I Signori Grigi

Quando letteratura e cinema decifravano la società degli uomini

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Di Giuseppe Cantarelli per ComeDonChisciotte.org

La letteratura per adolescenti, quando si tratta di opere di valore, ha il pregio di riuscire ad esprimere alcuni concetti complicati in una maniera comprensibile e chiara. E’ il caso del romanzo del 1973 “Momo” dello scrittore tedesco Michael Ende, autore noto al grande pubblico per aver scritto nel 1979 “La Storia Infinita”, la cui trasposizione cinematografica ebbe molto successo di pubblico. Anche di Momo fu realizzata prima una versione cinematografica, nel 1986, poi un film d’animazione nel 2001, per la regia di Enzo D’Alò.

I Signori Grigi”, ci dice l’autore, “avevano dei piani precisi per sfruttare il tempo degli uomini e per loro era fondamentale che nessuno si accorgesse della loro presenza”. “Non si deve nemmeno sapere che noi esistiamo” confesserà in un momento di debolezza uno di loro. In questa necessità di non essere visti e di agire nell’ombra, è possibile vedere un riferimento a quanto espresso da Marco D’Eramo nel suo libro “Dominio”, dove si parla della rivoluzione “invisibile” dei neoliberisti.

Basti pensare del resto che la maggior parte delle persone ignora l’esistenza del neoliberismo come ideologia dominante; quand’anche qualcuno ne sente parlare, ne ignora però la natura. A molti, discutendo con qualcuno delle tendenze dominanti nel nostro tempo, se a un certo punto si è fatto riferimento all’ideologia neoliberista, sarà capitato infatti di trovarsi di fronte allo smarrimento dell’interlocutore.

Ciò accade perché è stato fatto un lavoro importante a livello di propaganda per tenere nascosto questo progetto e, soprattutto, per tenere nascosti i veri protagonisti. Non a caso i politici svolgono oggi un semplice ruolo di intermediari: il loro compito consiste infatti, in questo contesto, nel continuare a far credere di essere i depositari del potere, un potere che gli verrebbe fornito dal mandato elettorale. In realtà essi sono solo mediatori e comparse, perché il vero potere è altrove.

Quando poi si prova a fare qualche nome di rappresentante del vero potere, dei Signori Grigi, ecco che scatta un’ulteriore strumento di disconoscimento, un’ulteriore barriera difensiva, ovvero l’accusa di complottismo. Bisogna dire che la rivoluzione neoliberista è stata vincente grazie alla genialità del piano e dei suoi ideatori ed esecutori principali, cosa di cui bisogna dare loro atto; è chiaro anche che il piano in questione non sarebbe mai stato realizzato senza la complicità determinante di una certa classe politica, soprattutto quella della ex sinistra, protagonista del grande tradimento.

Ma torniamo al romanzo. I Signori Grigi, ogni giorno di più, si impossessavano degli uomini: questi, dopo averli incontrati, sembravano ipnotizzati, persone diverse. Ecco allora che giungiamo ad una delle scene a mio avviso più dense di significato di questa favola, ovvero l’incontro fra un Signore Grigio e il barbiere, tale Osvaldo Fusi. Osvaldo vive una vita felice e piena di relazioni umane.

Gli piace il suo lavoro, ha una relazione sentimentale, si occupa della madre anziana, ama il cinema e legge libri.

Un bel giorno però Osvaldo riceve la visita di un Signore Grigio e questa visita cambierà la sua vita per sempre.

Il Signore Grigio mette Osvaldo di fronte ad un conteggio relativo al tempo trascorso della sua vita, convertito in secondi. Passa poi a fare una previsione sul futuro della vita del barbiere, sottraendo dagli anni rimasti il tempo trascorso a vivere come aveva vissuto sino a quel momento. Ecco allora l’amara sorpresa per Osvaldo, ovvero che praticamente la sua vita sarebbe già finita.

Questo perché se avesse continuato a leggere, vivere con la madre, la fidanzata e tutte le sue abitudini, non gli sarebbe rimasto tempo per “sé stesso”. Ecco il trucco: Osvaldo viene convinto a pensare che la sua non sia una vita degna di essere vissuta e che dovrà risparmiare tempo per poter sperare in una vera vita, ma futura.

E’ chiaro che dietro l’idea di risparmiare tempo si cela anche quella di accumulare denaro. Osvaldo non si preoccupava di accumulare, ma di vivere; egli non aveva bisogno di rimandare il momento in cui vivere una vita piena, perché la sua vita era già piena e ricca di soddisfazioni.

Cambiando la sua vita e iniziando a “risparmiare” egli in realtà avrebbe consentito ai Signori Grigi di vivere, perché “essi vivevano rubando il tempo agli uomini”. Dopo quell’incontro infatti la vita di Osvaldo non sarà più la stessa. Il lavoro diventerà alienante e stressante, non sarà più l’occasione per parlare e incontrare le persone; la madre e la fidanzata diverranno ben presto un peso inutile, da eliminare.

Non parliamo poi dei libri, che gli appariranno presto solo come tempo sprecato e tolto alla produzione (nel film di animazione merita di essere ascoltato il tono dell’attore Giancarlo Giannini, che presta la voce al Signore grigio che incontra il barbiere, nel momento in cui vuole fare percepire il suo disprezzo per la lettura di libri).

