DI TIM KIRBY
strategic-culture.org
Nel 1914 i francesi entrarono in guerra schierando una fanteria agghindata con splendidi cappotti azzurri e pantaloni rosso vivo, una fanteria che fu falciata dalla più raffinata delle tecnologie che la Rivoluzione Industriale aveva da offrire. Per noi oggi è facile vedere quanto fosse folle e quanto fosse scarsa la comprensione – da parte dell’uomo della strada e da parte degli “esperti” dell’epoca – di come funzionassero effettivamente allora la guerra e il modo di combattere. La stessa ingenuità la possiamo trovare anche oggi nel comprendere le moderne tattiche che vengono usate nella guerriglia sulle strade che stiamo vedendo in Francia, come parte delle proteste messe in atto dai Gilet-Gialli. Le cosiddette armi non letali (o meglio armi-meno-letali) che stanno usando le autorità francesi, conferiscono loro un vantaggio tattico che supera di molto quello di un qualsiasi fucile da guerra.
Grazie ai media ci siamo abituati a vedere video di dimostranti che vengono spazzati via con gli idranti o dispersi con i gas lacrimogeni, lasciando tutti bagnati o intossicati, ma per il resto incolumi. Comunque questo quadretto di umanità non combacia con la realtà che vivono questi civili che si confrontano con il modo di fare la guerra della polizia.
Se dovessimo credere alla lettera alle parole dei Gilet Gialli, almeno 22 di loro hanno perso un occhio (per effetto delle pallottole “meno-letali” ) , altri cinque hanno perso una mano e 154 sono rimasti “gravemente feriti”. Ovviamente i manifestanti avranno gonfiato i numeri, ma ci sono tanti di quei video sulle loro azioni/dimostrazioni che mostrano gente con delle ferite orribili che non possiamo credere che siano tutti video falsi. Quindi possiamo anche non credere ai numeri, ma i fatti provati dicono che quelle lesioni sono state prodotte dalle autorità francesi, quelle stesse che difendono i diritti umani in ambito UE. La semplice verità è che, malgrado l’accattivante marketing che ce le presenta, le armi non letali paralizzano e possono uccidere.
Per comprendere meglio il vantaggio tattico che le armi non letali offrono al governo (non alla polizia in se stessa ma allo stato), dobbiamo mettere da parte ogni nostra emotività e guardare quei francesi che hanno visto un loro braccio che saltava in aria. Non dobbiamo farci prendere dall’atroce ipocrisia della Unione europea quando parla di diritti umani e usare tutta la nostra razionalità per guardare a quello che sta succedendo tra le giubbe-gialle e quelle azzurre, come se avvenissero in un contesto armato differente.
Scenario A: Che succederebbe se i Gilet-Gialli fossero armati?
Se gli organizzatori dei Gilet-Gialli (tutti i movimenti sono organizzati da qualcuno, a prescindere da quello che ci raccontano i media) fossero in grado di armare le loro masse con dei fucili, in breve si arriverebbe davvero a una violenza orrenda che lascerebbe una macchia duratura nella storia della Francia. Succede spesso che centinaia o migliaia di manifestanti siano fronteggiati da qualche dozzina di poliziotti e da qualche soldato, se i manifestanti disponessero dello stesso numero di pistole che hanno i loro avversari, la loro superiorità numerica toglierebbe immediatamente alla polizia qualsiasi volontà di combattere.
Nessun poliziotto combatterebbe fino all’ultimo uomo contro una forza di venti volte superiore, si renderebbe conto subito che andrebbe a morire per niente e non sarebbe pronto ad aprire il fuoco nemmeno se fosse su un carro armato nel centro della sua città. La psicologia umana gli consentirebbe di ammazzare degli stranieri in qualche paese lontano, ma non funziona così quando sta a casa sua.
In un caso come questo, di morte quasi certa, solo a guardare la disparità delle forze, la polizia “rimarrebbe a casa”, anzi qualcuno cambierebbe bandiera apertamente o segretamente.
E’ chiaro che da una situazione di questo genere potrebbe iniziare una vera guerra civile , ma nel senso che porterebbe la guerra in strada e l’escalation della protesta che porta a una vera guerra calda sarebbe tecnicamente uno scenario vincente per i Gilet gialli, perché questo li avvicinerebbe alla conquista del potere o al cambiamento del sistema.
