Uno studio sostiene che le persone non vaccinate hanno maggiori probabilità di essere spericolate e di causare incidenti stradali

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Tyler Durden

zerohedge.com

Un nuovo studio pubblicato questo mese dai membri della Facoltà di Medicina Temerty dell’Università di Toronto, in Canada, sostiene, in modo bizzarro, che non essere vaccinati [contro la Covid] è un possibile indicatore di spericolatezza e di comportamento a rischio.  Gli autori, Donald A. Redelmeier, MD, Jonathan Wang, MMASc, e Deva Thiruchelvam, Msc, sostengono che i dati relativi agli incidenti stradali che comportano uno o più ricoveri ospedalieri per lesioni mostrano una correlazione con lo stato di vaccinazione dei guidatori.

Non sorprende che le fonti dei dati utilizzati nello studio supportino fortemente la premessa originale. Ma ci arriveremo tra un attimo…
La prima domanda che ci si può porre è: perché mai qualcuno dovrebbe intraprendere uno studio del genere? La motivazione appare incomprensibile e richiede un paio di presupposti iniziali: che le persone non vaccinate siano un gruppo monolitico che condivide le stesse motivazioni psicologiche e che questi motivazioni siano pericolose. Senza questi presupposti, non certo imparziali, è improbabile che un gruppo di medici possa essere motivato a condurre uno studio del genere.

Naturalmente, premesse strane non sono necessariamente la prova di conclusioni truccate. Passiamo quindi alle motivazioni.

Gli autori dello studio sono tutti membri della Facoltà Temerty dell’Università di Toronto e del Sunnybrooke Health Sciences Centre. Questa facoltà e questa sezione dell’università erano state finanziate nel 2020 con una sovvenzione di 250 milioni di dollari da James C. Temerty e dalla Temerty Foundation; si era trattato della più grande donazione nella storia del Canada. Il denaro era stato destinato a diverse aree specialistiche dell’università, ma una parte consistente era andata direttamente ai progetti di ricerca sulla Covid-19.

Chi è James Temerty? È un cittadino canadese di origine ucraina, fondatore della Northland Power, ma il suo obiettivo principale sembra essere la sua fondazione no-profit. Fa anche parte del comitato consultivo del Consiglio Atlantico, un think-tank globalista di Washington DC che promuove molti degli obiettivi ideologici del Forum Economico Mondiale. Infatti, i membri del Consiglio Atlantico sono spesso invitati a parlare alle riunioni del WEF e, diversi anni fa, Klaus Schwab in persona era stato il primo ad essere insignito del “Global Citizen Award,”  l’onorificenza del Consiglio Atlantico.

Il comitato consultivo del Consiglio Atlantico è un lungo elenco di élite globali e dirigenti d’impresa. In passato l’istituzione aveva avuto anche legami con Charles Koch, anche se, a quanto pare, questa relazione è terminata.

Qualcuno dell’industria dei vaccini e di Big Pharma ha una stretta relazione con il Consiglio Atlantico? Certamente. Per esempio  Albert Bourla, presidente e amministratore delegato di Pfizer. Bourla è spesso invitato a parlare agli eventi del Consiglio Atlantico e, proprio l’anno scorso, era stato insignito del Global Citizen Award del Consiglio.

Come molti sanno, la metodologia dei think tank globalisti consiste nell’utilizzare la filantropia (grandi somme di denaro deducibili dalle tasse) come mezzo per controllare la società influenzando (o corrompendo) il 10% superiore della classe professionale/accademica.

Se si riesce a comprare le persone che gestiscono le università, quelle in giacca e cravatta e quelle che indossano il camice da laboratorio, allora si controlla la narrativa e il restante 90% della gente che, semplicemente, “si rimette parere degli esperti” senza fare nessuna ricerca. La Fondazione Temerty ha chiaramente un alto livello di influenza sull’Università di Toronto e sulla sua ala medica, e James Temerty fa parte del comitato consultivo di un’istituzione globalista che ha sostenuto in modo aggressivo la narrativa della Pfizer sugli obblighi di vaccinazione.

Qualsiasi studio basato sui vaccini finanziato da membri del Consiglio Atlantico dovrebbe essere immediatamente considerato sospetto.

Ma che dire della scienza in sé? Come ha fatto la Facoltà Temerty a giungere alla conclusione che il non essere vaccinati contro la Covid è indice di un comportamento sconsiderato? Dove hanno preso i dati sulle vaccinazioni? Dove hanno preso i dati sul traffico? Come hanno collegato il tutto?

