomi a diverse macro-aree: “scampanio
nelle orecchie”, “manipolazione di parti del corpo”, il “sentire
voci”, “sensazione di lacerazione sulla pelle”, “problemi di
fistole” e “attacchi sessuali”. Infatti, continuava il TI, “molti
riportano la sensazione di avere i propri genitali manipolati”.

TI di entrambi i sessi riportano
una varietà di “attacchi” ai loro organi sessuali. “I testicoli
mi facevano talmente male che camminavo a stento”, dice Girard delle
sue prime esperienze. Altri, tuttavia, riportano gli attacchi in forma
di stimolazione sessuale, compreso un TI che afferma di essersi ritirato
dal seminario dopo una costante stimolazione sessuale da armi a energia
diretta. Susan Sayler, una TI di San Diego, dice che molte donne fra
i TI soffrono per gli attacchi ai loro organi sessuali ma sono spesso
imbarazzate per parlarne con gli altri.

“È un fatto sporadico,
semplicemente non sai quando succederà”, dice. “Molte donne dicono
che succede non appena ti sdrai sul letto – è li che capita il peggio.
A me è successo mentre guidavo, nei momenti peggiori”.

Cosa le ha fatto pensare che
si trattasse di un attacco elettronico e che non fosse solo nella sua
testa? “Non c’era alcuna attrazione sessuale verso un uomo quando
succedeva. Ecco cosa non quadrava. Non sentivo spasmi muscolari o cose
del genere”, dice. ” E’ così… elettronico”:

Gloria Naylor, una rinomata
scrittrice afro-americana, sembra opporsi a molti degli stereotipi di
chi crede nel controllo mentale. Vincitrice del National Book Award,
Naylor è conosciuta al grande pubblico per il suo apprezzato romanzo,
Le donne di Brewster Place
, che descriveva un gruppo di donne che
vivevano in un misero quartiere urbano, in seguito ridotto in
una miniserie da Oprah Winfrey.

Ma nel 2005 ha pubblicato un
lavoro meno conosciuto, 1996, un libro semi-autobiografico che
descrive la sua esperienza come TI. “Non volevo parlare di questa
storia. Ci vuole coraggio. Forse più coraggio di quanto io ne possieda,
ma non mi hanno lasciato alternative”, scrive Naylor all’inizio
del suo libro. “Sto combattendo una battaglia per la mia mente. Se
mi fermo adesso, loro avranno vinto e io mi perderò”. Il libro è
coerente, sebbene difficile da credere. E’ anche segnato da alcuni
inquietanti passaggi che descrivono come agenti ebrei americani fossero
responsabili della sorveglianza su Naylor. “Delle molte macchine che
continuavano ad andare e venire per la mia strada, molte erano guidate
da Ebrei”, scrive nel libro. Quando interrogata su quel passaggio
in una recente intervista, ha difeso la sua logica: essendo di New York,
ha affermato, riconosce bene gli Ebrei.

Naylor vive in una strada tranquilla
a Brooklyn in una maestosa ed elegante abitazione con un interno caratterizzato
da intricati lavori in legno e da decorazioni di gusto che attestano
una vita letteraria di successo. Parla della propria situazione con
calma, talvolta ridendo della propria difficile situazione e della lotta
con ciò che originariamente pensava fose malattia mentale. “Osservavo
me stessa”, spiega. “Stavo sdraiata sul letto mentre le conversazioni
scorrevano, e mi chiedevo: potrebbe essere schizofrenia?”.

Come Girard, Naylor descrive
quello che chiama “teatro di strada” – episodi che potrebbero
essere bollati da altri come casuali, ma che Naylor crede organizzati.
Notava macchine sospette che giravano attorno alla sua isolata casa
di villeggiatura. In aereo, gli altri passeggeri imitavano ogni suo
movimento – come mimi per strada.

Seguirono voci simili a quelle
del caso di Girard – voci che la insultavano, dicendole che era stupida,
che non era in grado di scrivere. Un linguaggio scurrile riempiva la
sua testa. Naylor chiese aiuto ad uno psichiatra e ottenne una ricetta
per un farmaco antipsicotico. Ma la medicina non riuscì a fermare le
voci, dice, che si aggiunsero solamente alla sua convinzione che le
molestie erano reali.

