Snikett, Moravagine e Rugge
Comedonchisciotte.org
Forse esistono potenti macchine che, elaborando raffinati algoritmi, prevedono il comportamento delle masse e disegnano possibili scenari, sulla base di diverse variabili. Algoritmi che avrebbero previsto cosa sarebbe successo se si fosse sperimentato un test, in paese come l’Italia, nel caso dell’introduzione di un lasciapassare sanitario necessario per svolgere la vita sociale e, addirittura, per poter lavorare. Come alcuni canali Telegram hanno testimoniato, e vedremo più approfonditamente nell’inchiesta che uscirà domani su questo blog, rudimentali bot si inserivano nelle chat dei canali invitando a non andare a piazza Unità il 23 ottobre. Così è stato l’esperimento Trieste: come può spegnersi una protesta mettendo sotto i riflettori la resilienza di personaggi come Puzzer, mentre nella piazza vera si usa la violenza come in nessun’altra città d’Italia. Un’operazione raffinata, ma che a tratti appare grossolana.
È un errore grossolano che sia proprio il capo della DIGOS di Trieste, Fabio Zampaglione, l’infiltrato che fomenta la rissa, aggredendo e scaraventando a terra un ragazzo, che fa partire la carica della polizia. Sarà che gli esseri umani, a differenza delle macchine, sbagliano? Seppur Mario Giordano a “Fuori dal Coro” abbia dedicato un servizio a questo fatto, non sarà difficile per l’invincibile corazzata dell’informazione di regime legittimare la sospensione del diritto di manifestare: “Le manifestazioni no green pass sono focolai di covid”. Se i no vax diventano anche violenti, il gioco è fatto. Guardando i video e i fatti di Trieste insieme in questo video, noterete come non c’è un solo atto di violenza, nelle proteste del capoluogo giuliano, che non sia stato perpetrato da membri della pubblica sicurezza. A Trieste sta avvenendo un esperimento a cielo aperto: come usare i media per mitizzare la resilienza (se, da bravo, ti fai sgomberare e manganellare, parli con Patuanelli e stai fisso sulle reti nazionali) e spargere al contempo terrore e frustrazione, mentre si toglie terreno sul piano militare alla resistenza vera. Sembravano esserci riusciti, a Trieste, dopo le minacciose “bonarie raccomandazioni” dei pappagalli del sistema, accompagnate dalla violenza ingiustificata che vedremo, con Ugo Rossi, molto da vicino, perché l’attivista e consigliere comunale, che prima aveva parlato faccia a faccia con Zampaglione davanti a piazza Unità, se l’è ritrovato accanto quando ha scatenato la rissa. Ma non ci sono riusciti: i triestini resistono, e sono tornati a presidiare le vie della città in più di 20mila.
Parallelamente al fomentare lo scontro, si cerca di gestire il dissenso. Quello che sembra essere successo con “l’operazione Puzzer”. Messo tutto d’un tratto sotto la luce dei riflettori, è diventato il comandante coraggioso della resistenza dura e pura. All’apice della sua popolarità ha scoraggiato migliaia di persone pronte ad arrivare da tutta l’Italia con un’emblematica frase: “Restate a casa”. Per paura dell’infiltrazione dei black block. Ma vestito di nero a Trieste, c’era solo il capo della Digos.
Trieste è una città che si è distinta nei mesi precedenti per partecipazione alle manifestazioni contro il green pass. In percentuale alla popolazione, hanno sicuramente la medaglia d’oro in Italia. Ugo Rossi ha collezionato più di 25mila euro di multe per le disposizioni anti-covid nell’ultimo anno e mezzo. Forse anche questo è il record italiano.
È stato un piacere per noi fare una chiacchierata con lui. E non sarà l’ultima.
Ed è un piacere condividere con voi questa anteprima della seconda puntata del nostro reportage su Trieste, che uscirà domani su questo blog col titolo “Nessuno tocchi Trieste”.
Qui la prima puntata del reportage.
CDC Incontra Ugo Rossi. Conducono Marco Di Mauro e Giuseppe Russo. Regia Ruggero Arenella.
Buona Visione!