Dr. Joseph Mercola – 10 novembre 2021
Mentre i recenti dati dell’Ufficio delle Statistiche Nazionali del Regno Unito (ONS) rivelano che coloro che sono stati sottoposti due vaccinazioni contro la Covid-19 stanno morendo per cause diverse ad un tasso sei volte superiore a quello dei non vaccinati (1), i Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) sostengono la narrativa ufficiale con uno “studio” (2) che è giunto alla formidabile conclusione che il vaccino Covid riduce incredibilmente il rischio di morte per cause varie, che includono [anche] gli incidenti (ma escludono le morti legate alla Covid-19). Come riportato da CNN Health, il 22 ottobre 2021 (3):
“Il gruppo di ricerca stava cercando di dimostrare che i tre vaccini Covid-19 autorizzati sono sicuri e che, affermano, i loro risultati lo dimostrano chiaramente. I destinatari dei vaccini Pfizer-BioNTech, Moderna o Janssen avevano un rischio di mortalità non-Covid-19 inferiore a quello dei gruppi di confronto non vaccinati”, hanno scritto i ricercatori nel rapporto settimanale (4) dei Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie.
Il team ha studiato 6,4 milioni di persone che erano state vaccinate contro la Covid-19 e le ha confrontate con 4,6 milioni di persone che avevano ricevuto il vaccino negli ultimi anni, ma che non erano state vaccinate contro il coronavirus.
Hanno escluso chiunque fosse morto per Covid-19 o dopo un recente test positivo per il coronavirus … Lo studio ha rilevato che le persone che avevano ricevuto due dosi di vaccino Pfizer avevano il 34% di probabilità di morire per cause non legate al coronavirus nei mesi successivi, come le persone non vaccinate.
Le persone che avevano ricevuto due dosi di vaccino Moderna avevano il 31% di probabilità di morire come i non vaccinati, e quelli che avevano ricevuto il vaccino Janssen della Johnson & Johnson avevano il 54% di probabilità di morire …”
Due elementi chiave di questi paragrafi sono a), i ricercatori ammettono che intendevano dimostrare che i vaccini sono sicuri ed efficaci, e le statistiche possono essere manipolate per trovare ciò che si vuole trovare, e b) le persone che hanno ricevuto il vaccino Janssen hanno in effetti avuto un tasso di mortalità più elevato rispetto ai non vaccinati (54% di probabilità, rispetto ai non vaccinati).
I vaccini stanno riducendo la mortalità per cause diverse?
I ricercatori ipotizzano che le persone che fanno il vaccino Covid possono essere complessivamente più sane di quelle che si non lo fanno e hanno stili di vita più sani. A mio parere, questo è il classico linguaggio ambiguo orwelliano, dato che la maggior parte di coloro a cui è stato fatto il lavaggio del cervello non capisce i fondamentali di un comportamento sano.
Sospetto che la loro nuova propaganda abbia più a che fare con il fatto che hanno guardato solo i dati fino al 31 maggio 2021. A metà aprile, si stima che il 31% degli adulti americani avesse fatto una o più vaccinazioni (5). Al 15 giugno, il 48,7% era completamente “vaccinato”(6). Quindi, possiamo supporre che alla fine di maggio, circa il 45% degli americani idonei fosse stato vaccinato due volte, più o meno un paio di punti percentuali.
Il motivo per cui sospetto una buffonata statistica è che questo è precisamente il modo in cui il CDC ha inventato il mito della “pandemia dei non vaccinati”, sostenendo che il 99% delle morti per Covid-19 e il 95% dei ricoveri per Covid avvenivano tra i non vaccinati.7
Per ottenere queste statistiche, il CDC ha incluso i dati di ospedalizzazione e mortalità da gennaio a giugno 2021, un lasso di tempo durante il quale i vaccinati erano ancora in minoranza.
