DI ULSON GUNNAR
L’attacco terroristico al London Bridge ha visto la ripetizione di una storia ormai familiare, nella quale ogni persona coinvolta era già nota da tempo sia alle agenzie di intelligence che di sicurezza inglesi.
Quello che era a capo del massacro del London Bridge non si è mai preoccupato di nascondere le sue opinioni violente e estremiste. Khuram Butt era tanto sfacciato da posare apertamente con la bandiera nera in mano, quella del cosiddetto stato islamico, al Regent’s Park al centro di Londra per girare un documentario del Channel-4, intitolato Gli Jihadisti della Porta Accanto.
Butt insieme ad altri estremisti legati al gruppo terroristico al-Muhajiroun furono addirittura presi dalla polizia per un’ora dopo una loro bravata nel 2015, ma furono liberati senza essere arrestati.
Il gruppo terroristico al-Muhajiroun è guidato da un estremista inglese, Anjem Choudary, che ha militato per anni tra i ranghi di gruppi che hanno combattuto contro il governo inglese e americano quando cercavano di rovesciare i governi in Libia, in Siria e altrove. Choudary inspiegabilmente è sfuggito alle conseguenze della sua aperta difesa e del suo sostegno materiale a organizzazioni terroristiche conosciute da anni, come scrive The London Guardian in un articolo intitolato “Anjem Choudary: Un predicatore di odio che diffondeva il terrore in UK ed in Europa“, volendo speculare sulla cosa, si potrebbe dire che ha potuto farlo perché era un informatore o un agente che lavorava per il governo britannico.
L’articolo ammetterebbe anche che Butt è stato sotto sorveglianza dell’intelligence britannica fino al giorno dell’attacco:
Gli agenti del MI5 e dell’anti-terrorismo hanno aperto un’inchiesta su Butt, che è andata avanti anche quando il 27enne ha lanciato l’attacco terroristico sul London Bridge. Butt, che indossava una camicia che era un Arsenale e che aveva una falsa bomba legata al petto, è stato ucciso sabato sera dalla polizia .
Un secondo sospetto, Rachid Redouane, ha ripetutamente richiamato l’attenzione della polizia che ha ignorato i segnali che indicavano che fosse un estremista e membro del cosiddetto “Stato islamico”.
The Telegraph riferisce che anche un terzo sospetto, Youssef Zaghba, era noto alle polizia:
Per quanto risulta è stato arrestato all’aeroporto di Bologna nel marzo 2016 quando cercava di partire per la Siria e risulta anche che fosse sulla lista nera dell’ anti-terrorismo italiano.
Il fatto che questi tre sospettati abbiano evitato la cattura ed abbiano potuto eseguire un attacco pur essendo noti e addirittura sorvegliati attivamente dalle agenzie di sicurezza e di intelligence inglesi rende ancor più credibile l’illazione che loro ed altri come loro lavorino per il governo inglese e non contro il governo inglese.
Impossibile raggiungere la Siria, i Cani-da-guerra dell’Occidente azzannano
Networks come al-Muhajiroun e gli estremisti si prodigano per riempire le fila dei gruppi di “ribelli moderati” in USA, UK, e in altre nazioni europee, compresa la Francia, oltre a quelle di paesi alleati come Turchia, Giordania, Arabia Saudita, United Arab Emirates e Qatar e stanno armando, sovvenzionando e inviando un supporto militare diretto a Libia, Siria, Yemen e altrove.
Questo spiega chiaramente perché agli estremisti sia stato concesso – per anni – di professare apertamente di loro violenza e di reclutare soldati per quella che è essenzialmente una organizzazione terroristica che opera proprio sotto il naso delle agenzie di sicurezza e di intelligence inglesi, se non con una loro zelante complicità.
Mentre quando combattono all’estero questi terroristi vengono chiamati “ribelli moderati”, i media occidentali li chiamano con il loro vero nome “terroristi” solo per la necessità di non confonderli con quegli stessi estremisti che stanno combattendo una guerra per procura alimentata dall’Occidente in posti come la Siria.
Elementi sospetti come Youssef Zaghba hanno anche tentato di andare in Siria per combattere tra le fila di gruppi militanti sostenuti dall’Occidente ma, non essendoci riusciti, hanno partecipato ad atti di violenza armata nel Regno Unito. Se invece fossero andati in Siria, chi sarebbe stato terrorizzato a morte, attaccato e ucciso non sarebbero stati degli innocenti civili inglesi, ma solo degli innocenti civili siriani.
Una Strategia di Terrore e di Tensione
E nonostante l’evidenza che Stati Uniti e Regno Unito – insieme agli alleati europei, persiani e del Golfo – alimentino il terrorismo in patria e all’estero, dopo eventi tragici come quelli di Londra, Manchester, Parigi o Bruxelles, le istituzioni statali risultano chiaramente responsabili della presenza nei loro paesi di questi terroristi e delle loro reti – per mesi se non anche anni prima che organizzino un attacco – e a queste istituzioni viene loro concesso ancora più potere per combattere un problema che hanno creato le stesse istituzioni governative.
Queste organizzazioni sono in grado di agire liberamente, davanti a tutti e in modo evidente per effetto di un’ altra emergenza-conflitto che sanno abilmente orchestrare, mettendo apertamente le persone le une contro le altre e soffiando sul fuoco di un fervore “anti-islamico” , in difesa della giustizia sociale.
Succede che, con questa divisione artificiale ed intenzionale, le due parti non riescono a capire che i musulmani stanno morendo a decine di migliaia in posti come la Siria dove combattono attivamente contro un estremismo che non nasce dal loro Islam o dal Corano, ma nasce dal Pentagono, da Westminster, da Parigi, da Bruxelles, da Riyadh, da Ankara e da Doha. Non è uno scontro di civiltà, ma un conflitto destinato a riempire perennemente gli eserciti dei mercenari all’estero, sfruttando la violenza che scoppia nei loro paesi per procurarsi più potenza e più ricchezza per effetto della paura, della rabbia e dell’isteria che certi atti suscitano tra la gente.
Con le guerre in Afghanistan, Iraq, Siria, Yemen ecc.., si stipulano contratti di trilioni di dollari per la difesa e per i complessi sistemi di armi che servono per combattere queste guerre, per comprare gli F-35 che da soli costano più di un trilione di dollari mentre l’Occidente continua ad agire apertamente ed impunemente quando e dove vuole, malgrado violi quello stesso diritto internazionale che afferma di sostenere in tutto il mondo. Ma è chiaro che per ora questa strategia funziona.
Se e quando la gente capirà la verità del perché le loro vite vengono messe in pericolo e perché le risorse della loro nazione vengono sprecate all’estero anziché essere usate nel loro paese per costruire il loro futuro, questa strategia avrà meno successo. Fino ad allora sembra che questa facile propaganda continui a convincere la gente che i governi, come è appena successo a Londra sono semplicemente incapaci di arrestare i terroristi che appaiono regolarmente in televisione, sui media e si muovono liberi tra la gente, con una apparente impunità che sembrerebbe assolutamente inesplicabile.
Ulson Gunnar, è un analista geopolitico che vive a New York e scrive in prevalenza sulla rivista online “New Eastern Outlook.”
Fonte : http://landdestroyer.blogspot.it
Link : http://landdestroyer.blogspot.it/2017/07/terror-in-europe-why-terrorists-are.html
9.07.2017
Il testo di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la fonte comedonchisciotte.org e l’autore della traduzione Bosque Primario