LA COZZA HA SEMPRE RAGIONE

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DI MARCO TRAVAGLIO

Giuliano Ferrara comunica che si è «stufato di stare sempre dalla parte della ragione» e di avere «sempre ragione», come la Buonanima. Tant’è che «quasi quasi» gli viene voglia di «passare dalla parte del torto». Quasi quasi. In effetti, in una biografia come la sua, si stenta a trovare un solo istante in cui il Plainette Barbuto abbia avuto torto. Uno che è stato allevato nella Russia stalinista (ma almeno quella volta non era colpa sua) ed è cresciuto a pane e Togliatti, per poi passare a Craxi, alla Cia, a Berlusconi e recentemente pure a Buttiglione, è evidente che è baciato dal carma dell’infallibilità. Come avrà fatto Ferrara a non perdersi nemmeno una delle benedizioni che la Provvidenza ha voluto riservare all’ Italia nella seconda metà del 900? Questo la gente si domanda. Certo, l’uomo è molto intelligente (per definizione, a prescindere, anche se l’ultima cosa intelligente che ha detto fu «mamma», pronunciata all’età di due anni). La sua è l’intelligenza tipica delle cozze, che riescono ad assorbire tutto il peggio che c’è in giro senza farsi contaminare da nulla di buono e di pulito.Ma non basta. La Grande Cozza è pure dotata di un fiuto da rabdomante, che gli fa annusare non tanto dove sta la ragione, ma dove vanno il potere e il denaro. Lui li anticipa sempre: prima arriva Ferrara, poi nel giro di qarantott’ore ore arrivano loro. Peccato che l’anagrafe gli abbia impedito di vivere sotto il fascismo, perché sarebbe stato un bel fascistone. Poi, si capisce, avrebbe smesso. Ma non il 25 luglio 1943, dopo la notte del Gran Consiglio: il giorno 24, nel tardo pomeriggio.
Nel ‘68, all’università, comandavano i sessantottini, e lui lo era (una celebre foto lo ritrae a Valle Giulia mentre rotola giù dal terrapieno con un bastone in mano). Nella Torino di fine anni 70 comandavano i comunisti, e lui lo era (una celebre foto lo ritrae davanti all’università mentre scarica bastoni dalla sua Renault 5). Nell’Italia degli anni 80 comandavano i craxiani e lui lo era (alla Rai e poi alla Fininvest scoprì una nuova forma di manganello, il tubo catodico, che picchia pure meglio). Ecco: la sua intelligenza consiste nel tenere sempre il bastone dalla parte del manico. Chi le dà ha sempre ragione, chi le prende ha sempre torto. Lui, di solito, le dà.

Nel 1992, quando quelli che hanno sempre torto si illusero di liberarsi dei ladri, lui che ha sempre ragione si schierò con i ladri ed ebbe ancora una volta ragione: infatti il ladri guadagnavano molto più dei giudici. Dunque, a naso, avrebbero vinto loro. E così fu. Fra i giudici, gliene piaceva uno solo: l’amico Renato Squillante. Poi si è capito perché: guadagnava molto più dei ladri. Infatti, quando finì in carcere, Ferrara lo definì «un uomo probo», mentre Di Pietro, per dire, era una “scespiriana baldracca”. Anche nelle compagnie la Grande Cozza si è sempre distinta. Qualche esempio.

Lo spione della Cia che lo attendeva con la busta dei dollari dietro al Pincio per ascoltare le sue bufale top secret. Il futuro pregiudicato Claudio Martelli nel giornale “Reporter”. Bettino Craxi che lo fece entrare in tv e poi al Parlamento europeo (30 milioni al mese senza metterci quasi mai piede). Jannuzzi e Squillante per farsi un’idea sulla giustizia. E poi Berlusconi. Che prima lo scambiò per un ministro, piazzandolo ai Rapporti col Parlamento, mai così tesi nella storia repubblicana. Poi lo scambiò per un direttore, affidandogli addirittura un giornale, il “Foglio”, miracolo editoriale da 7-8 mila copie quando è festa. Perché il Platinette Barbuto ha sempre ragione, ma nessuno – a parte Mieli, Battista, Ostellino, Panebianco, Galli della Loggia e lo stesso Ferrara – se n’è mai accorto. I lettori, bastardamente, si ostinano a comprare i giornali normali. Non ne vogliono sapere di pagare un euro per un quotidiano di quattro pagine al posto di uno di cinquanta o cento. Idem i telespettatori: lui fa un programma tutti i giorni in prima serata e loro, i felloni, non lo guardano. Lo fanno apposta. Non hanno capito che, se la Grande Cozza fa il 2 per cento di share (-10% rispetto all’anno scorso), un po’ meno di Socci, mentre Biagi faceva il 28 e Santoro il 18, è perché ha sempre ragione.

Chi si è bevuto le balle di Bush sulle armi di distruzione di massa di Saddam? Lui. Chi ha fondato la nuova setta degli ateo-clericali, senza credere in Dio ma credendo molto in Buttiglione? Lui. E chi, fra migliaia di giornalisti, Tanzi dice di aver pagato con una borsa con mezzo miliardo? Lui. E ancora una volta ha avuto ragione lui, visto che l’Ordine dei giornalisti sta per espellere Loredana Lecciso, non Ferrara. Chi balla a “Domenica in” e sposa Al Bano va cacciato. Chi prende soldi a destra e a manca e sposa pure Anselma Dall’Olio ha sempre ragione.
Per ulteriori informazioni rivolgersi alla sede romana del Foglio, non a caso in Largo Corsia dei Servi. Ognuno, prima o poi, trova la sua strada.

Marco Travaglio

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