Qui, li vediamo di nuovo prendere in considerazione un periodo di tempo di sette mesi in cui i tassi di vaccinazione erano bassi. Ancora più importante, tuttavia, è che la data di demarcazione scelta occulta anche un rapido aumento dei decessi legati ai vaccini riportati al Vaccine Adverse Events Reporting System (VAERS) degli Stati Uniti.
Guardate il grafico qui sotto, ricavato dalla pagina dei rapporti di mortalità di OpenVAERS (8). Come potete vedere, le segnalazioni di decessi in seguito al vaccino Covid hanno raggiunto un picco proprio all’inizio di aprile 2021, per poi calare nuovamente durante lo stesso mese. È interessante notare che lo studio evidenzia che il tasso di vaccinazione giornaliera è diminuito del 78% dal 13 aprile 2021.
Tuttavia, mentre il tasso di vaccinazione giornaliera è crollato da aprile, i decessi segnalati sono rimasti alti e relativamente stabili. Potrebbe essere un indizio che le persone stanno morendo per i vaccini che hanno fatto all’inizio dell’anno?
Al 1° gennaio 2021, solo lo 0,5% della popolazione degli Stati Uniti aveva fatto il vaccino Covid, quindi confrontare i tassi di mortalità dei vaccinati e dei non vaccinati a dicembre 2020 e gennaio 2021 potrebbe non essere così proficuo. Perché non includere invece luglio, agosto e settembre nell’analisi?
Come si può vedere, le morti segnalate sono state significativamente elevate durante questi mesi, rispetto a dicembre e gennaio. E, anche se non è mostrato in quel grafico, tra il 3 settembre 2021 e il 22 ottobre 2021, il totale cumulativo dei decessi riportati è salito da 7.662 (9), (10), a 17.619 (11). In altre parole, è più che raddoppiato in circa sette settimane – un lasso di tempo che non è stato incluso nell’analisi del CDC.
Inoltre, mentre lo studio era ampio e socio-demograficamente vario, [tuttavia] gli autori ammettono che “i risultati potrebbero non essere applicabili alla popolazione generale“.
Inoltre, ricordiamo che hanno cambiato la definizione di “vaccinato” in modo da includere chi ha superato di due settimane la seconda dose (per i trattamenti a due dosi). Questo offuscherebbe la verità, poiché ci sono decine di milioni di persone che hanno ricevuto un vaccino o più, ma non sono state considerate “vaccinate”.
Perché la mortalità per cause diverse è più alta nel 2021?
Secondo le statistiche sulla mortalità per cause varie (12), il numero di americani morti tra gennaio 2021 e agosto 2021 è del 16% superiore al 2018, l’anno pre-Covid con la più alta mortalità per cause varie, e del 18% superiore al tasso medio di mortalità tra il 2015 e il 2019. Rettificato per la crescita della popolazione di circa 0,6% all’anno, il tasso di mortalità nel 2021 è del 16% sopra la media e del 14% sopra il tasso del 2018.
La domanda ovvia è: perché sono morte più persone nel 2021 (da gennaio ad agosto) nonostante la distribuzione dei vaccini Covid nel dicembre 2020? La Covid-19 ha aumentato il tasso di mortalità nonostante la vaccinazione di massa, o le persone stanno morendo a ritmi maggiori a causa dei vaccini Covid?
In una serie in due parti (13), Matthew Crawford della Rounding the Earth Newsletter ha esaminato le statistiche di mortalità prima e dopo le vaccinazioni Covid. Nella prima parte (14), ha rivelato che, durante i primi 30 giorni della campagna di vaccinazione europea, i vaccini hanno ucciso circa 1.018 persone per milione di dosi somministrate (nota: si tratta di dosi, non del numero di individui vaccinati).
“Gli 800.000 – 2 milioni di cosiddetti “decessi Covid-19” potrebbero in realtà essere decessi causati dal vaccino COVID.”
