Di Jesús Esteban, Libre Mercado
Il Forum Economico Mondiale, meglio conosciuto come il Forum di Davos, si riunirà il nel maggio prossimo a Ginevra per il suo incontro annuale nel 2022. Così, in seguito ai due anni in cui il coronavirus ha reso impossibile la convocazione, l’evento tornerà ad aver luogo in presenza.
Questo è quanto annunciato sulla base dell’Agenda di Davos, una conferenza online organizzata dal Forum tra il 17 e il 21 gennaio. In queste giornate era inizialmente previsto lo svolgimento della grande riunione annuale che, però, avrà invece luogo a maggio.
Durante queste conferenze, è stato esaminato il consolidamento del modello di economia ripianificata, promosso dall’istituzione stessa sotto il nome di “Grande Reset” ed incentrato sulla ridefinizione del capitalismo dopo l’impatto della pandemia.
Il primo ministro giapponese Kishida Fumio ha fatto esplicito riferimento a questo cambiamento, chiedendo nel corso del suo intervento a distanza una “nuova forma di capitalismo” per rilanciare l’economia giapponese, che ha il più alto livello al mondo di debito pubblico rispetto al PIL.
Un altro dei pilastri della narrazione del Forum di Davos dopo la crisi del coronavirus è la creazione di quello che è stato chiamato “un nuovo contratto sociale”, a cui è stata dedicata una tavola rotonda, con la partecipazione del ministro Nadia Calviño. Il problema di questa idea non è solo la sua ambiguità, ma soprattutto il pericolo che una élite politica e imprenditoriale possa incidere sulle strategie economiche planetarie attraverso questo presunto “contratto”. Perché deve essere cambiato? Chi lo firma? Con quale permesso? In base a quali criteri?
Elogio del modello cinese e lode alla spesa pubblica
Una delle questioni sulle quali si è maggiormente discusso durante queste conferenze virtuali è la ripresa economica dopo il coronavirus. A questo proposito, in una tavola rotonda con le autorità economiche e monetarie di tutto il mondo, la direttrice del Fondo Monetario Internazionale, Kristalina Georgieva, ha esortato a non dare prematuramente per terminata la guerra contro la Covid-19 e ha invitato i paesi a spendere ciò che è necessario per non compromettere la ripresa economica: “Il mondo deve spendere i miliardi necessari per contenere la Covid con l’obiettivo di ottenere trilioni come risultato attraverso la crescita economica” ha sostenuto.
Il capo del FMI ha anche riconosciuto la Cina come un modello nella lotta contro la pandemia, enfatizzando la sua strategia di tolleranza zero contro il virus, le severe restrizioni alla mobilità e i duri confinamenti per bloccare i focolai.
Per parte sua il Presidente cinese e Segretario generale del Partito Comunista Xi Jinping aveva partecipato a una delle sessioni virtuali, invocando un coordinamento delle politiche economiche a livello internazionale: “Le grandi economie dovrebbero vedere il mondo come un’unica comunità”, aveva detto il Presidente. Il leader asiatico assicurava inoltre che “la prosperità comune consiste nel rendere la torta più grande e dividerne i pezzi in modo appropriato attraverso degli accordi istituzionali”, mentre difendeva gli sforzi del suo regime per “prevenire l’espansione irrazionale del capitale”, “contenere la crescita selvaggia” e assicurare che le imprese raggiungano uno sviluppo “che serva l’interesse generale”.
Infine, il Presidente ha sostenuto che l’economia cinese “non dovrebbe crescere a spese dell’ambiente”, ma allo stesso tempo, e contraddittoriamente, ha indicato che “nemmeno dovrebbe sacrificare la sua crescita per proteggere l’ambiente” e ha incoraggiato i paesi sviluppati a “prendere l’iniziativa” nella riduzione delle emissioni di carbonio. Questo messaggio contrasta con il fatto che la potenza asiatica emette già più gas serra di tutti i paesi sviluppati messi insieme.
Tra gli altri oratori principali, il segretario al Tesoro degli Stati Uniti Janet Yellen, che ha auspicato che la ripresa economica sia “inclusiva e ecologica”, e il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres, che ha esortato a “riformare il sistema finanziario globale in modo che possa funzionare per tutti i paesi senza disuguaglianze di parte”. Il portoghese, inoltre, ha appoggiato la ristrutturazione “urgente” del debito, ha chiesto che i governi e le istituzioni vadano oltre il prodotto interno lordo nelle loro misurazioni e che i sistemi fiscali siano “giusti e concepiti in modo da ridurre realmente le disuguaglianze”.
I miliardari chiedono di pagare più tasse
Con la scusa del Forum virtuale di Davos, diversi altri soggetti hanno cercato di intervenire nel dibattito. Tra questi c’è il gruppo “Patriotic Millionaires”, un gruppo di individui ricchi che hanno chiesto in una lettera ai governi di tutto il mondo che vengano loro aumentate le tasse: “Come milionari, sappiamo che l’attuale sistema fiscale non è equo. La maggior parte di noi può dire che, mentre il mondo ha attraversato una quantità immensa di sofferenza negli ultimi due anni, noi abbiamo in realtà visto aumentare la nostra ricchezza durante la pandemia”. È curioso che questi milionari, così preoccupati di pagare così poche tasse, non donino volontariamente il loro denaro allo Stato, ma cerchino invece di imporre agli altri grandi benestanti l’espropriazione di una quota maggiore della ricchezza privata.
D’altra parte, l’ONG Intermón Oxfam ha pubblicato, in coincidenza con l’Agenda di Davos, il rapporto “Le disuguaglianze uccidono”, in cui denuncia che la ricchezza dei dieci uomini più ricchi del pianeta è raddoppiata, mentre, allo stesso tempo, il reddito del 99% dell’umanità è stato compromesso a causa della pandemia.
Peraltro, lo studio si avvale di un metodo fuorviante, in quanto utilizza solo i dati di marzo 2020, curiosamente, il mese in cui la ricchezza dei più ricchi è stata gravemente colpita dal crollo del mercato azionario. Quindi, a partire da quel punto eccezionalmente basso, in seguito alla ripresa dei mercati azionari, la loro ricchezza è stata aumentata dall'”effetto base”, un fenomeno statistico di cui Oxfam approfitta ingiustamente.
D’altra parte, il rapporto confonde intenzionalmente il concetto di disuguaglianza con quello di povertà, arrivando ad affermare che la disuguaglianza causa la morte di “una persona ogni quattro secondi” e continua a soffrire dei molteplici errori metodologici e analitici che, come al solito, caratterizzano i rapporti di questa organizzazione di tendenza sinistroide.
Di Jesús Esteban, Libre Mercado
—
Fonte originale al link: www.libremercado.com/2022-02-01/el-foro-de-davos-se-reunira-presencialmente-en-mayo-para-hablar-del-gran-reseteo-6860372/
01.02.2022
Traduzione di Ivana Suerra per ComeDonChisciotte.org