La maledizione di Thomas Malthus

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THE NEXT WAVE

Ripercorrendo alcuni appunti dell’anno scorso, sono capitato su un articolo di Dietrich Vollrath [5] pubblicato nel 2017 che avevo stampato per dedicargli tutta l’attenzione che merita. S’intitola “Chi è che voi chiamate malthusiano?”, e affronta la questione interessante per il futuro, di sapere perché qualificare qualcuno come “malthusiano” è una forma di attacco personale così efficace che mette fine a qualunque argomentazione possibile.

Povero vecchio Malthus. Ha una pessima reputazione da quando ha predetto verso la fine del XVIII secolo, che la sovrappopolazione avrebbe portato alla fame e poi al crollo della società. Non è andata così, in gran parte perché siamo capitati su un approvvigionamento mai visto di energia a buon mercato, origine della rivoluzione industriale. E dato che nella realtà si era sbagliato, questo significa che se voi menzionate Malthus al giorno d’oggi, siete istantaneamente etichettato come eccentrico.

Dunque Vollrath ci rende in due modi un servizio col suo lungo articolo. Prima di tutto, cerca di inquadrare di nuovo l’argomento di Malthus nel suo contesto originario, secondariamente ritorna sulle interrrelazioni che si nascondono dietro il modello del mondo di Malthus.

Relazioni malthusiane

Le relazioni sono semplici.
Prima di tutto il livello di vita è inversamente legato alla dimensione della popolazione. In effetti, al momento della stesura di queste idee, il principale fattore di produzione era la terra, la cui offerta è in gran parte fissa. Vollrath condivide un diagramma ricavato dall’opera di Greg Clark (1) che lo dimostra. Il modello di Peter Turchin nei “Cicli Secolari” (Secular Cycles) ha effettivamente al centro della sua tesi questa relazione.

Clark – Popolazione britannica e salari reali – Malthus

Secondariamente la crescita della popolazione è correlata positivamente alla qualità della vita, come annota Vollrath: “Forse è perché i bambini sono un bene normale e la fecondità aumenta quando le persone hanno dei redditi più alti. O forse è perché la salute è un bene normale, così che le persone prendono maggior cura di se stessi e dei loro bambini quando hanno un reddito più alto.”

Esiste anche una terza versione, e cioè che il miglioramento del livello di vita ha accelerato la crescita della popolazione perché le persone sono nutrite meglio e vestite meglio, e quindi meno suscettibili di morire di malattia. (Alcuni studi sui sopravvissuti dalla peste nera mostrano che i gruppi che avevano il migliore tasso di sopravvivenza sono stati allevati con una maggiore quantità di cibo. Si tratta probabilmente di una spiegazione causa/effetto con qualche incertezza).

Vollrath nota allo stesso tempo che vi sono delle prove che indicano che la seconda relazione potrebbe non valere. I dati sono mediocri e ambigui; studi diversi traggono conclusioni diverse.
Ma Malthus non aveva alcun mezzo per accedere a dati del genere.

Dunque, per riassumere, le due affermazioni che ispirano l’economia malthusiana sono:
1 – la qualità della vita è inversamente correlata alla grandezza della popolazione;
2 – la crescita demografica è direttamente correlata al livello di vita.

Punto d’equilibrio

Relazioni malthusiane Fonte: Dieter Vollrath

Quando voi le collegate ottenete un insieme di relazioni circolari : un anello di equilibrio [1] e un anello di rinforzo [2].
Così scrive Vollrath:

“Tutto nel sistema spinge verso una situazione di equilibrio dove le risorse per ogni persona, e dunque il livello di vita, sono proprio al punto giusto perché la crescita della popolazione sia nulla. Senza mutamenti nella popolazione non ci sono cambiamenti nel livello di vita, dunque non c’è variazione nella crescita della popolazione, dunque non c’è cambio nella popolazione. L’economia ristagna a livello di sussistenza e questo induce una crescita demografica zero.”