Dopo aver rettificato le morti classificate come Covid-19, si è arrivati a una stima di 200-500 morti per milione di dosi somministrate. Dato che nel mondo sono state somministrati 4 miliardi di dosi, ciò significa che da 800.000 a 2 milioni di cosiddette “morti Covid-19” potrebbero essere in realtà morti indotte dal vaccino. Come spiegato da Crawford (15):
“Questo non include nemmeno le morti causate dal vaccino che non sono state registrate come casi Covid, anche se sospetto che quest’ultima cifra sia inferiore, poiché l’unico modo valido per nascondere il segnale di mortalità da vaccino è quello di “contrabbandare” le morti tramite il già stabilito bilancio delle vittime Covid”.
A corroborare i calcoli di Crawford ci sono i dati della Norvegia, che riportano 23 decessi in seguito al vaccino Covid in un momento in cui solo 40.000 norvegesi si erano vaccinati. Questo ci dà un tasso di mortalità pari a 575 per milione di dosi somministrate. Inoltre, sono state condotte autopsie su 13 deceduti e tutte le 13 morti risultavano collegate al vaccino COVID (16).
Il vaccino COVID è responsabile del numero eccessivo di morti?
Crawford continua esaminando i dati dei paesi con una sostanziale diffusione del vaccino e contemporaneamente con tassi molto bassi di Covid-19. In questo modo, si può avere un’idea migliore del fatto che i vaccini Covid potrebbero essere responsabili dell’eccesso di mortalità rispetto all’infezione stessa.
Ha identificato 23 paesi che rispondono a questi criteri e che rappresentano 1,88 miliardi di individui, circa un quarto della popolazione mondiale. Prima della distribuzione dei vaccini Covid, queste nazioni avevano riportato un totale di 103,2 morti per milione di residenti legate alla Covid. Cinque nazioni avevano più di 200 morti per milione da Covid, mentre sette avevano meno di 10 morti per milione.
Al 1° agosto 2021, il 25,35% degli abitanti di queste 23 nazioni aveva ricevuto un vaccino Covid e il 10,36% era considerato completamente vaccinato. In tutto, erano stati somministrati 673 milioni di dosi. Sulla base di questi dati, Crawford stima che il tasso di mortalità in eccesso per milione di dosi di vaccino è di 411, ben all’interno della finestra della fascia da 200 a 500 che ha calcolato nella prima parte.
Un’altra interessante indagine sui dati è stata effettuata da Steve Kirsch, direttore esecutivo del Covid-19 Early Treatment Fund. Nel video “Vaccine Secrets: Covid Crisis,” (17) egli sostiene che i VAERS possono essere usati per determinare la causalità, e mostra come i dati VAERS indichino che più di 300.000 americani sono stati probabilmente uccisi dalle vaccinazioni Covid (18). Inoltre, da 2 a 5 milioni di persone sono state in qualche modo danneggiate.
Cosa ci dicono i dati VAERS?
In un’intervista del 18 settembre 2021 con il podcast The Covexit, Jessica Rose, Ph.D., laureata in Matematica applicata, Immunologia, Biologia computazionale, Biologia molecolare e biochimica, ha anche discusso ciò che i dati VAERS ci dicono sulla sicurezza delle vaccinazioni Covid.
La Dott.sa Rose ha affrontato questioni come l’entità degli effetti collaterali rispetto ad altri programmi di vaccinazione, il problema di segnalazione insufficiente, e come la causalità può essere valutata utilizzando i criteri di Bradford Hill. È possibile trovare un PDF contenente le diapositive della presentazione di Rose qui (19). Ecco un riassunto di alcuni dei punti chiave dell’intervista:
- Tra il 2011 e il 2020, il numero di rapporti VAERS variava tra 25.408 e 49.412 per tutti i vaccini. Nel 2021, con la messa in commercio dei vaccini Covid, il numero di rapporti VAERS è salito a 667, al 3 settembre 2021, solo per i vaccini Covid (andando avanti fino al 22 ottobre 2021, il conteggio dei rapporti per gli eventi avversi legati alla Covid è salito a 837.593 (20)).
