La redazione non esercita un filtro sui commenti dei lettori, a meno di segnalazioni riguardo contenuti che violino le regole.

Precisa che gli unici proprietari e responsabili dei commenti sono gli autori degli stessi e che in nessun caso comedonchisciotte.org potrà essere considerato responsabile per commenti lesivi dei diritti di terzi.

La redazione informa che verranno immediatamente rimossi:

Messaggi che entrano automaticamente in coda di moderazione per essere approvati prima di pubblicarli o vengono sospesi dopo la pubblicazione:

Nota: se un commento entra in coda di moderazione (e quindi non appare immediatamente sul sito), è inutile e dannoso inviare di nuovo lo stesso commento, magari modificando qualcosa, perché, in questo caso, il sistema classifica l’utente come spammer e non mostra più nessun commento di quell’utente.
Quindi, cosa si deve fare quando un commento entra in coda di moderazione? bisogna solo aspettare che un moderatore veda il commento e lo approvi, non ci sono altre operazioni da fare, se non attendere.

Per qualsiasi informazione o comunicazione in merito, scrivere alla redazione dal modulo nella pagina dei Contatti

Una persona può avere un solo account utente registrato nel sito.

Commentare con utenti diversi è una pratica da trolls e vengono immediatamente bannati tutti gli utenti afferenti ad un’unica entità, senza preavviso.

SANZIONI IN CASO DI VIOLAZIONE DEL REGOLAMENTO STABILITE DALLA REDAZIONE CDC:

1) Primo avviso da parte del moderatore (in rappresentanza della redazione) e cancellazione del commento.

2) Secondo avviso da parte del moderatore (in rappresentanza della redazione) e conseguente ammonizione: l’account del commentatore verrà sospeso temporaneamente per 72 ore previo avviso individuale

3) Terzo avviso da parte del moderatore (in rappresentanza della redazione) e conseguente blocco dell’account con l’impossibilità permanente di accedere al portale web

Consigliamo caldamente di leggere anche la pagina delle F.A.Q. le domande frequenti e la nostra Netiquette

La Redazione

 

I piu' letti degli ultimi 30 giorni

Si scrive “Riforme”, si legge “tagli”

blank
A cura di Redazione CDC
Il 4 Novembre 2021
9371 Views

Di Coniarerivolta.org

Anche stavolta, il tempo poteva essere galantuomo, ma non lo è stato. Mentre assistiamo ad un decisivo cambio di passo nel percorso di riforme in chiave neoliberista, le ultime notizie sul fronte dell’entità del sostegno pubblico all’economia non lasciano particolari dubbi su quale sarà l’atteggiamento dell’esecutivo Draghi in tema di politiche di bilancio per i prossimi anni. Come nostro solito, procediamo per gradi e cerchiamo di comprendere cosa sta accadendo in questi mesi concitati del primo, si spera, post-pandemia.

La crisi sanitaria ed economica generata dalla diffusione del Coronavirus e amplificata da un sistema sanitario a dir poco inadeguato a reggerne l’impatto, ha portato con sé la più grave perdita di reddito e di occupazione registrata negli ultimi 50 anni: una caduta del PIL di circa 10 punti nel 2020, associata a circa 1 milione di posti di lavoro persi nel nostro Paese (specialmente donne). Nei giorni più feroci del lockdown, ha iniziato ad aleggiare, in Italia e non solo, l’idea di un ritorno alla centralità dello Stato nell’economia, di un keynesismo non solo di facciata ma fatto di importanti, cospicui e rapidi interventi in campo economico volti a sostenere redditi e occupazione e a permettere al Paese di risollevarsi dalla crisi. Si è parlato di ‘sospensione del Patto di Stabilità’, ossia di qualche anno di accantonamento delle rigide regole europee che impongono ai Governi di spendere per garantire diritti, lavoro e reddito solo nella misura in cui incassano attraverso le tasse. Attenzione, però: le ferree regole di bilancio non sono state abrogate o cancellate, ma soltanto sospese. Come a dire: passata la festa, gabbato lo santo, un concetto già chiarito in estate dalla stessa Commissione europea (su questo torneremo in seguito).

