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La Redazione

 

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In Venezuela gli Stati Uniti hanno appena fallito l’ennesimo golpe

Mentre Maduro giura da Presidente, Washington tenta di insediare il leader dell'opposizione Edmundo González Urrutia. L'azione è fallita ma non si fermeranno nel tentativo di saccheggiare le risorse del Paese.
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A cura di Redazione CDC
Il 12 Gennaio 2025
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Dopo la cerimonia ufficiale nell'Assemblea Nazionale, Nicolás Maduro ha giurato con il popolo venezuelano fuori dal Palazzo Miraflores. Foto: Zoe Alexandra

Di Manolo De Los Santos, peoplesdispatch.org

Venerdì 10 gennaio, a Caracas, Nicolás Maduro ha giurato come Presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela per un terzo mandato (2025-2031).

Ore dopo, a circa 587 miglia di distanza, a Santo Domingo, nella Repubblica Dominicana, il candidato sconfitto dell’opposizione, Edmundo González Urrutia, autoproclamatosi comandante in capo, ha pubblicato un messaggio sui social media, ordinando all’alto comando militare del Venezuela di “ignorare gli ordini illegali impartiti da coloro che hanno preso il potere”.

Proprio giovedì scorso, nella Repubblica Dominicana, affiancato da un gruppo di ex presidenti latinoamericani, González Urrutia ha annunciato la sua intenzione di prendere possesso della presidenza di Caracas.

© ANSA/EPA

Edmundo González Urrutia

Tuttavia, ciò non è avvenuto. Nonostante abbia affermato nella sua dichiarazione di ieri che “i soldati fanno parte dello stesso popolo e devono obbedienza attraverso di me”, le Forze Armate Nazionali Bolivariane hanno ribadito la loro fedeltà a Maduro.

Anche i suoi sostenitori non sono riusciti a dimostrare la loro forza nelle strade. Sebbene abbiano affermato che avrebbero mobilitato un milione di persone, solo poche migliaia hanno partecipato alle loro proteste giovedì scorso.

Per attirare l’attenzione, hanno inventato un presunto arresto della loro leader, María Corina Machado, che non è mai avvenuto e per il quale non hanno fornito alcuna prova (la Machado, secondo i media mainstream, sarebbe stata prima arrestata e poi rilasciata nell’arco di pochissime ore, ndt).

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María Corina Machado (foto Ansa)

Nonostante non comandi l’esercito del suo Paese, non abbia il controllo di alcun territorio e debba inviare messaggi pubblici da un altro Paese, González Urrutia gode del sostegno di parte della comunità internazionale – soprattutto Stati Uniti, Europa e Israele – che lo riconosce come Presidente.

È diventato una caricatura del già caricaturale Juan Guaidó, che ha lavorato al servizio delle potenze occidentali che lo hanno sostenuto, offrendo loro le ricchezze rubate al popolo venezuelano.

In un tentativo di dimostrazione di forza, il 10 gennaio, il giorno del giuramento di Maduro, il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha annunciato sanzioni nei confronti di una nuova serie di funzionari venezuelani, tra cui il presidente di Petroleos de Venezuela, S.A., (PdVSA) e il Ministro dei Trasporti e presidente della compagnia aerea statale CONVIASA.

Il Dipartimento di Stato Usa ha anche annunciato che avrebbe aumentato la ricompensa, originariamente offerta nel 2020, per la cattura di Maduro a 25 milioni di dollari.

Sebbene il sostegno degli Stati Uniti sia propagandato come parte di una crociata democratica e di una difesa dei diritti umani (convenientemente trascurata nel caso del genocidio a Gaza), le ragioni alla base dell’attenzione dei media occidentali per le elezioni venezuelane sono diverse. Il Venezuela è una potenza energetica, con le maggiori riserve di petrolio al mondo, le quarte riserve di gas ed una solida industria petrolchimica che le grandi potenze cercano di controllare a proprio vantaggio.

Oltre alle misure coercitive unilaterali contro il Venezuela, gli Stati Uniti e i Paesi europei si sono impegnati in un palese furto dei beni pubblici venezuelani, paragonabile alle gesta dei pirati del passato. Il fondo avvoltoio Elliott Management ha acquisito la compagnia petrolifera statale Citgo e la sua rete di raffinerie e di distribuzione negli Stati Uniti, con attività pari al 10% del PIL del Venezuela.

Nel frattempo, le società britanniche detengono 31 tonnellate di lingotti d’oro, per un valore di 1,9 miliardi di dollari, nel caveau della Banca d’Inghilterra. Sostenendo González Urrutia, Washington mira a continuare questo saccheggio.

Il ”riconoscimento” del candidato dell’opposizione si basa su un sito web della Piattaforma Democratica Unitaria (PUD), che rivendica l’83,5% dei registri elettorali che dimostrerebbero la sua vittoria nelle elezioni del 28 luglio. Tuttavia, come è stato evidente fin dall’inizio, molti di questi documenti sono fraudolenti e sono stati creati da società di pubbliche relazioni negli Stati Uniti. Un’analisi dei metadati delle presunte schede elettorali conferma la massiccia frode dell’opposizione.

Ieri, al momento di assumere la carica di Presidente, Nicolás Maduro ha spiegato perché le grandi potenze non lo vogliono alla guida del Paese: “Non sono mai stato, né mai sarò, il presidente delle oligarchie, delle famiglie più ricche, dei dominatori o degli imperialisti. Ho un solo sovrano: la gente comune”. Poi ha chiesto un ampio confronto per portare avanti la riforma costituzionale.

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Nicolás Maduro

È chiaro e semplice: Il Venezuela appartiene al popolo venezuelano, non agli imperi e alle loro multinazionali, che cercano di rubare il petrolio, il gas e le risorse naturali.

Di Manolo De Los Santos, peoplesdispatch.org

11.01.2025

 

Manolo De Los Santos è il co-direttore esecutivo del Forum del Popolo ed è ricercatore presso Tricontinental: Institute for Social Research. Ha coedito, di recente, Viviremos: Venezuela vs. Hybrid War (LeftWord Books/1804 Books, 2020) .

Fonte: https://peoplesdispatch.org/2025/01/11/the-us-once-again-fails-to-impose-its-will-on-the-venezuelan-people/

Traduzione a cura della Redazione di ComeDonChisciotte.org

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