Per circa quattro anni, dice
Naylor, le voci le impedirono di scrivere. Nel 2000, dice, più o meno
quando scoprì i forum sul controllo mentale, le voci si fermarono e
la sorveglianza si affusolò. Fu allora che cominciò a scrivere 1996
come una “catarsi”.

I colleghi esortarono Naylor
a non pubblicare il libro, dicendo che avrebbe distrutto la sua reputazione.
Ma lei lo pubblicò, sebbene con una piccola casa editrice. Il libro
fu sostanzialmente ignorato dalla critica ma abbracciato dai TI.

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Naylor non è la prima scrittrice
a descrivere un simile declino personale. Evelyn Waugh, uno dei grandi
romanzieri del XX secolo, descrive in dettaglio esperienze simili in
The Ordeal of Gilbert Pinfold
. Il libro di Waugh, pubblicato nel
1957, ha delle misteriose similitudini con quello di Naylor.

Imbarcato per una crociera
ristoratrice, Pinfold comincia a udire delle voci sulla nave che crede
essere parte di un sistema senza fili capace di trasmettere nella sua
testa; crede che l’istigatore abbia reclutato alcuni passeggeri come
agenti; e descrive le “esibizioni” messe in scena dai passeggeri
dirette a lui ma tuttavia intese a sembrare innocue agli altri.

Waugh scrisse il suo libro
diversi anni dopo essersi ripreso da un episodio simile e aver realizzato
che le voci e la paranoia erano il risultato di allucinazioni indotte
dalla droga.

Naylor, che non ha più scritto
libri dopo 1996, è ora di nuovo al lavoro su un romanzo storico che
spera possa riportarla alla letteratura per il grande pubblico. Resta
convinta di essere stata presa di mira dal controllo mentale. Le molte
eco della sua difficile esperienza che lei trova sui forum sul controllo
mentale la rassicurano sul fatto che non è pazza, dice.

Certamente alcune delle cose
che vede sul forum le sembrano folli. “Ma chi sono io per parlare?”,
dice. “Magari io stessa sembro pazza a qualcun altro”.

Alcuni TI, come ad esempio Ed Moore, adottano un approccio un po’ più scettico.
Egli critica ciò che chiama le “affermazioni strampalate” dei TI
che incolpano varie agenzie governative o gruppi di persone senza alcuna
dimostrazione. “Non ho ancora trovato un’affermazione di chi si
trova in queste condizioni avendo dei dati a supporto”, scrive.

Tuttavia, Moore crede ugualmente
che le voci nella sua testa siano il risultato del controllo mentale
e che il governo Usa sia il responsabile più probabile. Moore ha cominciato
a sentire le voci nel 2003, non appena completati gli studi di specializzazione
in anestesiologia; durante una notte di studio per l’esame di abilitazione
udì delle voci provenienti da una casa vicina che parlavano di lui,
delle sue capacità come medico, della sua sanità mentale. All’inizio
pensò che stava semplicemente sentendo le conversazioni attraverso
le pareti (un po come pensava l’alter ego romanzato di Waugh), ma
quando si accorse che nessun altro poteva udire le voci, realizzò che
queste erano nella sua testa. Moore attraversò due anni traumatici,
compreso un ricovero ospedaliero per depressione con allucinazioni uditive.

“Cerchi di convincere amici
e familiari di essere molestato elettronicamente con voci che solo tu
puoi sentire”, scrive in una e-mail. “Impari a smetterla. Loro non
ti credono, e diventano tristi e preoccupati, e ciò amplifica la tua
stessa depressione quando hai voci che ti gridano e amici e famiglia
che ti vedono come un rottame indifeso, malato e mentalmente disturbato”.

Dice che diventava sempre più
frustrato per i farmaci antipsicotici intesi a fermare le voci, sia
perché i trattamenti non funzionavano, sia perché gli psichiatri non
mostravano interesse verso ciò che le voci stavano dicendogli. Cominciò
a cercare qualche altra via d’uscita.

“Nel marzo del 2005 ho iniziato
a cercare gruppi di supporto su Internet”, ha scritto. “Mia moglie
avrebbe pianto se avesse visto questi siti, sapendo che sentivo ancora
le voci, ma non sapevo cosa altro fare”. Nel 2006, dice, sua moglie,
che gli era rimasta accanto per tre anni, chiese il divorzio.