Fiore all’occhiello di questi interventi che avrebbero riportato lo Stato interventista al centro del villaggio sarebbe dovuto essere il Recovery Plan, Recovery Fund e/o Next Generation EU, che si traduce a livello nazionale, nel caso italiano, nel PNRR. Purtroppo, all’abbondanza di nomi ed etichette non ha fatto seguito una gran quantità di risorse, oltre al fatto che diversi interventi finanziati dai fondi elargiti dalla beneamata Europa hanno avuto carattere sostitutivo rispetto a quanto il Governo avrebbe comunque speso facendo riferimento ad altre fonti di finanziamento. Sappiamo, tuttavia, che le risorse del PNRR hanno portato con loro una serie di condizioni capestro, ben peggiori di quelle del MES, e che l’Italia si è impegnata, sottoscrivendo con la Commissione europea l’accordo a monte del Next Generation EU, a rispettare ben 528 condizioni nei prossimi anni: in altre parole, ogni euro di risorse prestato o omaggiato dall’Europa nell’ambito del PNRR porta con sé una lista dettagliata e sconfinata di riforme del sistema economico che servono a ridurre ulteriormente il perimetro dei diritti delle classi meno abbienti per favorire l’espansione dei profitti dei ricchi.

Viene da chiedersi, allora, se accanto a questo spietato smantellamento dei residui di Stato sociale presenti nel nostro Paese vi sia, almeno, una politica di bilancio sufficientemente espansiva, volta a sostenere l’economia e a favorire uno sperato processo di ripresa post-pandemica. Sappiamo infatti che lo Stato potrebbe avere tutte le armi necessarie per favorire la crescita economica e occupazionale attraverso la leva della politica fiscale: immettendo nel sistema economico più risorse (attraverso spesa pubblica e investimenti) di quante ne preleva (riscuotendo le tasse), lo Stato può creare – senza particolari prezzi da pagare in termini di inflazione – reddito e lavoro. Si tratta, tuttavia, di una leva di crescita che trova un limite, del tutto artificioso e con precise finalità politiche, nei trattati europei, uno su tutti quel Patto di Stabilità e Crescita che impone il pareggio di bilancio e che era stato solo ‘sospeso’ agli albori dell’emergenza per evitare un completo tracollo dell’economia. E infatti, per gli anni in corso (2020 e 2021) il Governo – beneficiando di questa ‘sospensione’ – è ricorso alla spesa in deficit, seppur, come abbiamo visto in più occasioni, in misura largamente insufficiente ad evitare una copiosa crescita della disoccupazione, il crollo dei redditi, l’esplosione della povertà e dell’inattività, e l’aumento delle disuguaglianze.

Nonostante ciò, in questi giorni assistiamo a esternazioni che lasciano intendere come, per il prossimo futuro, il Governo sia intenzionato a ritornare pedissequamente sui binari dell’austero pareggio di bilancio previsto dai dettami europei. A conferma di ciò, intervenendo alla Giornata del Risparmio, il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco ha rimarcato la necessità di ‘accelerare’ il percorso di rientro del debito. Le prese di posizione di Visco assumono i tratti di un vero programma politico. Il monito, che non lascia spazio ad interpretazioni, è chiaro: nel prossimo futuro, “sarà necessario accelerare il rientro, anche ricostituendo adeguati avanzi primari”. L’esatto contrario di quello che lo Stato dovrebbe fare per stimolare l’economia. Detto in maniera più immediata, perseguire adeguati avanzi primari significa che lo Stato dovrà tornare a spendere MENO di quello che incassa con le tasse. L’austerità nuda e cruda è alle porte. Non è tutto però, perché sostenere che “le misure di sostegno alla domanda non possono essere utilizzate per stimolare permanentemente l’attività economica” infatti, significa non solo preannunciare il “ritorno” pedissequo dell’austerità, ma anche di tutti suoi corollari. Ridurre il sostegno pubblico alla domanda aggregata infatti, significherà anche proseguire il percorso di politiche di deregolamentazione del mercato del lavoro, le privatizzazioni dei servizi pubblici e la progressiva uscita dello Stato dall’economia, con la scusa, ormai smentita dai fatti, che ciò aiuti la crescita.

