Di Matteo Parigi per ComeDonChisciotte.org
Alea iacta est.
Come Cesare varcò il Rubicone, il “limes” della sua giurisdizione, l’impero del Patto Atlantico, con il sabotaggio del Nord Stream e il bombardamento del Ponte di Crimea, si è permesso per l’ennesima volta di oltrepassare i limiti di ogni basilare norma di diritto (nonché sicurezza) internazionale, trascinando il mondo verso la sempre più probabile catastrofe globale.
Ormai, nel tempo della guerra senza limiti, non v’è da sorprendersi se una grande potenza in declino come gli Stati Uniti fa di tutto pur di mantenere il controllo dell’impero, anche a costo di lasciar perire la creatura sotto la sua egida, quale è de facto, con sparute eccezioni, il continente europeo.
Ricorda il Mazzarò de “La roba” del Verga, che, sul punto di morire, si mette a bastonare i suoi stessi animali al grido di “roba mia ventene con me”. Ebbene se gli Usa, insieme al potere anglosassone britannico sganciatosi dall’orbita dell’UE, sono Mazzarò, noi europei continentali siamo le povere bestie.
Bastonati, sì, letteralmente, perché le esplosioni subacquee dei gasdotti sono non tanto azioni di sabotaggio a danno del nemico di primo livello, dal momento che i russi hanno già bloccato gran parte delle fuoriuscite – inoltre i mercati di Gazprom, Lukoil & co. sono già coperti dai partner di Samarcanda – ma rappresaglie nei confronti di una eventuale Europa non allineata.
Infatti, la Germania del cancelliere Scholz aveva più volte espresso apertura negoziale, più che altro ai fini della sussistenza energetica dei tedeschi dipendenti in larga parte dal combustibile russo (1), nonché pivot nella rete di distribuzione europea dello stesso. Nel frattempo, i ditirambi di Davos tornano a suonare gli spartiti lasciati in sospeso dal Piano Morgenthau: la deindustrializzazione completa per ritornare alla pastorizia. Progetto messo da parte affinché una Germania forte potesse difendere il continente dall’avanzata rossa. Teorie oggi riproposte sotto le false vesti di una quarta rivoluzione industriale ipertecnologica e di un nuovo mondo che si legge Nuovo Ordine Mondiale. Temi normalizzati gradualmente in stile finestra di Overton grazie al potere dei Verdi già ben affermati in Bundestag e in crescita esponenziale in tutta Europa.
Così, mentre l’economia europea si sta suicidando a causa delle sanzioni – tanto che le oligarchie industriali stanno già facendo le valige (2) – in Italia c’è chi è invece contento di morire per Maastricht o per una Ucraina la cui pace richiede, secondo il nostro premier, lo spegnimento dei nostri condizionatori (3)… così come l’anno scorso era “vaccinarsi o morire” (4). Tuttavia, almeno i tedeschi iniziano a ignorare il rigore per i vincoli europei – di fatto mai rispettati – andando a introdurre una manovra di deficit spending per calmierare la crisi (5). Lo stesso succede nell’Inghilterra post-Brexit a banca centrale indipendente, dove la nuova premier Liz Truss introduce una manovra espansiva di 150 miliardi di sterline (6).
Il Bel paese invece, dopo un decennio di governi tecnici, trenta di neoliberismo, cinquanta di riprogrammazione culturale e settanta di sudditanza coloniale, si ripresenta sulla scena internazionale grazie all’imminente governo di destra, brutta copia dei repubblicani guerrafondai d’oltreoceano (analogamente i dem sono i corrispettivi del Partito democratico nostrano). In questi giorni, mentre il termosifone sta per diventare un lusso, l’ultimo-non ultimo (7) governo Draghi invia la quinta ondata di armi ai “nazisti ma buoni” di Azov (8). La risposta da parte russa tramite l’ambasciata dice tutto: “Le forniture di armi all’Ucraina non aiutano a risolvere il problema del caro-bollette”.
L’Italia continua a sacrificarsi sull’altare di Washington e Bruxelles. Draghi ha ormai fatto capire che i rigassificatori di Piombino e Ravenna sono fondamentali per gli interessi americani nel continente (9), in barba ad ogni procedura democratica dal momento che i rappresentanti dei territori toscani interessati hanno dato un secco NO unanime al progetto (10). Energia sempre più cara, a danno soprattutto del grande parco di PMI, le quali si ritrovano a pagare le bollette più alte d’Europa (11). Con il nuovo governo formato su commissione dell’Aspen institute (Meloni e Tremonti) si procederà verso la continuazione della “cupidigia di servitù”, secondo l’espressione di V.E. Orlando, con maggior sostegno alle missioni NATO, in aggiunta all’impossibilità interna di poter attuare manovre macroeconomiche espansive senza che gli allarmi di Moody’s, Goldman Sachs e JP Morgan ci minaccino di declassificazioni, spread e fughe di capitali; non mancano ovviamente le minacce di sanzioni e procedure d’infrazione da parte della Von Der Leyen che non perde un secondo a ribadirci che devono essere i tecnici non eletti di Bruxelles a decidere come dobbiamo votare (12).
Non è la prima volta che l’Europa si ritrova stretta fra due tenaglie. Ma se ai tempi del secolo breve, essa poteva almeno far valere il suo ruolo di blocco strategico per il contenimento del blocco sovietico, condizione di fatto aurea ai fini della prosperità interna e dello sviluppo industriale, oggi gli stessi paesi non possono fare altro che da campo di battaglia di un conflitto tra grandi potenze, come lo sono sempre stati e specialmente l’Italia con particolari riserve. Ma se, come viene elegantemente citato in un noto film (13), i grandi conflitti permisero anche quel peculiare Rinascimento delle arti e del sapere, oggi invece ritorna più attuale che mai il sommo poeta:
«Ahi, serva Italia, di dolore ostello,
nave sanza nocchiere in gran tempesta,
non donna di provincie, ma bordello! (14)»
Di Matteo Parigi, ComeDonChisciotte.org
06/10/2022
NOTE
(1) = https://comedonchisciotte.org/scholz-toglietemi-tutto-ma-non-il-gas-russo/
(2) = https://www.maurizioblondet.it/72235-2/
(3) = https://www.today.it/politica/preferiamo-pace-condizionatore-acceso.html
(6) = https://www.ft.com/content/984129f9-a133-468b-bc38-e8c4ec7386d6
(10) = https://www.youtube.com/watch?v=jHi4zzoUfv0
(11) = https://tg24.sky.it/economia/2021/09/30/aumenti-bollette-italia-europa
(13) = Carol Reed, Il terzo Uomo, 1949
(14) = Purgatorio, c. VI, vv. 76-78