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La Redazione

 

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Il Comitato del Nobel celebra l’economia del fallimento del mercato

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A cura di Rosanna
Il 18 Ottobre 2018
432 Views

DI JOHN CASSIDY

newyorker.com

A prima vista, la ricerca dei due studiosi che hanno vinto quest’anno il Premio Nobel per l’Economia ha poco in comune. Bill Nordhaus, Professore di lunga data a Yale, è stato celebrato per aver creato, nei primi anni Novanta, un modello matematico di come il cambiamento climatico influisce sull’economia. Dal momento che Nordhaus ha sviluppato il suo modello, ne sono stati adottati di simili da molte parti interessate, tra cui il Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite, che ha appena pubblicato un rapporto che avverte di terribili conseguenze se viene consentita la continuazione delle tendenze attuali. Paul Romer, originariamente a Stanford e ora all’Università di New York, è uno specialista delle forze che determinano la crescita economica a lungo termine. I documenti che gli sono valsi il Premio, pubblicati nel 1986 e 1990, hanno enfatizzato l’importanza della conoscenza e dello sviluppo di conoscenza.

Per quanto ne so, Nordhaus e Romer non hanno mai collaborato tra loro, e nessuno di loro è associato a una particolare scuola, al di là della vasta categoria dell’economia di approccio neoclassico, matematicamente intensiva. Come la maggior parte degli economisti della Ivy League(1), generalmente sostengono il capitalismo di libero mercato. In effetti, hanno entrambi scritto in merito a come il processo in corso di innovazione competitiva, intrinseco al capitalismo moderno, generi enormi benefici materiali, alcuni dei quali non sono registrati in toto in statistiche come il prodotto interno lordo.

È un po’ paradossale, quindi, che ciò che unisce Nordhaus e Romer è il lavoro che hanno svolto studiando come le economie di mercato a volte non funzionano come propagandato. Pur concentrandosi su aree separate, entrambi hanno esaminato il problema delle “esternalità” o “ripercussioni” del mercato, che sono una giustificazione chiave per le imposte sull’energia, i regimi di protezione sociale, i sussidi alla ricerca e altri tipi di intervento governativo. In un documento di riferimento, il Comitato del Nobel ha osservato: “Sia Romer che Nordhaus sottolineano che l’economia di mercato, pur essendo un potente motore dello sviluppo umano ha significative imperfezioni, e i loro contributi hanno quindi offerto informazioni su come la politica governativa potrebbe potenzialmente migliorare il nostro benessere a lungo termine.”

Il termine “imperfezioni” è un po’ fuorviante: i problemi qui sono fondamentali. In un mercato competitivo idealizzato, i prezzi mettono sullo stesso livello i costi di produzione dei beni e i benefici conseguenti per i consumatori, e questo meccanismo di equiparazione assicura che i mercati allochino risorse e beni in modo più efficiente, rispetto ai diktat governativi o ad altri metodi. Ma i mercati dei combustibili fossili (Nordhaus) e dei beni che includono i progressi della conoscenza umana (Romer) non funzionano in questo modo.

Quando si pagano tre dollari per un gallone(2) di benzina, quel prezzo copre i costi che la compagnia petrolifera ha sostenuto, estraendo petrolio dalla terra, raffinandolo e trasportandolo alla stazione di servizio, così come la soddisfazione che si prova nel portare in macchina i propri bambini a scuola o fare un viaggio su strada. Ma quel prezzo non tiene conto dei costi che le generazioni future pagheranno, quando l’accumulo di emissioni di biossido di carbonio nell’atmosfera causerà l’innalzamento delle temperature, inondazioni, siccità, la distruzione delle barriere coralline e così via. Questo costo aggiuntivo è un’esternalità negativa. Un modo per affrontarla è imporre limiti severi all’arsione di combustibili fossili, come benzina e carbone. Un’alternativa è imporre una considerevole carbon tax(3), che ne ridurrebbe l’uso. Ma quanto dovrebbe essere l’entità di questa tassa?

Nordhaus ha aperto la strada allo sviluppo di modelli che possono essere utilizzati per rispondere a questa domanda. Conosciuti come modelli di valutazione integrata, essi incorporano i collegamenti derivati dalle emissioni di [diossido di] carbonio ai cambiamenti nell’atmosfera, dai cambiamenti nell’atmosfera ai cambiamenti della temperatura globale e dai cambiamenti di temperatura agli effetti dannosi sull’economia globale. Durante i primi anni Novanta, utilizzando la prima versione del suo modello, Nordhaus ha calcolato che la carbon tax doveva essere fissata, inizialmente, a circa sei dollari per tonnellata di emissioni di [diossido di] carbonio. Nel suo lavoro più recente, che tiene conto della rapida crescita dell’economia mondiale nell’ultimo quarto di secolo e del concomitante aumento delle emissioni di [diossido di] carbonio, ha innalzato la sua stima a circa trenta dollari.