Si potrebbe pensare che siamo di fronte a delle suggestioni, a delle parole a cui, speranzosamente, non seguiranno dei fatti concreti. Tuttavia, l’ultima Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza (NADEF) ci viene, purtroppo, in soccorso, e ci aiuta a sgombrare il campo da equivoci. Il documento, approvato ad inizio ottobre 2021, fotografa l’orientamento di bilancio che lo Stato intende perseguire per i prossimi anni. Ecco che le grigie parole di Visco si tramutano in dura realtà: il deficit (al netto della spesa per interessi) programmato per i prossimi anni, ossia l’ammontare di risorse che lo Stato effettivamente inietterà nell’economia per sostenere redditi e lavoro, si assottiglierà di anno in anno, fino a tornare ad una cifra prossima allo zero già nel 2024. In altre parole, non solo ogni euro di PNRR porta con sé un preciso decalogo di riforme dello Stato sociale, ma porta con sé, oggi o domani, decine di euro di tagli alla spesa sociale. Sullo sfondo, resta comunque la fine della sospensione del Patto di Stabilità e Crescita, che sancirà il rientro definitivo nello steccato dell’austerità di matrice europea.

La pandemia si esaurirà definitivamente, prima o poi. Quello che non cambierà, nemmeno dopo un’emergenza sanitaria ed economica della portata di una guerra, è l’attuale assetto politico-istituzionale in cui i Governi, tutt’altro che contro le proprie intenzioni, si trovano ad operare: un combinato disposto di austerità e riforme, in ossequio al neoliberismo incarnato dalle istituzioni europee, che non può far altro che alimentare la povertà e la precarietà di molti, a scapito degli interessi di pochi. Gli accadimenti degli ultimi mesi ci indicano, plasticamente, come il Governo Draghi (nonostante qualche fanatismo sensazionalista) sia perfettamente instradato su questo sentiero, con il pieno benestare delle istituzioni europee.

Di ConiareRivolta.org

TITOLO ORIGINALE: “Riforme oggi, e austerità dietro l’angolo

link fonte: https://coniarerivolta.org/2021/10/30/riforme-oggi-e-austerita-dietro-langolo/

30.10.2021

Pubblicato da Jacopo Brogi per ComeDonChisciotte.org

ISCRIVETEVI AI NOSTRI CANALI
CANALE YOUTUBE: https://www.youtube.com/@ComeDonChisciotte2003
CANALE RUMBLE: https://rumble.com/user/comedonchisciotte
CANALE ODYSEE: https://odysee.com/@ComeDonChisciotte2003

CANALI UFFICIALI TELEGRAM:
Principale - https://t.me/comedonchisciotteorg
Notizie - https://t.me/comedonchisciotte_notizie
Salute - https://t.me/CDCPiuSalute
Video - https://t.me/comedonchisciotte_video

CANALE UFFICIALE WHATSAPP:
Principale - ComeDonChisciotte.org

Notifica di
24 Commenti
vecchi
nuovi più votati
Inline Feedbacks
View all comments

FORUM DEI LETTORI

RSS Come Don Chisciotte Forum – Argomenti recenti

  • AMN - ESTY 5 Dicembre 2024
    Quando ti arriva prima la confutazione della notizia! Scorrendo i dispacci odierni dell'agenzia Ansa ci si imbatte nel seguente lancio mattutino: Amnesty spaccata sul 'genocidio' a G...
    Pegaso
  • Imprenditore USA vuole comprare Nord Stream 2+la UE serve l'assist 4 Dicembre 2024
    Imprenditore USA vuole comprare Nord Stream 2, ma è improbabile che Gazprom accetti di vendereStephen P. Lynch ha intenzione di comprare la fallita società che gestisce il gasdotto Nord Stre...
    dana74
  • senza parole 3 Dicembre 2024
    davvero impossibile commentare. Grazie al Simplicissimus sempre puntuale
    ducadiGrumello
  • La forza della debolezza 30 Novembre 2024
    Ultimamente non ho partecipato molto nel forum. Spesso era semplicemente della serie "chi tace acconsente". Altre volte, pur avendo l'impulso di postare qualcosa, sentivo di non avere le ide...
    INTP
  • Ansia di Verità e Tormento dell'Animo 30 Novembre 2024
    AAh, se le cose fossero chiare fin dal principio ! Il centro della comunicazione, ciò che ha di più e di meglio da dire è il cuore NON il cervello, quindi il centro (di tutto) è il cuore......
    GioCo
1 / 146 Pagine


blank