La corruzione sistemica

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DI DMTRY ORLOV

cluborlov.blogspot

Il filosofo Slavoj Zizek, insieme ad altri, ha fatto una distinzione utile tra la violenza soggettiva, che si manifesta tra individui, e la violenza sistemica esercitata dalle istituzioni. Zizek è un Marxista, e la ragione per cui introduce questa distinzione è in parte per giustificare la violenza rivoluzionaria come mezzo di opporsi alla violenza sistematica dei regimi oppressivi. Questa distinzione può essere corretta o no, dato che anche la violenza rivoluzionaria è spesso essa stessa violenza di sistema, nata da una ideologia che impone in un modo o nell’altro un cambiamento radicale, mentre il risultato finale di un cambiamento rivoluzionario secondo le idee marxiste è spesso uno stato totalitario, che eleva la violenza sistemica a ben altro livello. La cosa ha poca importanza; penso che la distinzione sia comunque utile.

È utile perché permette di tracciare una certa linea – tra l’azione libera e l’azione obbligata – che non passa solo attraverso la violenza ma attraverso qualunque forma di malvagità e di perfidia. La violenza soggettiva è un esempio della prima: voi colpite una persona che non amate come espressione della vostra opinione personale. La violenza di sistema invece è laddove per esempio dei droni impersonali si comportano come degli scimmioni e hanno solo la scelta di imprigionare i genitori a causa dell’assenteismo dei loro figli – niente di personale, le regole sono regole. Questa linea attraversa numerosi aspetti del comportamento individuale e collettivo. La menzogna, ad esempio, si può esercitare privatamente (per non ferire i sentimenti di qualcuno o per dare una lezione a un idiota) oppure in pubblico (per esempio escludendo quasi 100 milioni di americani, disoccupati di lungo periodo, dal calcolo del tasso di disoccupazione ufficiale).

In particolare la linea di interpretazione soggettiva è notevolmente presente quando si prende in esame il fenomeno che viene spesso utilizzato per giustificare la violenza rivoluzionaria: la corruzione.

La corruzione spesso viene percepita come il flagello tipico dei paesi sottosviluppati e impoveriti i cui dirigenti e funzionari sono spesso accusati di nepotismo, di favoritismo, di corruzione, di distrazione di fondi, di riciclaggio di denaro sporco, di complotti e collusioni con criminali, eccetera. Un comportamento del genere è spesso accettabile per i loro padroni neocolonialisti che non vedono niente di male a che il denaro prestato a un paese in via di sviluppo finisca in Svizzera o negli Stati Uniti sui conti bancari privati appartenenti ai migliori ed ai più brillanti elementi del paese, lasciando il resto della popolazione obbligato a lavorare gratuitamente per generazioni, alle prese con un debito permanente. Solo quando i dirigenti del paese decidono di contestare questo stato di cose, di ripudiare i debiti del paese, di nazionalizzarne le industrie strategiche o di contestare la permanenza di truppe straniere (soprattutto americane) sul suo territorio che la loro corruzione diventa all’improvviso un problema e che il governo, ribattezzato allora “regime”, diventa oggetto di violenza rivoluzionaria.

La tecnologia del cambiamento di regime ormai è assai avanzata: i telefoni intelligenti, i mezzi di comunicazione sociale e i messaggi criptati rendono molto economica l’organizzazione di una manifestazione sintetica del genere. La protesta sedicente spontanea è organizzata in una struttura strettamente gerarchica composta da decine, centinaia, migliaia e così via di persone dove ad ogni livello, solo 10 individui conoscono l’unico soggetto di cui devono ripetere il comportamento senza riflettere. L’utilizzazione di manifestanti minorenni, di bambini in carrozzina, e di persone handicappate in sedia a rotelle, associata con l’abbondanza di video diffusi sui blog, limita le scelte delle persone incaricate di mantenere l’ordine pubblico. Una volta distrutto l’ordine pubblico, allorché regna il caos, diventa facile eseguire un cambiamento di regime.