Moore, come gli altri TI, è
riluttante sul condividere i dettagli della sua vita. Teme di apparire
stupido di fronte ad amici e colleghi – ma sostiene che alla fin fine
valga la pena di correre il rischio se ciò può portare attenzione
sul problema.

Con l’aiuto finanziario di
suo padre, Moore sta studiando per una laurea in ingegneria elettrica
alla University of Texas in San Antonio, nella speranza di riuscire
a provare che la V2K, la tecnologia per mandare voci nelle teste della
gente, è reale. Stare in facoltà, in mezzo alla gente, lo aiuta a
resistere, ma le voci continuano a provocarlo.

Di recente, dice, gli hanno
detto: “Non smetteremo mai con te [di creare problemi]”.

Una settimana prima della manifestazione dei TI al National Mall, John Alexander, una delle persone che Harlan
Girard ritiene personalmente responsabili delle voci nella sua testa,
si trovava in un ristorante Chili a Crystal City spiegando davanti ad
una bistecca Philly con patatine come mai gli Stati Uniti abbiano
bisogno delle armi per il controllo mentale.

Ex berretto verde con esperienze
in Vietnam, Alexander ha svolto diverse occupazioni relative alla sicurezza
nazionale, ed ha stretto fitti rapporti con importanti leader politici
e militari. Da tempo conosciuto per aver espresso interesse verso le
armi esotiche, il suo articolo del 1980, “The New Mental Battlefield”
[“Il nuovo campo di battaglia mentale”, ndt], pubblicato sul giornale
dell’esercito Military Review, viene citato da sedicenti vittime come
una dimostrazione del suo coinvolgimento nel controllo mentale. Ritiratosi
dagli incarichi governativi e stabilitosi a Las Vegas, Alexander continua
a dare dei consigli alle forze armate. Quel giorno si trovava nell’area di Washington per un meeting ufficiale.

Sotto un cespuglio di capelli
bianchi c’è la mente di un sedicente pensatore militare. Alexander
appartiene ad una particolare classe di consiglieri del Pentagono che
si considerano intellettuali della difesa, focalizzati su problemi generali,
minacce future e nuove potenzialità. La carriera di Alexander lo ha
guidato da un lavoro su una schiuma appiccicosa che arresterebbe un
nemico agli ozi in studi paranormali e fisica, che
egli difende come operativamente utili.

In una precedente conversazione
telefonica, Alexander disse che negli anni ’90, quando prese parte
a dei briefing alla CIA, non ci fu mai alcuna discussione su “controllo
mentale, o droghe o tecnologie alteranti la mente, o nient’altro del
genere”.

Secondo Alexander, le forze
armate e le agenzie di intelligence erano ancora preoccupate per gli
eccessi di MK-ULTRA, il famigerato programma della CIA che comportò,
in parte, la somministrazione di LSD a vittime ignare. “Fino a poco
tempo fa, qualunque cosa sapesse di [controllo mentale] era estremamente
pericolosa” perché il Congresso avrebbe semplicemente revocato i
fondi, ha detto.

Alexander ha riconosciuto che
“si verificarono alcuni abusi”, ma ha aggiunto che, nel complesso,
“concluderei che faremmo di tutta l’erba un fascio”.

Ma l’11 settembre 2001 ha cambiato
il vento a Washington, e alcuni nella comunità della sicurezza nazionale
stanno nuovamente nutrendo interesse nel controllo mentale, in particolare
una più giovane generazione di ufficiali che non c’erano ai tempi di
MK-ULTRA. “È interessante, che stia tornando”, ha osservato Alexander.

Mentre Alexander ride all’idea
di essere in qualche modo parte di un elaborato piano per controllare
le menti della gente, riconosce l’assistenza per imparare come attingere
al cervello di un potenziale nemico. E offre un esempio del possibile utilizzo
della risonanza magnetica funzionale, o fMRI, come macchina della verità.
La “mappatura del cervello” con l’fMRI, teoricamente, potrebbe permettere
a chi interroga di sapere quando qualcuno sta mentendo, cercando attività
in determinate zone del cervello. Potrebbe essere utile per interrogare
i terroristi, suggerisce Alexander. Ma ogni possibile uso della tecnica
sarebbe comunque troppo poco per il genere di lettura mentale di cui
i TI si lamentano.

