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La Redazione

 

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Freedom Convoy dilaga in tutto il Canada

I media abbaiano, Trudeau tace: ieri è stato il giorno di massima espansione delle proteste a livello nazionale
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A cura di Marco Di Mauro
Il 6 Febbraio 2022
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Famiglia manifesta a Quebec City

Famiglia manifesta a Quebec City

di Marco Di Mauro per ComeDonChisciotte

Ottawa è bloccata, i manifestanti non sono arretrati di un passo. Mentre leggete sono le 5 del mattino, l’alba del decimo giorno di proteste. Sull’improvvisato palco di Parliament Hill sono già molte ore che non c’è nessuno, ma durante la giornata appena trascorsa si sono susseguiti un intervento dopo l’altro, mentre nel resto delle vie occupate è appena finita la notte bianca che ha visto migliaia di persone sfilare nella downtown tra esibizioni artistiche, impianti audio e gli immancabili honk-honk. Ieri, secondo le stime della polizia, agli occupanti stabili si sono aggiunte altre 2mila persone a piedi e circa 400 camion. Il capo della polizia Peter Sloly, nonostante le sempre crescenti pressioni politiche e mediatiche verso la linea dura, continua nell’intenzione di mantenere l’ordine senza attacchi arbitrari ai manifestanti. Si sono visti anche i trattori dei contadini che si sono uniti al Convoglio e uomini a cavallo con la bandiera “Trump 2024”, a significare che il movimento ha già una vocazione internazionale, come dimostrano i vari Freedom Convoys in Finlandia – dove tra venerdì e sabato sono state arrestate 70 persone che dimostravano pacificamente davanti al parlamento – e negli USA, dove il convoglio però stenta a partire. GoFundMe ha definitivamente tolto il sipario sulla sua identità globalista e contro i popoli sovrani: cancellata la raccolta fondi per i Truckers e bloccati gli account correlati, aveva deciso di dirottare parte dei 10 milioni di dollari raccolti verso altre campagne, ma uno tsunami di denunce li ha fatti desistere dal proposito.

Anche nella vicina Toronto ieri è entrato il Convoglio, con migliaia di persone che sono arrivate in protesta davanti alla Legislatura locale nonostante i blocchi della polizia, mentre i camion e le vetture solidali hanno completamente paralizzato il centro città per tutta la giornata di ieri.

La downtown di Toronto ieri, completamente paralizzata dal Freedom Convoy

La downtown di Toronto ieri, completamente paralizzata dal Freedom Convoy

Un ragazzo di 22 anni è stato arrestato a Queen Park davanti alla Legislatura per aggressione a mano armata – di fumogeno… C’è stato grande fermento in città e una piccola contro-protesta in supporto della dittatura sanitaria e i suoi operatori, amplificata ovviamente a dismisura dai pappagalli di regime. In serata, verso le 19 ora locale, i camionisti hanno rispettato le ingiunzioni della polizia a smobilitare l’area, anche perché la partecipazione popolare era nettamente diminuita, e si sono diretti a Ottawa.

Ormai non si parla d’altro in tutto il Canada, e i media di regime cercano di radicalizzare gli animi e far sì che i counter-protesters – esibiti con orgoglio in ogni angolo del mainstream coi loro cartelli “We Trust Science” e “Vaccines Save Lives” – diano inizio a quella repressione violenta che la polizia non può attuare perché senza risorse, e l’esercito nemmeno, perché non ne ha le ragioni, vista la natura festaiola e goliardica, pacifica e solidale di queste proteste che nemmeno tutti gli atti vandalici e svastiche appiccicategli addosso sono riusciti a scalfire. Anche se un primo, inquietante risultato la propaganda l’ha ottenuto venerdì sera nella provincia di Manitoba: durante il Freedom Convoy che si stava tenendo davanti alla Legislatura di Winnipeg, un suv bianco si è lanciato contro i manifestanti, causando tre feriti. L’autista, armato, è stato arrestato dalla polizia dopo un inseguimento e resistenza all’arresto.

Il pirata della strada che ha investito intenzionalmente tre manifestanti a Winnipeg

Il pirata della strada che ha investito intenzionalmente quattro manifestanti a Winnipeg, ferendone tre

E la “retorica dell’odio” che l’ormai ectoplasmatico Trudeau attribuiva ai resistenti, e che in realtà viene attinta a piene mani dai media, ha portato sparuti gruppetti di telespettatori a contro-manifestare in tutte le altre città dove ci sono state proteste: a Fredericton, capitale del New Brunswick, e in quella del Saskatchewan, a Regina, dove un centinaio di manifestanti ha presidiato la locale Legislatura, non potendovi arrivare perché bloccata da barricate di cemento. In British Columbia ci sono state proteste a Victoria e Vancouver, dove ai camion è stato impedito di avvicinarsi alle strutture sanitarie e un contro-manifestante si è steso a terra per impedire il passaggio ai camion.

Sul confine Coutts, intanto, ieri sono arrivati un centinaio di cowboy a cavallo in supporto del blocco, che stamattina è divenuto ancora più grande. Ieri mattina, secondo i federali, c’era l’intenzione di liberare il confine e spostare la protesta alla Legislatura della capitale dell’Alberta, Edmonton, ma la gente del posto che sta rischiando insieme a camionisti e contadini li ha convinti a restare. La vicina Calgary ha visto 2mila persone manifestare al Central Memorial Park ieri pomeriggio in appoggio al blocco del confine, mentre 80 camion sono sfilati a 30 km orari lungo Stoney Trail.

A Quebec City ieri mattina centinaia di camion e veicoli sono accorsi da tutta la provincia: North Shore, Lower St-Lawrence, Saguenay e Beauce per dire stop a obbligo vaccinale e restrizioni, nel pomeriggio i manifestanti di fronte all’edificio dell’Assemblea Nazionale avevano raggiunto diverse migliaia di partecipazioni, per poi sciogliersi verso le 19.

Davanti all’inarrestabile escalation della ribellione, i padroni iniziano a preparare il piano B, creando una finta “alternativa” al governo Trudeau, il conservatore Pierre Polievre, che proprio ieri – decisamente in anticipo coi tempi – ha annunciato ai canadesi la propria candidatura a primo ministro per “Restituirvi il controllo della vostra vita. Aiutatemi a rimpiazzare Trudeau e a restaurare la libertà”.

https://twitter.com/PierrePoilievre/status/1490115382157398030

Quello che Polievre e soci non hanno capito è che uomini e donne del Canada, camionisti in testa, la libertà se la sono già ripresa. E non sarà un damerino col sorriso finto a concedergliela in cambio di un voto.

Marco Di Mauro, Comedonchisciotte.org

06/02/2022

NOTE

https://www.cbc.ca/news/canada/convoy-pandemic-protests-canada-feb5-2022-1.6340910

https://www.nytimes.com/2022/02/05/world/canada/truck-convoy-protests.html

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