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La Redazione

 

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Lo strano caso dell’ambulanza scozzese…

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A cura di Bosque Primario
Il 1 Novembre 2016
215 Views

 

DI ROBERT FISK

independent.co.uk

“Has your heart died along with the children?” –   Il tuo cuore è morto insieme ai bambini?”

In questo posto, ho paura della risposta.

Un paesaggio lunare,  deserto, un fulmine. Gli ultimi 100 anni di guerra ormai ci fanno sembrare ogni parola un luogo comune. Mi viene tanta rabbia ogni volta che si riparla della seconda guerra mondiale – perché quella è finita, perché Hitler è morto, perché abbiamo vinto e perché non dovremmo andare a scavare tra le tombe per spaventare le generazioni future.

Ma a Beni Zeid è un’altra cosa.

Si può andare avanti per chilometri e tutto intorno è la distruzione totale. Qui c’è stato l’ultimo grande scontro tra l’esercito siriano e i combattenti di Jabhat al-Nusrah (sì, sono quelli di Al-Qaeda, quelli dell’infamia dell’11 settembre, anche se questo noi l’abbiamo accantonato, perché ora dobbiamo parlare della guerra siriana) come abbiamo dimenticato le porte chiuse di Aleppo-Est e l’assedio della sua gente e di chi la difende, tutte cose che vanno avanti dall’estate scorsa.

Beni Zeid si trova su una collina a nord della città , ma ormai c’è rimasta solo la polvere. Mi viene alla mente la parola “Anno-Zero” se alzo lo guardo. Le fabbriche, i negozi, le  strade piene di rovine, gli appartamenti crollati, i cortili diventati crateri e poi le strade e tutto quello i siriani chiamavano fabbrica di esplosivi di Nusrah: tutto distrutto con una enorme bomba. Buttata giù da un pilota siriano o da uno russo, non lo sapremo mai. Ma la sua esplosione ha fatto saltare almeno 70 bombole di gas, quelle tinte di rosso e i resti si vedono ancora tra le macerie.

Quello che rimase della Stalingrado industriale potrebbe renderci un’idea, se volessimo usare il linguaggio della pittura, anche qui non c’è più niente da riparare. Il quartiere di Beni Zeid è stato talmente distrutto che i siriani dovranno spianare le strade con i bulldozer e ricominciare tutto da capo. Ma le vittime sono state poche; il 18 luglio di quest’anno, due gruppi di soldati siriani hanno attaccato questo posto da nord e da ovest, quasi allo stesso tempo, passando per Castello road.

Loro hanno perso pochi uomini e non  hanno fatto prigionieri. E tutti sappiamo che cosa significa.

Hanno lasciato le bombole di gas (esplose) dove stavano, hanno ignorato quei cimiteri che erano diventati i crateri, le strade e le fabbriche, così Beni Zeid è diventata – come capita nei luoghi di guerra – parte della linea del fronte, in questo caso della linea del fronte del governo siriano intorno ad Aleppo orientale assediata. Il dolore e le pene della gente circondata ha trasformato questo posto nell’ultima Sarajevo, come si leggerà sui libri di storia popolare, anche se altrettanto crudele fu l’assedio che gli israeliani fecero ai libanesi e ai palestinesi a Beirut nel 1982, ma neanche di questo si parla più, neanche quando facciamo paragoni. Ma perché?

Bene, ci trovavamo proprio nel bel mezzo a tutta questa desolazione a Beni Zeid quando qualcuno ha notato un veicolo, rimasto bloccato dallo scoppio di una bomba tra le fondamenta di una fabbrica che  sarà stata lontana quasi 200 metri dalle bombole di gas. Il tetto della machina si poteva vedere solo dall’altra strada e c’era scritto  “Ambulance” a grandi lettere. In inglese.

Abbiamo girato l’angolo. I militari siriani non avevano toccato niente  e nessuno ci aveva detto niente. La bomba che aveva distrutto la “fabbrica di esplosivi” (sempre che lo fosse) aveva fatto diventare un relitto anche l’ambulanza.

La guida era a destra, quindi quella macchina non era fatta per le strade della Siria. E sembrava –  anche se schiacciata – una di quelle ambulanze si si possono vedere per le strade di Londra, di Manchester o di Glasgow. Ma non c’erano le targhe.

In guerra si fa uso eccessivo della parola “ironico” – lo ammetto, io l’ho fatto di nuovo questa settimana – ma la scritta gigante dipinta sulla fiancata del veicolo, in inglese,  ci ha bloccato il respiro. ” IL TUO CUORE NON E’ MORTO INSIEME AI BAMBINI ?” Si chiedeva a lettere maiuscole.

