Di Tiziano Tanari per ComeDonChisciotte.org
Ci raccontano da anni che l’Italia, una piccola nazione al centro del Mediterraneo, da sola, non riuscirebbe a competere nei mercati internazionali dominati dai grandi player economici come USA, Cina, India. La stessa illusione l’hanno inculcata anche agli altri Paesi Europei creando un feticcio che, ad oggi, dopo oltre vent’anni, si sta dimostrando il più fallimentare dei sistemi. Analizzeremo i quattro aspetti più importanti, ma non i soli, che delineano gli aspetti strutturali di un’impalcatura che sta diventando sempre più insostenibile: economico, politico, geopolitico e culturale.
-ECONOMIA-
Il modello economico imposto dai Trattati di Maastricht, quello liberista, impone alcuni dogmi imprescindibili: Rapporto Debito/Pil che tenda verso il 60% (vedi Fiscal Compact); massimo deficit di bilancio consentito, tranne eventi particolari, sotto il 3%; tendenza al pareggio di bilancio necessario per mantenere i “conti in ordine”. Questi obiettivi devono essere raggiunti secondo percorsi imposti che implicano, quasi sempre, un contenimento della spesa pubblica, una sempre più leggera presenza nell’economia da parte dello Stato, massima privatizzazione degli assets pubblici e contenimento dei salari, in una parola: austerità, perenne, costante, distruttiva.
Adesso proveremo a spiegare perchè questa strategia economica non può tecnicamente permettere nessuna ripresa economica anche se questi sono i parametri che i Mercati ci impongono per acquistare i nostri Titoli di Stato, l’unica fonte di finanziamento a cui possiamo attingere non avendo una Banca Centrale, nel nostro caso la BCE, che possa finanziare direttamente gli Stati attraverso la cosiddetta “monetizzazione del debito”.
È bene spiegare cosa si intende con questo termine: lo Stato avrebbe la possibilità di essere finanziato direttamente dalla propria Banca Centrale che sappiamo ha la facoltà di “creare moneta dal nulla”. Dal 1971 con l’abolizione da parte di Richard Nixon del “gold exchange standard”, le valute nazionali diventano “moneta Fiat” ovvero senza nessun metallo prezioso come valore sottostante; da quel momento, uno Stato non avrà più vincoli oggettivi che possano limitare la creazione di nuova moneta. Da ciò deriva la possibilità di una BC di poter creare tutto il denaro necessario per poter finanziare la spesa pubblica e rendere lo Stato indipendente e sovrano. Per questo è necessario, quindi, avere una valuta nazionale che il governo può controllare; l’euro non è una valuta di cui possiamo disporre secondo le nostre necessità e questo ci rende uno Stato/colonia sotto il totale controllo dei Mercati. Il deficit di bilancio e il debito pubblico, che in un Paese dotato di una propria valuta non creerebbero nessun problema, all’interno dell’Eurozona è un debito reale che ci rende candidati a un possibile default.
Sono circa trent’anni, che in nome di questi principi, siamo costretti ad avanzi primari nel bilancio dello Stato che creano una costante rarefazione di liquidità monetaria nella nostra economia; questa dinamica ha portato L’Eurozona ad avere le peggiori performance di crescita nei Paesi OCSE e , in particolare, dell’Italia dove abbiamo subito, oltretutto, una preoccupante stagnazione dei salari; oltre vent’anni di storia ne sono la più evidente testimonianza. Continuando su questa linea, non potremo che continuare a peggiorare il livello dei nostri parametri economici alimentando un costante impoverimento del Paese.
L’Italia si fonda su principi e valori mirabilmente inscritti nella nostra Carta Costituzionale, un modello socio/economico ben definito che, però, si contrappone in modo radicale al modello ultra liberista imposto dalla UE. Già da una superficiale analisi affiorano le palesi incongruenze fra i due sistemi che possiamo, qui, sintetizzare.
