Si è giocata sabato 5 febbraio l’ultima partita della carriera del calciatore svizzero Michaël Perrier, 32 anni, centrocampista dello Stade Losanna. La partita della Challenge League (equivalente alla Serie B italiana) tra lo Stade Losanna (all’ottavo posto della classifica) e l’Aarau (seconda dietro la capolista Vaduz) si è conclusa 5 a 2 per l’Aarau.
Michaël Perrier aveva annunciato il ritiro a dicembre, dopo l’infarto e il coma dello scorso maggio pochi giorni dopo il vaccino covid. La stampa immediatamente scrisse che non c’era alcuna “correlazione”.
Il calciatore svizzero, che ha giocato anche nel Lugano, nel Bellinzona e nel Chiasso, ha rischiato la vita in uno dei momenti più felici, quando lui e la moglie non vedevano l’ora di avere tra le braccia la propria bambina.
Una vicenda che mette i brividi, perché racconta di come l’esistenza può cambiare da un momento all’altro. Perrier era coi compagni di squadra a passare un pomeriggio diverso, in go-kart. E mentre guidava, il suo cuore si è fermato. Qualcuno della squadra lo ha messo in posizione laterale, ha forse iniziato il massaggio cardiaco, mentre arrivava l’ambulanza. “Sono rinvenuto dopo ben cinque scariche di defibrillatore. Di norma, alla terza andata a vuoto non si persevera”, ha raccontato Perrier in seguito, che dell’accaduto non ricorda niente.
Ha passato tre giorni in coma.
“Chi ha sofferto è stata la mia famiglia ma io quel dolore non l’ho vissuto così intensamente, perché al momento del mio risveglio erano tutti talmente felici e contenti di vedermi in vita, che io non ho visto il loro dolore e la loro sofferenza. Posso però immaginare l’angoscia provata durante i giorni dell’incidente e del coma, in particolare da mia moglie, che allora era incinta di sei mesi”, aveva aggiunto.
Non si sapeva se si sarebbe risvegliato e se rischiasse danni permanenti. Per fortuna, tutto è andato bene, il calciatore ha iniziato il suo recupero e in settembre è nata Asia. Dopo un periodo ha ripreso a fare sport, ma tornare a giocare era pericoloso. Ha consultato due medici, che gli hanno confermato come rischiasse di affaticare il cuore ed è stata rilevata anche una leggera aritmia. Inizialmente credeva che l’infiammazione fosse dovuta al defibrillatore installato al momento dei soccorsi. Pochi giorni prima dell’incidente aveva ricevuto il vaccino covid.