DI CHRISTIAN D’ELIA
Peacereporter
Al Gore vince il Premio Nobel per la Pace 2007. Nonostante un passato di guerra
Il Nobel per la Pace 2007 è stato assegnato oggi ad Al Gore, l’ex vice presidente degli Stati Uniti d’America nell’era dell’amministrazione Clinton. Gore condividerà il prestigioso riconoscimento con il il Comitato intergovernativo per i mutamenti climatici dell’Onu (Ipcc).
Da politico cinico ad ambientalista. E’ infatti nella sua nuova veste di paladino dell’ambiente che Gore viene premiato, e non per la sua passata carriera politica, che si concluse con la sconfitta elettorale contro George W. Bush nel 2000.
Figlio del senatore democratico Albert Gore Sr., si è laureato ad Harvard nel 1969, prima di partire per il Vietnam, dove lavorò come giornalista, caratterizzandosi per una serie di reportage contro la guerra. Posizioni pacifiste che, quando iniziò la carriera politica nel 1976, venendo eletto al Congresso, Al Gore mise ben presto da parte, sacrificandole sull’altare della realpolitik.
Nel 1992 infatti, Bill Clinton lo scelse come vice presidente e la coppia vinse le elezioni, confermandosi quattro anni dopo per un secondo mandato.
L’amministrazione Clinton si qualificò per un interventismo militare all’estero che, dopo il fallimento del Vietnam, sembrava essere stato consegnato agli archivi della storia dalla politica di Washington.
Le inique sanzioni. Dopo il primo attacco all’Iraq, nel 1991, e prima dell’invasione del paese mediorientale nel 2003, il regime di Saddam Hussein rimase un obiettivo fisso del governo Usa, nel quale Gore aveva un posto di rilievo. Continui bombardamenti, nel silenzio assordante dei media, continuarono a flagellare l’Iraq, la cui popolazione era già ridotta allo stremo dalle sanzioni dell’Onu.
La linea della nuova amministrazione, nel 1993, rimase fedele a quella precedente, restando in Somalia fino al 1993, per quell’operazione Restor Hope, considerata ancora oggi una delle pagine più nere delle missioni all’estero degli Stati Uniti.
Ma non di solo Iraq si è nutrita l’amministrazione Clinton, intervenendo nel 1999 in Kosovo, per fermare il regime di Slobodan Milosevic, accusato di pulizia etnica ai danni della minoranza albanese. Sia il Kosovo che la Serbia vennero severamente bombardati, con alte perdite tra i civili.
L’anno prima invece, due attentati colpirono le ambasciate Usa in Kenya e Tanzania, e la coppia Clinton – Gore reagì brutalmente, inviando i caccia Usa a bombardare presunte basi di terroristi in Sudan e Afghanistan.
Un premio discusso. Un biglietto da visita molto poco pacifista. Ma Gore oggi riceve il premio dedicato all’inventore svedese che con la dinamite si era reso conto dell’elevato potere distruttivo che può avere il progresso scientifico. Chissà quindi se oggi Alfred Nobel sarebbe contento dell’onorificenza ad Al Gore, che però, come detto, viene premiato come ambientalista.
Uscito di scena dalla grande politica, Gore ha riscoperto l’antico amore per il giornalismo, girando An inconvenient Truth, un lungometraggio che illustra i pericoli e le ripercussioni che il riscaldamento globale causa alla Terra. Presentato al Festival di Cannes, ha vinto quest’anno il Premio Oscar come migliore documentario e miglior canzone. Quest’anno, seguito e sostenuto da un nutrito codazzo di star di Hollywood, ha organizzato il concerto Live Earth, per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema del ‘global warming’
Non è stato però questo il primo lavoro dedicato ai temi ambientalisti. Gore infatti, nel 1992, scrisse il libro Earth in the Balance (“Terra in equilibrio”), sulla conservazione ambientale.
Il tema gli è caro dunque, anche se sarebbe interessante interrogare l’ex vice presidente degli Stati Uniti d’America sugli effetti dei proiettili all’uranio impoverito, largamente utilizzati durante gli attacchi avallati dallo stesso Gore, sull’ambiente e sulle persone. Ma questa è un’altra storia.
Christian Elia
Fonte: www.peacereporter.net
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12.10.07
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