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La Redazione

 

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Il gas del Qatar e degli Stati Uniti non salverà l’Europa

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A cura di Markus
Il 15 Ottobre 2022
11491 Views

Vladimir Danilov
journal-neo.org

Gli esperti stimano che per evitare un crollo catastrofico del PIL e il rischio di una depressione economica prolungata, la spesa pubblica complessiva dei Paesi europei destinata a mitigare il collasso energetico scatenato da Washington dovrà superare i mille miliardi di euro! Una crisi di questa portata provocherebbe altri fallimenti e un effetto domino nel settore finanziario, il ridimensionamento dei programmi di investimento delle imprese e un calo della domanda dei consumatori. Il principale effetto negativo sarà la perdita di competitività di alcune industrie ad alta intensità energetica a causa della carenza di gas e dell’aumento dei costi energetici. A seconda dello scenario che si presenterà, tali industrie saranno costrette a ridurre la produzione fino al 60% rispetto al 2021. A sua volta, la chiusura comporterebbe una riduzione dei posti di lavoro che potrebbe interessare fino a 1,5 milioni di persone.

In queste circostanze, l’obiettivo n. 1 per l’Europa è quello di uscire al più presto dalla crisi energetica e trovare per il mercato dell’UE fornitori di gas che non siano colpiti dalle sanzioni antirusse imposte dagli stessi Europei.

Sotto le pressioni di Washington, l’Europa ha abbandonato le forniture di gas sicure e a basso costo garantite dai gasdotti Nord Stream 1 e 2. Ha persino acconsentito all’attacco terroristico degli Stati Uniti e dei loro complici che ha sabotato i due gasdotti nel Mar Baltico. In queste circostanze, l’UE è stata costretta a rivolgere la sua attenzione ai fornitori globali di GNL, nella speranza di migliorare la sua disastrosa situazione di approvvigionamento energetico aumentando la cooperazione con loro.

Il Qatar è notoriamente il primo mercato mondiale del GNL, con il 26,5% di tutte le spedizioni via mare. L’Australia è al secondo posto con il 26%, mentre gli Stati Uniti (14,7%) e la Russia (10%) sono rispettivamente al terzo e al quarto posto.

Tuttavia, gli Stati Uniti, nonostante all’inizio della guerra del gas con la Russia avessero pomposamente dichiarato che avrebbero fornito gas all’Europa, dopo che gli Europei avevano espulso la Russia dal loro mercato avevano fatto marcia indietro, asserendo che, in realtà, non potevano fornire gas all’UE. Gli investitori statunitensi nell’estrazione da scisto hanno ammesso che la quantità di gas e petrolio ottenuta finora è tutto ciò che possono sperare. Pertanto, come riporta il Financial Times, i produttori statunitensi di petrolio e gas di scisto hanno già avvertito che non saranno in grado di aumentare la produzione per aiutare l’Europa ad affrontare la crisi energetica di quest’inverno.

Per quanto riguarda il Qatar, questo piccolo Stato del Medio Oriente preferisce vendere il proprio gas all’Asia piuttosto che all’Europa per tutta una serie di motivi. In primo luogo, perché la distanza delle spedizioni è minore. In secondo luogo, la leadership qatariota è molto sensibile alle richieste politiche dell’UE in merito agli esportatori di energia. Inoltre, bisogna tenere conto che la Cina, il principale consumatore di gas del Qatar, paga un premio per ogni 1.000 metri cubi di GNL.

In questo contesto, oltre all’imposizione di sanzioni contro la Russia e alla significativa riduzione delle forniture di combustibile russo, il costo del gas in Europa continua a crescere a ritmi galoppanti. Per ovviare a questo aumento, l’UE ha preso l’utopica decisione di ridurre il consumo di gas del 15% dal 1° agosto 2022 alla fine di marzo 2023, anche se molti Europei rifiutano di farlo. Inoltre, il capo della Commissione europea, Ursula von der Leyen, completamente avulsa dalle leggi economiche in vigore nel mondo, ha annunciato che l’UE prenderà in considerazione l’introduzione di un prezzo massimo per il gas russo importato nel contesto della crisi energetica. Tuttavia, come ci si poteva aspettare, finora gli Stati membri dell’UE non sono riusciti a trovare un accordo su questa misura, che è contraria a qualsiasi scambio commerciale e alle regole dell’OMC.

