Di Raffaele Varvara, ComeDonChisciotte.org
Dopo l’assemblea tenutasi sabato 24 aprile a Roma, le centinaia di associazioni, comitati, movimenti, collettivi che in questi mesi hanno organizzato manifestazioni in tutta Italia, hanno dato ufficialmente vita nella serata di lunedì 10 maggio al “Fronte del Dissenso”, un coordinamento nato per unire e incanalare le energie verso un percorso condiviso di liberazione. Un’ impresa per nulla facile, anche se l’unione viene invocata da più parti ma c’è bisogno di costruire un comune denominatore per tenere salde le varie anime e le varie sensibilità del Fronte.
Le buone intenzioni ci sono, tuttavia manca un linguaggio, un’idea guida, un pensiero che unisca le persone a livello intimo e profondo. Urge trovare un motivo serio, un ideale attorno al quale radunarci per incidere nuovamente nella storia. Per unirci serve trovare una buona colla per ricostruire l’estrema frammentazione creatasi dopo 40 anni di neoliberismo che ci ha sbiciolati tutti nel nostro io egocentrato. Il collante è una parola, un nuovo linguaggio perché il linguaggio è procreatore della nuova realtà. Per questo occorrono chiavi di lettura diverse, perché le chiavi della scienza, della medicina e dell’epidemiologia, dell’immunologia non colgono la complessità del presente. Servono chiavi di lettura storiche, sociali, politiche e culturali poiché ci accingiamo a contestare un intero sistema arrivato ormai alla frutta, e non (solo) le conseguenze dell’epidemia.
Per innalzare il livello della rivendicazione bisogna ricontestualizzare le parole come disaccordo, protesta, contestazione, defezione, insubordinazione, ammutinamento, rivolta, insurrezione, ribellione, sollevazione, rivoluzione. Solo dando una nuova forma a questo linguaggio, le manifestazioni diventeranno un atto politico forte, radicale, allegro, pacifico e non violento, altrimenti ha ragione chi sostiene che le manifestazioni, così come sono condotte oggi, servono a nulla.
Il primo appuntamento per passare al capitolo successivo di questo libro di storia contemporanea che stiamo scrivendo insieme è a Roma dal 18 maggio in poi a Montecitorio. Fate il massimo per convergere nella capitale, nella settimana in cui il DL sarà discusso e convertito in legge.
Ma attenzione, non è una tragedia se l’obbligo verrà convertito in legge. Anzi, dopo questa ennesima violenza perpetrata ai danni del popolo italiano, il nostro anelito di liberazione sarà ancora più forte e servirà per combattere decisi il protrarsi di questa dittatura.
Restate sintonizzati: è solo l’inizio di una primavera e di un’estate rovente.
[email protected] per salire a bordo della divertente giostra della rivoluzione contemporanea!
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Di Raffaele Varvara, ComeDonChisciotte.org