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La Redazione

 

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2007: IL GRANDE CROLLO DELL'EDILIZIA ABITATIVA

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A cura di God
Il 8 Settembre 2006
81 Views

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Dissident Voice

I diagrammi del mese confermano che la cosiddetta “bolla dell’edilizia abitativa” (housing bubble) non solo è reale, ma si va sgonfiando più in fretta di quanto si potesse immaginare. Come riportato dal britannico The Guardian un paio di giorni fa, “la graduale flessione dell’edilizia abitativa prevista dalla Federal Reserve si trasformerà (presto) in una caduta distruttiva”.

Tutti gli indicatori sono infatti puntati nella direzione sbagliata. La fiducia dei consumatori è bassa, l’inventario sovrastimato di una decina d’anni ed il numero di abitazioni vendute nel mese di luglio è stato del 22% inferiore a quello dell’ultimo anno. Come ha affermato Paul Ashworth, principale
economista del Capital Economics, “Le cose sembrano andare molto rapidamente di male in peggio. Caduta libera è una parola grossa, ma penso sia adeguata a descrivere la situazione”. (The Guardian, 27 agosto 2006).La bolla dell’edilizia abitativa è un bubbone azionario (equity balloon) da 10.000 miliardi di dollari che esploderà prima o poi nel 2007, quando oltre 10 miliardi di dollari di finanziamenti a tasso variabile, senza interessi e senza anticipo si azzereranno, ponendo le basi per una svalutazione di massa delle case, di espropri e disoccupazione. (“Secondo alcune stime, queste attività edilizie contribuiscono per oltre il 40% dell’intera occupazione creata negli Usa a partire dal 2001”, Times Online, 29 agosto 2006). La caduta delle vendite nel mese di luglio rappresenta solo il primo segnale di una
caduta di vaste proporzioni. Il peggio deve ancora venire.

La responsabilità di questo crollo imminente pesa interamente sulla Federal Reserve, la collezione privata delle 10 banche centrali che ha architettato un modo per spostare ricchezza da una classe all’altra attraverso bassi tassi d’interesse.

Suona pazzesco?

Ebbene, proprio come tassi d’interesse elevati tendono a rallentare l’economia, bassi tassi d’interesse hanno l’effetto esattamente opposto di stimolarla incrementando la spesa. E’ tutto piuttosto chiaro.

Quando il mercato azionario scese in picchiata nel 2000, la Fed abbassò i tassi ben 17 volte fino ad un incredibile 1% per mantenere scoppiettante l’economia mentre l’amministrazione Bush trascinava il paese in guerra, sperperando 450 miliardi di dollari all’anno in tagli fiscali e dispensando un’infinità di contratti non vincolati ai suoi compari del grande business. In totale, le sovvenzioni di Bush sono ammontate a 3 miliardi di dollari, la più grande rapina della storia, passata sotto il naso della torpida opinione pubblica statunitense.

Nello stesso tempo, i debiti e i deficit degli Stati Uniti hanno continuato a crescere come funghi, parati dietro la cortina di fumo dei bassi tassi d’interesse.

Invece di far fronte alla recessione, che avrebbe dovuto seguito il crollo del mercato azionario, la Fed ha scelto di aumentare l’offerta di denaro (raddoppiata negli ultimi sette anni) e di abbassare le garanzie necessarie per l’accesso ai mutui. (Ho letto recentemente che il 90% dei compratori di una prima casa non solo mente sulla propria domanda di mutuo, ma il 50% di questi afferma di guadagnare il doppio di quanto guadagna in realtà. Le domande non sono soggette ad alcun controllo incrociato con le dichiarazioni fiscali). Ora, decine di migliaia di Statunitensi vivono in
abitazioni da 400.000 e 500.000 $ senza avere investito in esse una lira di azioni e con mutui destinati ad aumentare drammaticamente nel 2007 (molti dei pagamenti mensili raddoppieranno).

Ebbene, perché dovremmo accusare la Fed alle proprie responsabilità per lo sconsiderato
ed irresponsabile comportamento tenuto dalla media dei proprietari di case?

Beh, perché la Fed sa molto bene e in ogni momento quali gli effetti della sua politica di “denaro facile”.

