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La Redazione

 

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I PERICOLI DELLA CARTOLARIZZAZIONE: LA PI GRANDE TRUFFA DI TUTTI I TEMPI

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A cura di Das schloss
Il 28 Giugno 2009
263 Views
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blankDI MIKE WHITNEY
Global Research

È possibile fare centinaia di miliardi di dollari di profitti su titoli che si appoggiano solo alle entrate virtuali di un loan book?

Non solo è possibile, ma è stato fatto. E al momento, i furfanti che hanno fatto profitti con questo imbroglio, fanno la coda fuori dagli edifici della Riserva Federale per scambiare i loro titoli marci con miliardi di dollari di prestiti finanziati dai contribuenti. Nel frattempo, il crollo del credito ha lasciato il sistema finanziario in rovina e piantato l’economia come il picchetto di una tenda. Le file dei disoccupati si allungano e i consumatori riducono il budget su tutto, dalle uscite agli spostamenti, fino ai generi alimentari. E tutto questo si deve alla truffa finanziaria piramidale tramata a Wall Street e che si è diffusa in tutto il sistema mondiale come un’epidemia di influenza. Questa non è una recessione normale; il sistema finanziario è esploso per colpa di banchieri avidi che si sono serviti dell’ “Innovazione finanziaria” per storpiare il sistema e hanno gonfiato la più grossa bolla speculativa di tutti i tempi. E l’hanno fatto in piena legalità, usando un procedimento poco conosciuto che si chiama cartolarizzazione.

La cartolarizzazione -che è la conversione di fondi di prestito comuni in titoli venduti sul secondo mercato [NdT: mercato destinato a soddisfare le esigenze di crescita delle piccole e medie imprese, assicurando un adeguato spessore alle contrattazioni, senza fare venire meno quelle esigenze di tutela del risparmio che devono sempre essere garantite in ogni tipo di mercato]- fornisce il modo d’esercitare un leverage sui debiti. Le banche si servono di operazioni fuori bilancio per creare titoli che permettano di evitare le obbligazioni normali di riserva e le operazioni di controllo scomode.Per quanto possa sembrare strano, la qualità dei prestiti non è presa in considerazione, poiché le banche guadagnano denaro sulla creazione di prestiti e altre commissioni. Ciò che importa è la quantità, la quantità e ancora la quantità: una linea d’assemblaggio di prestiti nauseabondi riversati su investitori fiduciosi per far crescere i risultati. Caspita! com’è facile per Wall Street ammucchiare uno dopo l’altro questi documenti marci quando non c’è nessuno che controlla e la FED gioca alle ragazze pon-pon dalla tribuna!! In un’analisi dell’economista Gary Gorton, realizzata per la conferenza del 2009 della Banca Federale di Atlanta sui mercati finanziari e intitolata: “Schiaffeggiato dalla Mano Invisibile: il Settore Bancario e il Panico del 2007” [“Slapped in the Face by the Invisible Hand; Banking and the Panic of 2007“], l’autore mostra che i titoli legati ai valori ipotecari hanno conosciuto un vero e proprio gonfiamento, passando da 492,6 miliardi di dollari nel 1996 a 3.071,1 miliardi di dollari nel 2006. In totale, più di 20 trilioni [1 trilione = 1.000 miliardi n.d.t.] di dollari di debito cartolarizzato sono stati venduti tra il 1997 e il 2007. Quanto di questo debito si rivelerà senza valore man mano che i pignoramenti saliranno alle stelle e che i bilanci delle banche saranno sempre più sotto pressione?

La deregolamentazione ha aperto il vaso di Pandora, liberando uno strano insieme di operazioni oscure fuori bilancio (SPV, SIV) [1] e di derivati sospettosi dai nomi strani che erano usati per amplificare il leverage e accatastare debito su frammenti di capitale sempre più piccoli. È facile fare soldi quando non si scommette con il proprio denaro! È così che i dirigenti dei fondi speculativi e i furbetti dei fondi d’investimento privato diventano ricchi. La cartolarizzazione ha dato alle banche l’occasione d’accordare prestiti di cattiva qualità a chi prende prestiti che non aveva nessun modo di rimborsarli e la possibilità di trasformarli per magia in titoli AAA. “Abracadabra!” Tutti gli agenti di relazioni pubbliche di Wall Street hanno gridato ai quattro venti che la cartolarizzazione “democratizzava” il credito, perché un maggior numero di persone poteva avere prestiti a tassi migliori, dato che il finanziamento veniva dagli investitori, invece che dalle banche. Ma erano tutte frottole. Il vero obiettivo era di ottenere profitti colossali prelevando salari e bonus enormi all’inizio, prima che le persone si accorgessero di essere state ingannate. L’antico capo del FDIC [La Federal Deposit Insurance Corporation, che preserva e favorisce la fiducia popolare nel sistema finanziario statunitense n.d.t.], William Seidman, aveva già capito tutto nel 1993, quando aveva arraffato la posta in gioco dopo il fiasco dei prestiti e del risparmio. Ecco ciò che diceva nelle sue memorie:

“Date come istruzione ai regolatori di cercare il nuovo entusiasmo nell’industria e di esaminarlo con attenzione. Il prossimo errore sarà un nuovo modo di accordare un prestito che non sarà rimborsato.”