- Tra il 2011 e il 2020, il numero totale di decessi segnalati al VAERS ha oscillato tra 120 e 183. Nel 2021, al 3 settembre, il numero di decessi segnalati era salito a 662. Al 22 ottobre 2021, il numero di morti era di 17.619 (21).
- Gli eventi avversi cardiovascolari, neurologici e immunologici sono tutti segnalati a ritmi mai visti prima.
- Il fattore di sottosegnalazione (URF) stimato è 31. Usando questo URF, si calcola che il tasso di mortalità per le vaccinazioni Covid sia di 205.809 al 27 agosto 2021; paralisi di Bell 81.747; infezione da herpes zoster 149.017; parestesia 305.660; Covid da ritorno di infezione 365.955; mialgia 528.457; eventi a rischio di morte 230.113; disabilità permanente 212.691; difetti alla nascita 7.998.
- I criteri di Bradford Hill per la causalità sono tutti soddisfatti. Ciò include, ma non è limitato a, la forza della dimensione dell’effetto, riproducibilità, specificità, temporalità, relazione dose-risposta, plausibilità, coerenza e reversibilità.
Il CDC afferma che il vaccino COVID batte l’immunità naturale
Se pensate che l’affermazione del CDC che il vaccino Covid riduce la mortalità per qualsiasi causa sia il livello più basso nell’irrazionale spinta al vaccino, preparatevi a che le vostre aspettative sprofondino ancora più in basso, con un’attuazione ancora più eclatante del linguaggio dei doppi sensi orwelliano. Il 29 ottobre 2021, il CDC ha pubblicato un altro studio che sostiene che il vaccino Covid offre effettivamente una protezione cinque volte migliore contro la Covid-19 rispetto all’immunità naturale. Come riportato da Alex Berenson in un articolo di Substack del 30 ottobre 2021 (22):
“Ieri i Centers for Disease Control, l’agenzia americana per la salute pubblica “per niente politicizzata” (virgolette del redattore), hanno pubblicato un nuovo studio che dimostra che la vaccinazione protegge dall’infezione Covid meglio dell’immunità naturale. Ovviamente, è seguita una marea di storie sui benefici della vaccinazione mRNA.
Per fare questo, il CDC ha usato qualche magica analisi statistica per trasformare i dati grezzi che in realtà hanno mostrato quasi quattro volte più persone completamente vaccinate che vengono ricoverate in ospedale con la Covid rispetto a quelle con l’immunità naturale – e QUINDICI volte di più durante l’estate. Non sto scherzando.
Inoltre, lo studio è in contrasto con un documento dello scorso agosto, molto più consistente, dei ricercatori israeliani. Come piace dire a mio figlio di 2 anni, come fanno? Beh, lo studio israeliano ha attinto a una serie di dati significativi in modo significativo per giungere a conclusioni significative.
Ha contato le infezioni (e le ospedalizzazioni) in un ampio gruppo di persone precedentemente infettate rispetto a un gruppo altrettanto ampio ed equilibrato di persone vaccinate, poi ha fatto moderati aggiustamenti per fattori di rischio chiaramente definiti.
Si è scoperto che le persone vaccinate avevano 13 volte più probabilità di essere infettate – e 7 volte più probabilità di essere ricoverate – delle persone non vaccinate con immunità naturale. Al contrario – come posso dirlo educatamente? – lo studio del CDC è una baggianata senza senso che non sarebbe mai stata pubblicata se l’agenzia non avesse dovuto subire un’enorme pressione politica affinché la gente si vaccinasse“.