Prima di tutto, la Fed sapeva perfettamente dove stesse andando il denaro. Alan Greenspan ha sostenuto il nuovo spregevole sistema dei prestiti che mette centinaia di miliardi di dollari nelle mani di quanti mai avrebbero dovuto essere qualificati all’accesso di un mutuo. Gente destinata al fallimento proprio come le vittime dell’imbroglio del mercato azionario che svendeva i loro risparmi di una vita nel NASDAQ quando i PE (*) venivano lanciati ad altezze stratosferiche.

Secondo, la Fed sa bene che i salari sono effettivamente diminuiti (2,3%) da quando Bush ha preso servizio, quindi sa che l’aumento vertiginoso del valore degli immobili è stato assunto interamente sulla base del debito e non della ricchezza reale. In altre parole, il valore delle case è aumentato a
causa della disponibilità di denaro a basso costo, il che inevitabilmente determina una frenesia d’acquisto. Ciò non ha nulla a che fare con la domanda reale o con la crescita dei salari.

E terzo, stando ai dati della stessa Fed, “la quantità totale di beni relativi all’edilizia residenziale negli Usa è praticamente raddoppiata tra il 1999 e il 2006, da 10,4 miliardi a 20,4 miliardi di dollari”.

FINO A 10 MILIARDI DI DOLLARI IN 7 ANNI! E’ questa la definizione appropriata di un enorme mostro assassino dell’economia azionaria. In altre parole, la Fed conosceva le dimensioni effettive della bolla e ha scelto di indirizzarla verso il più vicino iceberg senza avvertire il pubblico.

Questo è quanto Greenspan ha definito “una sciocchezzuola”.

Non c’è alcuna crescita reale dell’economia statunitense. Immaginate. Lo scorso anno gli Statunitensi hanno risparmiato meno dello 0% del loro salario netto mentre prendevano in prestito un colossale 600 miliardi di dollari dalle loro azioni edilizie per sputtanarselo in una folle spesa al consumo. Una volta che i prezzi delle abitazioni cominceranno a scendere, che questi 600 miliardi di dollari si saranno volatilizzati, il PIL reale si affloscerà e l’economia diventerà una linea piatta (la spesa al consumo è pari al 70% del PIL).

Il piano della Federal Reserve è così semplice che non dovremmo nobilitarlo definendolo una cospirazione. E’ semplicemente una questione di ipnotizzare le masse con bassi tassi d’interesse mentre miliardi di dollari di ricchezza reale vengono stornati verso i pezzi grossi delle aziende e i plutocrati statunitensi.

Potrà non essere una scienza infallibile, ma ha funzionato come abbaglio.

Ora la trappola è scattata, il paese è completamente al verde, e tutte le leve sono a posto per uno stato di polizia. Non appena la mongolfiera edilizia precipiterà al suolo, i nuovi centri di detenzione della Halliburton saranno pronti e funzionanti, la Guardia Nazionale sarà sotto il controllo di Rummy e le Fed potranno spiarci qualsiasi telefonata faremo.

Il cappio incomincia a stringersi.

New Orleans è stata solo una prova generale del nuovo ordine mondiale — 300 milioni di Statunitensi ridotti ad una povertà opprimente mentre l’economia esplode in una cortina di fuoco.

Mike Whitney vive nello Stato di Washington, e può essere contattato a
[email protected]

Mike Whitney
Fonte: http://www.dissidentvoice.org/
Link: http://www.dissidentvoice.org/Sept06/Whitney01.htm
01.09.2006

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di PAOLA CAPOZZI

Nota di Manrico Toschi

PE (Price Earning): Traducibile con “guadagno di capitale atteso sugli investimenti azionari”. In sostanza funziona così: si investe comprando un certo numero di azioni con la convinzione che gli utili, dopo un certo periodo di tempo, coprano l’ investimento lasciando un margine di guadagno atteso. Più precisamente è il rapporto tra il prezzo dei titoli al momento della quotazione e l’utile atteso (dove per atteso vuol dire che ci si aspetta sarà almeno uguale all’ultimo utile distribuito).

Vedi Enron, Parmalt, Dotcom etc. Falsificavano i bilanci facendo credere a chi investiva nelle loro azioni che alla prossima distribuzione dell’utile gli azionisti avrebbero sicuramente guadagnato.

Quando dice “i PE venivano lanciati ad altezze stratosferiche” si riferisce proprio al gonfiarsi dei PE. Più sono alti, più la gente è invogliata ad investirci i proprio risparmi con il miraggio di alti profitti… finché poi rimane fregata.

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