Malthus pensava che questo sistema si sarebbe equilibrato al livello dell’economia di sussistenza, ma Vollrath suggerisce che non sia necessariamente vero. Il livello di vita “stagnante” può darsi che sia più elevato di quello (di sussistenza – N.d.T.), a seconda di quanto si preferisca avere dei bambini.

Fa anche delle altre osservazioni sul modello di Malthus:
⦁ Gli aumenti rapidi di tecnologia/produttività aumentano temporaneamente il livello di vita, ma aumentano in modo permanente la popolazione. Ci sono dei dati reali che supportano questa affermazione
⦁ Il ritorno ad un livello di vita “stagnante” (o stabile) può richiedere molto tempo.

In altri termini il sistema può essere instabile a breve e medio termine se c’è un cambiamento, nella tecnologia o nelle condizioni ambientali, che modifica la relazione tra il livello di vita e la dimensione della popolazione (la parte di contrazione del diagramma qui sopra)

Potere negoziale

Dunque è quella l’economia malthusiana. Ma c’è anche un tipo di società malthusiana dove le variazioni demografiche hanno influenzato il potere negoziale dei contadini, e dunque i salari, e questo ha di conseguenza modellato o rimodellato le istituzioni sociali. C’è tutta una serie di discussioni storiche che riguardano il potere politico ed il modo di acquisirlo e di esercitarlo. Vollrath affronta alcune di queste diatribe.

North e Thomas (1) sostengono che le variazioni della popolazione, cambiando i salari relativi ed il potere di negoziazione dei contadini, hanno contribuito a cambiare le istituzioni in Europa occidentale prima della rivoluzione industriale. Brenner e Bois d’altra parte dicono che l’effetto dei cambiamenti demografici sulle condizioni del lavoro dipendeva dal potere politico reale dei contadini, che non era necessariamente influenzato dalla popolazione.

Elite politiche

Nel loro libro “Secular Cycles”, Peter Turchin (2) e Sergej Neverov (3) passano in rassegna gli argomenti su Malthus nel primo capitolo, prima di procedere a una serie di studi di casi riguardanti una serie di società preindustriali.

Osservano che la critica a Malthus fatta da Robert Brenner (4) prende spunto dal periodo che ha seguito la peste. Differenti società che erano state colpite nello stesso modo dalla peste hanno seguito in seguito dei percorsi diversi. In più, in certi paesi come l’Inghilterra, i prezzi ed i salari hanno seguito il modello di Malthus, ma la crescita demografica non lo ha fatto.

Essi prendono lo spunto della critica di Brenner per suggerire che il modello economico di Malthus manca di qualche variabile importante: in particolare, il sistema di proprietà fondiaria in un dato territorio, ed poi la struttura e la coesione della classe dirigente. Nel loro lavoro, lo Stato pre-moderno è una variabile mancante, in particolare la valutazione con cui esso coopta o si oppone alle Elite dirigenti nella lotta per le risorse.

Vollrath non affronta il lavoro di Turchin e Neverov, ed in generale il modello dei cicli secolari non è così ben conosciuto come dovrebbe essere. In breve, Secular Cycles comincia con le domande relative alla capacità di sostentamento, e l’argomento è il seguente: “Quando la capacità di sostentamento oltrepassa i limiti, c’è penuria di terreni e di cibo, e c’è un’offerta eccedente di manodopera; i prezzi degli alimenti aumentano di conseguenza e i salari reali diminuiscono, cosa che conduce a una riduzione dei consumi individuali, in particolare tra le classi meno abbienti; questo conduce all’indigenza, con dei livelli di fecondità più bassi e dei tassi di mortalità più alti.”

Modello semplificato di cicli secolari

Avvantaggiarsi due volte

Fino ad ora il discorso è abbastanza malthusiano, ma Turchin e Neverov si occupano anche del comportamento delle élites in queste circostanze. In effetti, i proprietari fondiari e I datori di lavoro (spesso le stesse persone) prosperano 2 volte di più. In breve, hanno un vantaggio in quanto datori di lavoro che impiegano manodopera e la pagano di meno e come Proprietari di beni che sono messi in concorrenza dalle élites. Le pressioni esercitate sui poveri conducono a volte a dei conflitti politici, e a volte non lo fanno. Questo dipende dal fatto che le élites si dividano o serrino le fila.
Anche se gli studi dell’argomento datano a prima della rivoluzione industriale, i lavori recenti di Turchin si sono rivolte agli Stati Uniti che sono più moderni.