Una ripercussione positiva funziona nella direzione opposta, generando benefici che non sono pienamente registrati nelle transazioni di mercato. Piantare alberi è un buon esempio: oltre a fornire legno e frutta, gli alberi assorbono l’anidride carbonica dall’atmosfera e creano ossigeno. Un esempio meno ovvio, su cui Romer si è concentrato, è la creazione di conoscenze tecniche, che si concretizzano in nuove merci.

Paul Romer, della New York University, è specializzato nello studio delle forze che determinano la crescita economica a lungo termine e ha enfatizzato l’importanza della conoscenza e dello sviluppo di conoscenza.

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Paul Romer, della New York University, è specializzato nello studio delle forze che guidano la crescita economica a lungo termine e ha sottolineato l’importanza della conoscenza e dello sviluppo della conoscenza. Fotografia di Spencer Platt / Getty

Ad esempio, lo sviluppo dei transistor. I ricercatori scientifici di Bell Labs li hanno inventati alla fine degli anni ’40 e Western Electric ha iniziato a fabbricarli per uso commerciale nel 1951. I clienti che acquistavano i prodotti che incorporavano questi primi transistor, come apparecchi acustici e radio, presumibilmente avevano speso bene i loro soldi. Ma quello era solo l’inizio: una volta stabilite le conoscenze di base su come creare un transistor, altre aziende lo potevano usare per creare prodotti diversi e migliori, un processo che Romer ha paragonato alla creazione di nuove ricette. “Ormai, le imprese private hanno sviluppato ricette migliorate che hanno ridotto il costo di un transistor secondo un fattore di 1 milione [di transistor]”, ha osservato in un saggio del 1993. “Tuttavia, la maggior parte dei benefici di tali scoperte è stata raccolta non dalle aziende innovatrici, ma dagli utenti dei transistor. Solo pochi anni fa, ho pagato mille dollari per un milione di transistor per la memoria nel mio computer. Ora pago meno di cento [dollari] per 1 milione [di transistor], eppure non ho fatto nulla per meritare o contribuire al pagamento per questo colpo di fortuna”.

Romer ha identificato la creazione di conoscenze tecniche che si riversano nella creazione di nuovi prodotti, come chiave per una crescita economica sostenuta. Nel suo documento del 1990, ha scritto un modello matematico dell’economia che includeva esplicitamente un settore della conoscenza. Ha anche sottolineato che le economie di libero mercato idealizzate, abbandonate a sè stesse, tendono a produrre una conoscenza troppo scarsa. In un ambiente completamente competitivo, le imprese saranno preoccupate che altre aziende copieranno rapidamente tutte le innovazioni che introducono, quindi saranno riluttanti a fare investimenti costosi in ricerca e sviluppo.

Per affrontare questo problema, ha affermato Romer, è necessario introdurre politiche come sussidi per la ricerca e lo sviluppo, borse di studio per studenti di scienze e brevetti ben concepiti che consentano alle aziende innovative di incassare per le loro invenzioni. Ha anche sostenuto che c’è ancora molto lavoro da fare per la politica, scrivendo: “Il Paese che prenderà il comando nel ventunesimo secolo sarà quello che implementa un’innovazione che supporta la produzione di idee commercialmente rilevanti nel settore privato.”

Né Nordhaus né Romer sono radicali. Nel dibattito su quanto lontano bisogna spingersi per affrontare il cambiamento climatico, Nordhaus è stato spesso criticato come un incrementalista. In un recente documento, ha usato il suo modello per calcolare che la strategia di cambiamento climatico “ottimale” implichi il contenimento dell’aumento delle temperature globali a circa 2,5 gradi Celsius entro il 2100, il che comporterebbe l’introduzione ora di una carbon tax di circa trenta dollari per tonnellata, che salirebbe a circa trentacinque dollari nel 2020 e a cento dollari nel 2050. Ma molti esperti in materia di cambiamenti climatici, tra cui l’IPCC (n.d.T. Intergovernmental Panel on Climate Change – Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico), sostengono che permettere che le temperature aumentino di oltre due gradi Celsius sarebbe disastroso. Almeno implicitamente, stanno sostenendo carbon tax molto più alte di quelle raccomandate da Nordhaus: fino a duecento dollari per tonnellata nel 2020, che poi aumentano rapidamente da quel punto.

