Molti ristoratori in Olanda settentrionale e nella regione di Limburgo hanno deciso da oggi di aprire, nonostante il divieto del governo, che li aveva esclusi dall’ultimo provvedimento in cui allentava le restrizioni per diverse attività. A noi torna in mente la triste fine del movimento “Io Apro”, distrutto da massicce infiltrazioni ed esigui ristori. Sul piano economico, le leggi draconiane che servirebbero a tutelare la salute mostrano il loro vero volto: chiudere i piccoli per foraggiare i colossi. Parte della strategia che il padre dei neocon Leo Strauss chiamava “distruzione creativa”.
Lo avranno capito, i ristoratori olandesi, che per loro le restrizioni non finiranno fino a quando le multinazionali non si saranno accaparrate tutto il settore? In Italia certamente no.
Così l’ANSA:
Lo riportano i media locali, secondo i quali l’azione di protesta si è svolta soprattutto nelle città più piccole del Paese ed è stata tollerata dalle autorità locali, mentre ad Amsterdam, Rottedarm, l’Aja e Utrecht i sindaci hanno preso posizione contro le aperture ‘illegali’.
Non sono comunque stati registrati incidenti di alcun tipo.
Gli organizzatori dell’azione di protesta hanno annunciato che l’iniziativa sarà ripetuta nei prossimi giorni per mantenere alta la pressione sul governo affinché consenta anche al settore della ristorazione – e a quello culturale – di riaprire e riprendere fiato.
MDM 16/01/2022