Alexander è anche affascinato
dalla possibilità di utilizzare mezzi elettronici per modificare il
comportamento. Il dilemma della guerra al terrorismo, nota, è che non
finisce mai. Quindi cosa ne fai dei nemici, come ad esempio di quelli
a Guantanamo: tenerli li per sempre? Non è pratico. La modifica del
comportamento potrebbe essere un’alternativa, dice.

“Forse posso sistemarti,
o neutralizzarti elettronicamente, in modo che sia sicuro rilasciarti
nella società, così che tu non torni indietro per uccidermi”, dice
Alexander. È solo una questione di tempo prima che la tecnologia permetta
a questo scenario di realizzarsi, continua. “Stiamo arrivando al punto
di poterlo fare”. Si ferma un momento per prendere un boccone del
suo sandwich. “Dove va a cadere ciò nello spettro dell’etica? È
una domanda davvero difficile”.

Quando Alexander si imbatte
in una domanda alla quale non vuole rispondere, come quella sull’etica
del controllo mentale, sorride e porta al petto le mani,
come a bilanciare due pesi immaginari. In una mano c’è il controllo
mentale e la sacralità del libero pensiero – e nell’altra mano, un
pochino più alta – c’è la guerra al terrorismo.

Ma niente di tutto ciò ha
qualcosa a che fare con i TI, dice. “Solo perché una cosa è segreta,
le persone tendono a estrapolare. Il senso comune non prevale, e anche
quando fai notare enormi salti nella logica che semplicemente non possono
essere veri, non sono dissuasi”.

Cosa porta qualcuno, anche una persona intelligente, ad imputare l’esperienza di sentire voci incorporee
alle armi del governo?

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Nel suo libro, Abducted
[Rapito, ndt], la psicologa di Harvard Susan Clancy esamina un
gruppo che presenta forti analogie con i TI: la gente che crede di essere
stata rapita dagli alieni. Le similitudini sono spesso pazzesche: i
presunti rapiti descrivono strani dolori, e l’impressione di essere
osservati o presi di mira. E sebbene essi generalmente non soffrano
di allucinazioni uditive, a volte credono che i loro pensieri siano
controllati dagli alieni, o di avere degli impianti ad alta tecnologia.

(Sul forum online, alcuni TI
hanno postato rumorose obiezioni sul parallelo, preoccupati che il pubblico
trovi gli UFO anche più strambi del controllo mentale. “Ci manterrà
emarginati e screditati”, si è lamentato uno).

Clancy spiega che la principale
ragione per cui le persone credono di essere state rapite dagli alieni
è che ciò fornisce loro una storia convincente per spiegare la loro
percezione che gli sia successo qualcosa di strano, come dei marchi
sui loro corpi (marchi che altri bollerebbero semplicemente come ecchimosi),
stimolazione del propri organi sessuali (come descrivono i TI) o sensazioni
di paranoia. “Non è solo una spiegazione per i tuoi problemi; è
una fonte di significato per la tua vita”, dice Clancy.

Nel caso dei TI, le armi di
controllo mentale sono una spiegazione per le voci che sentono nella
loro testa. Socrate sentiva una voce e pensava che si trattasse di un
demone; Giovanna d’Arco sentiva voci da Dio. Come un TI ha notato in
una e-mail: “Chiunque subisca questa persecuzione cerca la soluzione
al problema. Ognuno la analizza secondo il proprio particolare spettro
di convinzioni. Se sei una persona dalla mentalità scientifica, probabilmente
analizzerai la situazione da quella prospettiva e concluderai che deve
avvenire per mezzo di qualche tipo di dispositivo elettronico. Se sei
una persona religiosa, la vedrai come una lotta tra gli elementi della
religione in cui credi. Se sei, diciamo, un po’ più eccentrico, potresti
pensare che sia di natura aliena”.

O, se ti capita di vivere negli
Stati Uniti all’inizio del 21° secolo, potresti temere il crescente
potere dell’NSA, della CIA e dell’FBI.

Essere una vittima della sorveglianza
del governo è anche, verosimilmente, meglio che essere pazzi. Nel romanzo
di Waugh basato sulla propria dolorosa esperienza, quando Pinfold conclude
che si sta usando una tecnologia nascosta per infiltrarsi nel suo cervello,
egli “prova nient’altro che gratitudine per la sua scoperta”. Perché?
“Potrebbe essere impopolare; potrebbe essere ridicolo; ma non è pazzo”.

