Il ritorno dei Nazisti

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di Luca Cerardi
lucacerardi.wordpress.com

Il momento è grave e oramai solamente gli stolti non l’hanno ancora capito. Con il decreto legge del governo si è superata la linea rossa che separa la democrazia dal regime. [1]
Non è possibile non comprendere che, al di là dell’oggetto in questione, quando un potere si arroga il diritto di decidere del corpo umano altrui è dittatura conclamata. Esso, varcata questa soglia, potrà disporre di tutti a suo piacimento. Tutto ciò non avveniva dagli anni ‘30 del Novecento quando i nazisti presero il comando. Il codice di Norimberga, [2] emanato dopo la seconda guerra mondiale, sanciva, proprio per non ricadere nelle bestialità dei medici nazisti (che in nome della scienza definivano i loro esperimenti giusti e legali) [3] l’inviolabilità del corpo, da cui l’importanza del consenso informato.

La gravità del momento è estrema, ma nascosta sotto una fitta coltre di sterco che la maggioranza umana, l’uomo massa, divora, usando come proprio mezzo di informazione personale la televisione o la stampa di regime, onnipotente e onnipresente.
Le uniche vere fonti, in realtà, e ciò viene spiegato anche ai bambini di scuola media, sono quelle primarie e secondarie, come i documenti, gli atti e, oggi, i testi, i siti di istituzioni ufficialmente riconosciuti. In questi web sites, che tutti possono andare a leggere (attività ormai sconosciuta ai più) si evince che la gravità della situazione sanitaria non è tale, anzi, la malattia colpisce una determinata fascia di persone, anziane, con pregresse patologie e che è curabile in casa con terapie dimostrate essere efficaci sin dallo scorso anno. [4]

Solo questo basterebbe a spegnere sul nascere la necessità di una panacea che salvi il mondo, senza tanto dover discutere di sintomaticità o di PCR, cioè dello strumento che comproverebbe la positività al morbo. Aggiungiamo, poi, che mai nella storia si è visto un uso così massiccio e uniforme dei media che si può solo definire come propaganda. Quando il canto è unico, è ridicolo pensare di essere in democrazia. Infine la questione più importante, il diritto. La gerarchia di questo è ben noto con la Costituzione a prevalere su tutto. Con il recente DL il governo ha deciso di superarla, obbligando ad una sperimentazione medica gli operatori sanitari.
Non si può più nascondere la realtà o far finta di nulla: violare il corpo umano con l’obbligatorietà è atto criminale e chi viola il Codice di Norimberga usando la propaganda, ghettizzando l’avversario, chiudendo la bocca alle persone, medici, scienziati con punti di vista differenti, etichettando il pensiero critico, ostracizzando i resistenti, dimostra fino al midollo la sua anima più vera, cioè quella del nazista. Evidente l’articolo 3 del suddetto DL che prevede lo scudo penale riservato ai collaborazionisti per salvaguardarli dal reato di omicidio colposo. [5]

Se si deve proteggere uno di loro è perché evidentemente chi emana la legge sa che la panacea sperimentale è potenzialmente assassina e questa sì, purtroppo, non guarda in faccia all’età di chi la subisce. E’ necessaria, quindi, la chiamata “alle armi giuridiche” per fermare questi psicopatici prima che possano, usando la sempre necessaria paura, distruggere la “Costituzione più bella del mondo” e vengano a prelevare ogni essere umano dissenziente con la forza fisica, rappresentata dall’uomo massa, in divisa o meno, quello che per paura di dire no, sarà pronto ad assassinare il suo simile gridando la solita frase: “ho eseguito gli ordini” oppure “ho famiglia”. Su questo tipo di umani si discute da migliaia di anni. Hannah Arendt, che studiò a fondo il fenomeno nazista, scrisse in modo eloquente che chiunque è potenzialmente un assassino perché questo è ciò che successe nella Germania del Terzo Reich e non solo.[6]

