FONTE: KEINPFUSCH.NET
Leggo in giro che Zingaretti si aspetta di vincere in Emilia Romagna, che danno evidentemente per scontata. Personalmente, da ex emiliano/romagnolo non ne sono convinto: innanzitutto perche’ anche l’ Umbria era considerata un collegio sicuro (ma e’ caduta), e poi perche’ e’ avvenuto un cambiamento demografico fondamentale.
La demografia dell’ Emilia Romagna di oggi e’ questa:
Come potete vedere, il voto e’ spostato attorno alla mia generazione, quella che negli anni ’80 contava di vivere l’adolescenza o la giovinezza universitaria. E bisogna dire chiaramente una cosa: abbiamo vissuto, anche per colpa del PCI, degli anni di merda.
E’ in quel periodo che in Emilia si forma l’allergia verso la visione del PCI, l’omologazione, la “repressione dolce” che il PCI applicava contro chiunque non fosse allineato, il conformismo spinto all’estremo, la sistematica determinazione a rinchiudere i giovani in gabbie ove potessero avere i loro 5 minuti di ribellione, per tornare poi alla loro brava vita di “compagni”.
La mia generazione per il PCI emiliano fu un problema. Avevamo 10 anni nel 1980. Prima di noi, i giovani erano politicizzati, facevano politica, appartenevano a gruppi politici. All’inizio degli anni ’80, inizia un cambiamento. I giovani escono dai partiti. Da giovani che si identificano come “comunisti”, “fascisti”, “radicali” , “autonomi”, cioe’ etichette politiche, si passa a giovani che si identificano come “paninari”, “metallari”, “punk”, “rockabilly”, che NON sono etichette politiche (tranne forse “punk”). La musica passa da una musica politicamente impegnata ad una musica che nella stragrande maggioranza dei casi era “commerciale”, veniva dal mondo anglosassone, e NON aveva contenuti politici.
Insomma, abbiamo mandato affanculo i partiti. In massa. E molto prima di abbeppegrillo. Per loro l’impatto era devastante: FGCI perdeva iscritti a velocita’ esponenziali, i loro circoli “SPIM” erano sempre piu’ deserti ogni giorno che passava, e i nuovi luoghi di aggregazione erano ora “sale giochi”, “paninoteche”, “muretti”, “bar”. In due o tre anni, dal 1980 al 1983, si passo’ da una quasi completa politicizzazione dei giovani, ad un (quasi) completo disimpegno.
Rimanevano impegnati in politica essenzialmente tre tipi di farlocchi, che erano gli scoppiati del centro sociale (il Resistenza, in Via della Resistenza, perche’ pensare ad un nome gli costava fatica) , gli sfigati di quella setta che e’ CL, che stavano (allora) nei circoli ACLI, e i pochissimi fascisti del FdG. Ma erano minoranze in un mare di giovani che aveva come identita’ un tipo di musica, un modo di vestire e un luogo di ritrovo non politico. Ma non un partito.
La reazione del partito comunista emiliano fu una forma di rancore, sopito ma chiaro, per il quale i giovani erano (quando andava bene) diventati superficiali, inutili, “commerciali” e materialisti. Eravamo “senza ideali”. E quindi eravamo un’ “istanza sociale da gestire”. “Gestire” significava “educare”, “rieducare” o “incistare”. O far morire di droga, visto che l’ Emilia degli anni ’80 (dietro le leggende di essere la regione meglio amministrata del paese) aveva un problema devastante di eroina.
Potrei raccontare diversi aneddoti, ma non ci credereste. Bisognava esserci per capirlo. Faccio un esempio: il piccolo comune X compra, per la biblioteca, Y dischi ogni anno. Vince la gara sempre un “compagno”, oppure l’unico negozio di dischi del paese, a patto che non venda un certo tipo di musica. E allora entri in un negozio e trovi gli Inti Illimani (che rimarranno invenduti e finiranno puntualmente nel catalogo acquistato dalla biblioteca comunale) , ma non trovi Van Halen o Iron Maiden. Quelli “vanno ordinati” ma solo con tempi biblici. Ci dicevano che erano gruppi “poco famosi, che conoscevamo solo noi”. La risposta non aveva senso, visto che appunto Iron Maiden e Van Halen avevano, comunque, molto piu’ ascolto degli Inti Illimani. Che erano in vetrina. I FAMOSI Inti Illimani, giusto?