Ralph Hoffman, un docente di
psichiatria a Yale che ha studiato le allucinazioni uditive, vede regolarmente
gente convinta che le voci siano parte di una persecuzione del governo
(altri credono che siano Dio, parenti scomparsi o anche ex ragazze).
Non tutti quelli che sentono voci sono schizofrenici, dice, notando
che le persone possono incidentalmente udire voci in condizioni altamente
emotive. Cosa esattamente causi queste voci è ancora sconosciuto, ma
una cosa è certa: la gente che pensa che le voci siano causate da qualche
forza esterna vengono raramente dissuase dalla loro illusoria convinzione,
dice. “Sono esperienze altamente emotive che fanno grande presa e
che sono per loro talmente affascinanti da far sembrare blanda la realtà
ordinaria”.

Forse perché l’esperienza
è così vivida, dice, anche alcuni fra quelli che migliorano attraverso
i trattamenti semplicemente deducono che il regime medico li ha in qualche
modo aiutati a proteggere i loro cervelli dalle armi governative.

Scott Temple, un docente di
psichiatria alla Penn State University coinvolto in due recenti studi
sulle allucinazioni uditive, nota che chi soffre di simili allucinazioni
manca frequentemente di comprensione della propria malattia. Anche tra
quelli che capiscono di essere malati, “la consapevolezza va e viene”,
dice. “La gente si sente travolta, e le interpretazioni illusorie
ritornano”.

Tornando alla stazione ferroviaria di Philadelphia, Girard sembra più agitato. Durante un incontro della
settimana precedente, i suoi “gestori” gli hanno parlato soltanto
brevemente – non erano in una buona posizione per attaccarlo, ha supposto
Girard, basandosi sulla penuria di voci. Oggi, la sua conversazione
salta più rapidamente da un soggetto all’altro: vittime di esperimenti
con le radiazioni, il suo odio per George H. W. Bush, MK-ULTRA, le sue
esperienze personali.

Interpellato sui suoi studi
alla Penn, ha risposto parlando dei suoi problemi con la lettura: “Te
l’ho detto, ogni cosa che scrivo me l’hanno dettata loro”, dice, riferendosi
ancora alle voci. “Quando leggo, loro stanno leggendo per me. I miei
occhi vanno da una parte all’altra. Loro muovono i miei occhi sotto
la riga. Stanno leggendomelo. Quando chiudo il libro, non riesco a ricordare
una cosa di ciò che ho letto. Ecco perché lo fanno”.

La settimana prima, Girard
ha indicato solo una persona che gli sembrava sospetta – un giovane
afro-americano che leggeva un libro; questa volta, tuttavia, sente più
voci, che lo portano a credere che la stazione sia brulicante di agenti.

“Cambiamo posto”, dice
Girard dopo un po. “Sono sicuro che ci siano 40 o 50 persone qui oggi.
Sono sfuggito alla loro sorveglianza l’ultima volta – non permetteranno
che succeda di nuovo”.

Consultato per spiegare il
collegamento tra il controllo mentale e la University of Pennsylvania,
che Girard ritiene coinvolta nella cospirazione, comincia a parlare
di appaltatori della difesa situati vicino al campus di Philadelphia:
“La General Electric era appena dopo il parcheggio coperto;
la General Electric Space Systems occupa un enorme edificio proprio laggiù. Da quell’edificio si
può vedere dentro lo studio nel quale svolgevo il mio lavoro per la
maggior parte del tempo. Ho chiesto a qualcuno cosa stessero facendo
lì. Sai, ha a che fare con i computer. GE Space Systems. Si supponeva
che tenessero traccia dei detriti dei missili da questo posto… scusa.
Puoi ripetere la domanda?”.