In queste circostanze, i leader europei hanno raddoppiato i tentativi di raggiungere, almeno a livello di singoli Paesi, un accordo con il Qatar su possibili forniture aggiuntive di gas. Per questo motivo, negli ultimi sei mesi alcuni politici europei di vario rango hanno già effettuato ripetute visite in Qatar.

Persino gli Stati Uniti hanno cercato di convincere il Qatar a fornire più gas all’Europa, anche a scapito dei suoi impegni nei confronti dell’Asia. Secondo gli “strateghi di Washington,” non dovrebbe essere difficile per gli Stati Uniti esercitare pressioni sul Qatar, considerando che nel Paese si trova la più grande base militare statunitense di tutto il Medio Oriente. Ciò significa che non c’è bisogno di introdurre clandestinamente, come nel caso degli attacchi terroristici contro i gasdotti Nord stram 1 e 2, “sabotatori” appropriati, esplosivi, organizzare l’operazione, ecc. Inoltre, è con l’obiettivo di legare completamente il Qatar agli Stati Uniti che, durante la visita dell’emiro del Qatar Tamim bin Hamad Al Thani alla Casa Bianca all’inizio di febbraio di quest’anno, il presidente statunitense Joe Biden ha definito il Qatar un “importante alleato non-NATO” e l’emiro un “buon amico e un partner affidabile e capace.” Inoltre, il leader statunitense ha promesso che al Qatar verrà presto assegnato lo status di “importante alleato non-NATO.”

Attualmente il Qatar vende all’Europa circa 5-10 milioni di tonnellate di GNL. Nei prossimi 5-10 anni, come ha promesso Saad al-Kaabi, Ministro dell’Energia del Qatar, alla conferenza Energy intelligence forum di Londra, 12-15 milioni di tonnellate di gas naturale del Qatar affluiranno costantemente in Europa se la situazione rimarrà invariata e se i Paesi europei continueranno a lottare con altre fonti di energia. Da parte sua, tuttavia, il Qatar chiede che l’UE firmi un contratto a lungo termine per le forniture di GNL, cosa che Doha è stata incoraggiata a fare da un recente accordo di 15 anni firmato dalla Germania per le forniture di GNL dagli Stati Uniti. Doha è stata anche persuasa dai piani dell’Europa per un’alternativa al gas proveniente dalla Russia, alternativa di cui il Qatar, con i suoi piani di investimento di decine di miliardi di dollari per aumentare la produzione nei prossimi cinque anni, potrebbe essere una parte fondamentale. Allo stesso tempo, il Qatar impone condizioni piuttosto rigide, dando agli acquirenti poco spazio per deviare le forniture, a differenza dei contratti con gli Stati Uniti. Tuttavia, i leader dell’UE hanno chiesto contratti più brevi, giustificando demagogicamente la loro posizione con il desiderio di ridurre l’inquinamento, cosa che aveva già portato i negoziati sulle scadenze delle importazioni ad un punto morto fin dal mese di marzo. E, per quanto riguarda la “volontà di ridurre l’inquinamento” dell’UE, questa demagogia dei leader europei è a dir poco esilarante, dato che sempre più Paesi dell’UE stanno passando attivamente all’uso del carbone.