Romer, che di recente ha lavorato come chief economist della Banca Mondiale, continua a privilegiare il consentire che il meccanismo di mercato determini la maggior parte della vita quotidiana. È anche un grande fan dell’urbanizzazione su larga scala, che crede, tra le altre cose, favorisca la creazione e la diffusione di idee, purché le città siano gestite correttamente. In effetti, egli è l’autore di una controversa proposta per i Paesi impoveriti di stabilire “charter city”(4), che sarebbero amministrate da rappresentanti dei Paesi più avanzati. Nessuna sorpresa, questa proposta gli ha portato accuse di stare tentando di favorire il neocolonialismo.

Nel contesto della teoria economica, tuttavia, il punto chiave è che sia Nordhaus sia Romer hanno riconosciuto da molto tempo i limiti del libero mercato, specialmente quando si affrontano sfide a lungo termine, come i cambiamenti climatici e la promozione dell’innovazione. Per molte persone, al di fuori dell’economia, questo può sembrare un’intuizione ovvia. Ma non era ovvio per gli economisti accademici negli anni ’80, quando Nordhaus e Romer hanno iniziato ad affrontare questi problemi. Allora, come ha fatto notare Joshua Gans, economista della Rotman School of Management dell’Università di Toronto, gli economisti erano spesso coloro i quali ostacolavano l’adozione di politiche volte ad attenuare i cambiamenti climatici e promuovere l’innovazione. Alcuni temevano che i costi sarebbero stati troppo alti. Altri hanno respingevano le politiche industriali come controproducenti.

Come Gans ha sottolineato, Nordhaus e Romer hanno entrambi creato quadri concettuali che hanno permesso agli economisti scettici di analizzare questi due principali fallimenti del mercato, usando strumenti che riconoscevano come legittimi, e poi si sono espressi a favore dell’adozione di misure correttive. Nordhaus e Romer non hanno risolto tutte le discussioni sulla linea politica, non le hanno nemmeno chiuse. Ma per quello che hanno fatto, in un ambiente conservativo, meritano il loro premio.

Naturalmente, il problema più grande oggigiorno è se i governi possano invocare la volontà di introdurre le politiche necessarie, in particolare per quanto riguarda il cambiamento climatico. Con un negazionista del cambiamento climatico amante del carbone alla Casa Bianca e un Congresso controllato dai Repubblicani, in balia degli interessi energetici, sembra quasi impensabile che gli Stati Uniti si dimostreranno all’altezza della sfida. Ma, a questo punto, piuttosto che economico o scientifico è un problema politico.

 

John Cassidy è cronista al The New Yorker dal 1995. Scrive anche una rubrica su politica, economia e altro per newyorker.com. Leggi di più»

Fonte: https://www.newyorker.com/

Link: https://www.newyorker.com/news/our-columnists/the-nobel-committee-honors-the-economics-of-market-failure

9.10.2018

 

Scelto e Tradotto per www.comedonchisciotte.org da NICKAL88

 

Note a cura del traduttore

  • Ivy League, o le Ancient Eight, è un titolo che accomuna le otto più prestigiose ed elitarie università private degli Stati Uniti d’America.

Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Ivy_League

  • Negli Stati Uniti si usa il gallone americano (S. gal) o U.S. liquidgallon:

1 U.S. liquidgallon = 3,785411784 L

Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Gallone 

  • La carbon tax è una tassa sulle risorse energetiche che emettono biossido di carbonio nell’atmosfera. È un esempio di ecotassa, che è stata proposta dagli economisti come preferibile in quanto tassa un “male” anziché un “bene”. È uno strumento di politica fiscale secondo il quale ogni tonnellata di inquinamento da anidride carbonica rilasciata dai combustibili fossili sarà soggetto ad un’aliquota fissata dal governo.

 Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Carbon_tax

4) Negli Stati Uniti, una charter city è una città in cui il sistema di governo è definito dalla carta della città, piuttosto che dalla legge generale. Negli Stati in cui le carte della città sono consentite dalla legge, una città può adottare o modificare la sua carta organizzativa con decisione della sua amministrazione, secondo il modo stabilito nella carta. Queste città possono essere amministrate prevalentemente da residenti o tramite una struttura di gestione di terzi, perché una carta conferisce a una città la flessibilità di scegliere nuovi tipi di strutture governative.

Fonte: https://en.wikipedia.org/wiki/Charter_city

Traduzione dall’Inglese all’Italiano

 

 

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