A quanto pare la manipolazione dei dati è una specialità del CDC
Berenson continua a dissezionare lo studio in questione, a partire dal relativo schema, che definisce “bizzarro”. Gli analisti del CDC hanno esaminato i dati di 200.000 americani ricoverati con malattie “simili alla Covid” tra gennaio e agosto 2021 in nove stati. Sono poi stati confrontati due gruppi:
- Coloro che avevano avuto la Covid confermata almeno 90 giorni prima e avevano fatto un altro test Covid al momento del ricovero
- Coloro che erano completamente vaccinati da almeno 90 giorni, ma non più di 180 giorni, prima del ricovero e avevano fatto un altro test Covid al momento del ricovero.
Berenson fa notare quello che ho sottolineato prima, cioè che la scelta di certi intervalli di tempo o di date consente di far apparire i vaccini ben migliori di quanto non siano in realtà. Qui, scegliendo un intervallo di inclusione compreso tra 90 e 180 giorni, si sta guardando lo scenario migliore, dato che ora sappiamo che i vaccini smettono di funzionare dopo una manciata di mesi. Quindi, si sta esaminando solo quella ridotta finestra durante la quale i vaccini Covid sono al massimo dell’efficacia.
Il criterio dei 90 giorni finisce anche per escludere la stragrande maggioranza dei pazienti ricoverati con malattie simili alla Covid, sia vaccinati che non vaccinati. Mentre Berenson non si occupa dei vaccinati, pochi, se non nessuno, potrebbero essere stati completamente vaccinati da almeno 90 giorni prima di marzo, quindi perché includere gennaio e febbraio? Quasi tutti erano per definizione non vaccinati in quel periodo.
Per quanto riguarda quelli con immunità naturale, solo 1.020 dei 200.000 pazienti ricoverati tra gennaio e agosto avevano un’infezione da Covid precedentemente documentata. Come sottolineato da Berenson (23):
“Dato il fatto che almeno il 20% degli americani, e più probabilmente il 40%, ha avuto la Covid entro la primavera del 2021, questa è una percentuale sorprendentemente piccola – e certamente non suggerisce che la Covid sia una minaccia duratura”.
Dei 1.020 con immunità naturale, solo 89 sono risultati positivi alla Covid, mentre 324 dei 6.328 pazienti vaccinati che hanno soddisfatto i criteri dello studio sono risultati positivi. Da notare qui due cose:
- Ci sono stati più pazienti vaccinati ricoverati per malattie simili alla Covid rispetto a quelli con immunità naturale; questo nonostante i mesi in cui i tassi di vaccinazione erano in frazioni e a una sola cifra, e
- Un numero maggiore di pazienti vaccinati è risultato positivo all’infezione di ritorno rispetto ai pazienti con immunità naturale.
Il tasso di ospedalizzazione tra i vaccinati è in aumento
Berenson continua (24):
“E il CDC non aveva, o non ha pubblicato, cifre su quante persone erano effettivamente nei due gruppi … Invece ha confrontato la PERCENTUALE DI TEST POSITIVI nei due gruppi. Ma perché la percentuale di test positivi sarebbe importante, quando non sappiamo quante persone erano effettivamente a rischio? …
[La manipolazione statistica è diventata ancora peggiore. Il gruppo dell’immunità naturale aveva una percentuale di test positivi dell’8,7%. Il gruppo completamente vaccinato aveva un tasso di test positivo del 5,1%. Quindi il gruppo dell’immunità naturale aveva circa 1,7 volte più probabilità di risultare positivo. (1,7x 5,1 = circa 8,7.)
Con un numero così piccolo di persone nel gruppo dell’immunità naturale, questo “rapporto percentuale” grezzo potrebbe non aver raggiunto la significatività statistica (non lo sappiamo, perché il CDC non ha fornito un rapporto di probabilità non aggiustato con limiti del 95% – qualcosa che non ho mai visto prima in nessun documento).
Invece, il CDC ha fornito solo un rapporto di rischio che aveva aggiustato con una varietà di fattori, tra cui “caratteristiche della struttura [e] caratteristiche socio-demografiche”.
