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La Redazione

 

TAV: la distruzione sistematica della Val Susa

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A cura di Redazione CDC
Il 12 Ottobre 2024
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Articolo Davide Amerio Copertina No Tav

Di Davide Amerio per ComeDonChisciotte.org

 

Dedicato ad Alberto Perino leader della lotta non violenta No Tav
(Bussoleno, 21 marzo 1946 – Condove, 4 ottobre 2024)

 

Non ha potuto vederle all’opera, Alberto Perino, quelle Forze dell’Ordine (sic!) che, come ladri, hanno asserragliato parte del territorio della Piana di Susa, nei pressi della Statale 25, con i muri di cemento armato, le reti, i posti di blocco, e le divise anti sommossa. Non le ha viste, ma le conosceva bene.

Alberto, insieme a moltissimi altri, ha combattuto sino all’ultimo per dimostrare la follía e l’insensatezza di un progetto nato vecchio, negli anni ’90, e che sopravvive ormai solo nella testa di politici e affaristi interessati a mantenere cantieri che divorano territorio, ambiente, salute, ed economia della Valle.

Le “Grandi Opere” le chiamano e, quando si son trovati messi con le spalle al muro, dalle dimostrazioni tecniche che documentavano il “non senso” di certe scelte, le han definite “strategiche” per poter agire con mano libera dai lacci e lacciuoli della ragionevolezza.

L’ultimo atto, dopo i ritardi decennali nella costruzione della galleria di Chiomonte (57 km di buco a due canne nelle montagne amiantifere), prevede l’apertura dei cantieri nella piana tra Susa e Bussoleno. Stiamo parlando di un cantiere grande quanto 80 campi di calcio! E torna alla mente il monito del compianto Presidente di Cassazione Ferdinando Imposimato il quale, in visita alla Val Susa, incoraggiò i No Tav a non mollare… perché, aggiunse, “altrimenti faranno della Val Susa una nuova terra dei fuochi”.

Sapeva bene di cosa parlava Imposimato: era stato il primo giudice a indagare sui disastri, e sulle complicità mafiose, della linea AV tra Roma e Napoli.

La sola galleria ha un costo stimato di oltre 11 miliardi. I Francesi, dal canto loro, non sono disposti a mettere soldi se almeno l’Europa non ne mette il 50%. L’Europa ha finanziato (negli ultimi 7 anni) 700 milioni di euro. E non ha alcuna fretta di metterne altri. E i Francesi han già chiarito più e più volte, che la linea in Francia non è una priorità… quindi, anche qualora la galleria fosse ultimata (di questo passo tra 50 anni), per la linea ferrata ci penseranno poi, riservandosi di valutare nel tempo se convenga o meno.

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Il progetto complessivo della linea non esiste. Discende da una lontana idea di un presunto “corridoio 5” che avrebbe dovuto collegare l’Europa da Lisbona a Kiev! Già proprio con la capitale dell’Ucraina di oggi (non ridete!). Progetto presto abbandonato e morto. La linea AV era promossa per portare gli Italiani a Parigi in tempo brevissimo, perché la linea “storica” (Torino-Bardonecchia) risultava “satura”.

Poi nel giro di breve tempo le bufale furono smontate: la linea storica non sarebbe risultata mai satura, ma anzi sotto-utilizzata, e il numero di Italiani che volevano correre a Parigi non giustificavano certo una nuova struttura con quei costi. Allora si inventarono la necessità di costruirla per le merci, una linea AC ovvero ad alta capacità. Ma anche questa storia fu in breve smontata, perché il traffico delle merci tra Francia e Italia è in calo da almeno 20 anni.

Fu così che furono costretti a definirla “strategica”. Ma strategica per chi?

Oggi siamo all’ennesimo capitolo di questa “commedia all’italiana” giocata sulle spalle dei cittadini della Val Susa che non sono mai stati ammalati, come qualcuno ha supposto, della sindrome di N.I.M.B.Y (Not in My Back Yard… non nel mio giardino). Anzi! I Valsusini amano il treno, e hanno sempre lottato per avere servizi migliori e più efficienti, ma conosco bene il loro territorio, e hanno già saggiato in passato, i disagi e le ipocrisie vendute loro con la costruzione dell’autostrada A32, tra le più care d’Italia.