Lo studio sostiene di aver sviluppato i propri punti di riferimento utilizzando identificatori criptati provenienti dai registri governativi ufficiali. In altre parole, hanno sfruttato i dati medici privati registrati dal governo canadese. Incrociando lo stato di vaccinazione con gli incidenti stradali gravi, il gruppo afferma che i non vaccinati hanno il 72% di probabilità in più di danneggiare se stessi o gli altri durante un incidente stradale.

Da un punto di vista scientifico ci sono due problemi immediatamente evidenti:

Primo, il gruppo ammette che [nello studio] una porzione molto ampia di persone non vaccinate era costituita da giovani, di età compresa tra i 18 e i 39 anni. Questo ha perfettamente senso, perché la stragrande maggioranza dei giovani è a rischio quasi nullo di mortalità da Covid. Il tasso mediano di mortalità per infezione da Covid è un minuscolo 0,23% e, più si è giovani, più l’IFR si riduce. Perché dovrebbero assumere un vaccino per un virus che non rappresenta una minaccia per la loro fascia d’età e che comunque non previene la trasmissione?

Ma, oltre a questo, i più giovani hanno anche una probabilità statisticamente maggiore di avere incidenti automobilistici in virtù dell’età, dell’inesperienza e del comportamento più spericolato.Gli adolescenti sono noti per gli incidenti d’auto, e le compagnie assicurative considerano le persone di età compresa tra i 25 e i 34 anni come i conducenti più pericolosi in circolazione. Questa fascia d’età, gurda caso, costituisce la maggior parte del campione non vaccinato nello studio della Facoltà Temerty.

In altre parole, lo studio, nel tentativo di sostenere la tesi della pericolosità dei non vaccinati, sembra ignorare il fattore età. Forse il loro stato vaccinale non ha nulla a che fare con il loro comportamento a rischio e la loro giovane età è la vera causa? Quale delle due ipotesi è più probabile, date le circostanze?

In secondo luogo, un altro problema dello studio è la totale mancanza di una revisione paritaria e l’impossibilità di un’analisi indipendente dei dati principali. Il gruppo sostiene di aver utilizzato dati medici governativi criptati e non disponibili al pubblico (piuttosto comodo, vero?). Anche se alcuni funzionari governativi potrebbero essere in grado di ottenere un accesso rapido, non c’è modo per il pubblico in generale di esaminare questi dati per controllare se le affermazioni dei ricercatori sono accurate o se lo studio è truccato. Potrebbero, francamente, dire tutto quello che vogliono sul fatto che i non vaccinati sono pericolosi e nessuno sarebbe in grado di smentirlo.

Forse tra un paio d’anni lo studio sarà sfatato, ma, come nella maggior parte dei casi di scienza dubbia e potenzialmente motivata politicamente, nella mente della gente rimarranno impressi i titoli dei giornali, mentre nessuno farà caso alle ritrattazioni.

Ma quale sarebbe il motivo per ingigantire questo tipo di studi se non quello di cercare di mettere in cattiva luce i non vaccinati? Consideriamo la possibilità di fare leva sulle assicurazioni.

La maggior parte delle persone è obbligata per legge ad avere un’assicurazione di un tipo o di un altro, compresa l’assicurazione auto, e i premi che devono pagare si basano sulla determinazione del rischio da parte di una compagnia (o del governo). Immaginate se le vostre tariffe assicurative  andassero alle stelle perché non siete vaccinati e siete considerati ad alto rischio. Questo è probabilmente lo scopo principale di studi come quello di Toronto.

Punire i non vaccinati istituzionalizzando lo stato vaccinale in ogni aspetto della vita, comprese le assicurazioni auto, le assicurazioni sanitarie, le assicurazioni sulla vita, le assicurazioni sulla casa, le assicurazioni aziendali, ecc. Un altro punto di forza sarebbe il credito. Molti prestiti bancari si basano anche sul concetto di basso rischio, ma, se non siete vaccinati e siete etichettati come ad alto rischio nella vita e nelle finanze, in futuro potreste vedervi negato l’accesso al credito.

La strategia di base è questa: far pagare costi elevati ai non vaccinati per costringerli a mettersi in regola, riducendone lentamente di numero. Queste persone non si arrenderanno facilmente e, dal momento che la via diretta della tirannia medica è fallita, hanno deciso di ricorrere ad un’astuzia indiretta per ottenere ciò che vogliono.

Tyler Durden

Fonte: zerohedge.com
Link: https://www.zerohedge.com/covid-19/study-claims-unvaccinated-people-more-likely-be-reckless-cause-traffic-accidents
16.12.2022
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

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