E infine, i ricercatori del CDC hanno ottenuto un numero che potevano pubblicare – le persone ospedalizzate che erano state precedentemente infettate avevano cinque volte più probabilità di avere un test Covid positivo rispetto alle persone che erano completamente vaccinate. Non importa che ci fossero in realtà quattro volte più persone nel secondo gruppo. Scienza!
A proposito, sepolti in fondo al rapporto ci sono alcuni dati reali. E sono brutti. Il CDC ha diviso i ricoveri in pre e post-Delta – da gennaio a giugno e da giugno ad agosto.
È interessante notare che il numero di persone ricoverate con immunità naturale in realtà è sceso bruscamente durante l’estate, quando la Delta è decollata. Circa 14 persone al mese sono state ricoverate in inverno e primavera, rispetto a sei al mese da giugno ad agosto (ricordate, questo è un grande campione, con ospedali in nove stati).
Ma il numero di persone VACCINATE che sono state ospedalizzate è salito – da circa tre al mese durante la primavera a più di 100 al mese durante il periodo Delta. Queste persone vaccinate erano ancora a meno di 180 giorni dalla loro seconda dose, quindi avrebbero dovuto essere al massimo dell’immunità o vicino – suggerendo che la Delta, e non l’effetto tempo, ha giocato un ruolo importante nella perdita di protezione offerta dal vaccino”.
Forse il deputato Thomas Massie l’ha detto meglio quando ha twittato (25):
“Che cosa hanno in comune [la vittima di] un omicidio stradale e un documento Covid sponsorizzato dal CDC? Al terzo giorno, sono talmente distrutti da essere irriconoscibili. Questo direttore del CDC non ha alcun pudore nel produrre scienza spazzatura con risultati che sono in netto contrasto con ogni studio accademico credibile”.
Massie continua sottolineando alcuni ovvi errori e problemi posti dallo studio, tra cui i seguenti:
- Gli autori non sono riusciti a verificare la guarigione tra quelli con infezione precedente, quindi un qualsiasi numero di queste “reinfezioni” potrebbe effettivamente essere stato Long-Covid (sindrome post-virale, N.d.T.).
- Il fatto che più di 6.000 ricoverati per sintomi Covid fossero vaccinati, rispetto ai soli 1.000 con infezione precedente, contrasta con l’affermazione che il 99% dei ricoverati per Covid non erano vaccinati.
- Il numero di persone vaccinate ricoverate con sintomi Covid è correlato negativamente con il tempo trascorso dalla vaccinazione; 3.625 sono state ricoverate entro 90-119 giorni dalla vaccinazione, 2.101 entro 120-149 giorni e 902 entro 150-179 giorni. “I ricoveri iniziali potrebbero essere dovuti agli effetti avversi del vaccino o a un sistema immunitario temporaneamente indebolito dal vaccino?” chiede Massey (26).
- Lo studio ha considerato solo quelli con immunità naturale che sono finiti in ospedale, e non quelli che non si sono ammalati. “L’immunità naturale aiuta a prevenire l’ospedalizzazione“, dice Massey (27).
Massie ha inoltre sottolineato che questo documento, lungo solo sei pagine, ha ben 50 autori, e almeno una mezza dozzina di loro hanno dichiarato di avere conflitti d’interesse con Big Pharma. Inoltre, visto che il Congresso ha dato al CDC un fantastico miliardo di dollari per promuovere il vaccino Covid, non è anche un conflitto di interessi lavorare per il CDC?
Martin Kulldorff, professore di medicina alla Harvard Medical School e biostatistico ed epidemiologo nella Divisione di Farmacoepidemiologia e Farmacoeconomia al Brigham and Women’s Hospital, ha anche criticato lo studio in un tweet, dicendo (28):
“Questo studio del CDC ha un grosso vizio statistico, e la conclusione 5x è sbagliata, presuppone implicitamente che i pazienti ospedalizzati con problemi respiratori siano rappresentativi della popolazione, cosa non vera. Sto cercando di contattare gli autori”.
