DI RAMIN MAZAHERI
thesaker.is
Nelle prime ore del 21 aprile ero nel mio ufficio a Parigi, a soli 100 metri dai Campi Elisi, quando ho ricevuto una telefonata da un collega giornalista che mi ha parlato dell’attacco mortale contro i poliziotti.
Stavo lavorando alla mia ultima relazione sulle presidenziali francesi per l’iraniana Press TV.
Al momento della chiamata, avevo appena scritto questa frase:
“Due eventi dell’ultima settimana potrebbero spingere a destra gli elettori indecisi: un presunto piano di due terroristi per attaccare uno dei 3 principali candidati di destra e l’inizio sorprendentemente tempestivo di una causa giudiziaria che coinvolge 20 persone, accusate di far parte di una cellula terroristica nel 2012”.
Beh … come si può immaginare, ho dovuto aggiungere una terza grande sorpresa: il presunto attacco terroristico sull’Avenue des Champs-Élysées.
Il primo turno delle elezioni è tra due giorni – il 23 aprile – per cui siamo molto, molto chiari: il complesso industriale-militare-finanziario-mediatico non può accettare una vittoria del comunista Jean-Luc Mélenchon.
Sarebbero pronti a tutto pur di impedirlo.
Sappiamo che i governi commettono assassinii. Sappiamo che mandano a morte certa i propri soldati per raggiungere obiettivi ingiusti. L’omicidio di questo poliziotto ricorda molti quello di Jo Cox in vista del voto sulla Brexit.
Questo attacco avrà sicuramente ripercussioni politiche.
La tensione è alta, quattro candidati sono praticamente appaiati.
Ma a volte anche i sondaggi si rivelano inutili, perché gli indecisi sono oltre il 30%.
Ho usato la frase “l’unica certezza è l’incertezza” almeno una mezza dozzina di volte nelle mie relazioni dell’ultima settimana, perché è davvero così.
Una sola cosa è certa: tutte le tre “sorprese” di questa settimana – che hanno spinto il terrorismo, la xenofobia, l’insicurezza, la paura e l’odio in cima ai titoli – non beneficiano sicuramente Mélenchon.
Il complesso industriale-militare-finanziario-mediatico vuole veder vincere Macron o Filllon. Entrambi sono una continuazione di Sarkozy e Hollande: austerità, globalizzazione, razzismo, interventismo in politica estera, cannibalizzazione dei membri più deboli dell’Eurozona.
Il complesso potrebbe anche accettare una vittoria della Le Pen, anche se anche lei promette misure anti-sistema ed anti-Bruxelles su Frexit, NATO, Euro, ecc. Addirittura va ancora oltre, promettendo di obbligare ad avere un visto anche gli immigrati dall’area Schengen, il che danneggerebbe le tasche di molti capitalisti.
Il 60% dei poliziotti voterà FN, per cui quest’ultimo attacco potrebbe avvantaggiarla.
Ma le élites non possono permettere l’ascesa di un candidato di sinistra in alcun paese, non importa quanto piccolo.
Figuriamoci per la Francia, quinta forza economica del mondo.
I francesi dicono “una volta non fa abitudine”, ma tre volte in una settimana?
Ovviamente non ho prove, ma il tempismo della “scoperta” di cellule terroristiche a Marsiglia e degli attacchi terroristici agli Champs-Élysées li faranno apparire operazioni false-flag.
O forse è tutta una coincidenza? Sono un giornalista – ho bisogno di fatti. Ho bisogno di esaminare tutti gli angoli: d’altronde anche le coincidenze esistono.
La Francia è vittima di terrorismo durante la campagna elettorale, come le autorità hanno più volte detto? Ci hanno certamente preparato a questa possibilità con annunci del genere.
Il processo contro i 20 terroristi è iniziato 3 giorni prima del voto: un’altra coincidenza? I tribunali non decidono queste date tirando a caso.
Quel che è sicuro è che il governo occulto sta amplificando questi 3 eventi per aiutare i propri 3 candidati prescelti.
Perché ciò che non vogliono è una discussione seria dei problemi che toccano tutti i cittadini francesi.
Rapidamente: disoccupazione record, austerità, ristagno economico, stato di emergenza, più di 2.000 arresti di dimostranti democratici lo scorso anno, rivolte di piazza.
Potrei continuare, ma è passata mezzanotte e devo terminare la mia relazione per Press TV, poi fare un’intervista alle 2. Benvenuti nel mondo del giornalismo!
Tutti gli altri hanno già fatto la loro disinformazione quotidiana. Tutti quegli elettori che si trovano nel loro letto, chiedendosi per chi voteranno e probabilmente chiedendosi se un altro assassino è riuscito a scappare dagli Champs-Élysées. La notizia circolava un’ora fa, ma ad un certo punto uno deve spegnerla la TV.