Come evidenzia questo grafico, solo i Paesi occidentali che attuano politiche liberiste di contenimento del deficit hanno una crescita praticamente irrilevante. Questo aspetto viene spiegato in maniera chiara dalla scienza macroeconomica in quanto il deficit dello Stato corrisponde perfettamente ad un aumento speculare della ricchezza finanziaria netta del settore privato, ovvero imprese e famiglie, utile a potenziare l’economia, sia produzione che consumi. E’decisivo rilevare che, ad oggi, la quota di interessi sui Titoli di Stato si aggira attorno ai 90 mld. di €uro all’anno, circa il 4% del PIL; questo dato ci conferma inequivocabilmente che continueremo a sottostare, come già negli ultimi trent’anni, a un pesante avanzo primario nei bilanci dello Stato che toglie e continuerà a togliere liquidità al sistema economico e produttivo. Tutto ciò continua a comportare un lento ma costante processo recessivo dell’economia dei Paesi appartenenti all’Eurozona come ormai certificato da oltre vent’anni di storia.
-POLITICA-
La struttura politica dell’UE si caratterizza per la totale assenza del diritto fondamentale e irrinunciabile per qualsiasi popolo: la democrazia. La sovranità degli Stati è completamente assoggetta agli organismi politici che da Bruxelles impongono ogni nuova legge subordinata ai dettami del Trattato di Maastricht e del Trattato di Lisbona che hanno, di fatto, potere legislativo superiore alle Costituzioni dei Paesi membri con l’eccezione della Germania dove il parlamento nazionale ha ancora l’ultima parola.
Commissione Europea, Consiglio Europeo, Consiglio dell’Unione Europea, Parlamento Europeo e Banca Centrale Europea sono gli organismi principali che coordinano le politiche dell’UE. L’unico eletto dai cittadini europei è il Parlamento che, di fatto, non ha nessun potere decisionale ma solo consultivo. Le leggi possono essere proposte e approvate solo dalla Commissione Europea e le politiche monetarie sono decise dalla BCE, organo indipendente dai governi. Come possiamo constatare, sia i cittadini che i governi nazionali non hanno nessun potere decisionale, anche per l’incolmabile mancanza di un rapporto diretto fra la base elettorale e i vertici delle istituzioni europee.
E’ chiaro e palese che in un sistema così concepito, le istanze dei singoli Paesi non hanno nessuna possibilità di essere rappresentate né tantomeno di essere esaudite. La Commissione Europea e la BCE sono ostaggio dei grossi potentati finanziari sovranazionali che ne impongono le linee guida esercitando pressioni sui pochi membri di nominati (non di eletti) che costituiscono gli organi direttivi dei suddetti organismi. In sostanza, un’Unione Europea costruita nell’interesse non dei Popoli, ma delle elites finanziarie globali.
-GEOPOLITICA-
In un tale contesto politico, senza una rappresentanza che garantisca una politica estera comune e condivisa per tutti gli Stati, è naturale che il ruolo della UE, nel panorama geopolitico mondiale, diventi totalmente irrilevante e subalterna ai poteri anglo-americani e alla NATO, una istituzione che non rappresenta più un baluardo per la nostra sicurezza ma, al contrario, un organismo bellicistico e guerrafondaio corresponsabile dei più importanti conflitti internazionali degli ultimi decenni. In modo particolare in questi giorni, seguenti all’elezione di Donald Trump, stanno affiorando i grossi limiti di un’Unione Europea che si trova impreparata e smarrita davanti al possibile cambiamento di politica estera della nuova amministrazione USA per quanto riguarda il conflitto in Ucraina, il sostegno economico alla NATO e i nuovi rapporti economici tra cui la ventilata applicazione di nuovi dazi alle merci importate dall’Europa. Quello che appare ai nostri occhi, e a quelli del mondo intero, è un’UE che si mostra in tutta la sua inconsistenza: una totale incapacità decisionale e di coordinamento fra gli Stati, un’economia distrutta da vincoli scellerati, una politica estera che ha toccato il livello più basso di lucidità con l’inasprimento delle sanzioni alla Russia, sanzioni che hanno avuto ricadute devastanti solo sui Paesi Europei. Sono recenti le pressioni di Emmanuel Macron e Keir Starmer, novello e pressoché sconosciuto primo ministro inglese, nei confronti dell’amministrazione Biden per ottenere un’immediata autorizzazione per l’utilizzo dei missili a lungo raggio sul suolo Russo; continua la politica assurda e guerrafondaia che qualifica questa Unione Europea un gigante che d’argilla non ha solo i piedi…..ma anche la testa. Ha dell’incredibile l’atteggiamento della Commissione Europea che, in un contesto così fluido e destabilizzato, continui con masochistica tenacia a perorare una politica di sostegno all’Ucraina in una guerra già persa precludendo ogni possibilità di riavvicinamento verso un Paese, la Russia, con il quale sarebbe più che naturale una stretta collaborazione economica e politica, oltre che culturale, in quanto rappresenta l’unico vero alleato che potrebbe realmente contribuire a creare un contesto europeo di generale stabilità e benessere. Ma pare che pace e prosperità non siano gli obiettivi prioritari di questa “associazione di affari europea” il cui unico scopo è servire multinazionali e finanza internazionale.