Nel tentativo di raggiungere un accordo sul gas con l’Europa, il 5 ottobre l’emiro del Qatar, lo sceicco Tamim bin Hamad Al Thani, si è recato nella Repubblica Ceca su invito ufficiale del presidente Miloš Zeman. L’incontro con l’emiro del Qatar era importante per le autorità ceche ed europee in generale, in quanto l’UE sperava che, se i negoziati fossero andati a buon fine, si sarebbero potute stabilire vie alternative per le forniture di gas in un momento di crisi energetica, alternative alla Russia, ovviamente. A questo proposito, il 7 ottobre il leader del Qatar avrebbe dovuto prendere la parola in un incontro informale con i leader degli Stati membri dell’UE e la visita sarebbe dovuta durare diversi giorni. Tuttavia, l’incontro si è trasformato in un grande scandalo: il 5 ottobre lo sceicco ha avuto solo il tempo di incontrare Miloš Zeman subito dopo il suo arrivo nel Paese e il Primo Ministro Petr Fialla, prima di riprendere l’aereo e lasciare Praga. Come hanno spiegato fonti diplomatiche ceche, “la parte qatariota ha avanzato richieste che la parte ceca non può soddisfare.”

Per chiarire ulteriormente la situazione, va ricordato che la posizione geografica del Qatar lascia al Paese un margine di manovra in termini di canali di approvvigionamento del gas. Oggi, il 68% della produzione di GNL del Qatar è destinato all’Asia e il 27% all’Europa. L’Europa consuma circa 450 miliardi di metri cubi di gas all’anno e la Russia ne forniva circa la metà. Pertanto, la proposta degli Stati Uniti di 15 miliardi di metri cubi di GNL (a prezzi più alti rispetto al gas russo dei gasdotti) come alternativa al gas russo, avanzata al momento dell’inizio della guerra del gas sul mercato europeo, può essere considerata solo una presa in giro e una chiara offerta non competitiva per il mercato europeo del gas. Già allora era chiaro a tutti, tranne che ad alcuni leader dell’UE come Ursula von der Leyen, Charles Michel e Josep Borrell, esplicitamente sovvenzionati dagli USA, che gli Stati Uniti stavano mettendo in riga con la forza l’UE, costringendola a rinunciare completamente al gas russo.

Non è un segreto che la Russia faccia arrivare il proprio GNL tramite navi cisterna proprio a Klaipeda, in Lituania, che sostiene di ricevere il gas del Qatar. In realtà, Russia e Qatar hanno un accordo molto semplice: la Russia fornisce il GNL tramite il gasdotto Yamal alla Lituania, e questo gas viene considerato qatariota, mentre il Qatar fornisce il suo GNL alla Cina, e questo è considerato russo. Lo schema è vantaggioso per il Qatar perché consente di risparmiare sui costi di trasporto e, in queste circostanze, Doha certamente non lo abbandonerà per la “nobile idea” di salvare l’Europa.

Inoltre, non bisogna dimenticare che il volume medio delle navi metaniere standard utilizzate per il trasporto di gas liquefatto su lunghe distanze è di 145.000 metri cubi. Da questo volume di GNL, dopo la rigassificazione, vengono prodotti 90 milioni di metri cubi di gas. Per sostituire almeno i 55 miliardi di metri cubi di gas persi dalla Germania dopo il blocco del Nord Stream, sarebbero necessari 611 viaggi, ognuno dei quali dura fino a 14 giorni. Tuttavia, una nave metaniera può effettuare solo un viaggio al mese e il trasporto in sé costa diverse centinaia di migliaia di dollari, che comprendono il carburante, gli stipendi dell’equipaggio e l’affitto della nave.

In linea di principio, gli Stati Uniti non dispongono di un numero così elevato di navi cisterna specializzate da poter almeno compensare l’UE per la perdita del Nord Stream. Pertanto, i cittadini europei dovranno indagare seriamente su questo losco accordo con gli Stati Uniti per avviare una crisi energetica in Europa, ovvero sui responsabili di questi piani palesemente antieuropei di Washington e su quali profitti personali traggano dalla povertà e dalla miseria dei comuni cittadini europei.

Vladimir Danilov

Fonte: journal-neo.org
Link: https://journal-neo.org/2022/10/11/qatari-and-us-gas-won-t-save-europe/
11.10.2022
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

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