L’immunità naturale è la risposta migliore
Per quanto il CDC possa provare a distorcere i dati, non c’è dubbio che l’immunità naturale sia superiore e più duratura di quella indotta dal vaccino. Questo è anche un fatto medico di lunga data che è stato ignorato perché troppo “scomodo” per avere importanza nella Covid-19.
Per qualche ragione non rivelata, il governo vuole che tutti si sottopongano alla vaccinazione Covid, che sia giustificata dal punto di vista medico o meno. La pura follia al riguardo è motivo sufficiente per essere diffidenti e trattenersi dal correre il rischio del vaccino. Posso dirvi una cosa, questa politica non ha niente a che fare con la salvaguardia della salute pubblica, perché la sta portando nella direzione sbagliata.
È abbastanza chiaro che la via d’uscita da questa pandemia passa per l’immunità di gregge naturale e, a questo punto, sappiamo che non c’è motivo di temere la Covid-19. Nel complesso, la sua letalità è pari a quella dell’influenza comune (29), (30), (31) (32) (33). A condizione che non siate in una casa di cura o abbiate comorbilità multiple, le vostre possibilità di sopravvivere a un attacco di Covid-19 sono in media del 99,74%.34
Inoltre, sappiamo anche che ESISTONO diversi protocolli di trattamento precoce che sono molto efficaci, come il protocollo Frontline Covid-19 Critical Care Alliance I-MASK+ (35), il protocollo Zelenko (36) e il perossido nebulizzato, descritto in dettaglio nel documento sul caso del dottor David Brownstein (37) e nell’e-book gratuito del dottor Thomas Levy, “Rapid virus recovery.” Qualsiasi protocollo di trattamento usiate, assicuratevi di iniziarlo il prima possibile, idealmente alla prima comparsa dei sintomi. Il tasso di mortalità riportato a seguito della vaccinazione Covid-19 in VAERS, d’altra parte, supera quello riportato per oltre 70 vaccini combinati negli ultimi 30 anni, e se siete stati danneggiati dal vaccino Covid e vivete negli Stati Uniti, il vostro unico rimedio è quello di richiedere un risarcimento attraverso il Countermeasures Injury Compensation Act (CICP) (38).8
Il risarcimento del CICP è molto limitato e difficile da ottenere. Si può beneficiarne solo se l’infortunio richiede il ricovero in ospedale e provoca una significativa disabilità e/o morte, e anche se vengono soddisfatti i criteri di ammissibilità, sarà necessario utilizzare la propria assicurazione sanitaria privata prima che questo si attivi e paghi la differenza.
Non esiste alcun risarcimento per il dolore e la sofferenza, solo salari persi e fatture mediche non pagate. La compensazione salariale è temporanea e limitata a 50.000 dollari all’anno, e la decisione del CICP non può essere impugnata.
Per un esempio di come sia la vita di chi è stato danneggiato da questi vaccini, è possibile rivedere alcuni dei casi riportati su nomoresilence.world. Per saperne di più sui potenziali meccanismi di danneggiamento, leggete l’articolo di Stephanie Seneff (39)“Worse Than The Disease: Reviewing SomePossible Unintended Consequences of mRNA Vaccines Against COVID-19” (“Peggio della malattia: Riesame di alcune possibili conseguenze indesiderate dei vaccini mRNA contro la Covid-19”, pubblicato sull’International Journal of Vaccine Theory, Practice and Research in collaborazione con il Dr. Greg Nigh.
Link originale (non più attivo per scelta dell’Autore, file originale disponibile su richiesta): https://articles.mercola.com/sites/articles/archive/2021/11/10/covid-jab-reduces-all-cause-death.aspx?ui=59ed2e7639939da92ff0e3fd8a4becd1e38e467e8312fec7760fac1ab9753aaf&sd=20210422&cid_source=dnl&cid_medium=email&cid_content=art1HL&cid=20211110&mid=DM1039415&rid=1318456191
Traduzione di Cinthia Nardelli per ComeDonChisciotte