I mores si ribaltarono in cinque minuti e i deboli, i mediocri, i “falchi”, i furbi, insomma, il peggio della società, si allineò immediatamente con il potere per paura e per ottenere vantaggi che in una democrazia mai avrebbero avuto. Queste persone furono disposte ad uccidere bambini, anziani, donne e chiunque si fosse frapposto alla macchina tedesca, prima perché convinta di trionfare e, poi, ormai complice, per proteggere il proprio codardo essere.
L’uomo massa è colui che necessita di fare parte di un gruppo, possibilmente vincente, in cui non contribuisce in nulla se non nel servire il comando. Egli crede di essere indispensabile ma è solo un ganglio del potere che non tarderà ad essere eliminato al momento giusto. L’uomo massa è colui che non sa chi è, frustrato e deluso della propria vita ma che in società segue un modello rigido, segue protocolli senza farsi domande, appare perfetto e in ampia sintonia con il branco. Egli necessita il riconoscimento del gruppo stesso per pensare di esistere. E’ il figlio del nichilismo e della pochezza umana, il mediocre ben vestito e conforme, disposto a vendere se stesso per un po’ di attenzione e disponibile a fare qualunque cosa pur di partecipare al gioco dei potenti, che invidia, mettendosi in mostra sacrificando gli altri, che ama veder sottomessi. Non sa decidere autonomamente, quindi sa solo servire ed è terrorizzato dall’incertezza, dalla paura del cambiamento, dal senso – non senso della vita. Ha bisogno di quelle piccole verità che lo tengono in piedi, puro autoinganno. [7]

Nell’oscurità dell’abbandono e del distacco da sé queste persone, il nazista e l’ uomo massa, di nuovo, oggi, sono il braccio armato del male, l’antitesi del bene, dell’amore e del dialogo.
Non è più scusabile che tutto ciò non si sappia, che chi pretende di educare oggi, non abbia davanti agli occhi ciò che la storia e la filosofia raccontano da secoli, quindi il dovere di intervenire. Non è più accettabile non conoscere la storia o fermarcisi solo per ipocrite commemorazioni senza distillarne il profondo senso. E’ nelle azioni e nel pensiero umano del passato che noi scopriamo chi siamo. Di nuovo torna Ardent che, assieme a Bergson, spiegava l’importanza della Memoria, perché chi la cancella, perpetua l’errore. Nell’oscuramento del ricordo, che è parte dell’essenza umana, il soggetto elimina i suoi errori, giustificando la ripetizione di questi. [8]

L’uomo del XXI secolo dimentica il XX, si auto – inganna e, impaurito, senza più alcuna meta, se non la deriva materialista biologica, senza fine e scopo, si aggrappa al nuovo dio, la panacea o grande totem e ai nuovi dei, gli scienziati portatori della “verità”.
Contro questo scempio sociale è tempo per gli uomini e le donne di buona volontà di alzarsi in piedi e nella gravità del momento per la tenuta della Repubblica, di prendere coraggio, unirsi, raggrupparsi, accettando la situazione, cancellare il proprio ego ed agire compatti in ogni corte di Giustizia. Nessuno salverà la democrazia se non noi stessi. Il nuovo mondo che, inevitabilmente, verrà, sarà plasmato dalle nostre decisioni oggi e il futuro dei figli d’Italia dipenderà da ciò che si farà ora. Non c’è più tempo.
Luca Cerardi

NOTE:
1Cfr., https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2021/04/01/21G00056/sg art. 4.

2Cfr., http://www.aix-scientifics.it/it/_nuremberg.html

3Cfr., R.J. Lifton, I medici nazisti, Bur, Milano, 2020.

4Cfr., https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/sars-cov-2-decessi-italia

5Cfr., https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2021/04/01/21G00056/sg art. 3.

6Cfr., H. Arendt, La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme, Feltrinelli, Milano, 2017.

7Cfr., B. Assy, Etica, responsabilità e giudizio in Hannah Arendt, Mimesis, Milano – Udine, 2015.

8Cfr., H. Arendt, Tra passato e futuro, Garzanti, Milano, 1991.

FONTE: https://lucacerardi.wordpress.com/2021/04/02/il-ritorno-dei-nazisti/
Pubblicato da Tommesh per Comedonchisciotte.org

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