Credo sia fin troppo chiaro il riferimento al fatto che i Signori Grigi, come moderni vampiri, vivono rubando il tempo della vita agli altri esseri umani, i quali, ignari, lavoreranno non per avere qualcosa in un loro futuro lontano, ma per mantenere parassiti che vivranno alle loro spalle.

Nel romanzo e nel film vi è poi un altro momento degno di nota, ovvero quando la vittima della visita di un Signore Grigio è proprio Momo. A Momo piaceva giocare con una vecchia bambola di pezza, un gioco che richiedeva molta immaginazione e fantasia, virtù che alla bambina non mancavano di certo. Ecco però che il Signore Grigio cerca di convincere Momo a passare ad una bambola più moderna, una sorta di Barbie, che offriva tutta una serie di accessori da comprare, inesauribili, perché lo scopo era proprio quello di fare in modo che chi la possedeva non fosse mai pienamente soddisfatto, perché sarebbe sempre mancato qualcosa da comprare.

Ecco però che Momo resiste alle tentazioni proposte dal Signore Grigio e tanto basta per mettere in crisi il cupo personaggio.
Ebbene sì, per mettere in crisi il sistema consumistico, sul quale si sono dette e scritte tante cose, sarebbe bastato rifiutarlo. Una cosa apparentemente semplice, ma evidentemente non così semplice.

Credo che a questo punto ci si debba porre la fatidica domanda: chi sono i Signori Grigi? Non occorrerà indagare troppo per capire che si tratta dei propugnatori dell’ideologia neoliberista. Il neoliberismo è ormai riconosciuto da moltissimi intellettuali e studiosi come il vero cancro del nostro tempo. Portatore di guerre devastanti, di distruzione sociale e di una disuguaglianza degna di un nuovo feudalesimo, causa prima della devastazione ambientale, il neoliberismo si è diffuso grazie all’opera incessante di molti Signori Grigi, che hanno visto in questo anche la possibilità di una loro affermazione personale.

Arrivati a questo punto non possiamo non menzionare anche il film di John Carpenter “Essi vivono”, del 1998. In questo lavoro del grande regista horror, abbiamo il protagonista che, casualmente, trova un paio di occhiali alquanto strani: gli permettono infatti di vedere la realtà in modo diverso.

Se ad occhio nudo infatti le persone appaiono tutte normali, indossando gli occhiali magici egli può vedere che molte persone sono zombies, trasformate dalla nuova ideologia neoliberista in avide cercatrici di profitti. Difficile non vedere in questa storia anche una riedizione del mito platonico della caverna. Gli occhiali permettono a chi li indossa di conoscere il mondo reale, ma quando questa persona, che ha visto la realtà, cerca di mostrarla agli altri, la reazione è di totale rifiuto. Dobbiamo poi dire che gli zombie visti con gli occhiali, sono chiaramente i Signori Grigi di cui si parlava poc’anzi.

Il film di Carpenter pone un ulteriore tema di riflessione, che rappresenta un’evoluzione rispetto ai Signori Grigi di cui si parlava in Momo. Questi infatti, i Signori Grigi, come anche gli zombies, non sono necessariamente entità estranee alla maggioranza della popolazione, ma chiunque può finire per farne parte. A volte la trasformazione può avvenire senza che la persona ne sia consapevole, semplicemente per coinvolgimento attraverso una massiccia opera di propaganda (è il caso, mi si conceda l’esempio, di molti elettori del PD, convinti di votare ancora un partito di sinistra, quando proprio il PD è stato sin dall’inizio della rivoluzione neolib il maggiore alfiere delle politiche neoliberiste, politiche, sia detto per inciso, di destra senza alcuna ombra di dubbio).

Esiste un modo per liberarsi dei Signori Grigi o da quella componente soggettiva che potremmo definire tale? Tralasciando le soluzioni offerte dal romanzo e dal film, dovremmo concentrarci sulla natura della rivoluzione neoliberista e capire che sicuramente il punto di partenza per una controrivoluzione dovrebbe essere la denuncia e l’identificazione chiara del nemico.

Per raggiungere questo risultato il principale ostacolo risiede nel main stream, impegnato costantemente a nascondere la realtà e a mantenere in piedi una narrazione che vuole farci credere che nulla è cambiato per quanto riguarda la politica. Il main stream vuole mantenerci incatenati nella caverna, ma la controinformazione, che è poi la vera informazione, ci fornisce le lenti per vedere quanti Signori Grigi e quanti zombie ci sono attorno a noi.

Di Giuseppe Cantarelli per ComeDonChisciotte.org

Giuseppe Cantarelli, classe 1961, di Cesena, laureato in filosofia. Insegnante di liceo. Sin dai tempi della laurea ha fatto studi di geografia umana ed ecologia politica. Ha collaborato a riviste di ecologia, quotidiani e fatto varie esperienze di battaglie ambientaliste con comitati locali. Si interessa di ecologia, fantascienza, politica e tecniche di disinformazione e propaganda del mainstream.

Pubblicato da Jacopo Brogi per ComeDonChisciotte.org

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