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La Redazione

 

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Accordarsi col PD?! No grazie

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A cura di Rosanna
Il 23 Agosto 2019
1645 Views

DI ALESSANDRO GUARDAMAGNA

comedonchisciotte.org

Una carrellata sui rapporti fra M5S e PD come prologo sull’ultima proposta di accordo tra i due partiti per superare l’attuale crisi di governo fa emergere dal recente passato quanto segue:

14 Luglio 2013, Beppe Grillo attacca Matteo Renzi, “ebetino di Firenze in ginocchio dalla Merkel” – HuffPost

20 Ottobre 2014, Immigrazione, Grillo all’attacco: “Basta tabù, via i clandestini sui barconi. Rischio malattie” – Repubblica

6 Gennaio 2015, M5S, senatore Giarrusso: “Renzi andrebbe impiccato. La gente è molto arrabbiata” – Il Fatto Quotidiano

11 Febbraio 2016, Conflitto interessi, è scontro. M5s attacca: “Il Pd fa un regalo a Berlusconi” – Repubblica

9 Ottobre 2016, Migranti, M5s attacca Renzi: “Da quando c’è lui sbarchi in Italia triplicati” – Repubblica

16 Gennaio 2017, M5S contro Matteo Renzi, “assassino” dell’economia italiana. Luigi Di Maio: “Uomo voragine, dopo Firenze indebita l’Italia” – HuffPost

8 Giugno 2017, Di Maio (M5S): Debiti dell’Italia fatti da Renzi per le sue miserabili promesse elettorali – intervista a LA7

6 Dicembre 2017, Banche, Di Maio (M5s): “Renzi e Boschi? Hanno responsabilità enormi. Spero vengano accertate” – Il Fatto Quotidiano

4 Febbraio 2018, Il candidato premier per il Movimento 5 stelle attacca gli avversari, elencando sul blog i candidati del Pd e del centrodestra che sarebbero coinvolti in vicende giudiziarie. – Repubblica

16 Agosto 2018, Ponte Morandi, scontro M5s-Pd. Di Maio: “A noi Benetton non pagava campagne”. Renzi: “O è un bugiardo o uno sciacallo” – Repubblica

27 Marzo 2019, Di Maio: “Tacciono sul salario minimo e vogliono aumentare gli stipendi dei parlamentari”, Luigi Zanda: “Parole senza fondamento” – HuffPost

18 Luglio 2019, Di Maio al Pd: “Mai col partito di Bibbiano che toglie bimbi a famiglie”. I dem: “Quereliamo” – Il Fatto Quotidiano

Ora basterebbe che solo un decimo di quello che il MoV e Beppe Grillo hanno detto sul PD negli ultimi 6 anni fosse vero – e l’elenco si limita agli attacchi principali – per far capire a chiunque perché un partito che ha l’onestà e la trasparenza – dicunt – come capisaldi del proprio credo, col PD non dovrebbe allearsi mai. E questo non solo perché moralmente e politicamente ci va del gran coraggio, o forse un’enorme dose di assenza di vergogna, per pensare di coalizzarsi con un partito dopo averlo definito in tali termini, ma soprattutto perché il rischio reale è quello di confermare che per qualche poltrona il MoV sarebbe disposto, dopo gli exploit europei a supporto del piddino Sassoli e di Von Der Leyen, ad allearsi con Hitler redivivo adducendo come giustificazione che ha promesso di dare il reddito minimo garantito a tutti gli internati dei lager. Insomma prima voti per chiudere i porti e bloccare le ONG, cavallo di troia del neoliberismo mondiale che deve generare perpetui conflitti fra poveri con traffici di esseri umani attraverso il Mediterraneo, ed ora ti allei con i principali alfieri del buonismo pro-ONG made in Italy?

Certo, vi sono i cinque punti di Zingaretti su cui si dovrebbero intavolare le trattative… che sembrano fumo negli occhi tanto per dire “facciamo vedere che discutiamo di qualcosa”, mentre, diciamolo, l’unico interesse, la sola e unica molla che ha spronato gli esponenti del PD a lasciare le proprie dimore estive, cocktail alle feste programmate e risalire la via del Colle è il bisogno compulsivo di afferrare qualche poltrona foderata e collocarvi il posteriore. “Appartenenza leale all’Unione europea” indica Zingaretti?! Come se qualcuno avesse davvero bisogno di sentirsi dire che l’Italia non si chiama Ucraina o Ghana.