Ma la necessità di voler mantenere in vita un progetto “morto” conduce oggi alla follía di distruggere completamente il cuore della Val Susa per i prossimi 10 anni (almeno). Alcuni dati sommari:

  • Presenza di Amianto nelle rocce interessate allo scavo del tunnel di base
  • Aumento degli Ossidi di Azoto causato dall’utilizzo dei veicoli di scavo: previsto un incremento del 10-15% delle affezioni respiratorie nella popolazione più suscettibile. E’ previsto il passaggio di 450.000 camion per il trasporto di materiale inerte (tratta Susa-Salbertrand). Un passaggio di 22 milioni di Km, parte in autostrada, e parte sulle statali (SS24 e SS25)
  • Aumento del Particolato (polveri sottili): previsto un aumento delle patologie nella popolazione del 10%
  • Compromissione dell’approvvigionamento idrico della città di Susa. A fronte di una necessità di 900.000 metri cubi anni di acqua consumati a Susa ogni anno, la perdita di acqua annuale, a opera ultimata (quando?) provocato dallo scavo dei tunnel, secondo i dati progettuali, sarebbe di oltre 10 milioni di metri cubi. Risibile la proposta (da parte della società francese che gestisce i lavori) di “tamponare” questo “disagio” con autobotti
  • Inquinamento delle acque potabili da parte di sostanze chimiche utilizzate nell’edilizia, altamente idrorepellenti, che possono procurare danni al fegato, malattie alla tiroide, obesità, problemi di fertilità e cancro. Già oggi è stato evidenziato una aumento di PFAS nei comuni della Valle di Sua interessati alle opere di scavo
  • Rivoluzione (involuzione?) della viabilità nella Piana di Susa, e all’interno delle aree urbane. La ferrovia Susa-Bussoleno bloccata per almeno tre anni: una linea sulla quale viaggiano numeri consistenti di studenti e pendolari. La sostituzione della linea con autobus (non garantiti in quanto già oggi manca un numero adeguato di autisti per offrire i normali servizi), non può che provocare intasamenti, disagi, inquinamento dell’aria e acustico.
  • Le strade statali e la stessa autostrada, dovranno essere modificate per adeguare il percorso della linea all’imbocco del tunnel. Nuovi tracciati, alzamento e abbassamento di strade, percorsi alternativi provvisori, sono previsti su tutto il territorio.
  • Costruzione della “famosa” stazione internazionale tra Susa e Bussoleno. L’ennesima opera costosa (per la quale già precedenti amministrazioni di Susa han speso milionate di euro per ipotesi di progetto) collocata tra Susa e Bussoleno, che costringerebbe i passeggeri della AV a scendere (nel mezzo del nulla) per prendere un altro mezzo per recarsi a Susa, a Bussoleno, o in Alta Valle.
  • Delle 8 Talpe necessarie a scavare il tunnel, ne è disponibile al momento, dopo tutti questi anni, una soltanto
  • Tutto ciò che è stato “bucato” in questi anni riguarda il tunnel geognostico di base, e non il tunnel vero e proprio che dovrebbe contenere i binari della linea AV

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I costi esorbitanti del progetto, che hanno superato di gran lunga i “preventivi”, e il venir meno dei presupposti della necessità di una simile linea AV, furono anche certificati dalla Corte dei Conti Europea pochi anni addietro.

Il Tribunale dei popoli, in visita in Val Susa, analizzata lo storia degli eventi degli ultimi 30 anni, ha certificato come il progetto fu imposto violentemente alla Valle e senza cura per l’interesse e la volontà dei suoi abitanti.

Anni di carcere sono stati comminati (e subiti) a numerosi attivisti No Tav. Senza timore del ridicolo, intere carriere di noti giudici si sono fondate nel mantere viva l’ipotesi dei No Tav “terroristi”: teoria smentita dalla stessa Corte di Cassazione.

Non serve essere laureati in economia per prevedere il disastro economico destinato alla Valle: la sua vocazione turistica (della città di Susa, della Valle, e dell’Alta Valle) sarebbe compromessa. Una realtà turistica sulla quale vivono oggi molte aziende nell’ambito della ristorazione, dell’ospitalità, e del settore enogastronomico. Quale interesse potrebbero avere potenziali turisti nel venire in montagna a respirare polveri malsane, a dribblare nel traffico di rotonde, camion, pullman sostitutivi?

Quale perdita del valore commerciale subiranno queste aziende che vivono di turismo? E il turismo invernale? E quale sarà la perdita di valore delle abitazioni in una valle così compromessa da cantieri?

Per non parlare dei disagi che questi cantieri provocheranno con gli espropri, con i blocchi delle FfdOO per chi dovrà accedere alle proprie abitazioni e ai propri terreni (negli anni, a Chiomonte, chi possiede terreni da coltivare è soggetto a “permessi” per poter accedere ai propri poderi).

Si profila quindi, in tutta evidenza il disastro di un progetto malsano, come previsto dai tecnici (ingegneri, ricercatori, economisti, giornalisti) che da 30 anni a questa parte, cercano di spiegare l’inutile follía costosa di questa opera.

Chissà! Forse adesso, qualcun altro che ha guardato dall’altra parte in tutto questo tempo, preferendo cullarsi nella storiella dei “cattivi terroristi No Tav” che avrebbero impedito (quale forza!) la costruzione della linea, se ne renderà conto.

 

Articolo di Davide Amerio per ComeDonChischiotte.org

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