Premessa di Andrea Leone: l’intervista al Dottore Roberto Bernabei, membro del Comitato Tecnico Scientifico, dimostra ancora una volta che la decisione di effettuare il Lockdown è una scelta puramente POLITICA. Di seguito l’articolo:
da Oltre.tv , di Pietro Di Martino
Roberto Bernabei, primario di geriatria del Policlinico Gemelli di Roma e membro del Comitato Tecnico Scientifico è stato ospite nell’ultima puntata di Piazzapulita.
Corrado Formigli, giornalista e conduttore del programma, ha chiesto al medico se fosse allarmato da questa emergenza sanitaria.
Bernabei ha risposto di non esserlo rispetto ai posti di terapia intensiva dove “siamo abbastanza tranquilli” ma piuttosto per la situazione nei Pronto Soccorso e nei reparti di medicina covid dove “siamo in difficoltà”.
Il conduttore ha chiesto chi fossero le persone che muoiono di covid. “Questa è una cosa che io ho sentito dire abbastanza poco” ha risposto Bernabei.
“Lei pensi che i contagiati tra 0 e 40 anni sono il 32%, tra 30 e 70 sono il 42%, e rimane un 25% che sono i contagiati dai 70 anni in più. Questo 25% fa il 90% dei morti, cioè muoiono quasi ed esclusivamente i vecchi. Dalla prima settimana di Marzo fino a oggi, l’età media supera gli ottant’anni e in più hanno tre malattie”.
Formigli ha chiesto perché si muore di covid dopo gli ottant’anni. “Si muore di covid perché hanno, e parliamo delle patologie più frequenti: diabete, ipertensione, insufficienza renale, fibrillazione atriale e lo scompenso di circolo”.
L’ondata di calore del 2003
Bernabei ha ricordato l’ondata di calore del 2003 che causò la morte della stessa tipologia di persone: ultra ottantenni con le medesime patologie.
“Nell’ondata di calore che durò qualche mese, ne morirono 5mila ed erano tutti vecchi. Il problema è la fragilità. Per morire di covid devi avere più di 80 anni e tre patologie”.
Formigli ha ripreso dei dati citati proprio dal primario del Gemelli, chiedendogli di commentarli. Secondo questi dati, su oltre 35 mila morti, solo 90 avevano meno di 40 anni e, fra questi, solo 14 non presentavano patologie.
Il professore annuisce e commenta: “Tutti gli altri avevano neoplasie, obesità morbigena, problemi psichiatrici gravi. Anche lì la comorbilità è un pezzo importante. Poi purtroppo nelle statistiche c’è sempre quello che non aveva nulla”.
Roberto Bernabei: “Una malattia normale”
Il primario prosegue: “Questa malattia fucila i vecchi. È una cosa molto grave, naturalmente. Però, come dire, è una malattia normale. Le malattie infettive purtroppo aggrediscono i più fragili”.
Il conduttore ha interrotto il medico dicendogli che le sue affermazioni potrebbero non piacere a tutti. “In un momento in cui c’è paura e tutti parlano di un virus terribile lei parla di malattia normale”.
“Quando parlo di malattia normale – ha risposto il medico – lo dico per dire che ne usciamo tutti insieme se tutti insieme ci comportiamo in modo normale”.
Bernabei ha spiegato che se qualcuno ha un colpo di tosse o la febbre dovrebbe stare a casa ed essere monitorato dal suo medico invece di andare a intasare i Pronto Soccorso.
“Cè una cosa semplicissima che costa 20/30 euro, il saturimetro. Si mette sul polpastrello e ti dice a che livello di saturazione sei. Se il massimo è 100, e poniamo che tu abbia il 92/93% di saturazione, vuol dire che non hai la polmonite. Che è il problema del virus. Solo quando scatta la polmonite hai le sequele pericolose fino alla terapia intensiva”.
“Se telefoni al tuo medico con questo 92/93, con un pò di antiflogistici ed eventualmente con qualche antibiotico, puoi tranquillamente svoltare perché sai che non hai nulla di pericoloso. Diciamo che hai una super influenza – chiamiamola così – e rimani a casa”.
“La normalità è il medico che fa il suo mestiere per una malattia che non è un cancro in testa o un’operazione che devi disostruire un’arteria da un trombo, e che quindi hai bisogno di una serie di cose come l’ospedale. È una malattia che se la mettiamo tutti sotto questo screen di normalità, forse ne usciamo meglio”.
Sugli anziani: “Stare a casa ammazza come il virus”
Il primario ha continuato dicendo che voleva dare un altro “pezzo di normalità” e ha suggerito un metodo per alleggerire gli ospedali: i covid-hotel.
“Essendo appunto una malattia normale, il problema è che noi ospitiamo dentro le corsie persone che ci stanno un mucchio di tempo”. Invece, dimettendoli precocemente, quando si capisce che è iniziato il decorso della malattia, si libererebbero tanti posti.
Al termine dell’intervista Formigli, con la scusa di un tweet del Governatore Giovanni Toti, chiede un parere sull’isolamento degli anziani dalla società.
“Dico che è una sciocchezza. Stare a casa ammazza come il virus. Stare a casa fa diminuire i muscoli, la massa magra. Si chiama sindrome da allettamento, sindrome da non movimento, che è letale. Dobbiamo continuare a tenerli fuori dalla loro casa e possibilmente non dentro l’ospedale”.
Fonte: https://www.oltre.tv/roberto-bernabei-malattia-normale-svuotare-ospedali/