Il vecchio regime corrotto viene discretamente messo da parte e il nuovo regime corrotto viene installato al suo posto ed è immediatamente riconosciuto politicamente, beneficia di un ampio sostegno finanziario e di una copertura mediatica. Oggi tutto questo è diventato una procedura standardizzata e se ne possono osservare numerosi esempi in molte regioni del pianeta.

Certo coloro che partecipano alle manifestazioni hanno spesso l’impressione di avere delle legittime rivendicazioni che li spingono ad agire, ma non è quello il problema. Può darsi che i loro capi siano corrotti, ma eliminarli è come combattere le termiti una per una lasciandone intatto il nido. Tutto ciò che possono aspettarsi è di fare posto a un maggior numero di termiti.

L’epicentro della corruzione, che fa sì che solo le termiti siano autorizzate a governare, è ben al di sopra della portata di qualunque movimento locale di protesta, laddove la corruzione va molto oltre alle trasgressioni marginali dei singoli individui, ma è ancorata invece nei sistemi del diritto, della polizia e dei regolamenti. E’ questo epicentro di corruzione sistemica, che si nasconde dietro leggi troppo complicate, enormi burocrazie, mezzi di comunicazione compiacenti, sistemi educativi docili e agenzie di investigazione e di applicazione della legge interessate, che rende le proteste locali largamente inutili e rende passeggera e incompleta qualunque vittoria che (le proteste) conseguano. È impossibile perseguire il bene comune in un ambiente in cui l’insieme del sistema è concepito per servire con tutti i mezzi necessari, fino al genocidio incluso, gli interessi di un piccolo clan finanziario sovranazionale .

Un avvenimento significativo ha avuto luogo recentemente: rappresentanti di tutte le nazioni africane si sono riuniti a Sochi, la città subtropicale nell’estremo sud della Russia, con un obiettivo semplice: tutti vogliono cacciare i regimi neocolonialisti europei e americani che depredano la ricchezza degli africani da generazioni, e vogliono cacciare le società sovranazionali che hanno rubato le loro risorse: per riuscirci serve loro la formula segreta della Russia. La Russia ha ereditato questo modo di agire dall’Unione Sovietica: durante la guerra fredda, tutta una serie di nazioni africane, asiatiche e sudamericane hanno acquisito la loro indipendenza dai vecchi centri imperiali. Poi l’Unione Sovietica è collassata e i vecchi colonialisti hanno cominciato a tornarvi in forze, fomentando delle guerre civili per mantenere l’equilibrio tra i paesi, favorendo e proteggendo gli interessi di società sovranazionali, imponendo ai paesi un debito pesante e rovesciando dei governi che non andavano loro a genio – tutto ciò che impediva loro di saccheggiare il paese. Ma ora la Russia sta tornando e gli africani sanno che con il suo aiuto strategico possono fermare il saccheggio e diventare ricchi e solidi.

I russi perseguono la strategia classica che consiste nel “risolvere i problemi più difficili per primi”. In Medio Oriente si sono subito occupati della Siria, trasformandola da un campo di interessi regionali rivali manovrati dagli Stati Uniti in un modello di cooperazione internazionale dove gli Stati Uniti sono ridotti a custodire – e in parte a rubare – il petrolio siriano. In Africa uno dei loro primi ordini del giorno è stato di fare terminare la guerra civile apparentemente senza fine nella Repubblica centrafricana, una repubblica ricca di risorse ma soggetta ad una violenza estrema, soppiantando i peggio che inutili Francesi, che erano i suoi vecchi padroni coloniali. Ora il governo di questo Paese sarà libero di agire nel proprio interesse, e se i suoi vecchi padroni si alzeranno a cercare un cambio di regime, si sentiranno dire un “niet” tranquillo ma molto fermo dai russi e torneranno a casa.