Questo dovrebbe probabilmente essere oggetto di un altro articolo, ma un mondo nel quale la crescita della popolazione mondiale induce una diminuzione dei salari reali, un forte rialzo dei prezzi dei beni ed un’intensificazione della concorrenza tra le élites, sembra un mondo maledettamente simile a quello del 2018.

Limiti dello sviluppo

Per tornare a Malthus, c’è anche una terza serie di argomenti importanti connessi tra loro che riguardano la natura dei limiti dello sviluppo. Vollrath rileva il carattere degli argomenti dei “limiti” come riferiti a due scuole (di pensiero – N.d.T.):
⦁ la crescita demografica è un dato e non corrisponde al livello di vita
⦁ la crescita demografica riduce il livello di vita (a causa della carenza di risorse) e la popolazione “aumenta” di conseguenza. (un anello di retroazione negativa).
L’altra lacuna dell’articolo di Vorrath è di utilizzare l’espressione “limiti della crescita” ma non discutere dei “Limiti dello sviluppo” (come nel libro e nel modello Word 3) I limiti della crescita meritano di essere considerati dal punto di vista malthusiano.

Produzione industriale

Era uno degli argomenti controversi, sia nei riguardi del modello originale dei “Limiti dello sviluppo” sia nei confronti del libro, e all’epoca forse era più forte la critica perché Paul Ehrlich aveva appena scritto il suo libro molto malthusiano “Bomba demografica”, che prevedeva che la popolazione mondiale in piena crescita avrebbe condotto alla carestia in un avvenire molto vicino. Conviene notare che il libro è uscito nel momento in cui la crescita della popolazione mondiale aveva raggiunto il suo tasso più elevato.
Certamente il modello dei limiti dello sviluppo è più sofisticato di questo.

Link ad un articolo precedente dell’autore sull’argomento.

E ci sono dei punti critici che vale la pena di identificare. Il modello dei limiti dello sviluppo non riguarda direttamente la popolazione, salvo per l’aspetto in cui l’aumento della popolazione potrebbe essere correlato all’aumento della produzione industriale. La produzione industriale è funzione delle risorse non rinnovabili e del capitale industriale (si tratta di un tipo di modello che si basa sui “fattori di produzione” ). La produzione industriale aumenta l’”inquinamento persistente”, questo è un argomento generico di rappresentazione delle ricadute sull’ambiente in senso generale; i critici commettono a volte l’errore di leggere la parola in modo troppo puntuale oppure troppo letteralmente. Questo riduce la produzione agricola, il che significa che la produzione industriale diminuisce di conseguenza. Questo significa che la base industriale non può sostenere una popolazione così grande

Come ha detto 100 volte o di più Dennis Meadows (6) dopo il suo primo libro, di fronte a questo cambiamento sistemico, la tecnologia non può fare altro che ritardare il crollo di un dato sistema. Il caso principale (“ciclo standard”) del modello Word 3 che ha seguito da vicino il comportamento del sistema mondiale dal 1971 fino al 2000 (e potrebbe ancora farlo), conduce a un declino industriale alla fine degli anni 2020 e ad una diminuzione della popolazione un decennio dopo.

Giusto sfortunato

Non resta che pensare che Malthus non abbia avuto troppa fortuna con la sua scelta dei tempi. Sarebbe stato difficile per lui sapere che le piccole miniere di carbone che aveva potuto vedere ai suoi tempi, erano nei fatti un aperitivo per lo sfruttamento minerario su grande scala dei secoli XIX e XX, o che noi ci saremmo imbattuti in un’ancora maggiore quantità di energia gratuita sotto forma di petrolio nel ventesimo secolo.