Il motivo politico era: “l’ heavy metal e’ una musica reazionaria e razzista, se ci fai caso lo suonano solo dei bianchi e lo ascoltano solo dei bianchi“.
Solo nel 1989 cominciano a capire che degli Inti Illimani e dei Pink Floyd non frega piu’ un cazzo a nessuno, e fanno il primo Monsters of Rock. Ma attenzione: dentro una festa dell’Unita’, in modo da selezionare una certa audience Che non si sa mai, partecipino anche giovani di altri partiti. Siccome qualcuno ricordava la storia dei bianchi che suonano solo per bianchi, al secondo monsters chiamano un gruppo semisconosciuto, i Faith No More, per la sola ragione di avere un nero nella band. Guarda caso, il batterista. Che ce l’hanno nel sangue, giusto?
Tutti questi mezzucci repressivi di qualsiasi iniziativa non fosse approvata dai grandi soloni della CVLTURA (di solito gente che svernava all’ Alma Mater di Bologna) venivano applicati praticamente ad ogni cosa, ad ogni iniziativa culturale, ad ogni iniziativa sportiva, ad ogni tentativo di una band locale di avere una piazza per suonare: soltanto se eravate conformi potevate. Altrimenti non se ne parlava, e se anche riuscivate la capillare macchina del partito, grazie alle sue propaggini, avrebbe reso tutto piu’ difficile. Si arrivo’ al punto che durante il primo periodo dei Dalemiani nel partito (tipicamente, inizio anni ’90) le band locali non potevano suonare e al loro posto c’erano i “concerti di Taranta” e di “pizzica”. Bisognava dare da mangiare ai nipoti di Massimo.
Con il risultato che (al di fuori dalle citta’ emiliane piu’ grandi) per i giovani c’era solo l’eroina, mentre nelle citta’ esistevano piu’ cose, ma tutte rigorosamente private. E chi non poteva pagare aveva… sempre l’eroina. Le attivita’ giovanili pubbliche erano sempre per i “compagni”, a vantaggio dei “compagni” e completamente supervisionati: vedi sempre alla voce “inti illimani”.
Il problema e’ che alla mia generazione tutto questo e’ successo nel periodo della vita ove si sviluppa uno spirito critico, se non polemico.
In tutta Italia negli anni ’80 si guardano film americani dove sono i vecchi bigotti religiosi a vietare ai giovani di ballare. Anche a noi era proibito ballare (a meno di non fare centinaia di Km la notte, con la nebbia, per andare nelle discoteche in riviera. O morire nel tentativo: “le stragi del sabato sera”, ricordate?) ma il nostro nemico non erano vecchi bigotti infarciti di Bibbia e Dio. Il nostro nemico era il PCI, che richiedeva un atto di fede, un arruolamento, un’omologazione, per consentirti di accedere a qualche iniziativa culturale. Ne avevano il monopolio.
E se credete che sia un’esagerazione che in Emilia Romagna (quella profonda, quella dei paesini) non si potesse ballare senza essere omologati, che non si potessero fare concerti e feste con la musica che si voleva, CHIEDETEVI COME MAI PROPRIO DA NOI SONO INIZIATI I RAVE PARTY ILLEGALI. Proprio da noi. In Emilia Romagna. Che bisogno ci sarebbe stato di organizzare delle discoteche illegali nei campi, sulle colline e nei vecchi capannoni industriali, se tutto fosse stato cosi’ “libero e bello” come volete far credere? E se eravamo solo “i quattro mai contenti”, come mai i rave party chiamavano migliaia di persone alla volta?
A parte i politicizzati figli di “compagni”, siamo cresciuti ODIANDO l’asfissiante, omologante e bigotta presenza del PCI emiliano. In seguito, all’universita’, abbiamo tutti dovuto sopportare l’arroganza di CL, FGCI e FUAN che facevano il bello e il cattivo tempo con circoli, librerie, sale studio, e occupazioni, a costo di farci saltare sessioni di esame.