Questa Unione Europea rappresenta il nostro problema più grande; non riesce a fornirci una sola valida prospettiva per il nostro futuro, in nessun ambito; nonostante ciò, la politica italiana continua a genuflettersi davanti a tanta devastante incompetenza e irragionevolezza. Di questo dovremo avere piena consapevolezza per prenderne le debite distanze, prima che sia troppo tardi.
-Cultura e Tradizione-
È in ambito culturale, sociale e di sostenibilità ambientale che l’UE appare in tutta la sua pericolosa incapacità di progettare il futuro di Popoli diversi che, peraltro, nella loro complessità, hanno valori comuni importanti che andrebbero valorizzati per dare un senso al concetto di “comunità europea”. Anche qui pare che una vera forma di integrazione, nel rispetto delle differenze, non voglia essere perseguita, a cominciare dalle volutamente trascurate “comuni radici cristiane” e dall’attacco ormai palese ai suoi valori più profondi. In questa Europa neoliberista che si muove in un contesto di “economia sociale di mercato a forte competitività” dove la flessibilità e fluidità del mercato stesso impone l’abbandono e il distacco dalle nostre radici storiche, nazionali e culturali se non addirittura dai nostri legami personali, anche affettivi; teorie gender e cultura woke costituiscono un vero attacco alla famiglia tradizionale e rappresentano una delle più perverse degenerazioni del nuovo modello di società che, di fatto, ci viene praticamente imposto. Il processo di destabilizzazione è ormai in fase avanzata e costituisce una tappa necessaria per arrivare al controllo totale delle masse; stanno creando una società atomizzata di individui sempre più confusi, disorientati e isolati e soprattutto messi in contrapposizione sistematica gli uni contro gli altri: sinistra/destra, si vax/no vax, pro Putin/ pro Ucraina. Ma il più grottesco e incredibile elemento di condizionamento globale è l’insostenibile teoria del cambiamento climatico, inteso come fenomeno di natura antropica. Da ciò nasce un progetto assurdo che rischia di stravolgere la nostra vita e quella delle future generazioni. Una transizione ecologica forzata su paradigmi fallaci come la sostituzione di tutto il parco veicoli con auto elettriche, la riduzione di CO2, l’efficientamento di tutte le abitazioni, l’attivazione delle famigerate smart city costituiscono un piano ormai evidente verso un futuro capitalismo del controllo. Siamo alla follia e la maggior parte della gente sembra non accorgersi di nulla. Questa apatia generalizzata è resa possibile solo ed esclusivamente dall’uso massiccio e totale dei media come strumenti di manipolazione e vera e propria disinformazione di massa. Il prossimo obiettivo sarà la cooptazione completa di tutti i canali social; diventa veramente difficile ipotizzare un processo di risveglio delle popolazioni europee e non solo.
A conclusione di questo tentativo di analisi non abbiamo rilevato una sola nota di merito e credo non si possa che certificare il completo fallimento di un progetto di “unione” nei confronti dei Popoli Europei mentre, al contrario, si è costruito un sistema perfettamente funzionale agli interessi dei poteri finanziari globalisti, apolidi e sovranazionali, a quelli che possiamo definire i distruttori dell’Umanità.
Dobbiamo interrompere questa deriva dittatoriale e tornare a un’Unione di Stati Sovrani che sappiano cooperare per il benessere dei loro Cittadini, tutti.
Di Tiziano Tanari per ComeDonChisciotte.org
12.12.2024