Questo lascia irrisolto il mistero più grande: sapere perché Malthus, ed il “malthusianesimo” siano diventati di fatto degli abusi ideologici. L’utilizzo del termine “malthusiano“, perlomeno per quanto ricordo io, è stato una forma di attacco pigro e personale che permette a chi parla di ignorare ciò che è stato detto. Non si può dire semplicemente che Malthus aveva torto; molti dei suoi contemporanei si sbagliavano su altre cose e sono semplicemente finiti nelle note a piè di pagina dei libri di storia.

Penso che la ragione sia che Malthus mente in dubbio tutta la nozione di progresso e di crescita che negli ultimi 150 anni è stato il nostro discorso dominante, senza dubbio per lo meno nei paesi che hanno tratto grande vantaggio dalla rivoluzione industriale. Peggio ancora: si tratta del nostro unico discorso dominante ammissibile. Se Malthus è stato sfortunato nello stilare il suo calendario, la sua tesi implica comunque che noi saremmo stati, come specie (umana) piuttosto fortunati che intelligenti, avendo inciampato in tutta questa energia facile. Questo a sua volta fa nascere dei dubbi sulla gran parte della storia che riguarda le capacità e lo sviluppo dell’uomo, che è la storia dei Lumi.

THE NEXT WAVE

Fonte: www.lesakerfrancophone.fr

Link: http://lesakerfrancophone.fr/la-malediction-de-thomas-malthus

3.08.2018

Tradotto per comedonchisciotte.org da Giakki49

Nota: 50 anni dopo Ehrlich ha dichiarato recentemente che aveva sbagliato i tempi della previsione e qualche dettaglio, ma che l’argomento è ancora valido

 

Note a cura del traduttore

[1] – North & Thomas : The Rise of the Western World: A New Economic History
è un libro di Douglass C. North , Robert Paul Thomas pubblicato da Cambridge University Press.

[2] – Peter Valentinovich Turchin -(nato in Russia nel 1957 -residente USA) è uno studioso Russo/Americano specialista di sviluppo culturale e dinamiche cicliche— modellazione matematica e analisi statistica delle dinamiche delle società nella storia. (Wikipedia)

[3] – Sergey Ivanoviсh Neverov (Russo- nato nel 1961) è un personaggio statale e politico russo Vicepresidente della Duma ed è leader parlamentare del Partito Russia Unita dall’Ottobre 2017 [2] E’ stato segretario del Consiglio generale del partito Russia Unita dal 2011 al 2017.

[4] – Robert Paul Brenner (nato in USA 1943) – Journal Article “The Agrarian Roots of European Capitalism”
è professore emerito di Storia, Direttore del Centro di teoria sociale e Storia Comparata presso UCLA(Columbia University) editore del giornale socialista “ControCorrente”, membro del comitato editoriale della “Rivista Nuova Sinistra”- Si occupa della Storia recente europea, economica, sociale, religiosa e agricola. Del Marxismo e dell’Inghilterra dei Tudor/Stuart
[5].- Dietrich Vollrath (dice di se stesso sul suo sito:)
Sono Professore di Economia all’Università di Huston, ho un libro di testo (Introduction on Economic Growth) sulla Crescita economica scritto con Chad Jones, scivo sul Blog: La crescita economica
(N.d.T.) – Ha pubblicato il libro citato e molti saggi sullo sviluppo urbano e agricolo e sulle condizioni delle classi povere all’interno di vari modelli economici. (info ricavate dai titoli dei saggi citati nel CV)
[6] – Dennis Meadows – Coautore del libro “I limiti dello sviluppo”Il Rapporto sui limiti dello sviluppo (dal libro The Limits to Growth[1]. I limiti dello sviluppo), commissionato al MIT dal Club di Roma, fu pubblicato nel 1972 da Donella H. Meadows (13 marzo 1941 / 20 febbraio 2001) , Dennis L. Meadows, Jørgen Randers e William W. Behrens III.
Il rapporto, basato sulla simulazione al computer World3, predice le conseguenze della continua crescita della popolazione sull’ecosistema terrestre e sulla stessa sopravvivenza della specie umana.

 

 

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