1944, rivolta a Volos: soldati tedeschi si uniscono alla resistenza greca

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Con questa rubrica CDC vuole sfuggire all’eterno presente imposto dalla propaganda mainstream e guardarsi indietro, senza filtri. Per non dimenticare, ma per ricordare che Oggi è figlio di Ieri, e che ciò influenzerà inevitabilmente il nostro Domani.

Siamo onorati di pubblicare testimonianze di sofferenza e di estremo sacrificio, atti di eroismo e di umanità capaci di rimanere indelebili in eterno.

Se le guerre, le crisi, arrivano sempre dall’alto quali tragici motori della Storia, gli uomini sono stati e saranno sempre capaci anche di atti di resistenza, di rivoluzione e di grande umanità.

Ciò che state per leggere è frutto di una appassionata e incessante ricerca per la giustizia, perché il dovere della memoria (e delle sue verità) è forse più importante del verdetto dei tribunali, inclusi quelli mediatici e accademici.

Lo scrittore e ricercatore indipendente Charalampos Alexandrou (autore anche di un saggio – pubblicato in Grecia – riguardante la Divisione italiana “Pinerolo” dopo l’8 Settembre 1943 in terra ellenica) –  intervistato dalla grande giornalista greca Katerina Rovva – è riuscito a documentare un atto di amore universale, che poi è, o dovrebbe essere, la convivenza fra gli Uomini, in questo mondo.

1944, rivolta a Volos: soldati tedeschi si uniscono alla resistenza greca

L’incredibile storia dei disertori della Wehrmacht passati alla Resistenza

Di Katerina Rovva, TA NEA

La storia sconosciuta dei disertori della Wehrmacht, soldati passati nelle file della Resistenza durante l’Occupazione, viene portata alla luce per la prima volta dall’investigazione di un ricercatore greco negli archivi tedeschi.

La ricerca di Charalampos Alexandrou rivela nomi, fatti, testimonianze commoventi e pagine sconosciute, come il piano di rivolta per la liberazione di Volos da parte dei disertori della Wehrmacht nel settembre del 1944.

In Grecia, più di 200 soldati tedeschi furono fucilati dalle SS per tradimento, fra loro figure luminose come Heinz Steyer, che prima di morire gridò davanti al plotone d’esecuzione: “A nessuno piace morire, ma io muoio per la libertà della Germania e della Grecia, questo è il mio onore”.

I “Wehrunwürdig” (Gli Indegni al servizio militare)

Avendo scovato negli archivi di Berlino e di Freiburg i telegrammi del commando tedesco ed un fascicolo di parecchie pagine riguardante un ufficiale, Charalampos Alexandrou spiega al giornale TA NEA che la maggior parte dei disertori erano antifascisti, comunisti o socialdemocratici, che avevano svolto attività politica prima della guerra. Erano stati incarcerati e etichettati come “wehrunwürdig”, cioè indegni al servizio militare. Però le enormi perdite sofferte dalla macchina da guerra nazista sul fronte orientale, avevano condotto, nell’ottobre 1942, alla formazione della “Divisione Africana 999”, la quale era composta da persone “non gradite”: antifascisti e detenuti penali.

Dopo un addestramento speciale in un accampamento a Baden, gli “indegni” furono mandati in Africa, da lì in Grecia e in Jugoslavia. Certi erano così “induriti e sfacciati”, racconta il ricercatore, “che quando gli si chiedeva di fare un lavoro prima di partire per la Grecia rispondevano scherzando: “Scusa, addesso ho altro da fare, devo partire per il comando dei partigiani”.

A partire dall’aprile 1944, l’ELAS (Esercito Popolare di Liberazione Nazionale) ha cercato sistematicamente di attirare soldati dei “battaglioni disciplinari” distribuendo volantini nei loro accampamenti e tramite appelli di ex-soldati della Wehrmacht pubblicati nel giornale “Grecia Libera”. Molti hanno risposto e collaborato con la Resistenza. Tra loro alcuni alti ufficiali, come il vice capitano di porto di Volos Otto Engel, che era anche un informatore dei servizi segreti dell’ ELAS.