Che cosa succederà quando gli europei e gli americani torneranno a casa e saranno a obbligati a iniziare a pagare per le loro risorse naturali, invece di semplicemente rubarle nel quadro di un piano di corruzione? L’accumulazione della ricchezza e la conservazione dei loro privilegi è tutto ciò che conta per i beneficiari di questi covi di corruzione e loro non sono certamente disgustati dei metodi che usano per arrivarci. Se la domanda diminuisce, è tempo di indebitare la società. Se diminuisce l’offerta, è ora di sopprimere la domanda esigendo il rimborso dei debiti. Se una nazione si mette di traverso tra loro e il loro petrolio è ora di distruggere quella Nazione. Se non possono continuare a derubare i produttori, per loro è tempo di cominciare a uccidere i consumatori.

Il genocidio è nel loro DNA. Gli americani hanno diretto il più lungo ed il più grande genocidio del mondo, sterminando più di 100 milioni di Amerindi. E non è neanche una storia vecchia: durante la Grande Depressione, le autorità americane hanno scavato un buco demografico stimato di circa 10 milioni di persone, bruciando cereali e sversando latte nei fiumi mentre le persone morivano di fame. Coloro che hanno avuto l’audacia di lamentarsi di questo oltraggio sono poi stati perseguitati come comunisti. Gli americani hanno appreso il genocidio dagli inglesi. Per farvene un’idea, provate a cercare “Genocidio inglese” sulla rete e cominciate a seguire i link che vi appaiono.

Non c’è alcun dubbio che vi sia molta corruzione nel mondo. Gli alti funzionari piazzano i loro figli, cugini e cugine e nipoti in posizioni di comando. I poliziotti accettano delle bustarelle per vari servizi che non sono strettamente legali. Vi sono fondi neri, degli impresari pagano delle mazzette eccetera. Ma questa corruzione equivale al commercio al dettaglio fuori dal mercato e a titolo personale, come comprare un panino di corruzione da un vecchietto che ha un carrettino a mano, mentre la corruzione nel centro Imperiale di Washington è un vero buffet a scelta di corruzione, lì potete mangiare un pasto di corruzione a tre portate con varie escursioni al banco delle insalate e una scelta di dessert corrotti, e poi un servo vi porterà una bevanda corrotta di vostra scelta ogni volta che farete schioccare le dita e poi dopo aver toccato il punto di rottura, vi porterà una tazza di acqua con dei petali di rosa che vi galleggiano perché possiate sciacquare via la corruzione dalla punta delle dita.

A Washington, in particolare, vi sono lobbisti che scrivono testi di legge che i legislatori firmano senza leggere. Dovunque negli Stati Uniti, ci sono medici che non si preoccupano di produrre milioni di oppiomani purché sia redditizio, mentre magari rifiutano un trattamento medico indispensabile che non rende. Altrettanto c’è un sistema giudiziario corrotto che arresta e condanna le persone che non hanno i mezzi per difendersi perché si possano utilizzare come schiavi in prigioni private. E tutto il sistema è diretto da avvocati e banchieri succhiasangue che finiranno per dissanguare tutto il paese. È un mondo dove quelli che sono al fondo della scala e che hanno il massimo delle ragioni di cercare di scamparla aggirando il sistema sono relativamente onesti, mentre al contrario quelli che sono al vertice potrebbero vivere agevolmente senza commettere grandi atti delitti, ma essendo tutti dei criminali fatti e finiti, quelli che sono veramente al vertice sono per definizione degli uccisori di massa

Quando dei cannibali sono a corto di non cannibali da mangiare, il risultato inevitabile è un cannibalismo di secondo ordine, dove i cannibali si mangiano tra di loro. Finché non rimangono più cannibali del secondo ordine, ed alcuni di essi sono obbligati a diventare dei cannibali del terzo ordine che mangiano solo più cannibali che mangiano altri cannibali. E così via. Allora che cosa deve fare uno che non è cannibale?… Solo scappare!

 

Dimitri Orlov

Il libro di Dmitry Orlov è una delle opere fondanti di questa nuova “disciplina” che oggi chiamiamo “collapsologia”, è lo studio del collasso di società o civiltà.

Fonte: http://cluborlov.blogspot.com/

Link: https://lesakerfrancophone.fr/category/auteurs/orlov

 

Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da Le Saker Francophone
da GIAKKI49

 

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