Non chiamo “deboli” i 16 milioni di indecisi – dico solo che non sono interessati alla politica. Come si può essere ancora indecisi a 2 giorni dall’elezione quando hai 4 candidati così diversi? Semplice – non stai prestando molta attenzione.
Non li biasimo, neanch’io avrei ascoltato questi candidati se non mi pagassero per farlo. Io sono interessato alla politica, ma molti no, non hanno tempo.
Ma sono queste persone – l’enorme 30% – che potrebbero lasciarsi influenzare da questi tre eventi.
Anche il tasso di astensione sarà un fattore importante, dovrebbe superare il record del 28% nel 2002. È il motivo per cui Jean-Marie Le Pen è andato al secondo turno allora – i suoi elettori di destra sono usciti a votare mentre i disinteressati sono rimasti a casa.
Questi 3 eventi influenzano non solo l’indeciso, ma anche l’elettore pigro di destra.
Per i poliziotti e l’establishment, tutto molto bene
Tranne che per Hollande – che ingenuo. Sta parlando in diretta giusto ora. A meno che non si stia scusando, non voglio sentirlo.
Nessuno vuole sentirlo, ecco perché non è neanche in gara. Il candidato del suo Partito Socialista è sceso all’8% – non potrebbe nemmeno fare il 5% ed ottenere il rimborso per la campagna elettorale: disperderà il voto di sinistra e probabilmente rovinerà le chance di Mélenchon.
Hollande non ha nemmeno sostenuto il candidato del proprio partito – ha sostenuto indirettamente Macron, già suo ministro.
E ora Macron è in testa, i francesi gli credono. Molti invece non credono al fatto che forse siano avvenute delle false-flag.
Gli elicotteri si sono fermati ora – deve essere terribile stare in Palestina e sentirli regolarmente. O nei ghetti di Los Angeles.
L’ISIS ha appena rivendicato gli attacchi, leggo ora.
Se invece l’avesse fatto Al-Nusra (affiliata siriana di Al-Qaeda), la false-flag sarebbe stata più credibile? Dopo tutto, nel 2012 il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius, ne ha parlato bene: “stanno facendo cose positive sul terreno”.
E per questo Fabius è stato querelato dai siriani – è piuttosto ovvio perché: “difendere il terrorismo” è illegale in Francia. Proprio ciò che ha fatto Fabius.
Fatemi sapere quando il caso sarà finito, nel 2032. Ovviamente, se sei un giovane musulmano in Francia e sei accusato di “difendere il terrorismo” allora devi passare tra le forche del sistema: accusa, processo, prigione entro pochi giorni. Hanno condannato malati mentali, ubriachi, ma soprattutto musulmani.
Sto andando fuori tema, sto parlando di cose che toccano la gente comune. La priorità è il terrorismo, sempre il terrorismo, giusto?
Sì, se fosse stata Al-Nusra, forse l’idea di false-flag avrebbe avuto maggior forza. Peccato sia stato l’ISIS – per chi non lo sapesse, i due gruppi sono nemici. Che peccato, nessuna storia…
L’unico candidato che finirà lo stato d’emergenza è, avete indovinato, Jean-Luc Mélenchon. Se i francesi amassero veramente il motto “Liberté, Égalité, Fraternité” lo voterebbero solo per quello…
3 “sorprese”, ma solo 3 fatti da ricordare
Il fatto più importante – e ho anche pensato di iniziare l’articolo con questo fatto – è che, a quanto pare, ogni terrorista in Francia dal 2012 ha citato le ingerenze francesi nei paesi altrui come motivazione per il terrorismo. Non è colpa dell’Islam o della jihad – è l’interventismo in politica e le sue motivazioni ovviamente capitalistiche.
In secondo luogo, l’establishment vuole – soprattutto – evitare discussioni sul capitalismo e sulla sua inefficacia.
Terzo, questi attacchi semplicemente non sono importanti.
Non importa chi li abbia fatti o perché, semplicemente non sono importanti in questo momento. Che sia stato il governo o l’ISIS, i cittadini devono esprimere un voto intelligente, non emotivo.
Per gli indecisi: fino ad ora non avete ancora maturato un impegno politico, questo è un buon momento per iniziare a farlo.
Ramin Mazaheri è il principale corrispondente a Parigi per Press TV. Vive in Francia dal 2009, è stato giornalista di alcuni quotidiani in USA ed è stato corrispondente dall’Iran, Cuba, Egitto, Tunisia e Corea. I suoi lavori sono stati pubblicati su varie riviste e siti web, ha collaborato anche con radio e televisioni.
Fonte: https://thesaker.is
Link: https://thesaker.is/champs-elysees-attack-perfect-timing-for-some/
21.04.2017
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di HMG