L’operazione a Volos

In Grecia, la maggior parte dei soldati tedeschi che ha disertato, si è materializzata nella prefettura di Volos, in Magnesia”, dice il sig. Alexandrou. “Nel 54° Regimento ELAS c’erano 123 disertori: ufficiali  di ogni grado, tedeschi e austriaci, ma in realtà erano parecchie centinaia in tutto il Paese. Solo nelle file dell’ELAS, nell’estate del 1944, ce n’erano 600”. Nomi e curricula di 94 disertori tedeschi presenti in Magnesia sono inclusi – insieme agli altri documenti della sua ricerca – nel suo recente libro intitolato “Disertori della Wehrmacht al 54° Regimento dell’ ELAS-Il XXI/999 Battaglione Penale in Magnesia”.

Per la prima volta, attraverso i racconti dei disertori, viene descritto il piano di rivolta di decine di soldati tedeschi appartenenti al 21° battaglione della Divisione 999, a Volos nel settembre 1944. In collaborazione con l’ELAS, dovevano tentare un attacco alla guarnigione e liberare la città. L’operazione fu tradita, alcuni furono fucilati sul posto, altri scapparono. “Sedici ore di paura, stavamo vagando nella terra di nessuno” scrisse più tardi Willi Schrade, uno dei capi dei disertori tedeschi in Magnesia, descrivendo una disperata marcia di 30 kilometri tra Agria e Ano Kerasia. “Tiravano avanti come ciechi verso l’ignoto” racconta il sig. Alexandrou, che oggi è presidente del Centro di Storia e Cultura di Kerasia. Arrivando al paese furono testimoni di quelle che sembravano vere e proprie scene da film: “Gli abitanti ci guardavano perplessi e sbalorditi. Ma bastarono poche frasi, perchè la perplessità si trasformasse in entusiasmo. Dovemmo quasi difenderci contro i loro saluti così calorosi. Uomini, donne, giovani e vecchi ci avevano circondato e poco dopo si era radunato tutto il paese”, scriveva Schrade. “Mi sentivo travolto dal loro incontenibile entusiasmo e dalla grande simpatia nei nostri riguardi. Non avrei mai potuto immaginare una accoglienza simile. Ovunque, intorno a noi, c’erano rovine e finestre sfondate, testimoni silenziosi del dolore inflitto a questo piccolo popolo coraggioso dall’esercito di Hitler. E questo popolo adesso ci acclamava, senza essere infastidito dalle nostri uniformi, che non erano diverse da quelle dei loro aguzzini. Per nulla differenti? No, in qualcosa lo erano: mancavano gli avvoltoi con le svastiche. Erano state abbandonate molte ore prima, nella polvere della terra greca… “.

Dopo la Liberazione

I disertori si unirono al 54° Regimento dell’ELAS e combatterono accanto ai partigiani. Sono rimasti a Volos fino ai primi di dicembre facendo uscire il settimanale “Aletheia” (Verità), distribuito nel campo dei prigionieri tedeschi. Ma i loro guai non finirono con la Liberazione. Alcuni trovarono la morte durante il ritorno, altri riuscirono, tra prigionie e sofferenze, a tornare nella loro patria distrutta, dove furono spesso accolti con ostilità. Tipico è il caso di Ludwig Gehm, capo dei disertori della Magnesia.Tornato al suo paese era guardato male, con diffidenza. Così dovette dire che era stato fatto prigioniero e che non era stato avverso al regime. Aspettò parecchi anni prima di rivelare ciò che aveva fatto davvero”.

Gehm, Schrade, Bartz, Reinhardt e altri centinaia, hanno potuto onorare la Storia dell’Uomo. Hanno combattuto il fascismo spaccando le catene della paura e quelle di un falso patriottismo.

Questi momenti unici li hanno dovuti vivere in un piccolo angolo della Terra, 2.330 kilometri lontano da casa. E coloro che sono sopravissuti, li hanno raccontati con i colori più vividi e luminosi, fino ai loro ultimi giorni: “Ho detto addio ai miei compagni greci” scriveva Schrade, “addio a questo popolo, che non solo ha saputo combattere coraggiosamente, ma si è anche donato con passione ai suoi veri amici”.

Di Katerina Rovva, TA NEA

La ricerca indipendente dello scrittore e saggista greco Charalampos Alexandrou, “Disertori della Wehrmacht al 54° Regimento dell’ ELAS-Il XXI/999 Battaglione Penale in Magnesia”, 2020

Traduzione di Jorgos Malfas per ComeDonChisciotte.org

FONTE ORIGINALE: https://www.in.gr/2021/02/08/life/stories/germaniki-katoxi-oi-stratiotes-tis-vermaxt-pou-prosxorisan-stin-antistasi/

Pubblicato da Jacopo Brogi per ComeDonChisciotte.org

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