Quale mano spettrale avrà dipinto questo spaventoso monito sulla fiancata di un’ambulanza? Sono salito in cabina di guida e mi sono arrampicato su per la scala mezza-rotta fino alla parte posteriore. Non c’era traccia di sangue.

Ma tutto era scritto in inglese. Allacciare le cinture di sicurezza. Anche “DRINK OR DRIVE: decidi” – che non è certo una domanda che si può fare oggi a chi abita a Aleppo-Est, dal momento che Nusrah e quella quindicina di  gruppuscoli loro alleati (saranno una quindicina?) non incoraggiano certo i disgraziati civili,  che vivono nel loro settore, a toccare l’alcol. C’erano pezzi di telaio e di parafanghi dentro la cabina, ma poi sula fiancata destra dell’ambulanza c’era la chiara prova dell’origine di questo veicolo.

Questo è quanto era stampato in maiuscolo con l’inchiostro rosso: “IL SERVIZIO AMBULANZA SCOZZESE DARA’ PIENO APPOGGIO AI GIUDICI E ALLA POLIZIA PER INCRIMINARE CHIUNQUE  ASSALTI IL PERSONALE …  IL PERSONALE DI QUESTA AMBULANZA HA DIRITTO AD ESERCITARE LE PROPRIE FUNZIONE SENZA TIMORE DI ESSERE ATTACCATO …”

Beh, naturalmente, chiunque stesse facendo il proprio lavoro in questa ambulanza scozzese era molto attaccato ad Aleppo. Certo di aggressioni e di paura, ce n’era tanta a Beni Zeid. C’era un fuoco incrociato quando l’ambulanza avrà attraversato questo deserto e poi sarà arrivata una specie di grande conchiglia che ha fatto crollare tutte quelle rovine che abbiamo trovato a poche centinaia di metri di distanza da dove abbiamo ispezionato il veicolo e il suo contenuto.

Quindi forse dovremmo aiutare le autorità scozzesi – e il procuratore generale – a risolvere il mistero di questa ambulanza. Sul piantone dello sterzo c’era il codice: “A 9014600104” (il primo 4 è  graffiato e potrebbe essere un “6”). In cabina c’era ….  “DATA: 05.11.22 [sic] IP 65”.  Il codice del produttore è ….. (omissis)

Ma basta codici. Si tratta di un giallo, questa non è una storia criminale. Molte delle ambulanze donate alla Siria da parte di stranieri, quando cominciò questa terribile guerra, sempre agli oppositori del regime o ai civili che vivevano nelle aree sotto il loro controllo. C’è una scritta in inglese sulla cabina del veicolo: “EID in Siria” e l’ultima festa musulmana di Eid è caduta dopo la distruzione di Beni Zeid e dell’ambulanza. Quindi il veicolo potrebbe essere stato in Siria da più di un anno.

L’avrà mandato quanche ONG dalla Gran Bretagna? L’avrà portato qui – è un altro pensiero che mi ha colpito – uno di quegli altruisti che hanno cercato di aiutare i siriani prima che Nusrah e i suoi occasionali lugubri alleati dell’Isis entrassero in azione, e che poi è – anche lui – caduto nelle mani di quegli assassini dell’Isis? Era un mezzo usato dalla gente di Aleppo-est e delle campagne circostanti e poi sequestrato da Nusrah per usarlo a proprio comodo? Non c’era nessun segno che avesse trasportato armi – e  anche Nusrah, dopo tutto, ha i suoi feriti. Ci sono tante ambulanze dell’esercito siriano nella zona occidentale di Aleppo – ed anche i miliziani feriti dell’opposizione sono degni di assistenza medica come un ogni soldato  “fuori combattimento”, persino in una guerra civile.

Quindi, fino a quando il Servizio Ambulanze Scozzese non ci dirà a chi ha dato (o venduto) questa ambulanza –  e questo potrebbe scoprirlo solo il procuratore legale, sempre che il suo mandato gli consenta una giurisdizione anche a Beni Zeid – questo veicolo, costruito per salvare vite umane, rimarrà uno scheletro non identificato tra le rovine di un posto colpito da una bomba siriana.

Ma quello che c’era scritto sulla fiancata continuerà a perseguitarci tutti.  “Has your heart died along with the children?” –    Il tuo cuore è morto insieme ai bambini?”

In questo posto, ho paura della risposta.

Robert Fisk

Fonte : www.independent.co.uk

Link :  http://www.independent.co.uk/voices/eastern-aleppo-isis-al-nusra-airstrikes-ambulance-english-syria-a7386391.html

29.10.2016

Il testo di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la fonte comedonchisciotte.org e l’autore della traduzione  Bosque Primario

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