Scenario B: Che succederebbe se la Polizia combattesse come in guerra?
Una componente essenziale di molte Rivoluzioni Colorate è accusare il “capo cattivo” di una specie di uso diretto di una forma di massacro mediatico-addomesticato. Se la polizia francese avesse effettivamente usato dei fucili da guerra contro i manifestanti, questo l’avrebbe demonizzata al punto da giustificare una rivoluzione, che non avrebbe causato solo un conflitto civile, ma sarebbe stata una chiamata alle armi per tutta la nazione e questo non sarebbe stata una bella cosa per lo stato.
Oltre al fatto che solo un sociopatico potrebbe sparare con un fucile contro una folla disarmata, che non rappresenta una minaccia diretta e che parla la sua stessa lingua (cioè è fatta di persone come lui). Se la polizia francese dovesse decidere di dare l’ordine di sparare contro la folla, allora in questo caso molti poliziotti troverebbero inutili fucili e baionette perché non riuscirebbero a decidere di sparare.
Il risultato sarebbe qualche morto per ogni protesta, oltre al crollo totale della legittimità dello stato e al possibile “ritiro” di quelle forze di polizia non disposte a sparare contro “loro stessi”.
Scenario C: La realtà “non-letale” che vediamo oggi
Psicologicamente per la polizia francese è molto più facile usare le armi non letali (si fa per dire) contro i manifestanti. Nel subcosciente del poliziotto, egli può giustificare molto più facilmente il fatto di sparare sulla massa, con questo tipo di armi, perché in teoria queste armi “non dovrebbero” uccidere nessuno e se succedesse qualcosa, sarebbe solo per un “incidente”. Questo concetto è molto più facile da accettare per la psiche e per la morale piuttosto che non sparare in petto a qualcuno con un fucile antisommossa-vero.
Studi della University of Cambridge confermano questa ipotesi. Hanno scoperto che la polizia usa molto più volentieri la forza quando è dotata di armi non letali. Questo status-non-letale delle-armi come i taser (che possono e ammazzano le persone) rende i poliziotti più propensi ad usarle contro la popolazione, specialmente quando il subconscio del poliziotto gli dice che, in fondo quel ragazzo che aveva “fritto” l’altro giorno con un taser, è morto come muore tanta altra gente per un incidente. Come muore uno su qualche migliaio di persone che hanno un cuore debole.
Quindi, esaminando tatticamente le armi non letali, vediamo che queste offrono l’enorme vantaggio psicologico di poter offendere senza però che l’offesa pesi sulla coscienza dell’utente. Come detto sopra, sono armi che la propaganda promuove come molto blande-socievoli e, quando qualcuno muore perché colpito con queste “armi-non-letali”, si tratta solo di un “incidente”, cosa che dà al governo la possibilità di mantenere la propria legittimità anche se con la sua informazione sta accecando gli occhi della gente. Le pistole vere non riuscirebbero a portare a casa risultati come questi, in nessuno dei due punti.
Conclusione:
Bizzarra ironia di questi strani tempi postmoderni è che se i Gilet-Gialli venissero effettivamente presi a pistolettate con pistole vere e ammazzati, per loro sarebbe quasi più facile riuscire a cambiare in un certo modo il sistema. Essere privati di tutti i tipi di gadget e di tutti i dispositivi di un certo tipo rende più facile per la polizia svolgere il proprio lavoro senza problemi psicologici, senza avere nessun problema di coscienza, di simpatia e di orrore per aver colpito degli innocenti-manifestanti che avrebbero bisogno di spaccare tutto per riuscire a cambiare il sistema.
La Flash-Ball francese dovrebbe essere il simbolo della UE, perché consente una repressione schiacciante delle masse, mentre tutta la forza delle sue PR fa sembrare la polizia si stia comportando in modo umano e premuroso.
È per la nostra sicurezza, dopo tutto, che le stanno usando, giusto?
Tim Kirby
Fonte: www.strategic-culture.org
Link: https://www.strategic-culture.org/news/2019/05/02/maimed-yellow-vest-protestors-worse-than-getting-shot/
2,05.2019
Il testo di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la fonte comedonchisciotte.org e l’autore della traduzione Bosque Primario