Tuttavia molte parti della
vita di Girard sembrano riflettere quella di un qualunque ricco scapolo
70enne. Si reca frequentemente in Francia per delle lunghe vacanze e
prende parte alle attività culturali francesi a Philadelphia. Ha istituito
una borsa di studio presso il Cleveland Institute of Art intitolata
alla sua defunta madre, che ha frequentato la scuola lì (lui aveva
cambiato il proprio cognome 27 anni prima per “motivi personali”),
e viaggia per incontrare gli studenti che beneficiano del fondo. E mentre
impiega la maggior parte del suo tempo nella sua ricerca e scrivendo
sul controllo mentale, ha anche altri interessi. Segue la politica e
descrive le escursioni con amici e familiari con i quali non parla di
controllo mentale, sapendo che loro lo vedrebbero con scetticismo.

Girard riconosce che alcune
delle sue esperienze rispecchiano i sintomi della schizofrenia, ma quando
gli è stato chiesto se si è mai preoccupato che le voci potessero
essere effettivamente causate da malattia mentale, ha risposto chiaramente
con una parola: “No”.

Come fa, quindi, a sapere che
le voci sono reali?

“Come sai di sapere qualcosa?”
replica Girard. “Come sai che io esisto? Come fai a sapere che questo
non è un sogno dal quale ti sveglierai in qualche minuto? Suppongo
che questa analogia sia la cosa più vicina: sai quando stai sognando.
A volte può essere perfettamente lucido, ma sai che è un sogno”.

La completa “realtà” delle
voci è il problema – come fai a non credere a qualcosa che percepisci
come vera? È esattamente ciò che Hoffman, lo psichiatra di Yale, fa
notare: le voci sono talmente chiare che chi ne soffre – a prescindere
dal livello di educazione o dalla consapevolezza – non riesce a non
vederle come reali. “L’unica cosa che posso assicurarvi”, dice Hoffman,
“è che per loro sembra reale”.

Sembra quasi come una qualunque altra piccola manifestazione politica a Washington. I poster adornano
il ponte sulla parte sud-ovest della Capitol Reflecting
Pool
, dato che gli intervenuti approntano
un tavolo con materiale informativo, mentre i volontari provano un altoparlante
e sistemano dei frigoriferi portatili pieni di acqua in bottiglia. Fuori
c’è il sole, il tempo è perfetto, e un eclettico insieme di gente
da tutto il paese si è riunita per protestare contro il controllo mentale.

Non si vedono cappelli di stagnola.
Solo i poster e gli attrezzi vari suggeriscono l’inusuale. “Fermare
la persecuzione elettronica Usa”, insiste un poster. “L’energia
direzionale attacca”, recita un altro. Cartelli più piccoli in
forma di lapidi dicono “RIP MKULTRA”. Il display principale, di
fronte al leggio dell’oratore, ha un messaggio più esteso: “AIUTATE
A FERMARE GLI ASSALTI HI-TECH DELLA TORTURA PSICOTRONICA”.

Circa 35 TI appaiono per la
manifestazione di Giugno, in aggiunta ad alcuni amici e familiari. Gli
oratori alternano testimonianze personali a descrizioni delle ricerche
sulla tecnologia del controllo mentale. La maggior parte degli spettatori
della manifestazione sono turisti stranieri. Qualche piantagrane ride
dei cartelli, ma principalmente la gente è confusa o indifferente.
Gli articoli sul controllo mentale sopra il tavolo – dalle principali
riviste di informazione – restano intoccati.

“Come puoi aspettarti che
la gente si lasci coinvolgere se non si interessa di intercettazioni
e di espropri per pubblica utilità?” dubita un uomo dopo avere smesso
di sfogliare la letteratura. Mary Ann Stratton, che si occupa del tavolo,
si limita a fare spallucce e sorride tristemente. Non c’è risposta:
tutti alla manifestazione riconoscono che si tratta di una dura battaglia.

In generale, la prospettiva
per i TI non è buona: molti perdono lavoro, casa e famiglia.
La depressione è comune. Ma per molti, alla manifestazione, l’esperienza
della comunità di vittime del controllo mentale sembra aiutare. Un
TI, uno che aveva lavorato nelle squadre di salvataggio della Guardia
Costiera prima che le voci nella sua testa lo spingessero verso una
spirale verso il basso, ha espresso la consolazione che ha trovato con
i compagni TI in una lunga e-mail ad un altro TI: “Penso che gli unici
che possono aiutare siano quelli che passano la stessa cosa. Tutti gli
altri o non ti crederanno, o sono potenzialmente coinvolti”.

Alla fine, purtroppo, niente
ha potuto aiutarlo abbastanza. Nell’agosto del 2006 si è suicidato.