In poche parole, le banche non hanno mai sperato che i prestiti venissero rimborsati, e questo spiega perché li hanno accordati a chi li chiedeva pur non avendo un reddito, una garanzia, un lavoro e con un brutto dossier bancario. Tutto questo non aveva nessun senso, in particolare per chiunque si fosse mai seduto per controllare il proprio profilo di richiedente davanti a un banchiere sprezzante. Credetemi, i banchieri sanno come recuperare i propri soldi, se davvero lo vogliono! In questo caso, ciò non aveva importanza. Volevano solo mantenere a pieno regime il più a lungo possibile il loro racket di moneta falsa. Nel frattempo, il Maestro Greenspan incoraggiava queste ragazze pon-pon dalla linea laterale, tessendo le lodi della “nuova economia” e dell’alto livello di prosperità raggiunto grazie al capitalismo del laissez-faire. Perché qualcuno avrebbe dovuto preoccuparsi di ciò che pensava Greenspan? Tanto la FED non è altro che una filiale del cartello bancario.

Ora che la bolla della cartolarizzazione è scoppiata, il 40% del credito che era colato nell’economia è stato soppresso, dando luogo a un crack della borsa come negli anni ’30. Il presidente della FED, Greenspan, è stato sostituito in fretta da Bernanke, che ha fornito una protezione di 13 trilioni di dollari per impedire il crollo del sistema finanziario, ma l’economia ha continuato a scendere in picchiata. Bernanke cerca di tappare l’abisso apertosi quando la cartolarizzazione si è fermata brutalmente e il gas ha cominciato a scappare dalla bolla di credito con gran fracasso. L’aumento è in corso, nonostante i numerosi programmi della FED per far andare su di giri la cartolarizzazione e restaurare l’economia speculativa fondata sulle bolle. L’ultima pazzia di Bernanke, il Term Asset-backed securities Lending Facility (TALF) (o facilità di credito sui titoli legati a degli attivi), fornisce il 94% del finanziamento pubblico agli investitori che vogliono comprare i prestiti legati a debiti su carte di credito, i prestiti agli studenti, i prestiti per le automobili o i prestiti immobiliari d’impresa. È una situazione “non perdente” per i grandi investitori che pensano che il debito cartolarizzato farà il suo ritorno. Ma è questo il problema: nessuno ci crede. Questi prestiti attraenti, accompagnati da una garanzia (quasi) senza rischi, non sono riusciti ad adescare le grandi agenzie di intermediazione e i direttori di fondi speculativi. Bernanke ha immagazzinato meno di 30 miliardi di dollari in un programma pensato per prestare fino a 1 trilione di dollari. È stato un completo insuccesso.

Per capire la cartolarizzazione bisogna pensare come un banchiere. I banchieri pensano che i profitti siano limitati dalle obbligazioni legali di riserva. Quindi, ciò che vogliono è sviluppare il credito senza queste riserve legali; come trasformare la paglia in oro. Creano uno sconcertante aldilà di strumenti dai nomi strani e di procedimenti ancor più insoliti che nascondono il semplice fatto di creare denaro dal vento. È ciò che è davvero la cartolarizzazione: una robaccia sottocapitalizzata che fanno passare per gioiello prezioso. Ecco come lo riassume l’economista Henry CK Liu nel suo articolo: “ Mark-to-Market vs. Mark-to-Model”


“Il sistema bancario ombra ha evitato subdolamente le obbligazioni legali di riserva del regime bancario e delle tradizionali istituzioni regolate e ha incoraggiato un piano piramidale inverso -come le catene di S.Antonio- con un leverage che sale alle stelle basato, in molti casi, su un cuscino di riserva inesistente. Questo è stato rivelato dal crollo di AIG nel 2008, causato dalla sua assicurazione sui derivati finanziari, conosciuti come credit default swaps (CDS) [accordo tra un acquirente ed un venditore per mezzo del quale il compratore paga un premio periodico a fronte di un pagamento da parte del venditore in occasione di un evento relativo ad un credito (come ad esempio il fallimento del debitore) cui il contratto è riferito. N.d.t.]