Renzi, dopo la sonora sconfitta elettorale del 4 Marzo 2018, disse chiaramente a chi gli chiedeva quali fossero i suoi impegni futuri, che si sarebbe dedicato a vedere il film mangiando popcorn seduto sul divano di casa, segno evidente della mancanza di idee e di interesse per la vita istituzionale dello stato italiano cui, a sentir lui, avrebbe dedicato la propria. Ha anche dovuto non mantenere la promessa solenne di ritirarsi dalla politica in caso al governo fosse andato il MoV, questo perché non poteva lasciare l’Italia in mano alla marmaglia Gialloverde. Peccato che poi i fatti abbiano dimostrato che la sua tenace opposizione al disastro in corso, in 14 mesi di governo si sia limitata al nulla.

Questo naturalmente a meno che non si considerino dei successi le manfrine, amplificate dall’abile compagno Martina, sul ritorno del fascio-razzismo dilagante che hanno avuto il loro apice col caso Osakue, l’atleta torinese di colore colpita sciaguratamente ad un occhio da un uovo lanciato da un’auto in corsa, subito dimenticato quando si scoprì che il responsabile era il figlio di un consigliere locale del PD. Ora Renzi si è risvegliato mosso da sicuro “amor di patria”, e dopo la sua visione del lungometraggio ha fatto scribacchiare una lista della spesa di articoli scaduti.

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Dati i presupposti, anche con tutta la buona volontà, è evidente che questo accordo o matrimonio di convenienza non “s’ha da fare”, se è vero che il Mov tiene al popolo italiano e vuole realizzare leggi importanti per quest’ultimo, come Di Maio ha dichiarato. Il capo politico del MoV pensa davvero di riuscire a tutelare i beni comuni… con un partito che vende e ha svenduto di tutto, dalle autostrade alla sovranità dello stato? A Riformare le banche… con chi affossa risparmiatori, ma vuole salvare i forzieri? Di lottare contro mafie e grandi evasori… insieme a chi dovrebbe mettere in galera e buttare via la chiave?

La realtà è che il PD è un partito manicomio che ha abbandonato da anni le lotte di rivendicazione per i diritti dei lavoratori e la protezione dei ceti meno abbienti, per asservirsi ad interessi affaristici nazionali e politiche di sponsor e privatizzazioni, dove tutto è business. Pensare di trattare col PD, preda di correnti che cambiano col cambiare dei tassi d’interesse, è un po’ come trattare con le milizie Libiche, come faceva osservare un articolo di Infosannio stamani: se non sei Lawrence d’Arabia o te le compri tutte per metterle d’accordo, o ti spari in testa e la fai finita. Con un simile interlocutore i cinque punti non significano niente e sono il correlativo oggettivo di quello che dichiarano molte candidate di Miss Italia alla domanda “Cosa vorresti?”, la cui immancabile risposta è “La pace nel mondo”.

Un raggiunto accordo non porterebbe da nessuna parte, se non al limite a sfasciare quel poco di buono tra RdC e decreto sicurezza che il governo M5S-Lega è riuscito a portare a termine. E per ricordare il rischio reale, basti pensare che l’incaricato PD della trattativa, Zingaretti, ha sottolineato come sia necessario rivedere la gestione dell’immigrazione clandestina che, nelle intenzioni del neoliberismo globale di cui il PD è il braccio politico in Italia, vuol dire stracciare il decreto sicurezza di Matteo Salvini e continuare a riempire l’Italia di frotte di immigrati clandestini e migranti economici, necessari ad alimentare le guerre fra poveri e tenere sottoterra il costo del lavoro, ad uso, consumo e vantaggio di lorsignori con l’approvazione della nobilissima UE.

A questo punto il MoV dovrebbe fare una scelta di coraggio e di coerenza e dimostrare che davvero non è interessato a poltrone – come sempre ha dichiarato Di Maio e contrariamente a quanto ha sottointeso Salvini parlando di accordo in atto da tempo fra M5S e PD – e non teme il voto. Deve rifiutare accordi capestro che lo impantanerebbero ed imporre le sue condizioni se ha la forza di farlo, visto che dalle elezioni 2018 uscì come primo partito. Diversamente è preferibile andare al voto, e se sconfitti dalle elezioni tornare all’opposizione, che il MoV sapeva fare molto bene, piuttosto che fingere di governare con chi ha massacrato Italia ed Italiani in nome di “solidarietà e democrazia” Pro-Domo propria.

Del resto è stato proprio lo stesso MoV a dirlo per anni.

 

Alessandro Guardamagna

Fonte: https://comedonchisciotte.org/

23/08/2019

 

 

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