Ma, almeno per la giornata,
la manifestazione sta stimolando gli spiriti dei TI. Girard, in ciò
che per lui è un animo esuberante, prende il microfono. Una piccola
folla di turisti si riunisce di lato, ascoltando con interesse.
Con il Campidoglio che incombe alle sue spalle, raggiunge il crescendo
del suo discorso, chiamando i partecipanti a ricordare una cosa importante:
sono parte di una singola comunità.

“Ho sentito dire, ‘Non possiamo
andare da nessuna parte perché la storia di ognuno è differente’.
Siamo tutti uguali”, esplode Girard. “Avete conosciuto qualcuno
con il potere di assegnarvi al sistema dei campi di concentramento elettronico”.

Molte settimane dopo la manifestazione,
Girard compare con un reporter per un meeting al maestoso Mayflower
Hotel di Washington, dove ha soggiornato frequentemente durante i due
decenni in cui si è recato nella capitale per combattere il controllo
mentale. Gira con una sigaretta accesa, che mette via scusandosi dopo
che un dipendente dell’hotel gli dice che fumare non è più permesso.
Ha mezz’ora di ritardo – trattenuto, dice, da un incontro al senato.
Indossando una camicia e una cravatta con le iniziali ricamate, appare,
come sempre, serio e professionale.

Girard preferisce non menzionare
con chi si è incontrato al senato, oltre a dire che si trattava di
una persona appartenente allo staff del congresso. L’imbarazzo è probabilmente
un fattore: Girard ammette prontamente che la maggior parte della gente
che incontra, che vanno da studenti a politici, ignora le sue richieste
o lo bolla come lunatico.

Più tardi, la sua attenzione
è sul suo sito web, che vede come il culmine di quasi un quarto di
secolo di ricerca. Una volta completo, conterrà oltre 300 pagine di
documenti. Che altro? Forse si trasferirà in Francia (anche li ci sono
delle vittime) o forse infine il governo USA semplicemente lo ucciderà,
dice.

Frattanto, sta cercando la
dimostrazione assoluta che il governo abbia decodificato il cervello.
Il suo ultimo interesse è Lifelog, un progetto
fondato dal pentagono di cui ha letto su Wired News. L’articolo lo descriveva
in questo modo: “Il programma embrionale Lifelog riverserebbe in un
database gigante tutto ciò che un individuo fa: ogni mail spedita o
ricevuta, ogni foto scattata, ogni pagina web visitata, ogni telefonata,
ogni show televisivo guardato, ogni rivista letta. Tutto ciò – e
altro – verrebbe combinato con le informazioni estrapolate da una
varietà di fonti: un trasmettitore GPS per sorvegliare gli spostamenti
di quella persona, sensori audiovisivi per catturare per catturare ciò
che vede o dice, e monitor biomedici per tener traccia della salute
dell’individuo”.

Girard suggerisce che il governo,
usando tecnologie simili, abbia “catalogato” la sua vita negli ultimi
due anni – ogni immagine e suono (Evelyn Waugh, nel suo libro sul
controllo mentale, scrive della simile paura del suo personaggio che
i suoi torturatori stessero creando un file della sua intera vita).

Girard pensa che il governo
possa controllare i suoi movimenti, iniettare pensieri nella sua testa,
causargli dolore notte e giorno. Crede che morirà vittima del controllo
mentale.

C’è qualche ragione per essere
ottimisti?

Girard esita, quindi pone una
domanda retorica.

“Perché, nonostante tutto
ciò, perché sono la stessa persona? Perché sono Halran Girard?”

Nonostante tutte le sue angoscie,
siano esse il risultato di una malattia mentale o, come Girard sostiene,
del controllo mentale del governo, le voci non sono riuscite a conquistare
la cosa che lo rende ciò che è: chiamiamola la sua coscienza, il suo
intelletto o, forse, la sua anima.

“Ecco cosa ancora non hanno”,
dice. Dopo 22 anni, “Sono ancora me stesso”.

Sharon Weinberger è una giornalista di Washington, autrice di Imaginary Weapons: A Journey Through the Pentagon’s Scientific Underworld.

Sharon Weinberger
Fonte: http://www.washingtonpost.com/
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14.01.2007

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di STIMIATO

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