L’ufficio del Controllore monetario e la Riserva Federale unitamente hanno autorizzato le banche aventi un’assicurazione sui CDS a mantenere attivi a rischio super-senior nei loro libri contabili, senza aggiungervi del capitale, perché il rischio era assicurato. Solitamente, se le banche detenevano dei rischi super-seniors nei loro libri, dovevano assegnare un capitale pari all’8% dell’impegno finanziario. Ma questo capitale poteva essere ridotto a un quinto del montante totale (ossia 20% dell’8%, cioè 160 dollari per ogni rischio di 10.000 dollari nei libri), se le banche potevano provare ai regolatori che il rischio di morosità sulla porzione super-seniors dei contratti era davvero trascurabile e se i titoli emessi con l’intermediario di una struttura di CDO (collateralized debt obligation) [obbligazione che ha come garanzia (collaterale) un debito n.d.t.] avevano una notazione di credito AAA da parte di un’ “agenzia di notazione di credito riconosciuta sul piano nazionale” come la notazione di AIG attraverso Standard & Poor.
Con un’assicurazione sulle CDS, le banche potevano allora ridurre il capitale normale di 800 milioni di dollari per ogni 10 miliardi di dollari sui loro libri a soli 160 milioni di dollari: questo vuol dire che le banche con un’assicurazione sulle CDS possono prestare fino a 5 volte in più a partire dallo stesso capitale. I contratti CDO/CDS potevano allora aggirare le regole internazionali sul capitale”

La stessa regola si applica ai derivati (CDS) come strumenti cartolarizzati anch’essi insufficientemente capitalizzati, perché mettere da parte alcune riserve diminuisce la capacità di massimizzare i profitti. Tutto si riduce all’ultima riga del bilancio. La ragione per cui i CDS sono così a buon mercato rispetto ad un’assicurazione convenzionale, è che non esiste alcun modo di sapere se l’operatore ha la capacità di pagare gli indennizzi. Si tratta di frode, su scala gigantesca, e questo spiega perché il sistema finanziario è entrato in paralisi totale quando Lehman Brothers è fallita. Nessuno sapeva se i trilioni di dollari nei contratti di garanzia sarebbero stati pagati o no. Semplicemente, ci sono più domande di indennizzo di quanto denaro ci sia nel sistema. I crediti ipotecari fasulli e le false promesse di cauzione non significano niente. “Mostratemi il denaro!” Il sistema è sommerso e non può essere riparato dalla FED con maggiore liquidità schioccando le dita.

Il sistema bancario ombra non è crollato perché il mercato è “congelato” o perché gli investitori sono in uno stato di panico dopo Lehman Brothers, ma perché i derivati e la cartolarizzazione sono stati smascherati come frodi sostenute da un capitale insufficiente. È un intruglio venduto da ciarlatani. Ecco perché i responsabili europei resistono alle richieste della FED di creare una struttura simile al TALF per rimettere in moto la cartolarizzazione. Il lavoro di Bernanke è d’intervenire e mettere fine alle sciagure, non di aggiungere problemi restaurando il regime generatore di credito che ha trasferito centinaia di miliardi di dollari di persone che lavorano duro verso i grandi banchieri-gangsters e gli imbroglioni di Wall Street.

NOTA

[1] SPV = special purpose vehicle, (veicolo speciale) società creata appositamente per realizzare una o più operazioni di cartolarizzazione Un SPV classico acquisisce crediti, con un piccolo abbassamento del valore di mercato di una società rispetto alle sue filiali. In cambio, emette parti d’obbligazioni di rischi diversi. Tra questi SPV esistono dei veicoli chiamati “condotti”. Mettono da una parte all’attivo parti d’obbligazioni AAA provenienti dalla cartolarizzazione dei crediti. In cambio, emettono dei documenti commerciali (obbligazioni a breve termine). Questo documento commerciale, chiamato ABCP (asset backed commercial paper), frutta più dei piazzamenti a breve termine, essendo garantito da obbligazioni a lungo termine, che implicano dei tassi più alti.

Un’altra forma di SPV sono gli SIV (structured investment vehicles). Da una parte abbiamo sempre queste obbligazioni AAA provenienti dal frazionamento dei crediti. Dall’altro, gli SIV emettono in cambio dei note a medio termine (medium term notes) ma anche degli “equity”, titoli che assomigliano a delle azioni. E qui, ci sono grossi problemi.

Titolo originale: “Les périls de la titrisation : La plus grosse escroquerie de tous les temps ?”

Fonte: http://www.mondialisation.ca
Link
11.06.2009

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di MARINA GERENZANI

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