Arrivati al lavoro, chi ha provato nel privato, o a fare il freelance, si e’ scontrato con l’asfissiante presenza del PCI nella vita economica della regione.
La mia generazione ha imparato, nel corso di due decine di anni, ad ODIARE quella pila di mafiosi sotto mentite spoglie, quei profittatori senza dignita’, quegli arroganti caporali con la velleita’ di essere gli opliti del bene.
Tutti, per qualche mese o qualche anno, siamo stati in qualche modo contattati dal Partito. Quasi tutti noi, per qualche mese, magari siamo andati a “vedere com’era”. Magari ci portava la morosa o il moroso, facevamo qualche volta i volontari in qualche festa dell’unita’ locale (io stesso lo feci), e capivamo da dentro che merde erano. Non tanto i poveri lavoratori e pensionati che ancora ci credevano (e ci crederebbero ancora, se fossero vivi) ma i piccoli dirigenti. Se all’ Unita’ come giornale fosse arrivato tutto il denaro che si raccoglieva in Emilia con le Feste, sarebbero ancora aperti. Ma qualcuno “gonfiava le spese”. Sempre.
Risultato: oggi va al voto una generazione che se li vuole togliere dalle palle. Una generazione cui viene l’orticaria solo al pensiero di rivedere le loro facce al potere. Qualcuno provera’ a dire che l’alternativa e’ il maschilismo della destra, ma dimentica che le prime a scappare dalle sedi di SPIM, ARCI e FGCI furono proprio le ragazze, per via di quel maschilismo terribile. Le stesse sedi puzzavano di quell’odore rancido di vecchio maschio fumatore.
La verita’ e’ che l’ Emilia Romagna cadra’, e se non alle prossime elezioni a quelle successive, non appena finiranno i pensionati della generazione precedente. Quelli che Cofferati ha “portato al voto” a Bologna, per intenderci. Quelli che votano SEMPRE a sinistra, dove dice il partito, perche’ si’. Senza porsi domande. Giustificando sempre il partito.
Ma quella generazione sta diminuendo di numero, come vedete dal grafico sopra. Adesso sta arrivando la mia generazione: quella che i “compagni” hanno cercato di reprimere ed omologare usando tutti i mezzucci piu’ ripugnanti, che poi hanno cercato di irreggimentare all’ universita’, e che infine hanno cercato di arruolare sul lavoro.
Per questa ragione l’ Emilia Romagna e’ destinata a cadere: il tempo passa, i vecchi muoiono, e nuovi adulti e i nuovi vecchi VI ODIANO. La vostra odiosa prepotenza, la vostra saccenza insopportabile, il vostro paternalismo velleitario, hanno segnato la nostra gioventu’. Saro’ molto sincero, del PCI ho apprezzato il fatto di aver avuto proletari, i poveri e gli ignoranti nelle sedi, ma proprio negli anni ’80 avete fatto la trasformazione fighetta, e quelle persone sono finite nella Lega. Ben vi sta.
Non so se il disastro sara’ completo gia’ a queste elezioni, o se dovrete aspettare le prossime regionali, ma una cosa e’ certa: l’ Emilia Cadra’.
Cadra’ perche’ i vecchi compagni che vi votavano senza far domande STANNO MORENDO DI VECCHIAIA, e non c’e’ CGIL o Cofferati che possano riportarli alle urne.
Adesso al voto ci sono i giovani degli anni ’80 e ’90. E siamo la maggior parte dell’elettorato.
E vi odiamo e disprezziamo.
E quando sarete caduti, i nuovi arrivati andranno a scoprire gli altarini, e saprete la verita’ sulla “Regione meglio amministrata d’Italia”. Quella dove “tutti stavano bene”.
Cosi’ bene che adesso il vostro nome ci da’ l’orticaria.
P.S: un paese che produce musica di merda come gli Inti Illimani non merita un Pinochet. Ne merita DUE. Con l’unghia incarnita per migliorare l’umore al mattino. Entrambi.
Fonte: https://keinpfusch.net
Link: https://keinpfusch.net/lemilia-cadra/
8.11.2019